
grazie
molto semplice: quindi timbri e ulteriori scritte non hanno a che vedere con la tassazione: ti ringrazio per la cortesia, Eric.Vacallo ha scritto: 12 aprile 2020, 13:59 Il plico è indirizzato a Venezia, in quel tempo facente parte dell'impero austro-ungarico. Il mittente ha affrancato con un francobollo da 15 cent. come se fosse una lettera per l'interno. Per questo la lettera è stata tassata ed il destinatario ha dovuto pagare la differenza.
in che senso non hanno a che vedere? Timbri e scritte fan tutti parte della tassazione, che tra l'altro è stata anche corretta da 3,5 a 4 soldi. In più ci sono i timbri di debito italiano in cent. e quello S1 di distanza. Gli esperti di LV ti saranno indicare esattamente tutti i calcoli effettuativamas ha scritto: 12 aprile 2020, 15:27molto semplice: quindi timbri e ulteriori scritte non hanno a che vedere con la tassazione: ti ringrazio per la cortesia, Eric.Vacallo ha scritto: 12 aprile 2020, 13:59 Il plico è indirizzato a Venezia, in quel tempo facente parte dell'impero austro-ungarico. Il mittente ha affrancato con un francobollo da 15 cent. come se fosse una lettera per l'interno. Per questo la lettera è stata tassata ed il destinatario ha dovuto pagare la differenza.
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grazie Andy, è ciò che cercavo di capireandy66 ha scritto: 12 aprile 2020, 19:47in che senso non hanno a che vedere? Timbri e scritte fan tutti parte della tassazione, che tra l'altro è stata anche corretta da 3,5 a 4 soldi. In più ci sono i timbri di debito italiano in cent. e quello S1 di distanza. Gli esperti di LV ti saranno indicare esattamente tutti i calcoli effettuativamas ha scritto: 12 aprile 2020, 15:27molto semplice: quindi timbri e ulteriori scritte non hanno a che vedere con la tassazione: ti ringrazio per la cortesia, Eric.Vacallo ha scritto: 12 aprile 2020, 13:59 Il plico è indirizzato a Venezia, in quel tempo facente parte dell'impero austro-ungarico. Il mittente ha affrancato con un francobollo da 15 cent. come se fosse una lettera per l'interno. Per questo la lettera è stata tassata ed il destinatario ha dovuto pagare la differenza.
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grazie Andrea. sono sbalordito da tanta precisione e mi scuso per la mia ignoranza da neofitaAndrea61 ha scritto: 12 aprile 2020, 22:10 Premessa: fino all'Ottobre 1867 la tariffazione delle lettere tra Italia ed Austria si basava su un sistema a zone, definite dalla distanza dal confine. L'Italia era divisa in due zone, l'Impero Austriaco in tre. Si avevano quindi 6 tariffe principali per ciascuna delle quali una parte andava all'amministrazione postale italiana e l'altra all'amministrazione postale austriaca in proporzioni ben definite.
La lettera in questione origina dalla 1a zona italiana ed è indirizzata alla 1a zona austriaca (come da timbro S. 1ª). In tal caso la tariffa corretta era di 25 centesimi dei quali 13 spettavano all'Italia e 12 all'Austria.
Il mittente però affranca per soli 15 centesimi. L'affrancantura è insufficiente a coprire il totale ma supera di 2 centesimi la spettanza italiana. L'Italia dunque avendo incassato 15 centesimi dovendone avere 13 ha un debito verso l'Austria di 2 centesimi (timbro DEBITO ITALIANO CENT. e 02 manoscritto). All'Austria mancano ancora 10 centesimi per i quali si rivale sul destinatario a cui è addebitata una tassa alla consegna di 4 soldi (prima calcolati in 3.5 e poi corretti).
Molto chiara la spiegazione di Andrea e piacevole la lettera tassata con il 15 cent. DLR di VamasAndrea61 ha scritto: 12 aprile 2020, 22:10 Premessa: fino all'Ottobre 1867 la tariffazione delle lettere tra Italia ed Austria si basava su un sistema a zone, definite dalla distanza dal confine. L'Italia era divisa in due zone, l'Impero Austriaco in tre. Si avevano quindi 6 tariffe principali per ciascuna delle quali una parte andava all'amministrazione postale italiana e l'altra all'amministrazione postale austriaca in proporzioni ben definite.
La lettera in questione origina dalla 1a zona italiana ed è indirizzata alla 1a zona austriaca (come da timbro S. 1ª). In tal caso la tariffa corretta era di 25 centesimi dei quali 13 spettavano all'Italia e 12 all'Austria.
Il mittente però affranca per soli 15 centesimi. L'affrancantura è insufficiente a coprire il totale ma supera di 2 centesimi la spettanza italiana. L'Italia dunque avendo incassato 15 centesimi dovendone avere 13 ha un debito verso l'Austria di 2 centesimi (timbro DEBITO ITALIANO CENT. e 02 manoscritto). All'Austria mancano ancora 10 centesimi per i quali si rivale sul destinatario a cui è addebitata una tassa alla consegna di 4 soldi (prima calcolati in 3.5 e poi corretti).
cipolla ha scritto: 28 aprile 2020, 14:07Molto chiara la spiegazione di Andrea e piacevole la lettera tassata con il 15 cent. DLR di VamasAndrea61 ha scritto: 12 aprile 2020, 22:10 Premessa: fino all'Ottobre 1867 la tariffazione delle lettere tra Italia ed Austria si basava su un sistema a zone, definite dalla distanza dal confine. L'Italia era divisa in due zone, l'Impero Austriaco in tre. Si avevano quindi 6 tariffe principali per ciascuna delle quali una parte andava all'amministrazione postale italiana e l'altra all'amministrazione postale austriaca in proporzioni ben definite.
La lettera in questione origina dalla 1a zona italiana ed è indirizzata alla 1a zona austriaca (come da timbro S. 1ª). In tal caso la tariffa corretta era di 25 centesimi dei quali 13 spettavano all'Italia e 12 all'Austria.
Il mittente però affranca per soli 15 centesimi. L'affrancantura è insufficiente a coprire il totale ma supera di 2 centesimi la spettanza italiana. L'Italia dunque avendo incassato 15 centesimi dovendone avere 13 ha un debito verso l'Austria di 2 centesimi (timbro DEBITO ITALIANO CENT. e 02 manoscritto). All'Austria mancano ancora 10 centesimi per i quali si rivale sul destinatario a cui è addebitata una tassa alla consegna di 4 soldi (prima calcolati in 3.5 e poi corretti).