I francobolli tipografici nel 1° periodo del Regno d'Italia

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mikonap
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I francobolli tipografici nel 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

Amo profondamente i Tipografici del Regno d'Italia, in particolare quelli con effige reale, del periodo aureo di questa tipologia di francobolli 1863-1930 :-))

Chi mi conosce sa che mi piace raccontare quello che approfondisco narrando soprattutto per immagini.

Vorrei cominciare aiutando le nuove leve a riconoscere questi
Michettiadestra 3tipi-3.JPG
Qualcuno mi dirà: ma sono calcografici, cominci con un post sui tipografici mostrando dei calcografici!

Be sì perché c'è un infiltrato e la cosa merita un approfondimento.
L'infiltrato è il più piccolo dei tre qui mostrato a fianco del 1° tipo
15c I°e 2° conf impronte stampata R.jpg
In tutti e due i tipi quello che la matrice riproduce sembra identico, ma il modo con cui questo avviene non lo è assolutamente.
15c I° e 2° tipo v4 conii R.jpg
Qui in questa simulazione della matrice, guardando bene l'ingrandimento (clicca per ingrandire), si comincia a vedere qualcosa. Nel calcografico la parte che stampa è quella incisa


3d conio Calcografico.jpg
Ho realizzato un modello 3d parziale, se no mi ci voleva il computer della NASA per poter lavorare


Forse così e più chiaro (clicca per ingrandire)
Calco -Tipo confronto R.jpg
La parte inchiostrata è quella in azzurro

Se guardate la sezione: nei calcografici l'inchiostro riempie la parte incisa mentre nei tipografici viene steso sulla parte emergente.

A seguire una breve nota più dettagliata per chi vuole approfondire

Ciao: michele
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mikonap
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

Come è noto la Regina Elena aveva fatto pressioni per realizzare una serie di francobolli artisticamente più adeguata di quanto fosse la serie floreale in uso. Questa nuova serie avrebbe dovuto avere un maggior impatto comunicativo per magnificare la famiglia Reale ed il ruolo che il Regno d’Italia stava assumendo.
Per la realizzazione del bozzetto, la Regina suggerì di avvalersi di un artista di chiara fama, Francesco Paolo Michetti.

Con il cambio tariffario, avvenuto nel 1905, che abbassava la tariffa di base delle lettere da 20 a 15 centesimi, dopo un’iniziale sovrastampa del 20 cent. Floreale, Francesco Paolo Michetti aveva realizzato alcuni bozzetti sfruttando la fotografia, che all'epoca era considerato un mezzo espressivo particolarmente efficace.
Foto.jpg
Michetti fu messo in contatto con un incisore, esperto di attrezzature calcografiche, Robert Savage. Dall'incontro nacque il bozzetto con il quale fu prodotto il francobollo ufficiale. La vignetta mostra l'effigie del Re rivolta a destra; nello sfondo, alle spalle del Sovrano, il mare era agitato, ma davanti era calmo e la corona sabauda coincideva con il disco solare. La produzione fu affidata a privati, una ditta che utilizzava una nuova macchina prodotta negli Stati Uniti per la stampa della carta moneta e che garantiva una maggiore sicurezza alla contraffazione.

Il 20 marzo 1906 il francobollo calcografico (I tipo) fu regolarmente emesso.

Nel 1909 fu necessario produrre nuovamente il francobollo, questa volta dall'Officina Carte Valori di Torino in modo tipografico (questa tecnologia avevano) e quindi fu dunque necessario modificare l'incisione originale in quanto un conio tipografico è profondamente diverso da un conio calcografico.

In calcografia la parte che stampa è la parte incavata della matrice, mente in tipografia la parte che stampa è la parte in rilievo della matrice. Nello specifico, per la calcografia l’inchiostro viene steso su tutta la superficie della matrice andando a riempire le cavità esistenti, con uno strumento raschiante adeguato (oggi conosciuto come racla), l’inchiostro in eccesso viene eliminato dalla superficie. In fase di stampa, con la pressione della matrice sulla carta l’inchiostro contenuto nelle cavità viene rilasciato sulla carta.

Come si vede nel confronto tra le due tipologie d’immagine la parte dell’impronta inchiostrata è la stessa anche se nella tipografia con un rullo vengono inchiostrate le parti emergenti della matrice. Saranno queste che pressate sulla carta daranno la stampa. Come si vede nella sezione dello schema di confronto proposto, la quantità d’inchiostro rilasciata sulla carta è molto maggiore di quella rilasciata in tipografia. Al tatto, nei calcografici si sente una maggiore e caratteristica rugosità rispetto ai tipografici che appaiono più lisci. Anche le dimensioni della vignetta furono ridotte.

