

buona domenica a tutti,
come forse qualcuno sa, mi diletto a collezionare e studiare, nei suoi variegati aspetti, il 15 centesimi tipo Sardegna.
Qualche tempo fa, incuriosito da alcuni dettagli che non mi quadravano

• lo strano annullo di Palermo, apparentemente “31 MAR 63” ma con la cifra 31 non centrata
• i segni a penna sul francobollo accompagnati dal segno di tassazione, tipici del trattamento riservato a lettere affrancate con francobolli fuori d’uso
Quando ho finalmente ricevuto l’oggetto, ho potuto osservare altri dettagli:
• il testo della lettera (ancorché misero…)
• gli annulli al verso (purtroppo poco leggibili)
Dopo alcune riflessioni, ho ritenuto questi elementi sufficienti a confortare la mia tesi e cioè che questa letterina fosse stata spedita da Palermo non il 31/3, come apparentemente risulterebbe dall’annullo, ma il giorno 3 di marzo. Infatti:
• l’annullo di arrivo a Caltagirone sembra essere del 5 marzo (quello di transito a Caltanissetta è invece completamente illeggibile, anche se sembra di intravedere un 4)
• la tassazione della lettera di 30 centesimi non avrebbe avuto senso se questa fosse partita effettivamente il 31 di marzo da Palermo: il francobollo è regolarissimo senza traccia di frode e, a quella data, erano stati chiariti tutti i dubbi sulla sua validità (vedi note successive)
• l’annullo di Palermo appare predisposto per la data del 3 marzo (notare la cifra “3” ben centrata) e, per qualche motivo, poi “sporcato” dalla presenza di un “1” più a destra.
• infine, dalla carta utilizzata per la lettera (bordata a lutto) e dal poco testo che si legge, si intuisce che si tratti di condoglianze; se la letterina fosse partita il 31/3, avrebbe avuto, quantomeno, anche degli accenni alla Pasqua che sarebbe caduta di lì a poco.
Come molti di voi sanno, infatti, nei giorni tra l’1 e il 3 di marzo del 1863, negli uffici postali di tutta Italia si fece una gran confusione sulla validità del 15 centesimi “tipo Sardegna”: alcuni, sulla base del Regio Decreto 1101 del 11/1/63 che ne fissava la validità a tutto il 28/2, decisero che fosse fuori d’uso e quindi tassarono le lettere lavorate (lettere cosiddette “tassate”), altri decisero - sulla base delle indicazioni contenute nel “Bullettino Postale” n.1 del gennaio 1863 - che fosse tollerato l’uso per tutto il mese di marzo e pertanto inoltrarono le lettere senza tassazioni di sorta (lettere cosiddette “non tassate”) e, nel caso di lettere tassate dall’ufficio di partenza, queste venissero detassate e consegnate ai destinatari senza alcun aggravio (lettere cosiddette “tassate e detassate”). Con apposite Circolari del 4 e del 19 di marzo 1863, la Direzione Generale delle Poste chiarì infine che tutte le lettere tassate potevano essere detassate (a patto che i destinatari le riportassero negli uffici postali per la relativa pratica) e che quel francobollo sarebbe rimasto in corso sino ad esaurimento delle scorte, quindi ben oltre la fine di marzo del 1863.
A seguito di questa breve e divertente indagine ho deciso che questa lettera, ancorché bruttina, fosse degna di essere inserita in collezione perché, se fosse effettivamente del 3/3, si tratterebbe di una condizione (tassata) e di una data (i primi tre giorni di marzo) non comuni ma anche se fosse del 31/3, rappresenterebbe comunque una gran bella e inspiegabile curiosità!
Spero di non avervi annoiati e, ancora, Buona Domenica a tutti!
