Collezione "Aquile e Gigli"
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Re: Collezione "Aquile e Gigli"
Se dovessi - se proprio fossi obbligato, costretto - a salvare una sola pagina, e abbandonare tutte le altre, beh, direi che terrei senz'altro questa, perché riassume meglio di tutte le altre lo spirito della collezione, il gioco di specchi tra bellezza e conoscenza.
In questa pagina c'è, se non tutto quello che ci deve essere, sicuramente molto delle cose più importanti: c'è l'uso postale del 25 centesimi nelle raccomandate (col timbro specifico), c'è la narrazione dei primi giorni d'uso e dei timbri sperimentali (con gli annulli rossi), ci sono indicazioni su com'era fatto il foglio di stampa (interspazi e ampiezza del foglio).
E' una pagina "razionale e ottimizzante" - poche cose, rispettose del vincolo di spazio, con cui lasciari intravedere il massimo possibile - come lo sono tutte le cose belle.
In questa pagina c'è, se non tutto quello che ci deve essere, sicuramente molto delle cose più importanti: c'è l'uso postale del 25 centesimi nelle raccomandate (col timbro specifico), c'è la narrazione dei primi giorni d'uso e dei timbri sperimentali (con gli annulli rossi), ci sono indicazioni su com'era fatto il foglio di stampa (interspazi e ampiezza del foglio).
E' una pagina "razionale e ottimizzante" - poche cose, rispettose del vincolo di spazio, con cui lasciari intravedere il massimo possibile - come lo sono tutte le cose belle.
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Re: Collezione "Aquile e Gigli"
Io non lo farei.
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A proposito dell'ultima pagina mostrata, quella coi 25 centesimi: nulla da eccepire sui francobolli, che sono di grande qualità e bellezza con una splendida varietà di annulli sulla medesima pagina.
Una bellezza che però non è esaltata (al contrario: direi che è nascosta) dalla scelta di stampare in background quell'enorme e colorata aquila araldica che nulla aggiunge alla pagina ed anzi è terribilmente distraente.
Andrea
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Re: Collezione "Aquile e Gigli"
"Il conclamato proposito di mostrare 'la bellezza in filatelia', seppur condivisibile, limita di molto lo sviluppo della stessa"
Questo - in sintesi - il giudizio della giuria. Che confonde lo stato attuale con lo stato potenziale.
E' vero: la collezione - al momento - è limitata, ed è limitata perché le maglie del filtro d'ingresso sono parecchio strette, e quindi gli oggetti entrano col contagocce.
Ma se - per ipotesi - tutto ciò che servisse alla collezione fosse disponibile "on-demand", allora si raggiungerebbe una completezza sostanziale anche rispetto a parametri squisitamente filatelici.
Perciò facciamo così: io - tra circa una settimana - fornisco la lista esatta dei pezzi mancati, corredati dai miei prezzi di acquisto (se del caso da maggiorare con commissioni a favore degli intermediari, e con contributo al forum, a mio carico, in caso di transazioni finalizzate grazie a questo annuncio) e voi mi aiutate a recuperarli tutti...

Questo - in sintesi - il giudizio della giuria. Che confonde lo stato attuale con lo stato potenziale.
E' vero: la collezione - al momento - è limitata, ed è limitata perché le maglie del filtro d'ingresso sono parecchio strette, e quindi gli oggetti entrano col contagocce.
Ma se - per ipotesi - tutto ciò che servisse alla collezione fosse disponibile "on-demand", allora si raggiungerebbe una completezza sostanziale anche rispetto a parametri squisitamente filatelici.
Perciò facciamo così: io - tra circa una settimana - fornisco la lista esatta dei pezzi mancati, corredati dai miei prezzi di acquisto (se del caso da maggiorare con commissioni a favore degli intermediari, e con contributo al forum, a mio carico, in caso di transazioni finalizzate grazie a questo annuncio) e voi mi aiutate a recuperarli tutti...

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Re: Collezione "Aquile e Gigli"
Hai ragione, e la cosa mi è stata peraltro fatta osservare anche da altri collezionisti. Così come - mi è stato detto - anche i bordi del riquadro sono troppo spessi. Insomma, va alleggerito tutto di parecchio, per evitare che le damigelle rubino la scena alla sposa.Andrea61 ha scritto: 19 maggio 2025, 20:02 A proposito dell'ultima pagina mostrata, quella coi 25 centesimi: nulla da eccepire sui francobolli, che sono di grande qualità e bellezza con una splendida varietà di annulli sulla medesima pagina.
