Racconto filatelico di pura fantasia - La volpe bianca
- Antonello Cerruti
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Racconto filatelico di pura fantasia - La volpe bianca
LA VOLPE BIANCA
“Troppo simpatico”; tutti definivano così quell’omino ricco di un’eleganza e di una cortesia antica.
Un fisico asciutto e minuto appoggiato, più per vezzo che per necessità, ad un elegante bastone da passeggio con il pomello d’argento ed il puntale di metallo lucido, terminava in alto – in ogni stagione – con un copricapo che gli serviva solo, togliendoselo, per ossequiare le persone che incontrava.
Un fresco fazzolettino candido si affacciava al taschino della sua giacca, in maniera riguardosa, quasi ad accentuare il pallore del suo viso sbarbato di fresco ed a richiamare il bianco di quella vecchia capigliatura, singolarmente abbondante per la sua età.
Da sempre, frequentava con passione le aste filateliche di tutta Italia.
Nessuno aveva mai visto la sua collezione che pure doveva essere assai apprezzabile, se rappresentava la naturale appendice di tanta classe e buon gusto.
Non spendeva mai cifre enormi ma sapeva scegliere con abilità e competenza i suoi obiettivi.
Osservava con cura e più volte i francobolli, poi, con una sua matita sempre affilata come un bisturi, scriveva senza ripensamenti delle brevi note sul catalogo.
Ma la sua asta cominciava ben prima che il banditore cominciasse la licitazione.
Nell’”avanti-asta” si manifestava la sua abilità: era quello il momento esaltante della sua caccia.
Era in quelle ore che la Volpe, adocchiate le sue prede, le circuiva con la persuasione di un ipnotizzatore.
Conosceva bene i francobolli ed il mondo delle aste ed intuiva in anticipo quali sarebbero stati i suoi avversari su quei lotti.
La sua mossa successiva era cercare di capire quali altri lotti erano nel mirino di un eventuale antagonista. Poi, scattava la trappola, con delle mosse da tutti conosciute e temute ma di fronte alle quali nessuno aveva la forza di resistere.
Come era possibile, infatti, rifiutare l’invito a prendere un caffé ed fare due chiacchiere con la Volpe?
Seduto al tavolino del bar, con una naturalezza ed una levità che faceva apparire non solo lecite ma addirittura dolci le sue parole, esponeva al suo interlocutore un elenco comprendente sei o sette lotti che desiderava.
Sapeva benissimo che erano tutti lotti sui quali anche il suo avversario puntava l’attenzione.
Però, quando quello manifestava la sua contrarietà a desistere e lasciargli la strada libera, la Volpe – con il più disarmante dei sorrisi – si arrendeva senza combattere e, promettendo la sua cordialissima non belligeranza, “riduceva” il suo interesse ad un unico lotto - quello che veramente desiderava - garantendo, sui tutti gli altri lotti, la sua resa all’avversario.
Come dire di no a quel sorriso ed a quella proposta? In fondo sei lotti senza combattere erano meglio che sette battuti allo stremo.
Con questa tattica, perfezionata negli anni, aveva allacciato rapporti di elegante cordialità con tanti collezionisti che, oramai disarmati, si erano consapevolmente rassegnati ad accettare da lui caffé e soprusi.
Nel suo mondo, quelle erano cortesie che quasi gli erano dovute e non si era mai posto il problema della liceità del suo comportamento; anche perché la Volpe – nella sua mente - non faceva tutto questo per pagare meno i lotti che si aggiudicava senza avversari, ma piuttosto per eliminare a priori una competizione che giudicava di per sé inelegante e poco signorile.
Arrivò il giorno di quell’asta in cui era offerto quell’80 centesimi nuovo del Governo Provvisorio di Parma che tanto gli interessava.
Non era un francobollo rarissimo o costosissimo; ma era davvero bello e perfettamente conservato.
