Migliorarsi, dunque, perché non c'è - non può esserci - vera passione, senza il desiderio di migliorarsi.
E il miglioramento -
ça va sans dire - si intende a tutto tondo, a 360°, perché, banalmente, in tutti i campi (e quindi anche in filatelia) i più autentici e duraturi miglioramenti provengono non già dal curare il singolo aspetto "stand-alone", ma dalle interazioni, dalle sinergie, tra tutti gli aspetti in gioco.
E quindi - fatalmente - migliorarsi significa raffinare costantemente anche le proprie scelte in fatto di qualità.
Siamo arrivati al punto più spinoso.
albi_patti ha scritto: 16 maggio 2025, 18:58
Ho compreso benissimo il tuo pensiero e il tuo modo di collezionare. Lo apprezzo e lo condivido. Quello che dovrebbe esserti chiaro è che, per mille motivi e mille ragioni, non tutti possono farlo.
Che vogliamo fare??? Li condanniamo a morte e li fuciliamo???
In questa affermazione ci vedo un sotto-testo piuttosto chiaro: si fa presto a dire "migliorarsi nella scelta della qualità", ma per farlo servono soldi, tanti soldi, e sempre più soldi, e dobbiamo forse condannare a morte o fucilare chi questi soldi non ce li ha?
La mia replica è sempre la stessa: evitate di raccontarvi favole e - per colmo d'impostura - di crederci pure.
Il denaro è irrilevante, nel proprio processo di miglioramento. Il denaro agisce solo come "fattore di scala", ma se invece voi lo caricate di significati che non possiede, costruendovi da soli delle costrizioni allucinatorie, io non so che farci, se non invitarvi a rimuovere dalla vostra testa un vincolo - questo sì - inesistente.
https://tesoridicarta.blogspot.com/2019 ... sti_5.html
albi_patti ha scritto: 16 maggio 2025, 18:58
Ti dirò di più. In questo forum sono stati messi in vendita lotti di fbolli anche di decima/ventesima scelta semplicemente per studio. Secondo me non c'è nulla di male e non vedo il motivo per cui ci si debba scandalizzare.
Secondo me, invece, chi chiede denaro in cambio di questi francobolli "
di decima/ventesima scelta semplicemente per studio " dovrebbe solo vergognarsi (o forse dovrebbe capire che "i bei tempi di una volta", quando si poteva vendere di tutto, a tutti, a qualunque prezzo, sono fortunatamente finiti) perché sta manifestamente deprendando il collezionista della sua risorsa materiale più importante (il denaro) e, indirettamente, gli sta derubando quella risorsa immateriale (la passione) su cui si regge tutto il castello.
I francoblli di "
di decima/ventesima scelta semplicemente per studio " non si vendono, ma si regalano, se si vuole davvero stimolare la passione (e, di rimando, costruire su quella passione un business di medio-lungo termine).
Ancora una testimonianza personale, per chiarire il punto di vista.
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"
Questo è un regalo per te, Giuseppe. Tu questo francobollo non l'avresti mai comprato, perché ha un piccolo assottigliamento, e così ho pensato di regalartelo, perché lo ritengo comunque un gran bel francobollo, che ti può far piacere avere".
Stefano T ha scritto: 17 maggio 2025, 9:38
Il grande Emilio Diena diceva prima i libri, poi i francobolli.
E il grande Emilio Diena si sbagliava. Prima di tutto e sopra a tutto - direi a un neofita - ci sono le controparti a cui ti rapporti: impara a essere spietato nel selezionarle, scegli solo chi è in grado di alimentare la tua passione, e stai lontano da chi te la vuole portare via, a colpi di tante piccole spese che una volta messe assieme scoprirari parecchio pesanti.
Rapportati solo ed esclusivamente a persone in grado di farti capire che non importa quanto sia soffocante il tuo vincolo di bilancio, perché sempre avrai sempre la possibilità di progredire, di migliorarti, perché classe, raffinatezza e buon gusto si possono raggiungere anche all'interno di una collezione fatta tutta e solo di francobolli assottigliati.
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