Una bellezza che però non è esaltata (al contrario: direi che è nascosta) dalla scelta di stampare in background quell'enorme e colorata aquila araldica che nulla aggiunge alla pagina ed anzi è terribilmente distraente.
Point taken!
Re: Collezione "Aquile e Gigli"
Molti collezionisti amano mettere una cornice, più o meno adornata, alle pagine della loro collezione.Napoli1860 ha scritto: 23 maggio 2025, 8:56 Così come - mi è stato detto - anche i bordi del riquadro sono troppo spessi.
Sicuramente tutti ricordiamo le pagine delle collezioni Imperato, con la cornice sormontata da una I maiuscola in un cerchio ad imitazione napoleonica (il "professore" aveva certamente una grande autostima, chiamamola così, ma anche una certa autoironia).
E', quella della cornice, una scelta giustificata dal fatto che dà un'idea di "ordine".
Però ci sono un paio di problemi che bisogna tener presente.
Uno è appunto quello che una cornice troppo spessa, troppo arzigogolata o "adornata" o troppo colorata può risultare distraente ed in qualche modo rubare la scena, ad un primo impatto visivo, al materiale filatelico presente nella pagina.
Un secondo problema è che essa ruba spazio rendendo, di fatto, la pagina più piccola. Nell'ultima pagina mostrata questo non è un problema: i 5 francobolli esposti vi stanno comodamente e non c'è minimamente un effetto di affollamento. Il problema vero capita quando si presentano documenti completi che a volte sono di dimensioni tali da essere poco compatibili con la cornice (questo capita spessissimo nelle collezioni di storia postale moderna, dove i documenti sono generalmente di dimensioni maggiori). Una pagina con un documento di dimensioni tali da rasentare, se non addirittura sovrapporsi, alla cornice risulta un po' sgraziata e poco gradevole alla vista.
Il mio suggerimento è quello di eliminare la cornice del tutto. Se proprio si vuole mantenerla, adottare un disegno essenziale, direi minimalista, in colori assolutamente neutri (nero, grigio, blu scuro) e farla la più ampia possibile.
Andrea
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Re: Collezione "Aquile e Gigli"
Ma una giuria può tener presente solo lo stato attuale.Napoli1860 ha scritto: 23 maggio 2025, 8:48 "Il conclamato proposito di mostrare 'la bellezza in filatelia', seppur condivisibile, limita di molto lo sviluppo della stessa"
Questo - in sintesi - il giudizio della giuria. Che confonde lo stato attuale con lo stato potenziale.
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Re: Collezione "Aquile e Gigli"
Tutte considerazioni ampiamente condivisibili, che provvederò a recepire pressoché integralmente.Andrea61 ha scritto: 23 maggio 2025, 9:38 Molti collezionisti amano mettere una cornice, più o meno adornata, alle pagine della loro collezione.
Sicuramente tutti ricordiamo le pagine delle collezioni Imperato, con la cornice sormontata da una I maiuscola in un cerchio ad imitazione napoleonica (il "professore" aveva certamente una grande autostima, chiamamola così, ma anche una certa autoironia).
E', quella della cornice, una scelta giustificata dal fatto che dà un'idea di "ordine".
Però ci sono un paio di problemi che bisogna tener presente.
Uno è appunto quello che una cornice troppo spessa, troppo arzigogolata o "adornata" o troppo colorata può risultare distraente ed in qualche modo rubare la scena, ad un primo impatto visivo, al materiale filatelico presente nella pagina.
Un secondo problema è che essa ruba spazio rendendo, di fatto, la pagina più piccola. Nell'ultima pagina mostrata questo non è un problema: i 5 francobolli esposti vi stanno comodamente e non c'è minimamente un effetto di affollamento. Il problema vero capita quando si presentano documenti completi che a volte sono di dimensioni tali da essere poco compatibili con la cornice (questo capita spessissimo nelle collezioni di storia postale moderna, dove i documenti sono generalmente di dimensioni maggiori). Una pagina con un documento di dimensioni tali da rasentare, se non addirittura sovrapporsi, alla cornice risulta un po' sgraziata e poco gradevole alla vista.
Il mio suggerimento è quello di eliminare la cornice del tutto. Se proprio si vuole mantenerla, adottare un disegno essenziale, direi minimalista, in colori assolutamente neutri (nero, grigio, blu scuro) e farla la più ampia possibile.
D'altra parte - come dicevo a qualcuno in privato - questa esibizione, più che un esordio in senso proprio, l'avevo immaginato come un "passo zero", un "warm-up", necessario appunto a settare tutta una serie di specifiche su cui - in tutta onestà - non avevo granché idea, e rispetto alle quali, appunto, serviva di necessità un giudizio terzo qualificato.
