andy66 ha scritto: 21 gennaio 2024, 22:52
stef95 ha scritto: 21 gennaio 2024, 21:07
come ho detto, chiarissimo, però puoi spiegarmi in maniera semplice (se possibile) cosa si intende per "importazione di valuta pregiata"?
Nel senso, l'URSS vendeva questi francobolli a collezionisti francesi (ad esempio), ne ricavava tot milioni di franchi, ma poi li riconvertivano in rubli e avevano un guadagno...o lasciavano il ricavato in franchi che usavano in qualche altra maniera?
scusa ancora ma per me l'economia è arabo
Funzionava come qualsiasi esportazione di beni e servizi verso l'estero, poi ogni stato decide cosa fare con la valuta, puó tenere la valuta estera o convertirla in altre valute. Non capisco il problema.
Beh il meccanismo importazione ed esportazione l'ho capito, era il concetto di "guadagno" che volevo approfondire, specialmente nel caso dei paesi comunisti.
Nella mia ignoranza in campo economico, per me il "guadagno" è vendere qualcosa con un certo costo e ricavarne di più di quanto ho speso per produrlo, ma la confusione deriva dal fatto che abbiamo stati al posto di persone/aziende e per di più valute differenti.
Quindi se per esempio una società statale in Russia produceva in massa questi francobolli, e li vendeva (per esempio) a collezionisti americani, ne otteneva una certa quantità di moneta estera che sicuramente valeva di più del rublo, quindi se quanto ho letto riguardo all'importazione di valuta "forte" (scopo della vendita di CTO all'occidente) come il dollaro è vero, lo stato teneva l'incasso in dollari e il guadagno era la possibilità di avere una scorta di dollari da usare nel mercato internazionale (visto che i rubli non credo fossero accettati come il dollaro) per comprare beni o servizi che l'URSS non aveva.
Quindi immagino convertire quella valuta straniera in rubli non convenisse allo stato, ma fosse più utile tenere la valuta "forte" così com'era.
Spero di aver spiegato il mio dubbio iniziale e soprattutto di averlo risolto
grazie in ogni caso per la pazienza e le gentili delucidazioni