Erano tanti anni che non ne vedeva in giro uno simile e la sua attenzione si era fissata su di esso.
La Volpe notò subito quell’agente milanese che, in tante aste importanti, rappresentava le offerte di un nutrito gruppo di collezionisti.
Sapeva bene che, contro di lui, c’era poco da fare.
Faceva solo l’agente per conto di altri e quindi non poteva decidere a suo piacimento quali offerte mantenere e quali lasciar cadere.
Questo lo rendeva inattaccabile, odiosamente imbattibile.
Con lui doveva escogitare un sistema nuovo: questa volta la Volpe doveva superare se stessa.
Conosceva il modus operandi di quell’agente: controllava i francobolli, segnava sul catalogo - vicino al numero dei singoli lotti - la sigla del collezionista che lo aveva incaricato e riportava sul cartellino lo stesso simbolo.
Poi, durante l’asta, alzava il cartellino numerato del collezionista che gli aveva conferito l’incarico e….il gioco era fatto, senza possibilità di errori.
Ad ogni collezionista corrispondeva il suo cartellino e ad ogni cartellino corrispondevano le buste in cui il personale dell’asta riponeva i lotti via via che l’asta procedeva.
Il meccanismo, lo stesso per tutte le aste, era sempre lo stesso, collaudato da anni.
La Volpe ritirò il proprio cartellino numerato e prese posto in sala vicino all’agente che gli rivolse un professionale ma freddo cenno di saluto.
Non ebbe alcuna difficoltà a sedersi lì.
In fondo, il posto era poco ambito, su uno dei tavoli riservati agli acquirenti, perché l’agente occupava tanto spazio a causa del bel numero di cartellini sparsi davanti a sé e poi perché veniva spesso chiamato ad telefono e questo disturbava non poco i vicini.
Durante l’asta ci sono dei settori, e quindi dei momenti, in cui anche il migliore degli agenti ha un po’ di pausa, non avendo lotti da battere.
In uno di quei rari momenti, la Volpe diede un’occhiata al catalogo dell’agente, trovò il lotto dell’80 centesimi e vide la sigla del cliente, del suo potenziale avversario.
In un attimo, la Volpe mise in pratica il suo piano.
Sostituì con il proprio, sul tavolo, il cartellino numero 160 del cliente al verso del quale, nel frattempo – sulla facciata bianca, quella visibile – aveva copiato la medesima sigla manoscritta dall’agente.
Poi, con la stessa velocità, rimise ogni cosa la suo posto e, tranquillo come sempre, riprese a seguire il banditore che continuava con precisione il suo lavoro. L’agente si rimise presto a sedere e, dopo una mezz’ora, venne chiamato il lotto che interessava ad entrambi.
“Lotto 1326…. 2000 euro. Ho visto l’offerta del numero 170. Nessun altro è interessato?…Uno, due e….tre; aggiudicato al numero 170”. Scandì, monotono ma preciso il banditore, battendo leggermente il martelletto sul tavolo.
“Mi scusi - chiese con gentilezza la Volpe - a quanto è stato aggiudicato?”
“A 2000 euro, al numero 170”, ribadì frettoloso ma cortese il banditore.
Dopo un po’, l‘agente, soddisfatto, si concesse un’altra breve pausa, consentendo così alla Volpe quei pochi istanti necessari a cambiare nuovamente il cartellino che, ripreso il “suo” 170, rimise al proprio posto il 160 dell’avversario.
Poi, si alzò e con tutta la sua proverbiale calma raggiunse la segreteria.
“Buonasera gentile signora, come sta? Se posso permettermi lei è più graziosa ad ogni asta che passa!”
Avete mai notato che i complimenti sono una delle poche cose che valgono più di quello che costano?
“ Questa volta ho il numero 170 e mi sono aggiudicato un solo lotto. Posso ritirarlo?”
La signora annuì con un sorriso radioso e, con compiaciuta sollecitudine, spostò i suoi 100 chili e, controllato al computer il tabulato dell’asta, consegnò il famoso lotto al suo galante cliente.
La Volpe la ringraziò, pagò con eleganza, depositando sul tavolo le banconote come fossero rose e, datole appuntamento all’asta seguente, la salutò con deferenza e, facendo attenzione a non voltarle le spalle, se ne andò.
Incredulo, l’agente riascoltò più volte la registrazione sonora dell’asta.
Udì l’aggiudicazione e la conferma del numero dell’acquirente: era sicuramente il 170.
C’era poco da fare; lui ricordava di aver alzato il cartellino del suo cliente e di essersi aggiudicato l’80 centesimi ma, per la casa d’asta, la registrazione faceva testo e quel lotto restò aggiudicato al signor 170.
La verità di cosa fosse veramente accaduto quel giorno, rimase per sempre celata in fondo alla collezione dei francobolli di un’elegante Volpe bianca.
Antonello Cerruti
“Troppo simpatico”; tutti definivano così quell’omino ricco di un’eleganza e di una cortesia antica.
Un fisico asciutto e minuto appoggiato, più per vezzo che per necessità, ad un elegante bastone da passeggio con il pomello d’argento ed il puntale di metallo lucido, terminava in alto – in ogni stagione – con un copricapo che gli serviva solo, togliendoselo, per ossequiare le persone che incontrava.
Un fresco fazzolettino candido si affacciava al taschino della sua giacca, in maniera riguardosa, quasi ad accentuare il pallore del suo viso sbarbato di fresco ed a richiamare il bianco di quella vecchia capigliatura, singolarmente abbondante per la sua età.
Da sempre, frequentava con passione le aste filateliche di tutta Italia.
Nessuno aveva mai visto la sua collezione che pure doveva essere assai apprezzabile, se rappresentava la naturale appendice di tanta classe e buon gusto.
Non spendeva mai cifre enormi ma sapeva scegliere con abilità e competenza i suoi obiettivi.
Osservava con cura e più volte i francobolli, poi, con una sua matita sempre affilata come un bisturi, scriveva senza ripensamenti delle brevi note sul catalogo.
Ma la sua asta cominciava ben prima che il banditore cominciasse la licitazione.
Nell’”avanti-asta” si manifestava la sua abilità: era quello il momento esaltante della sua caccia.
Era in quelle ore che la Volpe, adocchiate le sue prede, le circuiva con la persuasione di un ipnotizzatore.
Conosceva bene i francobolli ed il mondo delle aste ed intuiva in anticipo quali sarebbero stati i suoi avversari su quei lotti.
La sua mossa successiva era cercare di capire quali altri lotti erano nel mirino di un eventuale antagonista. Poi, scattava la trappola, con delle mosse da tutti conosciute e temute ma di fronte alle quali nessuno aveva la forza di resistere.
Come era possibile, infatti, rifiutare l’invito a prendere un caffé ed fare due chiacchiere con la Volpe?
Seduto al tavolino del bar, con una naturalezza ed una levità che faceva apparire non solo lecite ma addirittura dolci le sue parole, esponeva al suo interlocutore un elenco comprendente sei o sette lotti che desiderava.
Sapeva benissimo che erano tutti lotti sui quali anche il suo avversario puntava l’attenzione.
Però, quando quello manifestava la sua contrarietà a desistere e lasciargli la strada libera, la Volpe – con il più disarmante dei sorrisi – si arrendeva senza combattere e, promettendo la sua cordialissima non belligeranza, “riduceva” il suo interesse ad un unico lotto - quello che veramente desiderava - garantendo, sui tutti gli altri lotti, la sua resa all’avversario.
Come dire di no a quel sorriso ed a quella proposta? In fondo sei lotti senza combattere erano meglio che sette battuti allo stremo.
Con questa tattica, perfezionata negli anni, aveva allacciato rapporti di elegante cordialità con tanti collezionisti che, oramai disarmati, si erano consapevolmente rassegnati ad accettare da lui caffé e soprusi.
