Tra le variabili che incidevano sulla qualità della stampa va annoverata pure la "bagnatura" della carta, come specificato nei manuali dell'epoca. Nelle stamperie artigianali l'operazione veniva effettuata a mano, in quelle più evolute esistevano macchinari specifici (esistono stampe).
Era un'operazione da effettuare con cura dato che una carta poco bagnata assorbiva l'inchiostro solo per la pressione del torchio, dando origine a quella definibile "stampa povera", mentre una carta eccessivamente bagnata originava stampe "grasse", ovvero poco nitide e di tonalità non uniforme nella tavola. I dettagli tendevano a scomparire, in termine tecnico "si accecava l'occhio" (del carattere di stampa). La bagnatura andava effettuata prima dell'eventuale calandratura/cilindratura/lucidatura.
E i francobolli fondamentalmente erano "caratteri di stampa" fin troppo elaborati.
La ricetta consigliata per ottenere un blu prevedeva l'uso del Blu di Parigi a cui si univa nerofumo per ottenere tonalità più intense. Va da sé che se ad un blu brillante si aggiungeva del nerofumo, e quindi grigio/nero, il tono tendeva a "sporcarsi", in termine tecnico perdeva di saturazione. Probabilmente a monte c'era un problema economico o di disponibilità di blu.
Come disperdente si consigliava, nel caso di stampe generiche senza pretese di qualità tipo quelle per giornali, l'uso di olio di lino (probabile responsabile degli aloni oleosi che si notano attorno alle impronte dei bolli soprattutto in periodo prefilatelico) mentre per altre più ricercate la trementina e il sapone di Marsiglia che ne facilitavano l'asciugamento e davano brillantezza alle tinte.
In Austria esisteva una fabbrica che lavorava il cinabro a Idria e almeno un'altra che lavorava l'azzurro (?) ma non mi è chiaro dove. Comunque l'Austria risultava esportatrice di indaco.
Curiosa la ricetta del verde che prevedeva l'uso del Blu di China miscelato con cromato di potassio e copale (in effetti nel 1857 il Regno di Sardegna ne importava dall'Austria ...): in base alle proporzioni si poteva ottenere un verdone, un giallo verde e perfino un giallo. Curiosità: il cromato di potassio è giallo, il bicromato di potassio è aranciato ...
Nei cataloghi degli anni '60 del XIX secolo l'unica distinzione rilevata era nel valore da 5/100.
Per valutare bene i colori la luce ideale è la D65 che riproduce la luce solare, non ho mai fatto prove di solidità alla luce dei francobolli.

Francesco