Dermidoff ha scritto:L'acquisto all'ultima asta di Vaccari (e mia prima in assoluto) del 9 centesimi mi ha aperto la problematica del BDF(mio primo in assoluto), in quanto personalmente affascinato dai giornali affrancati in genere.
Ecco che questo acquisto fatto di "pancia",seppur non rinnegandolo, mi ha lasciato un dubbio sul plusvalore di n BDF (o ADF che dir si voglia). Io l'ho giudicato bellissimo in fase di preview....e qui scatta senza meno il meccanismo di bellezza e qualità in questo topic ampiamente dibattuto.
Ti racconto una mia esperienza di tanti anni fa (c'erano ancora le lire).
Acquistai "di pancia" un 20 cent nuovo, gomma integra, della I di Sardegna.
Aveva un bdf fenomenale a destra e era freschissimo.
Il prezzo lo trovavo stra-conveniente e il francobollo, a me, pareva bellissimo, proprio per la presenza di quel bdf.
Dopo qualche anno, non essendo riuscito a far decollare la Sardegna come volevo, decisi un po' a malincuore di disfarmene.
Ero assolutamente convinto di avere in mano qualcosa di veramente bello. Per me lo era, senz'altro.
Mi rivolsi a un commerciante di prim'ordine, chiamai, presi un appuntamento, e mi presentai da lui al giorno e all'ora stabilite.
Mi accolse la segretaria, mi fece accomodare e, dopo qualche minuto, arrivò lui, il commerciante.
Rapida presentazione (non ci conoscevamo) e poi ... i 45 secondi più densi di contenuti di tutta la mia vita filatelica.
"Prego, mi dica, cosa posso fare per lei?"
"Io avrei questo", e gli mostrai con malcelata compiacenza il 20 cent, "e vorrei venderlo"
Un smorfia si dipinse sul suo viso, e poi - l'ho ancora stampato in testa - iniziò a muovere freneticamente il dito indice accanto al margine sinistro.
"No, no, ... vede ... no, ....", sembrava sinceramente imbarazzato nel dovermi spiegare una cosa tanto ovvia.
Alla fine trovò più rapido prendere alcuni suoi cataloghi e mostrarmi i suoi 20 cent.
"Vede", mi disse, "è questo il genere di materiale che io tratto".
Non solo non era direttamente interessato all'acquisto, ma non volle neppure inserirlo in catalogo.
"Io tratto materiale di altro genere", ribadì, nel caso in cui il concetto non mi fosse chiaro.
Tornai a casa col mio francobollo e un pensiero fisso: "... ma i suoi 20 cent non avevano nemmeno un bdf, e il mio si ...".
Solo allora notai che il margine sinistro era "giusto", "preciso", "a filo", "rasente", "sufficiente", "perfetto", tutte parole diverse che significano la stessa cosa.
Non che prima non lo avessi visto, quel margine "giusto", ma ora era come se si fosse sollevato un velo sui miei occhi,
che me lo faceva riguardare con ben altro spirito critico
I 20 cent del commerciante - mi aveva lasciato il catalago, "nel caso in cui le interessasse qualcosa" - erano invece senza bdf, ma con 4 margini ...
chiaramente bianchi, perfettamente squadrati e magistralmente bilanciati.
"E nun ce vonno sta' ", dicono a Roma.
D'accordo, il margine era "giusto", "a filo", ma la cornice non era intaccata.
D'accordo, il bianco forse non si vedeva, ma gli altri tre margini?
E il bordo di foglio?
Affidai il mio 20 cent a una casa d'asta, di gran lunga più modesta, ma con una clientela ben radicata.
Invenduto e nessuno lo richiese nel post-asta.
Lo tenni nel cassetto per un altro po' di tempo e iniziai un'attenta riflessione.
Tempo dopo lo inviai a Ghiglione.
Aggiudicato alla base e, alla fine della fiera, rientrai esattamente dell'importo nominale speso anni prima per acquistarlo.
A comprarlo sapete chi fu?
Non un collezionista, ma ... Ghiglione stesso!
Come lo so?
Lo immagino, perchè fu riproposto nel catalogo immediatamente successivo a quello in cui io lo avevo venduto.
Insomma, nessun collezionista, ma proprio nessuno, lo aveva ritenuto degno.
Per disfarmene c'era voluto un commerciante che non badasse troppo per il sottile,
con un bacino di clientela sufficientemente vasto da esser ragionevolmente certo di riuscirlo a piazzare, prima o poi.
Ma a me - all'epoca - sembrava davvero bellissimo.
A volte mi chiedo chi lo possegga ora ...
* * *
Era Enzo Diena - credo - che invitava a non rammaricarsi mai di un acquisto sbagliato, perchè, diceva, "la lezione che ne avete tratto vale molto di più".
Io ho tratto tante lezioni da quell'esperienza e una mi sento di condividerla.
"Ogni scarrafone è bello a mamma soja" è uno slogan che commuove fino alle lacrime, ma in filatelia, senza una
lucida passione, non si va tanto lontano.
Giuseppe