E’ interessante notare che l’OCVT, non avendo all’epoca le attrezzature adeguate a stampare francobolli calcografici (al fine di rendere l’esemplare tipografico più simile al precedente) l’abbia stampato con due tavole, una recante l’impronta del francobollo, la seconda con un fondino pieno rettangolare, appena percepibile, ad imitazione dell’alone che lasciava la racla sulla parte non stampata del francobollo. Questo fondino svolgeva anche una funzione di sicurezza come quello più noto utilizzato dai De la Rue sino alla Floreale.

fondino.jpg
Se la cosa vi ha interessato continuerò a fare due chiacchiere con voi sui temi che studio nei tipografici

Ciao: michele
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Mark54
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da Mark54 »

Grazie Michele
veramente interessante e piacevole
Ciao: Ciao: Marco
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giampi
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da giampi »

Grazie Michele delle informazioni. Molto interessante. Per concludere il discorso sulla calcografia ho trovato questo tutorial che mi e' servito a chiarire varie cose https://www.youtube.com/watch?v=MlnSoLHMvdk
Giampiero

Colleziono ASI, Regno, Colonie, Occupazioni, prevalentemente usati, la mia passione e' comprenderne l'autenticità'. Mi interessa poter classificare i colori dei francobolli (es. Pontificio, Sardegna) con metodi più' oggettivi.
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mikonap
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

:abb: grazie a tutti - michele
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mikonap
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

Parlare dei tipografici significa raccontare una storia di metodi, tecniche e procedure cominciate in una Torino proto industriale che si apriva alla grande rivoluzione industriale della seconda metà del ’800.
Le tecniche tipografiche di stampa dei valori bollati, apprese a Londra negli stabilimenti De la Rue, all’inizio fortemente innovative e rivoluzionarie, sono continuate nell’officina carta valori di Torino immutate per oltre mezzo secolo, nel mondo lento ed ovattato della Belle Époque, sino alla fine della Grande Guerra.

Nel periodo romano della produzione delle carte valori, hanno cercato di adattarsi al turbolento dopoguerra, con l’ inflazione galoppante che costringeva a continui cambi di tariffe affrontati con trasformazione di procedure e tecniche di produzione. Il colpo finale per i tipografici si ebbe con l’avvento del nuovo Poligrafico dello Stato e con l’introduzione del rotocalco nella produzione dei valori bollati, tutto cambiò eravamo entrati in un mondo dei valori bollati completamente diverso ed altrettanto interessante.

Studiando i tipografici dei valori bollati, per uso postale o fiscale, del primo Periodo del Regno d’Italia si comprende presto che metodi e tecniche impiegate sono le stesse, per cui quello che scopriamo pur una certa emissione si applica di solito anche agli altri tipografici di quel periodo prodotti dall’Officina Carte Valori di Torino .

