I segnatasse
I segnatasse
Come da titolo, ho alcuni dubbi in merito ai cosiddetti francobolli segnatasse. Spero di avere individuato la sezione giusta!
1. Questa è la più importante: i segnatasse sono da considerarsi cartevalori/valori postali? Mi è chiaro il loro funzionamento, ma a quanto mi sembra di capire, essi non avevano alcun valore intrinseco, o sbaglio?
2. Cosa sarebbe successo, infatti, se avessi affrancato una busta con solo francobolli segnatasse? E se avessi applicato i segnatasse alla busta, oltre alla corretta affrancatura con francobolli regolari?
3. Quando i segnatasse erano messi in vendita per i collezionisti, venivano venduti al valore facciale?
1. Questa è la più importante: i segnatasse sono da considerarsi cartevalori/valori postali? Mi è chiaro il loro funzionamento, ma a quanto mi sembra di capire, essi non avevano alcun valore intrinseco, o sbaglio?
2. Cosa sarebbe successo, infatti, se avessi affrancato una busta con solo francobolli segnatasse? E se avessi applicato i segnatasse alla busta, oltre alla corretta affrancatura con francobolli regolari?
3. Quando i segnatasse erano messi in vendita per i collezionisti, venivano venduti al valore facciale?
Re: I segnatasse: alcune domande
I segnatasse erano francobolli a tutti gli effetti, ma non potevano essere impiegati dagli utenti per affrancare corrispondenza. La loro funzione era appunto quella di rappresentare una tassa da esigere alla consegna, quindi il loro utilizzo era riservato ai dipendenti delle poste.
Erano comunque venduti normalmente agli sportelli, ovviamente al valore facciale.
Roberto
Erano comunque venduti normalmente agli sportelli, ovviamente al valore facciale.
Roberto
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Re: I segnatasse: alcune domande
PaoloG ha scritto: 11 gennaio 2022, 18:25 Come da titolo, ho alcuni dubbi in merito ai cosiddetti francobolli segnatasse.
Fai attenzione: i segnatasse non erano francobolli.
PaoloG ha scritto: 11 gennaio 2022, 18:25 1. Questa è la più importante: i segnatasse sono da considerarsi cartevalori/valori postali?
I segnatasse erano carte-valori postali a tutti gli effetti.
PaoloG ha scritto: 11 gennaio 2022, 18:25 Mi è chiaro il loro funzionamento, ma a quanto mi sembra di capire, essi non avevano alcun valore intrinseco, o sbaglio?
Cosa intendi per valore intrinseco? Ciascun segnatasse aveva, come ogni altra carta-valore postale, il valore facciale che riportava indicato.
PaoloG ha scritto: 11 gennaio 2022, 18:25 2. Cosa sarebbe successo, infatti, se avessi affrancato una busta con solo francobolli segnatasse?
La busta sarebbe stata a sua volta tassata. Nello specifico, i segnatasse applicati erroneamente come affrancatura non sarebbero stati annullati e, anzi, sarebbero stati "isolati" con un tratto di penna o di matita. Dopodiché la busta sarebbe stata tassata e l'ufficio di recapito avrebbe applicato i segnatasse indicanti il valore della tassazione (o, in alternativa, avrebbe applicato una impronta di macchina affrancatrice per tassate, di pari valore).
PaoloG ha scritto: 11 gennaio 2022, 18:25 E se avessi applicato i segnatasse alla busta, oltre alla corretta affrancatura con francobolli regolari?
I francobolli avrebbero reso franca la busta, facendola arrivare a destino. I segnatasse semplicemente non sarebbero stati considerati validi per l'affrancatura, e non sarebbero pertanto stati annullati.
PaoloG ha scritto: 11 gennaio 2022, 18:25 3. Quando i segnatasse erano messi in vendita per i collezionisti, venivano venduti al valore facciale?
Certamente.
Assolutamente no! I segnatasse non erano francobolli bensì, per l'appunto, solo ed esclusivamente segnatasse.
Anche questo non è vero. I segnatasse non potevano essere assolutamente venduti agli sportelli postali. Gli unici sportelli autorizzati alla vendita dei segnatasse erano quelli filatelici, per soddisfare la richiesta dei collezionisti e seguendo una contabilità a parte. I segnatasse inviati agli uffici postali per il loro normale utilizzo (ossia per "tassare" la corrispondenza) erano rigorosamente rendicontati: quelli utilizzati dovevano corrispondere all'importo delle tassate che l'ufficio postale riceveva per il recapito. In caso contrario, un'ispezione avrebbe procurato ammende salate al direttore o agli impiegati dell'ufficio che avessero utilizzato i segnatasse per altre finalità.