Nel suo mondo, quelle erano cortesie che quasi gli erano dovute e non si era mai posto il problema della liceità del suo comportamento; anche perché la Volpe – nella sua mente - non faceva tutto questo per pagare meno i lotti che si aggiudicava senza avversari, ma piuttosto per eliminare a priori una competizione che giudicava di per sé inelegante e poco signorile.
Arrivò il giorno di quell’asta in cui era offerto quell’80 centesimi nuovo del Governo Provvisorio di Parma che tanto gli interessava.
Non era un francobollo rarissimo o costosissimo; ma era davvero bello e perfettamente conservato.
Erano tanti anni che non ne vedeva in giro uno simile e la sua attenzione si era fissata su di esso.
La Volpe notò subito quell’agente milanese che, in tante aste importanti, rappresentava le offerte di un nutrito gruppo di collezionisti.
Sapeva bene che, contro di lui, c’era poco da fare.
Faceva solo l’agente per conto di altri e quindi non poteva decidere a suo piacimento quali offerte mantenere e quali lasciar cadere.
Questo lo rendeva inattaccabile, odiosamente imbattibile.
Con lui doveva escogitare un sistema nuovo: questa volta la Volpe doveva superare se stessa.
Conosceva il modus operandi di quell’agente: controllava i francobolli, segnava sul catalogo - vicino al numero dei singoli lotti - la sigla del collezionista che lo aveva incaricato e riportava sul cartellino lo stesso simbolo.
Poi, durante l’asta, alzava il cartellino numerato del collezionista che gli aveva conferito l’incarico e….il gioco era fatto, senza possibilità di errori.
Ad ogni collezionista corrispondeva il suo cartellino e ad ogni cartellino corrispondevano le buste in cui il personale dell’asta riponeva i lotti via via che l’asta procedeva.
Il meccanismo, lo stesso per tutte le aste, era sempre lo stesso, collaudato da anni.
La Volpe ritirò il proprio cartellino numerato e prese posto in sala vicino all’agente che gli rivolse un professionale ma freddo cenno di saluto.
Non ebbe alcuna difficoltà a sedersi lì.
In fondo, il posto era poco ambito, su uno dei tavoli riservati agli acquirenti, perché l’agente occupava tanto spazio a causa del bel numero di cartellini sparsi davanti a sé e poi perché veniva spesso chiamato ad telefono e questo disturbava non poco i vicini.
Durante l’asta ci sono dei settori, e quindi dei momenti, in cui anche il migliore degli agenti ha un po’ di pausa, non avendo lotti da battere.
In uno di quei rari momenti, la Volpe diede un’occhiata al catalogo dell’agente, trovò il lotto dell’80 centesimi e vide la sigla del cliente, del suo potenziale avversario.
In un attimo, la Volpe mise in pratica il suo piano.
Sostituì con il proprio, sul tavolo, il cartellino numero 160 del cliente al verso del quale, nel frattempo – sulla facciata bianca, quella visibile – aveva copiato la medesima sigla manoscritta dall’agente.
Poi, con la stessa velocità, rimise ogni cosa la suo posto e, tranquillo come sempre, riprese a seguire il banditore che continuava con precisione il suo lavoro. L’agente si rimise presto a sedere e, dopo una mezz’ora, venne chiamato il lotto che interessava ad entrambi.
“Lotto 1326…. 2000 euro. Ho visto l’offerta del numero 170. Nessun altro è interessato?…Uno, due e….tre; aggiudicato al numero 170”. Scandì, monotono ma preciso il banditore, battendo leggermente il martelletto sul tavolo.
“Mi scusi - chiese con gentilezza la Volpe - a quanto è stato aggiudicato?”
“A 2000 euro, al numero 170”, ribadì frettoloso ma cortese il banditore.
Dopo un po’, l‘agente, soddisfatto, si concesse un’altra breve pausa, consentendo così alla Volpe quei pochi istanti necessari a cambiare nuovamente il cartellino che, ripreso il “suo” 170, rimise al proprio posto il 160 dell’avversario.
Poi, si alzò e con tutta la sua proverbiale calma raggiunse la segreteria.
“Buonasera gentile signora, come sta? Se posso permettermi lei è più graziosa ad ogni asta che passa!”
Avete mai notato che i complimenti sono una delle poche cose che valgono più di quello che costano?
“ Questa volta ho il numero 170 e mi sono aggiudicato un solo lotto. Posso ritirarlo?”
La signora annuì con un sorriso radioso e, con compiaciuta sollecitudine, spostò i suoi 100 chili e, controllato al computer il tabulato dell’asta, consegnò il famoso lotto al suo galante cliente.
La Volpe la ringraziò, pagò con eleganza, depositando sul tavolo le banconote come fossero rose e, datole appuntamento all’asta seguente, la salutò con deferenza e, facendo attenzione a non voltarle le spalle, se ne andò.
Incredulo, l’agente riascoltò più volte la registrazione sonora dell’asta.
Udì l’aggiudicazione e la conferma del numero dell’acquirente: era sicuramente il 170.
C’era poco da fare; lui ricordava di aver alzato il cartellino del suo cliente e di essersi aggiudicato l’80 centesimi ma, per la casa d’asta, la registrazione faceva testo e quel lotto restò aggiudicato al signor 170.
La verità di cosa fosse veramente accaduto quel giorno, rimase per sempre celata in fondo alla collezione dei francobolli di un’elegante Volpe bianca.
Antonello Cerruti
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
Bello il racconto anche se speravo in un finale un pò diverso....
In fondo il "furbetto" vince.
Una curiosità per me che non ho mai partecipato ad aste, queste cose possono accadere veramente?
E di "furbetti" ce ne stanno tanti? (questa mi sa che è retorica....)
Saluti
Gianluca
In fondo il "furbetto" vince.
Una curiosità per me che non ho mai partecipato ad aste, queste cose possono accadere veramente?
E di "furbetti" ce ne stanno tanti? (questa mi sa che è retorica....)
Saluti
Gianluca
Gianluca Carnicchia
Colleziono:
- Bolli e Annulli Sabini fino al 1927 - visita il mio sito http://www.annullisabini.altervista.org
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- Bolli e Annulli Sabini fino al 1927 - visita il mio sito http://www.annullisabini.altervista.org
- Antonello Cerruti
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- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
lleigor ha scritto:Bello il racconto anche se speravo in un finale un pò diverso....
Non sempre le cose finiscono come vorremmo.![]()
In fondo il "furbetto" vince.
Se non vincessero, non sarebbero "furbetti".
Una curiosità per me che non ho mai partecipato ad aste, queste cose possono accadere veramente?
Durante le aste succedono varie cose (belle e non belle) ma qui siamo veramente al limite.....o no?
E di "furbetti" ce ne stanno tanti? (questa mi sa che è retorica....)
Più di quanti si pensi ma meno di quanti si tema.
Saluti
Gianluca
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
Questo è quello che accadde la prima volta.
Pochi sanno che all'asta successiva il nostro amico ritentò il medesimo trucchetto (con un altro agente, ovviamente) scambiando nuovamente i cartellini. Il suo cartellino 225 finì tra quelli gestiti dall'agente.
Gli andò bene, e "acquistò" un bellissimo francobollo nuovo per una cifra ragionevolissima.
Egli però questa volta commise un errore. Non era ancora sfumata la soddisfazione del "colpo", quando--con non poco terrore--vide l'agente alzare di nuovo il suo cartellino sul lotto successivo. Questo lotto era una grandissima rarità, una di quelle che fanno spesso bella figura di sè nei cataloghi e nei volumi monografici. Evidentemente gli era sfuggito che il cliente con cui aveva scambiato il cartellino voleva inserire questa rarità nella sua collezione. La base d'asta era di centomila euro.
Ma la rarità faceva gola ad altri grandi collezionisti e si accese ben presto una lotta a tre, con altra offerta in sala ed un intervento telefonico. Il prezzo volava sempre più in alto tra lo stupore crescente dei presenti in sala e lo sgomento sempre maggiore del nostro, che vedeva sempre più concretizzarsi ad ogni alzata di paletta lo spettro della rovina economica e familiare.
Il pover'uomo era ormai rovinato e lo colse la disperazione più nera. All'inizio sperò che il cliente avesse un'offerta insufficiente ma nei brevi minuti della licitazione si lasciò andare al pessimismo più totale. Ora sudava freddo e cominciava a sentire un peso sul petto......
Il battitore d'asta era al settimo cielo: stava conducendo un'asta che prometteva di essere ricordata negli annali della filatelia. Capitava di rado che ben tre grandi collezionisti si contendessero, a suon di offerte iperboliche, un pezzo di tale fama e prestigio.
Con non poco orgoglio, quasi che il pezzo in vendita fosse suo, diresse il martelletto nella direzione dell'agente che teneva ancora alto il cartellino del suo ricco cliente, e con una certa nervosa solennità iniziò "ancora al cartellino 225 per cinquecent.....".
Ma non riuscì a completare la frase che, improvvisamente, l'uomo seduto alla destra dell'agente, un elegante signore canuto che conosceva benissimo di vista ma di cui si rese poi conto di non conoscere il nome, si accasciò con un grido strozzato, cadde dalla sedia riverso sul pavimento trascinando, con non poco trambusto, la sedia nella sua caduta.
Il dottor XXX, noto collezionista, si stava godendo una licitazione come mai gli era capitato di assistere quando improvvisamente, il signore seduto nella fila davanti alla sua cadde sul pavimento, tirandosi dietro la sedia e restando steso al suolo, immobile. Rispondendo più ad un istinto acquisito in 25 anni di professione medica che ad un vero impulso razionale, si alzò immediatamente, si fece largo fra i tavoli e si inginocchiò accanto al corpo caduto nel tentativo di prestare un primo soccorso mentre già la gente intorno, stupita dagli accadimenti, cominciava a vociare rumorosamente.
Gli bastarono pochi istanti, non c'era modo di sbagliarsi. Si rialzò lentamente, guardò l'uomo, rialzò il capo e lo rivolse lentamente verso il tavolo del banditore, che era rimasto ancora col martelletto alzato e il cui sguardo si era trasformato dal compiaciuto all'attonito.
"Non c'è più nulla da fare", disse lentamente, "un infarto del genere non perdona".
Pochi sanno che all'asta successiva il nostro amico ritentò il medesimo trucchetto (con un altro agente, ovviamente) scambiando nuovamente i cartellini. Il suo cartellino 225 finì tra quelli gestiti dall'agente.
Gli andò bene, e "acquistò" un bellissimo francobollo nuovo per una cifra ragionevolissima.
Egli però questa volta commise un errore. Non era ancora sfumata la soddisfazione del "colpo", quando--con non poco terrore--vide l'agente alzare di nuovo il suo cartellino sul lotto successivo. Questo lotto era una grandissima rarità, una di quelle che fanno spesso bella figura di sè nei cataloghi e nei volumi monografici. Evidentemente gli era sfuggito che il cliente con cui aveva scambiato il cartellino voleva inserire questa rarità nella sua collezione. La base d'asta era di centomila euro.
Ma la rarità faceva gola ad altri grandi collezionisti e si accese ben presto una lotta a tre, con altra offerta in sala ed un intervento telefonico. Il prezzo volava sempre più in alto tra lo stupore crescente dei presenti in sala e lo sgomento sempre maggiore del nostro, che vedeva sempre più concretizzarsi ad ogni alzata di paletta lo spettro della rovina economica e familiare.