Presentandovi alcuni studi e riflessione sulla serie Leoni, vista la lunga durata ed il gran numero di tavole prodotte soprattutto per i valori emessi nel 1906, vi ho parlato dell’importanza di collocare il materiale di studio in un ordine cronologico. Abbiamo bisogno di date certe sia per i singoli esemplari, e questo gli annulli leggibili lo fanno egregiamente, ma anche per individuare le date di uso delle tavole. Per ogni valore di un emissione alla prima tavola può essere attribuita come data certa la data di emissione. Ma per le tavole successive alla prima riusciamo a date un periodo d’uso attendibile? Utilizzando i Numeri di Tavola (NumTav) delle prime tavole di qualunque tipografico prodotto dall’Officina Carte Valori di Torino (OCVT), conoscendo le date di emissione, le inseriamo in una tabella come quella dell’immagine a seguire (caselle azzurre prime tavple – nell’immagine ho inserito la vignetta del valore a cui appartiene quel NumTav )
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tabella anni . immagini.jpg
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Di seguito inserisco sia l’immagine della tabella 1900-1929, che vi avevo nel post dei Leoni, sia quella del periodo di Umberto I.
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tabella anni F.jpg
.
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tabella anni Umberto.jpg
.
Le ho inserite a buona risoluzione in modo che le possiate scaricare ed utilizzarle per le vostre ricerche, vi spiegherò successivamente, passo passo, come datare un qualunque NumTav di un tipografico prodotto da ICVT.
Prima bisogna fare una piccola premessa. Se è vero che tecniche e procedure di stampa dell’impronta sono praticamente le stesse per tutti i tipografici ICVT dal 1863 – 1929, variazioni ci sono nella composizione della tavola soprattutto per la numerazione della tavola. C’è un 1° periodo che va dal 1863 al 1880 ed un 2° periodo dal 1880 al 1929.
Tipo numerazione v2j.jpg
.
Sul primo periodo troverete tantissime informazioni sul magnifico post che Maurizio sta scrivendo nella sezione De la Rue di cui vi allego il link.
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viewtopic.php?t=54722
Numerazione delle tavole maupoz.jpg
.
Per darne una breve descrizione sintetica, mi rimetto a quanto scrive con le immagini successive
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Numerazione primo tipo.jpg
TAVOLE_QUADERNO_UNICO_agg_24_04_2017_002.jpg
TAVOLE_QUADERNO_UNICO_agg_24_04_2017_011.jpg
.
Per il 2° periodo della numerazione sto raccogliendo le immagini di tutti i NumTav che riesco a rintracciare, creando un archivio di foto facilmente consultabili, nell’immagine a seguire vedete alcuni esempi del periodo umbertino
.
Umberto NumTav rintracciati - parziale.jpg
.
Se guardiamo i numeri di tavola noti (CEI o iBolli) per la prima serie vediamo che le prime tavole sono numerate secondo quanto in uso nel 1° periodo mentre per alcuni valori le tavole più tarde hanno numerazioni del 2° periodo
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Num tav Umberto v3.jpg
.
Riportando uno schema in sintesi
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Umberto prima serie v2 F.jpg
.
Per cui vi è una tabella in cui nella parte evidenziata in giallo non abbiamo prime tavole con date di emissione. Per questo periodo devo estendere la ricerca ad altri tipografici del periodo con numeri di tavola noti.
.
Prime tavole Periodo Umberto part.jpg
continua alla prossima
Ciao: michele
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

Ho preparato per voi tre esempi di ricerca della data d'inizio di produzione di una tavola successiva alla prima.

Ho scelto tre francobolli qualunque con numero di tavola, avendoli avrei potuto usare fiscali o francobolli di San Marino con in appendice numeri di tavola.

Li potete vedere nelle immagini successive
.
12894.jpg
8143.jpg
7060 v4.jpg
.
di seguito vi rimetto la tabella 1900 -1929 cosi potete scaricarla per vostro uso e provare il metodo
.
tabella anni F.jpg
Di seguito vi mostro gli esempi e gli eventuali calcoli per alcuni casi
.
12894 tab rif F3.jpg
.
8143 tab rif F3.jpg
.
7060 tab rif F4.jpg
.
Come potete controllare per quelli annullati il periodo è coerente
.
fatemi sapere
Ciao: michele
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

Oggi vi vorrei parlate di dimensioni delle vignette, dei moduli, dei fogli di carta filigranata.

Quando cominciò l'avventura dello studio dei tipografici con effige reale del Regno d'Italia, approfondivo osservazioni delle emissioni di Vittorio Emanuele II tipo De la Rue, dal punto di vista metrico, soprattutto delle varie componenti della vignetta: effige, cornici, testi e decori. Le misurazioni erano quindi limitate alle vignette.
.
Dimensioni Fb DLR.jpg
Le misure sono in mm
.
Una cosa appare chiara, nell'area centrale la prima cornice ovale, pur essendo incisa a mano, avendo un riferimento con un elemento a precisione micrometrica, effige reale incisa meccanicamente dal punzone, tra due valori diversi vi è una precisione al centesimo di mm, mentre le altre parti della cornice hanno errori dell'ordine del decimo di mm.