Re: I segnatasse: alcune domande
Si vede che in vita mia ho trovato un sacco di impiegati postali che non conoscevano le regole e mi vendevano i segnatasse (Cagliari, San Remo, Milano).
Roberto
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Re: I segnatasse: alcune domande
Ed oggi?
Come vengono (o meglio dovrebbero essere... perché sembra passare di tutto...) tassati invii insufficientemente affrancati?
Come vengono (o meglio dovrebbero essere... perché sembra passare di tutto...) tassati invii insufficientemente affrancati?
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Rosario
Rosario
Re: I segnatasse: alcune domande
Non vengono più tassati, di fatto: non c'è alcun controllo.
Roberto
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Re: I segnatasse: alcune domande
robymi ha scritto: 12 gennaio 2022, 9:08 Si vede che in vita mia ho trovato un sacco di impiegati postali che non conoscevano le regole e mi vendevano i segnatasse (Cagliari, San Remo, Milano).
Esatto, non conoscevano le regole e, qualora fossero stati scoperti, avrebbero anche ricevuto delle pesanti ammende.

Re: I segnatasse: alcune domande
Carlo1963 ha scritto: 11 gennaio 2022, 21:35 La busta sarebbe stata a sua volta tassata. Nello specifico, i segnatasse applicati erroneamente come affrancatura non sarebbero stati annullati e, anzi, sarebbero stati "isolati" con un tratto di penna o di matita. Dopodiché la busta sarebbe stata tassata e l'ufficio di recapito avrebbe applicato i segnatasse indicanti il valore della tassazione (o, in alternativa, avrebbe applicato una impronta di macchina affrancatrice per tassate, di pari valore).
C'è da precisare però che i segnatasse furono effettivamente usati come francobolli proprio dalla stessa amministrazione postale, solitamente in periodi di emergenza (periodo 1943/1946), ma comunque in tutte le epoche dall'800 in poi.
Gli utilizzi da parte di privati invece furono sempre abusi.

Andy66
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Re: I segnatasse: alcune domande
Grazie per le risposte!
Visto che i segnatasse, a differenza dei francobolli, non danno diritto ad alcun servizio corrispettivo, verrebbe teoricamente a mancare il valore di scambio. Ecco perché dicevo che non hanno valore intrinseco e perché avevo dubbi sul fatto che fossero da considerarsi cartevalori postali.
Anche la pagina di Wikipedia dedicata ai segnatasse* (in inglese) dice: "Postage due stamps (or "labels", to clarify that they have no value of their own)".
La cosa ancora non mi è chiara.
* https://en.wikipedia.org/wiki/Postage_due
La definizione del dizionario De Mauro per "cartevalori" è: "documento cartaceo con valore di scambio, come cartamoneta, titoli azionari, assegni, carte bollate, marche da bollo, francobolli e sim."Carlo1963 ha scritto: 11 gennaio 2022, 21:35 Cosa intendi per valore intrinseco? Ciascun segnatasse aveva, come ogni altra carta-valore postale, il valore facciale che riportava indicato.
Visto che i segnatasse, a differenza dei francobolli, non danno diritto ad alcun servizio corrispettivo, verrebbe teoricamente a mancare il valore di scambio. Ecco perché dicevo che non hanno valore intrinseco e perché avevo dubbi sul fatto che fossero da considerarsi cartevalori postali.
Anche la pagina di Wikipedia dedicata ai segnatasse* (in inglese) dice: "Postage due stamps (or "labels", to clarify that they have no value of their own)".
La cosa ancora non mi è chiara.
Il tratto di penna o matita serviva a chiarire che i segnatasse così contrassegnati (e non annullati) non erano quelli indicanti l'effettiva tassa da pagare alla consegna?Carlo1963 ha scritto: 11 gennaio 2022, 21:35 La busta sarebbe stata a sua volta tassata. Nello specifico, i segnatasse applicati erroneamente come affrancatura non sarebbero stati annullati e, anzi, sarebbero stati "isolati" con un tratto di penna o di matita. Dopodiché la busta sarebbe stata tassata e l'ufficio di recapito avrebbe applicato i segnatasse indicanti il valore della tassazione (o, in alternativa, avrebbe applicato una impronta di macchina affrancatrice per tassate, di pari valore).