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Re: Collezione "Aquile e Gigli"
Anche l'obiettivo - a ben vedere - è mal dichiarato.
Lo scopo della collezione non è "mostrare la bellezza in filatelia".
Lo scopo - e servirà vedere come comunicarlo sinteticamente - è far capire che, a meno di collezioni oggettivamente singolari (come la "Toscana" di Morani), di regola, di base, con pochi pezzi ben scelti e correttammente disposti, si può rendere ragione di tutti gli aspetti filatelicamente e postalmente rilevanti, tenendo l'asticella della qualità ai più alti livelli (smazzando via la scusa del denaro, perché una singola spesa di "100" per un unico pezzo bello è matematicamente coincidente con 100 acquisti, ognuno di costo "1", di pezzi di qualità corrente).
Quindi:
1) francobolli di Modena e Parma vengono alla luce nell'ambito della Lega Austro-Italica, perciò per prima cosa serve documentare queste tariffe;
2) vengono però usati anche per la corrispondenza interna, e quindi bisogna recuperare anche la corrispondenza della specie (sarebbe carino, in particolare, una lettera di Modena diretta a Parma, e una di Parma diretta a Modena);
3) andranno documentate anche eventuali altri convenzioni postali (es., col Regno di Sardegna);
4) occorrerà poi rendere conto della varietà di bollature;
5) e infine sarà richiesto mostrare le particolarità di stampa e di restituire il senso dell'intero foglio (spazi tipografici, varietà, interspazi, angoli di foglio, etc.)
E per smarcare ogni punto non servono centinaia e centinaia di pezzi. Ne bastano pochi, a volte pochissimi, e al limite soltanto uno. E perciò niente e nessuno può obbligare a perdere in qualità, in fase di selezione.
Accumulare enormi quantità di pezzi, di qualità tendenzialmente mediocre, con la giustificazione delle necessità di "studio", è una libera e rispettabilissima scelta, ma ha poco a che fare con l'idea più raffinata di "collezione", dove a farla da padrone è il principio (universale) "less is more", e va da sé che quel "less" andrà scelto con una cura all'apparenza maniacale, ma che all'atto pratico diventera quasi il minimo sindacale.
Lo scopo della collezione non è "mostrare la bellezza in filatelia".
Lo scopo - e servirà vedere come comunicarlo sinteticamente - è far capire che, a meno di collezioni oggettivamente singolari (come la "Toscana" di Morani), di regola, di base, con pochi pezzi ben scelti e correttammente disposti, si può rendere ragione di tutti gli aspetti filatelicamente e postalmente rilevanti, tenendo l'asticella della qualità ai più alti livelli (smazzando via la scusa del denaro, perché una singola spesa di "100" per un unico pezzo bello è matematicamente coincidente con 100 acquisti, ognuno di costo "1", di pezzi di qualità corrente).
Quindi:
1) francobolli di Modena e Parma vengono alla luce nell'ambito della Lega Austro-Italica, perciò per prima cosa serve documentare queste tariffe;
2) vengono però usati anche per la corrispondenza interna, e quindi bisogna recuperare anche la corrispondenza della specie (sarebbe carino, in particolare, una lettera di Modena diretta a Parma, e una di Parma diretta a Modena);
3) andranno documentate anche eventuali altri convenzioni postali (es., col Regno di Sardegna);
4) occorrerà poi rendere conto della varietà di bollature;
5) e infine sarà richiesto mostrare le particolarità di stampa e di restituire il senso dell'intero foglio (spazi tipografici, varietà, interspazi, angoli di foglio, etc.)
E per smarcare ogni punto non servono centinaia e centinaia di pezzi. Ne bastano pochi, a volte pochissimi, e al limite soltanto uno. E perciò niente e nessuno può obbligare a perdere in qualità, in fase di selezione.
Accumulare enormi quantità di pezzi, di qualità tendenzialmente mediocre, con la giustificazione delle necessità di "studio", è una libera e rispettabilissima scelta, ma ha poco a che fare con l'idea più raffinata di "collezione", dove a farla da padrone è il principio (universale) "less is more", e va da sé che quel "less" andrà scelto con una cura all'apparenza maniacale, ma che all'atto pratico diventera quasi il minimo sindacale.
- Antonello Cerruti
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- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: Collezione "Aquile e Gigli"
Buongiorno.
Ho una domanda: perchè riunire in un'unica collezione due stati diversi?
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Ho una domanda: perchè riunire in un'unica collezione due stati diversi?
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti