"Della filatelia prediligo lo studio, le piccole scoperte, le deduzioni logiche"

Stefano T ha scritto:Ma tutto questo dipende solo da noi e dalla nostra personale sensibilità a certi elementi, e dal fatto che traiamo piacere da una cosa piuttosto che dall'altra.
Questa affermazione prova in modo definitivo come la filatelia abbia parametri valutativi suoi propri, e che ogni accostamento con Veneri di Milo et similia, rischia di falsare le cose, anzichè chiarirle.cirneco giuseppe ha scritto:quindi ci sono rarità che costano moltissimo e rarità che costano pochissimo.
E dove tracceremo il confine, esattamente, tra studio, scoperta, deduzioni e creature dei commercianti?fildoc ha scritto: Della filatelia prediligo lo studio, le piccole scoperte, le deduzioni logiche,
l'estetica secondo me è una creatura dei commercianti storici (i Mondolfo, gli Zanaria, per capirci...)
Io sono pesantemente condizionato dal mio stato d'animo.fildoc ha scritto: Gli esteti convinti, secondo me, sono un po' condizionati dai media della filatelia......
Se fai assaggiare un Tavernello ed un Sassicaia ad un arborigeno australiano, anche lui ti dirà che non avverte differenza alcuna.La mia prima domanda è stata: ma io, così, a occhio nudo, riuscirei a distinguere un rosa lilla da un rosa lilla scuro con la stessa facilità e immediatezza con cui distinguo il rosso dal giallo e il blu dal verde? Probabilmente no. Dopo vario confrontare e pargonare, magari con grande sforzo, concluderei come il sommelier Albanese: "... è rosa". Niente paura, però. C'è una cosa chiamata "analisi spettrale" - che a me ricorda lo sviluppo in serie di Fourier, nel corso di Analisi II, all'università - con cui possiamo nettamente distinguere il rosa lilla dal rosa lilla scuro. Oh, cielo! Ma i francobolli, normalmente, come li guardate? A occhio nudo o attraverso uno spettroscopio? E tutto questo perchè? Perchè 150 anni fa qualcuno ha detto a qualcun altro: "ma questo è il colore della scorsa volta? mi sembra un po' più scuro ...", e quello: "ma va la, dai, più scuro, più chiaro, a chi vuoi che importi? il rosa ... è rosa!".
Già il fatto che per argomentare hai inserito le parole: prezzo relativo, differenza di prezzo di 10 e 30 volte, commercio e commerciante, a mio avviso sei molto ma molto lontano dal sentire di molti che collezionano la IV di Sardegna che non è assolutamente solo differenza di tinta e prezzo.giuspan ha scritto:E dove tracceremo il confine, esattamente, tra studio, scoperta, deduzioni e creature dei commercianti?fildoc ha scritto: Della filatelia prediligo lo studio, le piccole scoperte, le deduzioni logiche,
l'estetica secondo me è una creatura dei commercianti storici (i Mondolfo, gli Zanaria, per capirci...)
Ieri ho preso il mio vecchissimo Sassone del 1994 e mi sono voluto soffermare su quei capitoli che, in genere, salto a pie' pari. La IV di Sardegna, a esempio. Mica per altro, solo per capire su che livelli di prezzo relativo si viaggia.
Vorrete perdonarmi se riporto male - magari stasera ricontrollo e preciso meglio - ma a un tratto mi imbatto in tre tinte di colore che recitavano più o meno così: rosa lilla, rosa scuro, rosa lilla scuro. Sembrava un gioco di parole, se non fosse che tra la prima e la seconda c'era una differenza di prezzo di 10 volte e tra la seconda e la terza di 3 volte (il che significa di 30 volte tra la prima e la terza).
La mia prima domanda è stata: ma io, così, a occhio nudo, riuscirei a distinguere un rosa lilla da un rosa lilla scuro con la stessa facilità e immediatezza con cui distinguo il rosso dal giallo e il blu dal verde? Probabilmente no. Dopo vario confrontare e pargonare, magari con grande sforzo, concluderei come il sommelier Albanese: "... è rosa". Niente paura, però. C'è una cosa chiamata "analisi spettrale" - che a me ricorda lo sviluppo in serie di Fourier, nel corso di Analisi II, all'università - con cui possiamo nettamente distinguere il rosa lilla dal rosa lilla scuro. Oh, cielo! Ma i francobolli, normalmente, come li guardate? A occhio nudo o attraverso uno spettroscopio? E tutto questo perchè? Perchè 150 anni fa qualcuno ha detto a qualcun altro: "ma questo è il colore della scorsa volta? mi sembra un po' più scuro ...", e quello: "ma va la, dai, più scuro, più chiaro, a chi vuoi che importi? il rosa ... è rosa!".
Dove sta, in tutto ciò, lo studio, la scoperta, la deduzione logica?
E o non è, la IV di Sardegna, una creazione commerciale?
E cosa non è una creazione commerciale?
Solo e soltanto ciò dietro cui non c'è un commercio.
Cioè solo e soltanto ciò di cui ci occupiamo noi e nessun altro, ma proprio nessuno, perchè basta essere in due affinchè sorga una domanda e un'offerta, quindi un mercato, quindi un commercio, più o meno inteso, ma sempre commercio è.