L'aspetto di una tavola completa era questa
.
20 c. Bigola - 85 foglio catalogo Bolaffi F.jpg
vedi lo studio di Maurizio nella sezione De la Rue
.
Le dimensioni del foglio, circa 22x22 moduli per la presenza dei mezzi moduli laterali, è stimabile in 45x58 cm, dopo capiremo l'importanza di queste dimensioni

Da questa immagine si intuisce una modularità tra aree con vignette e testi di bordo dei 4 gruppi da 100 esemplare.
Per cui nello studiare le serie umbertine, ho cominciato ho cominciato a studiare i moduli
.
Tavola metrica v2.jpg
.
Negli Umberto mentre le distanze interne ai gruppi coincidevano coincidevano con una impronta sui bordi era di mezzo modulo, con la precisione consentita dalla qualità dell'immagine.
Le dimensioni di un modulo del periodo umbertino sono queste
.
Modulo Umberto I.jpg
.
Faccio una piccola pausa caffè :coffee: anche per la paura di perdere quello che ho scritto sino ad ora :O_O:
(continua nel messaggio successivo)
Ciao: michele
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

(riprendo e continuo il messaggio precedente)
Rifocillato e rilassato riprendo quanto stavo scrivendo :-)) :f_si: faccio questo stacco anche perché ho notato che quando ci sono troppe immagini nel testo qualcosa alla fine s'impasticcia :rolleyes:

Affinato il metodo nello studio sui Leoni ho analizzato sia le dimensioni dell'impronta che quelle del modulo
.
5c dimensioni imoronta e modulo.jpg
.
Tra l'altro va precisato che in fase di ripresa sia gli esemplari che il righello, come ho fatto anche per i DLR e per gli Umberto, vanno acquisiti con una unica ripresa possibilmente con un sistema piano (scanner).

Come già vi ho presentato nel post dei Leoni, in questo caso vi sono 23x23 con quattro gruppi d’impronte 10x10 esemplari.
.
Tavola completa moduli F.jpg
.

Torniamo ai De la Rue, origine dei nostri tipografici, mi sono sempre posto una domanda
.
confronti colonie inglesi F.jpg
.
Perché gli stabilimenti De la Rue, che stampavano i francobolli del Regno Unito e delle sue Colonie, in gruppi di 5 x 5 esemplari in tavole di non so quanti gruppi :f_???:, abbiano adottato un formato diverso per quelli stampati per gli italiani.

Voi mi direte - perché la carta filigranata era fornita in risme contate e controllate dal personale italiano inviato a Londra.

Ok ma perché il governo italiano ha scelto un formato diverso da quello in uso a Londra?

A questo punto dal metodo scientifico sono passato al metodo storico e mi sono messo a cercare vecchi documenti, ovviamente date le mie condizioni fisiche l'ho fatto cercando in rete. Cerca cerca :P trova trova, alla fine qualcosa è uscito.

In questo testo che trovate facilmente in rete
.
Rivoluzioni italiane.jpg
.
Vi sono una serie di Decreti del Governo Provvisorio per i territori annessi della Lombardia ed Emilia.
Facendo una ricerca utilizzando come chiave le parole "carta filigranata"
.
carta filligranata risma 500 fogli pag 2 .jpg
.
Ho trovato questo decreto, che apparentemente parla di altro "produzione di carte da gioco"
.
carta filligranata risma 500 fogli Decreto .jpg
.
Guardate cosa dicono gli articoli 5 e 9
.
carta filligranata risma 500 fogli art.9 F.jpg
.
C'è l'obbligo di utilizzare carta filigranata fornita art.5 " .. dall'Ufficio ordinario del bollo a cura del Ministero delle Finanze .." ed dall' art.9 risulta ".. Ogni risma risulterà composta di n° 500 fogli tutti buoni ed interi, aventi ciascuno 58 centimetri di larghezza e 45 di altezza .."

Come si vede dall'immagini, i moduli della tavola umbertina, hanno una dimensione di 2.025 x 2.45 cm.
Se questo modulo lo applichiamo al foglio, delle dimensioni come da decreto 45 x 58 cm, abbiamo 45/2.025 = 22.2 moduli orizzontali 58/2.45= 23.67 verticali. Noi su quella tavola possiamo contare 21x21 moduli interi ed uno perimetrale parziale

non può essere un caso :D :pea: .

Una piccola curiosità il formato 45 x 58 utilizzato nel 1863 è molto simile all'attuale A2 (42,0 cm x 59,4 cm) questo significa che il mezzo foglio era simile A3 e il quarto di foglio all' A4 :f_si:

Gli Italiani inviarono quel Formato di carta filigranata, perché all'epoca era il formato che producevano

Ciao: michele
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

Oggi vorrei parlarvi del ciclo di vita di un’emissione. Siccome siamo immersi in uno spazio-tempo ogni cosa ha un inizio un percorso ed una fine. Semplificando, nel caso dei francobolli c'è un decreto che li istituisce, un periodo tecnico di realizzazione, un periodo di servizio, un decreto che sancisce la fine del corso legale, qui finisce il servizio postale ma continua il valore storico, se siamo ancora qui a parlarne.