Il pover'uomo era ormai rovinato e lo colse la disperazione più nera. All'inizio sperò che il cliente avesse un'offerta insufficiente ma nei brevi minuti della licitazione si lasciò andare al pessimismo più totale. Ora sudava freddo e cominciava a sentire un peso sul petto......
Il battitore d'asta era al settimo cielo: stava conducendo un'asta che prometteva di essere ricordata negli annali della filatelia. Capitava di rado che ben tre grandi collezionisti si contendessero, a suon di offerte iperboliche, un pezzo di tale fama e prestigio.
Con non poco orgoglio, quasi che il pezzo in vendita fosse suo, diresse il martelletto nella direzione dell'agente che teneva ancora alto il cartellino del suo ricco cliente, e con una certa nervosa solennità iniziò "ancora al cartellino 225 per cinquecent.....".
Ma non riuscì a completare la frase che, improvvisamente, l'uomo seduto alla destra dell'agente, un elegante signore canuto che conosceva benissimo di vista ma di cui si rese poi conto di non conoscere il nome, si accasciò con un grido strozzato, cadde dalla sedia riverso sul pavimento trascinando, con non poco trambusto, la sedia nella sua caduta.
Il dottor XXX, noto collezionista, si stava godendo una licitazione come mai gli era capitato di assistere quando improvvisamente, il signore seduto nella fila davanti alla sua cadde sul pavimento, tirandosi dietro la sedia e restando steso al suolo, immobile. Rispondendo più ad un istinto acquisito in 25 anni di professione medica che ad un vero impulso razionale, si alzò immediatamente, si fece largo fra i tavoli e si inginocchiò accanto al corpo caduto nel tentativo di prestare un primo soccorso mentre già la gente intorno, stupita dagli accadimenti, cominciava a vociare rumorosamente.
Gli bastarono pochi istanti, non c'era modo di sbagliarsi. Si rialzò lentamente, guardò l'uomo, rialzò il capo e lo rivolse lentamente verso il tavolo del banditore, che era rimasto ancora col martelletto alzato e il cui sguardo si era trasformato dal compiaciuto all'attonito.
"Non c'è più nulla da fare", disse lentamente, "un infarto del genere non perdona".
Andrea
=====================
Sono interessato alla Storia Postale e ai Classici di tutto il mondo.
=====================
Sono interessato alla Storia Postale e ai Classici di tutto il mondo.
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
Bravi!!!!











Marco
Colleziono ASI, per il momento LV usato, REGNO, REPUBBLICA, COLONIE,
ASFE(attualmente 487 entità), RTS e a tempo perso raccolgo tappi di Birra
Iscritto a F&F dal 24/09/2004
http://stampscoverscards.blogspot.com/


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- Paolo Angelini (paoloang)
- Messaggi: 887
- Iscritto il: 13 luglio 2007, 11:54
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia



Belle!!!
Paolo Angelini
Colleziono Annulli a targhetta VISITATE L'ITALIA
Colleziono Annulli a targhetta VISITATE L'ITALIA
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
Congratulazioni, divertente !!!
Ma la conclusione di Andrea preclude ad una terza puntata a meno che ...
" il banditore, sapendo bene che le doti cliniche del dottor XXX dopo il pensionamento di 8 anni prima erano andate rapidamente scemando, preferi' non fidarsi della precipitosa diagnosi ed allerto' prontamente il 118 ... "



Ma la conclusione di Andrea preclude ad una terza puntata a meno che ...
" il banditore, sapendo bene che le doti cliniche del dottor XXX dopo il pensionamento di 8 anni prima erano andate rapidamente scemando, preferi' non fidarsi della precipitosa diagnosi ed allerto' prontamente il 118 ... "


AT
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
Antonio59 ha scritto:Congratulazioni, divertente !!!![]()
![]()
Ma la conclusione di Andrea preclude ad una terza puntata a meno che ...