Anche in questi casi i segnatasse sarebbero stati contrassegnati a penna o a matita? Oppure, non essendo annullati, non vi era il rischio che al recapito venisse richiesto il pagamento della somma da essi indicata?Carlo1963 ha scritto: 11 gennaio 2022, 21:35 I francobolli avrebbero reso franca la busta, facendola arrivare a destino. I segnatasse semplicemente non sarebbero stati considerati validi per l'affrancatura, e non sarebbero pertanto stati annullati.
* https://en.wikipedia.org/wiki/Postage_due
Re: I segnatasse: alcune domande
PaoloG ha scritto: 13 gennaio 2022, 1:34La definizione del dizionario De Mauro per "cartevalori" è: "documento cartaceo con valore di scambio, come cartamoneta, titoli azionari, assegni, carte bollate, marche da bollo, francobolli e sim."Carlo1963 ha scritto: 11 gennaio 2022, 21:35 Cosa intendi per valore intrinseco? Ciascun segnatasse aveva, come ogni altra carta-valore postale, il valore facciale che riportava indicato.
Visto che i segnatasse, a differenza dei francobolli, non danno diritto ad alcun servizio corrispettivo, verrebbe teoricamente a mancare il valore di scambio. Ecco perché dicevo che non hanno valore intrinseco e perché avevo dubbi sul fatto che fossero da considerarsi cartevalori postali.
Anche la pagina di Wikipedia dedicata ai segnatasse* (in inglese) dice: "Postage due stamps (or "labels", to clarify that they have no value of their own)".
La cosa ancora non mi è chiara.
Non ti fossilizzare sulle definizioni da dizionario (che essendo generaliste, soprattutto per quanto riguarda i termini tecnici, vanno calate nella realtà, che è ben più articolata e complessa), e soprattutto lascia stare Wikipedia, dove le voci possono essere state scritte tanto da luminari della materia quanto da emeriti ignoranti (e per un neofita non è mai facile comprendere a quale dei due casi si è davanti)...
I segnatasse erano a tutti gli effetti carte-valori postali secondo la nozione giuridica del termine, in quanto avevano un valore intrinseco, corrispondente all'importo da riscuotere (che dava diritto al recapito dell'oggetto). Inoltre, come ogni altra carta-valore, erano soggetti a rigoroso rendiconto. Non erano ovviamente francobolli, in quanto non permettevano all'utente di francare la corrispondenza.
PaoloG ha scritto: 13 gennaio 2022, 1:34Il tratto di penna o matita serviva a chiarire che i segnatasse così contrassegnati (e non annullati) non erano quelli indicanti l'effettiva tassa da pagare alla consegna?Carlo1963 ha scritto: 11 gennaio 2022, 21:35 La busta sarebbe stata a sua volta tassata. Nello specifico, i segnatasse applicati erroneamente come affrancatura non sarebbero stati annullati e, anzi, sarebbero stati "isolati" con un tratto di penna o di matita. Dopodiché la busta sarebbe stata tassata e l'ufficio di recapito avrebbe applicato i segnatasse indicanti il valore della tassazione (o, in alternativa, avrebbe applicato una impronta di macchina affrancatrice per tassate, di pari valore).
Serviva unicamente ad "isolare" i valori non validi, così da renderli evidenti sia al destinatario sia, soprattutto, a quanti avrebbero avuto in mano l'oggetto di corrispondenza nelle sue varie fasi di lavorazione, evitando che qualche impiegato distratto o sprovveduto li considerasse validi e annullasse la tassazione (possibilità che era prevista). Ciò accadeva, ad esempio, per i francobolli fuori corso, per i segnatasse apposti erroneamente a mo' di affrancatura, per i francobolli falsi o riutilizzati, ecc.
PaoloG ha scritto: 13 gennaio 2022, 1:34Anche in questi casi i segnatasse sarebbero stati contrassegnati a penna o a matita? Oppure, non essendo annullati, non vi era il rischio che al recapito venisse richiesto il pagamento della somma da essi indicata?Carlo1963 ha scritto: 11 gennaio 2022, 21:35 I francobolli avrebbero reso franca la busta, facendola arrivare a destino. I segnatasse semplicemente non sarebbero stati considerati validi per l'affrancatura, e non sarebbero pertanto stati annullati.
