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Fabio76 ha scritto:Grazie Michele! La tua tabella riassuntiva è ottima! Il mio occhio è riuscito a convincere il mio cervello che il primo da Sx dei mei FB dovrebbe essere un Londra L26, gli altri di Torino, mentre quello segnato dalla freccia ancora nutro qualche dubbio, provo a postare con colori invertiti.
D'accordocipolla ha scritto: 26 luglio 2017, 11:22 Mai staccare francobolli da frammenti o lettere, sopratutto quando è ben chiara la data di spedizione.
Di questa differenza delle cornici rotte in alto a dx (non sx) non ne ero al corrente. Però, questa coppia tu come la classificheresti? Perchè dalla tonalità di colore io li ho classificati come Londra...però hanno la cornice rottaGiampaolo ha scritto: 26 luglio 2017, 12:07 Mi accodo alle raccomandazioni di chi mi ha preceduto, anche perchè, come certo saprai, dal 1° agosto del 1877 a questo francobollo venne cambiato il colore in arancio e apportate delle modifiche al conio, la più evidente è la mancanza di ombreggiatura della mascella che restituisce un Re più "cicciottello"...![]()
Quindi hai un esempio, anche se non sicuramente raro, di un esemplare prossimo al cambiamento...
Per quanto riguarda la tiratura direi con ottima probabilità che è di Torino, per tre motivi: siamo ormai nel 1877 e i 21.600.000 esemplari della tiratura di Londra, commissionati 10 anni prima, penso siano stati già fumatida tempo; il colore azzurro scuro, tipico della tiratura di Torino; le rotture nelle cornici in alto a sx che non sono presenti nella tiratura di Londra.
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20c.jpg
Ciao Giampaolo,Giampaolo ha scritto: 28 luglio 2017, 13:11
Ricordati che sono un self-made-man in fatto di filatelia e tutto quanto sopra esposto è ciò che so io sul tema. Per questo non pretendo di mettere una parola definitiva sull'argomento; anzi, sono pronto a rimangiarmi tutto in presenza di eventuali "reprimende"di veri esperti del settore, visto che pare non sia così scontato avere certezze su questo tema.
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Giampaolo ha scritto: 28 luglio 2017, 13:11
C'è un'altra possibilità però: nel 1867, quando si ricorse per l'ultima volta all'aiuto della De La Rue per la provvista di 21.600.000 francobolli del nuovo 20 centesimi, è assai probabile che le tavole da stampa siano partite da Torino perchè era troppo rischioso inviare il punzone originale. Quindi potremmo avere esemplari eseguiti a Londra con tavole di Torino dal colore azzurro chiaro poichè gli inglesi pare riuscissero a miscelare meglio questo colore, anche se visti i notevoli problemi avuti col 15 cent (ma forse dovuti in gran parte alla tecnica del fondino di sicurezza che alla DLR non conoscevano) non ci metterei la mano sul fuoco.
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Ciao Maurizio,maupoz ha scritto: 29 luglio 2017, 15:14
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ciao Giampaolo
una cosa che ho imparato nel tempo è quella di riportarmi alle fonti delle notizie
sul "vecchio forum" ... a memoria attorno al 2010!....si è dibattuto molto su questo argomento del 20 c. azzurro
riporto l'intervento a suo tempo fatto da Michele Caso (Marcadabollo)
Tornando al problema delle fonti: in assenza di riferimenti che corroborino le affermazioni di Filanci e Bianco, mi permetto di far notare che nell’Archivio De La Rue per tutto il 1866, meglio a partire dal 13 settembre 1865, data di spedizione dei materiali per la costituenda Officina Carte Valori, non c’è nessun riferimento a forniture di francobolli o di tavole per gli stessi.
Ci sono polizze di carico e distinte di spedizione per macchinario vario, forme per le filigrane, inchiostri, tantissima carta filigranata (le cartiere Avondo avevano molti problemi a produrne a sufficienza) ma assolutamente niente a proposito di francobolli.
Ricompaiono solo in una lettera spedita da Torino il 3 gennaio 1867 a firma di Giacinto Berruti, in cui avvisa che sta spedendo il punzone del 20 centesimi e chiede l’approntamento di 1000 risme di francobolli (ovvero 200 milioni di pezzi) entro 3 mesi. Il punzone viene portato a Londra da Ettore Calzone, uno dei tre capireparto OCV addestrati da De La Rue, che sarebbe rimasto a Londra per sorvegliare la produzione. Il 15 gennaio Berruti scrive di nuovo a De La Rue per chiedere se Calzone e il punzone sono arrivati e il 25 gennaio telegrafa confermando di aver spedito il punzone per il fondo di sicurezza: evidentemente a Londra non era rimasto assolutamente nulla di quanto usato fino a 18 mesi prima per produrre francobolli e marche da bollo per l’Italia.
e poi un successivo
Nel frattempo mi sono riletto lo Easton: a proposito di Bigola dice che il 28 agosto 1865 De La Rue fatturò il punzone Bigola e due tavole del 20 centesimi; poco dopo dice l'effigie di Bigola fu usata per dei valori fiscali, infine dice che il contratto di stampa fu firmato a marzo 1867 e che era per 20 milioni di pezzi.
Se il contratto era stato fatto secondo la richiesta di Berruti, cioè per 1000 risme, i pezzi sono 400(francobolli per foglio)x500(fogli per risma)x1000, ovvero 200 milioni di pezzi, ma questo è poco rilevante..
Indica poi che la prima consegna fu fatturata il 2 maggio e spedita il 4 maggio; l'ultima il 20 agosto.
A questo punto, nonostante il mio scetticismo sulla qualità della ricerca dello Easton, sembrerebbe che:- due tavole del 20 centesimi erano già pronte ad agosto 1865 (Franco Filanci ha quindi ragione ed io devo rimangiarmi l’ assai improbabile con cui avevo definito la possibilità di stampare con tavole preparate nel 1865)- poichè tutto il materiale italiano fu inviato a Torino nel settembre 1865, l’OCV era in grado di stampare il 20 centesimi in qualunque momento- la richiesta di stamparne a Londra derivava quindi dal sovraccarico di lavoro dell’OCV.- poichè la fornitura inziale De La Rue arrivò a maggio, i primi francobolli messi in circolazione erano torinesi (e quindi sicuramente tali quelli sui decreti, a differenza di quanto dice il CEI).
Rimane il mistero del difetto delle linee di riquadro interrotte
D'altra parte, per conto mio,un indizio del fatto che le 5 tavole della provvista straordinaria del 20 c. degli inizi del 1867 siano state preparate a Londra lo desumo dal fatto che "salta" la numerazione delle tavole da stampa:
https://www.lafilatelia.it/forum/viewto ... 60#p621260
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Nemmeno io ho certezze...faccio solo ipotesi. Pensavo che tu avessi individuato delle differenze costanti nella stampa dei due tipi, ma mi par di capire che queste furono più dovute all'usura delle tavole di stampa, e quindi molto variabili nel lungo periodo di tempo in cui vennero stampati questi fb.Giampaolo ha scritto: 29 luglio 2017, 17:11 Ciao Andy,
Evidentemente tu sai qualcosa che io non so...![]()
Come detto certezze assolute non ve ne possono essere. Se proprio vuoi una risposta al quiz e se ci atteniamo al solo indizio della tonalità di colore, che mi sembra riduttivo, l'esemplare a sx potrebbe essere di Torino e quello di dx potrebbe essere di Londra.
Per quanto riguarda la riconoscibilità delle due tirature in base alla stampa direi che non è possibile (a meno che non si abbia un esemplare col bordo di foglio) se non deducendola dai difetti sopra descritti, riconducibili all'usura delle tavole, che è avvenuta molto più verosimilmente a Torino che a Londra.
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