I tête-bêche

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Fabrizio S.
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Re: I tête-bêche

Messaggio da Fabrizio S. »

Esiste un libretto di 20 pagine che racconta le storie dei rari tête-bêche dell'emissione ovale della Finlandia 1856-1858, rarità di grande pregio, con un’altra splendida coppia del 5 KOP. già menzionata da Riccardo. BjaringerSundberg_Finland_SalesOffer.pdf La raccolta mondiale di coppie capovolte è qualche cosa di originale che può dare valore estetico e varietà alla collezione,
come questi tre blocchi nostrani, non sono famosi come quelli postati finora, ma sono gli unici della Repubblica.
Ciao: Fabrizio
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maupoz
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Re: I tête-bêche

Messaggio da maupoz »

Ciao: Ciao:

non penso che tutte le "stampe capovolte" si debbano considerare tête-bêche nell'accezione originaria del termine.


ho recuperato un articolo del 2007 che spiega la tecnica utilizzata in Francia per la stampa tipografica dei loro primi francobolli
è in francese, risparmio l'intera pubblicazione di una ventina di pagine, metto solo il passaggio che riguarda gli errori di assemblaggio.

anticipo due termini:
I galvanos sono i "nostri rami" , i gusci in rame.
I flani sono i nostri "piombi" , in Francia, si realizzavano inizialmente con un cartone speciale resistente al calore

...molto sommariamente ...

Errore di assemblaggio

I galvano monoblocco erano realizzati a partire da una serie di 150 flani (15 file di 10) tenuti insieme da una lega bassofondente.

Per ottenere una superficie perfettamente piana, i flani venivano posizionati a faccia in giù su una superficie di marmo.


L'operaio che eseguiva questo compito vedeva quindi solo il retro dei flani; per quanto attento al suo compito, un'inversione di uno dei flani non avrebbe attirato la sua attenzione.

Inoltre, avrebbe potuto persino essere tentato di capovolgere intenzionalmente un flano per correggere eventuali discrepanze nel parallelismo.

L'operazione successiva garantiva l'assemblaggio e solo dopo questa operazione era possibile capovolgere l'assemblaggio e scoprire l'errore.

Per rimettere il pezzo nella direzione corretta, sarebbe stato necessario rifondere la lega bassofondente e ricominciare l'assemblaggio.

Poiché però i francobollo erano comunque da ritagliare, non sembrava necessario rimettere il pezzo capovolto nella direzione corretta, soprattutto considerando la manodopera richiesta.

NB ...per ottenere una tavola da stampa si univano due gusci da 150 multipli, si aveva così una tavola da 300 multipli (le "nostre" tavole da stampa erano da 400 multipli)

Ciao: Ciao:


impressione di un flano
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Maurizio

"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
Fabrizio S.
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Re: I tête-bêche

Messaggio da Fabrizio S. »

non penso che tutte le "stampe capovolte" si debbano considerare tête-bêche nell'accezione originaria del termine. maupoz

Dicesi tête-bêche le stampe capovolte create per l’inserimento di un cliché rovesciato nelle tavole di stampa, dovuto a un errore dell’operaio, che come ci ha illustrato maupoz, avrebbe potuto intenzionalmente capovolgere un flano per correggere eventuali discrepanze nel parallelismo, tanto poi i francobolli erano comunque da ritagliare. E’ risaputo che sono pregiate tutte le stampe capovolte dal 1849 al 1870.

In una vecchia asta Catawiki ho notato un piccolo lotto di Svizzera 1909/1940, formato da diversi tête-bêche, venduto a 150 euro, nell'accezione originaria del termine queste non sono rarità nate casualmente perché i fogli stampati erano destinati ai libretti, di conseguenza per i veri collezionisti, che non considerano la filatelia moderna, questi non sono autentici tête-bêches. A molti non piacciono perché sono artefatti, ma cosa vuol dire, la bellezza non si misura sulla base delle simpatie primigenie, chi critica lo fa in base a ragioni ideologiche e non a ragioni tecniche.
Un grande collezionista disse, se di ragioni ideologiche camperemo, di ragioni ideologiche moriremo.
Personalmente sono in sintonia con Riccardo, anche a me sono sempre piaciuti quelli relativamente moderni, e chi se ne frega se non sono un vero collezionista, a me interessano le emozioni piuttosto che seguire passo passo le regole.
Ciao: Fabrizio

Il valore collezionistico del materiale postale è determinato dalla valenza storica e postale dell'oggetto e non solo dagli eventuali rarissimi perfettissimi francobolli. Storia postale italiana di Marino Bignami
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