Ovviamente ho schematizzato molto, per non perderci nelle parole provo a spiegarlo meglio attraverso le immagini.

Prendiamo la serie Floreale

Ci sono due Decreti che sanciscono la messa in produzione e l'emissione
.
Decreto emissione floreale F4.jpg
.
RD 442 del 12 sett 1901 F4.jpg
.

E dei decreti che ne condizionano la vita e la fine del servizio postale.
.
Decreto fuori corso floreale e decreto 148 Leoni.jpg
.
Leggendo queste fonti (personalmente suggerisco a tutti di farlo per me sono state illuminanti) troviamo molte informazioni interessanti, ma dobbiamo concatenarle e schematizzare la loro complessità

Per semplificare prendiamo per esempio un valore, il 10 centesimi, ma il processo vale ovviamente per tutti i valori.

.
10c Floreale.jpg
.
Ciclo di vitafloreale v6.jpg
.
Ci sono una serie di eventi che si concatenano nel tempo per un certo periodo. Questo schematizzato è il ciclo di vita del 10c. Abbiamo messo tutte le articolate informazioni in uno schema facilmente intuibile.

A cosa ci serve tutto questo? Ci serve a poter inquadrare casi di studio come questi
.
10c - NumTav 4303.jpg
10c busta R.jpg
Inquadrandoli nello schema del ciclo di vita comprendiamo molto di loro, l'esemplare con numero di tavola appartiene una seconda tavola, mentre il frontespizio ha un annullo del 1912, quando non si produceva più il 10c floreale da 6 anni, sostituito da 10c leoni.

Con gli strumenti presentati nel messaggio precedente possiamo comprendere che l'esemplare con numero di tavola, ha viaggiato il 14 giugno 1905, su una tavola prodotta probabilmente ad inizio 1902
.
10c posizione NumTav 4303.jpg
.

Spero di non avervi annoiato troppo
Ciao: michele
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

Vi starete domandanto: - Ma tutti questi ragionamenti a cosa servono in pratica?


Servono a costruire delle tavole come queste e incrociarle con quelle cronologiche.
.
Floreale NumTav.jpg
.
Dove vediamo tutti i NumTav (tavole) della floreale noti in bibliografia .

Ovviamente vi dico che nella serie Leoni stiamo trovando Num Tav non noti sui cataloghi. e ne stiamo discutendo sul post dei Leoni
.
Num Tav non classificati.jpg
.
Voi mi direte: - Si ma in pratica? -
Oltre a focalizzare il numero per ogni valore delle tavole prodotte, possiamo facilmente capire quali sono quelle del periodo torinese e quelle romano.
-
NumTav - anni.jpg
clicca due volte per ingrandire e scorrere l'immagine
.

Tutte queste informazioni sono utili per la ricerca, ma ce ne è una pratica pratica: sapere quanto è stata la produzione di ogni singolo valore della serie:
per esempio 2c
.
Produttivita tavole.jpg
.
Il 2c sono 25 tavole tra 210 e 225 milioni di francobolli, mentre per il 40c, 45c, 50c e il 5L solo la prima tavola (evidenziata in rosso) quindi meno di 8 - 9 milioni di esemplari.
Ciao: michele
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Ultima modifica di mikonap il 6 ottobre 2023, 12:45, modificato 1 volta in totale.
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da somalafis »

Ho provato a cercare un po' di numeri di tavola della floreale ma non ho trovato alcun numero NUOVO...
Riccardo Bodo
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

somalafis ha scritto: 6 ottobre 2023, 12:42 Ho provato a cercare un po' di numeri di tavola della floreale ma non ho trovato alcun numero NUOVO...
ciao Riccardo
innanzitutto grazie per il tuo aiuto.

Per migliorare la tabella delle prime tavole - più la griglia delle prime tavole è stretta più precisa è l'attribuzione della data di un generico NumTav - mi sono imbattuto in colonie africane che hanno anche loro delle tavole autonome, ovvero non quelle solite sovrastampate su francobolli del Regno. Essendo tavole uniche sono quindi prime tavole.
.
colonie num tav v2.jpg
fonte iBolli

Dove vedi i numeri in nero sono riportati da iBolli, quelli in rosso sono stati rintracciati da me attraverso foto di aste.
.
cirenaica.jpg
.

Se vedi foto come quest'ultima me la potresti segnalare
Ciao: michele
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da somalafis »

mikonap ha scritto: 6 ottobre 2023, 17:38 Se vedi foto come quest'ultima me la potresti segnalare
Ciao: michele
13186 Oltre Giuba
13186 oltre g.jpg
Inolre vedo che nelle ristampe di francobolli di Somalia (quelli che diedero origine al fraintendimento sui quantitativi per cui vennero riciclati anche in Eritrea) vennero approntate nuove tavole
10058 somalia/Eritrea
10058 eritrea somalia.jpg
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Riccardo Bodo
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

somalafis ha scritto: 7 ottobre 2023, 10:59
13186 Oltre Giuba13186 oltre g.jpg
Inolre vedo che nelle ristampe di francobolli di Somalia (quelli che diedero origine al fraintendimento sui quantitativi per cui vennero riciclati anche in Eritrea) vennero approntate nuove tavole
10058 somalia/Eritrea
10058 eritrea somalia.jpg
La cosa interessante che hanno rifatto la tavola, la 4369 è del ottobre1903, vedi tabella, la 10058 e stimabile del 1921, hanno rifatto la tavola per il sovrastampato, forse hanno rintracciato il conio ma non la tavola :f_???:
.
4369 iBolli.jpg

.
4369 - 10058.jpg
Da iBolli

.
il sovrastampato Eritrea è coevo a questo di Rodi
.
10054.jpg
.
:-)) :f_love:
Grazie Riccardo ottimo lavoro Ciao:
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da somalafis »

mikonap ha scritto: 7 ottobre 2023, 11:34 .....
La cosa interessante che hanno rifatto la tavola, la 4369 è del ottobre1903, vedi tabella, la 10058 e stimabile del 1921, hanno rifatto la tavola per il sovrastampato, forse hanno rintracciato il conio ma non la tavola :f_???:
...
La tua ipotesi potrebbe essere quella giusta. In altri casi hanno utilizzato le tavole originarie
4373 eritrea somalia.jpg
4375 eitra somalia.jpg
4377 eritrea somalia.jpg
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

somalafis ha scritto: 7 ottobre 2023, 12:50
La tua ipotesi potrebbe essere quella giusta. In altri casi hanno utilizzato le tavole originarie4373 eritrea somalia.jpg
4375 eitra somalia.jpg4377 eritrea somalia.jpg
Grazie Riccardo ottimo materiale di studio :clap: :clap: :clap: :D
Il periodo iniziale della Somalia s’inquadra in questa successione di Numeri di Tavola
.
Somalia periodo.jpg
.
Sto preparando immagini per una discussione sui Michetti a presto
Ciao: michele
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

Piccolo inciso generale.
Quello su cui stiamo ragionando sono i tipografici del primo periodo del Regno d’Italia (1863-1929).

Ricordo che tutti i tipografici: francobolli, servizi, colonie, fiscali oltre a quelli di San Marino, fanno parte di un gruppo coerente. Questo perché sono stati stampati tutti con le stesse attrezzature, le stesse maestranza, le stesse tecniche produttive nell’Officina carte valori di Torino fino all’inizio degli anni ’20 del ‘900.

Abbiamo visto anche che hanno un unico numero di archiviazione, una sorta di protocollo generale, unico e cronologicamente progressivo: Numero di tavola (NumTav). Questo significa che quello che stiamo discutendo può interessare tutti coloro che di questo periodo collezionano francobolli del Regno e/o studiano i francobolli, le marche da bollo e le emissioni di San Marino.

A tutti questi il mio invito a partecipare alla ricerca con immagini ed esperienze del loro settore d’interesse.

Io che avevo cominciato, forse come tutti noi, con un interesse enciclopedico della filatelia, col tempo mi sono accorto che il mio interesse specifico, visto anche la durata limitata della vita umana rispetto alla mole d’informa e studi necessari, erano i tipografici italiani con effige reale. Ciò che mi attraeva era la coesistenza sulla stessa impronta per la realizzazione del conio, di un’azione meccanica industrializzata, punzonatura dell’effige reale, ed un’azione artigianale incisione a mano dei testi e dei decori.
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Reg Vittoria serie.jpg

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Con questa tecnica si realizzo la gran parte dei valori della prima serie de Regno d’Italia.

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serie DLR.jpg
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Serie - prove Collezione G Cirneco.jpg
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Questi ultimi esemplari appartengono alla meravigliosa collezione di prove di Pino ( cirneco giuseppe )

Una delle cose che io studio dell’impronta, sono le caratteristiche della stampa, se cliccate sull’immagine precedente ed ingrandite, noterete una particolare qualità della stampa sul 40c, a primo impatto sembrerebbe difettosa. In realtà quella è una delle caratteristiche di molti esemplari della tiratura di Londra.
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Londra - Torino str.jpg
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40c Londra-Torino v2R.jpg
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Siccome negli stabilimenti londinesi dove venivano prodotti, vi era un attento controllo da parte dei dirigenti del Ministero delle Poste Italiane, ed il fondino di sicurezza, trasparente, tendeva ad essere assorbito dalla carta divenendo invisibile. Per essere sicuri di non avere problemi con il controllo, i tecnici De la Rue, tendevano ad una maggiore inchiostrazione del fondino per renderlo maggiormente visibile. Ciò interferiva con la stampa dell’impronta, in particolare con l’inchiostro rosso del 40c, creando questo effetto particolare. Inoltre notate anche che il fondino di sicurezza è visibile anche sul 60c. :lente:
A Torino, sotto il controllo diretto della produzione, il fondino di sicurezza era inchiostrato al minimo della funzionalità, per cui veniva assorbito completamente dalla carta e quasi mai era visibile

Chiuso questo inciso storico nel prossimo messaggio toniamo al discorso sui NumTav con i Michetti. :f_rido: :f_si:

Ciao: michele
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da somalafis »

mikonap ha scritto: 8 ottobre 2023, 8:44 ...
Ricordo che tutti i tipografici: francobolli, servizi, colonie, fiscali oltre a quelli di San Marino, fanno parte di un gruppo coerente. Questo perché sono stati stampati tutti con le stesse attrezzature, le stesse maestranza, le stesse tecniche produttive nell’Officina carte valori di Torino fino all’inizio degli anni ’20 del ‘900. ...
...
E gia'... E persino gli interi postali in tipografia avevano un loro numero di tavola che purtroppo non conosceremo mai perche' tranciato in fase di confezionamento, salvo casi eccezionali come questa cartolina con il n. di tavola 5986 che possiamo datare senza difficolta' perche' reca il ''millesimo'' corrispondente all'anno 1909
5986.jpg
Come scrissi proprio qui sul forum sono altresi' note CP ''leoni'' da 10 centesimi con indirizzo a tutta facciata (non conosco il millesimo) con il n. di tavola 5387 e una CP ''leoni'' da 10 centesimi con indirizzo ''diviso'' (millesimo 1917) con il n. di tavola 8815
Fu anche usato sugli interi postali il nuovo sistema dei ''gruppi'' con data, secondo un annuncio pubblicato sul sito UFI
cp con gruppo.jpg
Devo dire che di francobolli sammarinesi con numero di tavola se ne trovano:
2087
2087.jpeg
2087 b.jpg
3367
3367 b.jpg
3755
3755.jpg
4656
4656.jpg
4657
4657.jpg
4664
4664.jpg
4666
4666.jpg
Invece non trova alcuna immagine di marca da bollo con numero di tavola....
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Re: I tipografici del 1° periodo del Regno d'Italia

Messaggio da mikonap »

Vi presento la tabella dei numeri di tavola secondo bibliografia e in parte verificati
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Michetti tab NumTav v8.jpg
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La fonte delle informazioni è iBolli anche se in un caso abbiamo inserito un riscontro del CEI.
Stimo parlando del 20c verde del giugno 1925.
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12231.jpg
12813 iBolli.jpg
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Ci aveva insospettito che questi due valori, come riportato da iBolli, avessero due Num Tav diversi per due emissioni, a 3 mesi di distanza, di pari valore, probabilmente era successo qualcosa ed vi era stato solo un cambio di colore. Il CEI confermava la nostra ipotesi stesso NumTav.
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CEI NumTav.jpg
Facendo un riscontro abbiamo verificato che il 20c verde è stato stampato con 2 Tavole
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12813.jpg
12231colori.jpg
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Abbiamo ricavato una tabella dei valori gemellari
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Michetti ragruppamenti F5.jpg
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Abbiamo segnalato in giallo alcune incongruenze ed in magenta un possibile errore di NumTav, riscontrate tutte sia sul CEI che su iBolli.
Ciao: michele
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