Certo che sarebbero stati "isolati". Il rischio che tu ipotizzi non avrebbe potuto esistere, perché la corrispondenza tassata era lavorata a parte. In altre parole: il portalettere riceveva gli oggetti tassati a parte rispetto all'altra corrispondenza da consegnare, quindi sapeva già prima di uscire in gita quante tassate consegnare e quanto denaro dover riscuotere. Era tutto registrato e contabilizzato.
Comunque tieni conto che si tratta di casi prettamente teorici. In tanti anni di collezione non ho mai visto oggetti simili a quelli di cui tu ipotizzi l'esistenza.

Re: I segnatasse: alcune domande
Chiarissimo, Carlo, ti ringrazio.
Solo una cosa però: cosa intendi per la nozione giuridica del termine carte-valori postali?
Visto che nell'altro topic si parla di SMOM, vorrei mostrare qui sotto un'immagine di busta viaggiata dalla sede italiana dello SMOM a Malta, all'epoca dell'inaugurazione dell'accordo bilaterale tra le due amministrazioni postali.
La busta presenta il timbro a T che sta per il francese "taxes" e che veniva applicato alle spedizioni internazionali con affrancatura insufficiente. Ma quello che non mi torna è: i segnatasse non dovrebbero essere applicati dall'ufficio di recapito? Non dovrebbero quindi in questo caso essere di Malta e non dello SMOM, ed avere annullo maltese?
Solo una cosa però: cosa intendi per la nozione giuridica del termine carte-valori postali?
Visto che nell'altro topic si parla di SMOM, vorrei mostrare qui sotto un'immagine di busta viaggiata dalla sede italiana dello SMOM a Malta, all'epoca dell'inaugurazione dell'accordo bilaterale tra le due amministrazioni postali.
La busta presenta il timbro a T che sta per il francese "taxes" e che veniva applicato alle spedizioni internazionali con affrancatura insufficiente. Ma quello che non mi torna è: i segnatasse non dovrebbero essere applicati dall'ufficio di recapito? Non dovrebbero quindi in questo caso essere di Malta e non dello SMOM, ed avere annullo maltese?
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Re: I segnatasse: alcune domande
PaoloG ha scritto: 13 gennaio 2022, 10:02 Solo una cosa però: cosa intendi per la nozione giuridica del termine carte-valori postali?
Questo è quanto previsto dall'art. 45 del Regolamento di esecuzione dei libri I e II del codice postale e delle telecomunicazioni approvato con DPR 29 maggio 1982, n. 655 (ovviamente superato da tutta una serie di norme adottate nell'ultimo quarto di secolo):
La tassa cui è assoggettata, ai sensi del secondo comma dell'art.
44 del codice postale, la corrispondenza di francatura facoltativa,
non francata o francata insufficientemente, è rappresentata da
segnatasse o da impronte di macchine affrancatrici applicate sulla
corrispondenza stessa dall'ufficio di destinazione.
Il destinatario di corrispondenza gravata di tassa deve astenersi
dal pagarla, se questa non è rappresentata da segnatasse o impronte
di macchine affrancatrici.
Che poi è quanto ti dicevo io prima, ossia che i segnatasse avevano un valore intrinseco, corrispondente all'importo da riscuotere (che dava diritto al recapito dell'oggetto) ed inoltre che, come ogni altra carta-valore, erano soggetti a rigoroso rendiconto.
PaoloG ha scritto: 13 gennaio 2022, 10:02 Visto che nell'altro topic si parla di SMOM, vorrei mostrare qui sotto un'immagine di busta viaggiata dalla sede italiana dello SMOM a Malta, all'epoca dell'inaugurazione dell'accordo bilaterale tra le due amministrazioni postali.
La busta presenta il timbro a T che sta per il francese "taxes" e che veniva applicato alle spedizioni internazionali con affrancatura insufficiente. Ma quello che non mi torna è: i segnatasse non dovrebbero essere applicati dall'ufficio di recapito? Non dovrebbero quindi in questo caso essere di Malta e non dello SMOM, ed avere annullo maltese?
Si tratta evidentemente di una busta costruita da un collezionista per far "viaggiare" (anche se la cosa non aveva alcun senso) i segnatasse SMOM. La tassazione è fittizia, tanto è vero che manca la cosa principale, ossia l'importo della tassazione indicato in chiaro dall'amministrazione postale di partenza con la caratteristica segnatura "a frazione". Sarebbe poi stata l'amministrazione di destino a "tradurre" in valuta locale tale tassazione, applicando i propri segnatasse.