E penso che tutti, in filatelia come altrove, sentiamo il bisogno di essere .... almeno in due.
Io sono pesantemente condizionato dal mio stato d'animo.fildoc ha scritto: Gli esteti convinti, secondo me, sono un po' condizionati dai media della filatelia......
Io so perfettamente, di fronte a un francobollo, quali sensazioni provo o non provo.
Che poi il mio stato d'animo sia stato a sua volta condizionato dai media della filatelia non posso escluderlo.
Ma, ancora, tutti siamo condizionati da qualcosa.
Nessuno è veramente libero, semplicemente ciascuno si sceglie il suo padrone.
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Giuseppe
sono molto accordo con la tua visione delle cose, ogni francobollo ha una storia dietro e certe sono molto importanti .valerio66vt ha scritto:Già il fatto che per argomentare hai inserito le parole: prezzo relativo, differenza di prezzo di 10 e 30 volte, commercio e commerciante, a mio avviso sei molto ma molto lontano dal sentire di molti che collezionano la IV di Sardegna che non è assolutamente solo differenza di tinta e prezzo.giuspan ha scritto:E dove tracceremo il confine, esattamente, tra studio, scoperta, deduzioni e creature dei commercianti?fildoc ha scritto: Della filatelia prediligo lo studio, le piccole scoperte, le deduzioni logiche,
l'estetica secondo me è una creatura dei commercianti storici (i Mondolfo, gli Zanaria, per capirci...)
Ieri ho preso il mio vecchissimo Sassone del 1994 e mi sono voluto soffermare su quei capitoli che, in genere, salto a pie' pari. La IV di Sardegna, a esempio. Mica per altro, solo per capire su che livelli di prezzo relativo si viaggia.
Vorrete perdonarmi se riporto male - magari stasera ricontrollo e preciso meglio - ma a un tratto mi imbatto in tre tinte di colore che recitavano più o meno così: rosa lilla, rosa scuro, rosa lilla scuro. Sembrava un gioco di parole, se non fosse che tra la prima e la seconda c'era una differenza di prezzo di 10 volte e tra la seconda e la terza di 3 volte (il che significa di 30 volte tra la prima e la terza).
La mia prima domanda è stata: ma io, così, a occhio nudo, riuscirei a distinguere un rosa lilla da un rosa lilla scuro con la stessa facilità e immediatezza con cui distinguo il rosso dal giallo e il blu dal verde? Probabilmente no. Dopo vario confrontare e pargonare, magari con grande sforzo, concluderei come il sommelier Albanese: "... è rosa". Niente paura, però. C'è una cosa chiamata "analisi spettrale" - che a me ricorda lo sviluppo in serie di Fourier, nel corso di Analisi II, all'università - con cui possiamo nettamente distinguere il rosa lilla dal rosa lilla scuro. Oh, cielo! Ma i francobolli, normalmente, come li guardate? A occhio nudo o attraverso uno spettroscopio? E tutto questo perchè? Perchè 150 anni fa qualcuno ha detto a qualcun altro: "ma questo è il colore della scorsa volta? mi sembra un po' più scuro ...", e quello: "ma va la, dai, più scuro, più chiaro, a chi vuoi che importi? il rosa ... è rosa!".
Dove sta, in tutto ciò, lo studio, la scoperta, la deduzione logica?
E o non è, la IV di Sardegna, una creazione commerciale?
E cosa non è una creazione commerciale?
Solo e soltanto ciò dietro cui non c'è un commercio.
Cioè solo e soltanto ciò di cui ci occupiamo noi e nessun altro, ma proprio nessuno, perchè basta essere in due affinchè sorga una domanda e un'offerta, quindi un mercato, quindi un commercio, più o meno inteso, ma sempre commercio è.
E penso che tutti, in filatelia come altrove, sentiamo il bisogno di essere .... almeno in due.
Io sono pesantemente condizionato dal mio stato d'animo.fildoc ha scritto: Gli esteti convinti, secondo me, sono un po' condizionati dai media della filatelia......
Io so perfettamente, di fronte a un francobollo, quali sensazioni provo o non provo.
Che poi il mio stato d'animo sia stato a sua volta condizionato dai media della filatelia non posso escluderlo.
Ma, ancora, tutti siamo condizionati da qualcosa.
Nessuno è veramente libero, semplicemente ciascuno si sceglie il suo padrone.
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Giuseppe
Se avessi voluto avresti potutto non saltare a piè pari il capitolo della stessa ed anzi approfondire scoprendo così che certe tinte furono distribuite solo in alcune zone e non in altre permettendoti così di sapere da una sola occhiata se un francobollo fu usato o meno a Canicattì o a Bergamo. ma questo è solo uno dei tanti della IV di Sardegna o delle tinte del LV ecc ecc ecc ecc.
Nessuno vuol convincere alcun altro che qualità e meglio di rarità o viceversa, ma per favore non semplifichiamo banalizzando per aver per forza ragione!
Valerio
Ma che crudeltà!Fosse per me , un francobollo coi margini enormi o peggio coi connotati del poveretto evirato a fianco, lo toserei per giustizia e perché oltretutto brutto anche a guardarsibasterebbe e avanzerebbe una decente qualità per far spazio a più rarità nel proprio album.