Tieni conto che di cose strane, quando ci sono di mezzo i filatelisti, se ne sono viste (e se ne vedono ancora) tante! C'è gente che, non so perché, prova piacere nel realizzare e mettere in collezione oggetti che con la posta non hanno nulla a che vedere...
- Ivano Abbatantuono
- Messaggi: 356
- Iscritto il: 11 febbraio 2015, 18:41
Re: I segnatasse: alcune domande
Prescindendo dal discorso postale e da quello delle peculiarità amministrative dello SMOM, bisogna ammettere che nella maggior parte dei casi i soggetti dei loro francobolli, spesso rappresentati da immagini di quadri e affreschi famosi, sono di qualità spettacolare.
Colleziono (soprattutto) Regno d'Italia, nuovo usato e storia postale.
su ebay mi trovi qui : http://www.ebay.it/sch/abba_ivan/m.html ... pg=&_from=
per contatti, scrivimi su : ivantea@alice.it
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Re: I segnatasse: alcune domande
Ciao,
immagine presa dal Forum Il Mondo dei fb.
immagine presa dal Forum Il Mondo dei fb.
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Re: I segnatasse: alcune domande
Mi sembra che la bella busta mostrata da pinco1 esemplifichi il caso dei segnatasse applicati incorrettamente e "isolati" con un tratto di matita, come ben spiegato da Carlo1963.
A intuito, direi che in questo caso la tariffa necessaria per spedire la busta era 40 cent, per cui il mittente applicò, magari inconsapevolmente, un segnatasse di quel valore. Il segnatasse venne quindi isolato e la missiva considerata del tutto sprovvista di affrancatura valida. Dopodiché l'ufficio di recapito avrebbe applicato e annullato due segnatasse per un totale di 80 cent, corrispondente al doppio della tariffa mancante (come mi sembra di capire fosse la regola).
Manca "l'importo della tassazione indicato in chiaro dall'amministrazione postale di partenza", ma fose essa si trovava originariamente sotto i due segnatasse annullati...
A intuito, direi che in questo caso la tariffa necessaria per spedire la busta era 40 cent, per cui il mittente applicò, magari inconsapevolmente, un segnatasse di quel valore. Il segnatasse venne quindi isolato e la missiva considerata del tutto sprovvista di affrancatura valida. Dopodiché l'ufficio di recapito avrebbe applicato e annullato due segnatasse per un totale di 80 cent, corrispondente al doppio della tariffa mancante (come mi sembra di capire fosse la regola).
Manca "l'importo della tassazione indicato in chiaro dall'amministrazione postale di partenza", ma fose essa si trovava originariamente sotto i due segnatasse annullati...
Re: I segnatasse: alcune domande
Probabilmente non è stato indicato l'importo della tassa bensì il numero di porti, rappresentato da quell'1 segnato con la stessa matita che ha cerchiato il fbPaoloG ha scritto: 13 gennaio 2022, 20:17 Manca "l'importo della tassazione indicato in chiaro dall'amministrazione postale di partenza", ma fose essa si trovava originariamente sotto i due segnatasse annullati...

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Re: I segnatasse: alcune domande
Ah, ok! Pensavo che quel segno fosse una sottolineatura della scritta "allegato N 2" e infatti non capivo a cosa potesse riferirsi.andy66 ha scritto: 13 gennaio 2022, 20:53 Probabilmente non è stato indicato l'importo della tassa bensì il numero di porti, rappresentato da quell'1 segnato con la stessa matita che ha cerchiato il fb

Re: I segnatasse: alcune domande
Nella storia postale a volte non esistono certezze assolute ma ipotesi più o meno probabili. Certo potrebbe essere anche una sottolineatura, d'altronde nel '900 non sempre veniva evidenziato l'importo della tassa sul documentoPaoloG ha scritto: 14 gennaio 2022, 0:52Ah, ok! Pensavo che quel segno fosse una sottolineatura della scritta "allegato N 2" e infatti non capivo a cosa potesse riferirsi.andy66 ha scritto: 13 gennaio 2022, 20:53 Probabilmente non è stato indicato l'importo della tassa bensì il numero di porti, rappresentato da quell'1 segnato con la stessa matita che ha cerchiato il fb
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Re: I segnatasse: alcune domande
Altra domanda: l'emissione di valori postali non destinati all'uso pubblico, come appunto i segnatasse, ma anche i francobolli per Servizio di Stato o quelli per la Posta Militare, veniva riportata in Gazzetta Ufficiale, come avviene per i francobolli normali?