" il banditore, sapendo bene che le doti cliniche del dottor XXX dopo il pensionamento di 8 anni prima erano andate rapidamente scemando, preferi' non fidarsi della precipitosa diagnosi ed allerto' prontamente il 118 ... "
![]()
E no Antonio, il dott. XXX ha solo 25 anni di professione medica alle spalle, non può essere andato ancora in pensione!!!
Io la terza puntata la farei così:
Qualche settimana, quando ancora la eco dell'accadimento rimbalzava negli ambienti filatelici, chi avesse potuto origliare alla porta dello studio del dott. XXX, verso le 18 di un mercoledì, avrebbe potuto ascoltare queste sue parole, rafforzate da un tono di rimprovero:
"Stavolta hai passato il segno. Lo sai, per anni ci siamo divertiti assieme alle aste, era diventato il nostro passatempo preferito, al punto che ultimamente mi sono trovato a chiedermi se frequentassi le aste in ragione delle mie collezioni o, piuttosto, il contrario. Ma lo scherzo dell'altra volta poteva costarci caro. Cosa sarebbe accaduto se in sala ci fosse stato un altro mio collega? Meno male che questa storia è finita e che non potrai più riprovarci".
Ad ascoltare il dott. XXX stava, seduto un po' ingobbito su di una poltrona un po' troppo modesta per uno studio medico, un individuo calvo e con una folta barba nera, il cui aspetto dimesso e l'umore cupo avrebbero potuto far pensare si trattasse di un paziente che aveva appena appreso una prognosi infausta. Solo due particolari stonavano con quella impressione. Un inatteso scintillio degli occhi ed uno spillino d'argento che faceva capolino dall'occhiello della giacca.
"Ora vado" disse l'omino. "Domani non potrò venire a trovarti, ho un appuntamento per un caffè, a Torino". Mentre udiva queste parole gli occhi del dott. XXX non riuscuvano a staccarsi dallo spillino d'argento. "Dove l'avrà trovato", si chiedeva, "a forma di Volpe?"


Ultima modifica di thiswas il 12 gennaio 2008, 11:27, modificato 2 volte in totale.
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S T A F F

Ciao Italo.
Callan las cuerdas. La música sabía lo que yo siento. (Mute le corde. La musica sapeva quello che sento). J.L.Borges
Socio SOSIG n°11 - - - Colleziono Repubblica Nuova (fino al 2008) e nuovi a tema sport emessi dai paesi europei
S T A F F
Ciao Italo.
Callan las cuerdas. La música sabía lo que yo siento. (Mute le corde. La musica sapeva quello che sento). J.L.Borges
Socio SOSIG n°11 - - - Colleziono Repubblica Nuova (fino al 2008) e nuovi a tema sport emessi dai paesi europei
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
I romanzi di F&F









Andrea
Iscritto al forum dal 6 Aprile 2006 622 messaggi
Iscritto al SOSIG (Stamps On Stamps Italian Group) dal 12 Ottobre 2007
Dopo una lunga riflessione, ho deciso di dedicarmi solo all'Italia, prevalentemente Repubblica.
Dopo aver riordinato l'attuale collezione mi piacerebbe iniziare a guardare il Regno.
- gianni tramaglino
- Messaggi: 983
- Iscritto il: 1 novembre 2007, 16:28
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
...tutto è bene quel che finisce bene...e da bravi animalisti abbiamo salvato la nostra povera volpe bianca!!!!!!!! gianni tramaglino
Vi piacciono i cruciverba: diventate fan di Gente Enigmistica in Facebook.
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- Antonello Cerruti
- Messaggi: 7114
- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
La "puntata" di Andrea ha una morale ed una pensiero "corporativo-sindacale".
La morale è che quando il francobolli non si comprano con la testa...si pagano col cuore.
Il pensiero "corporativo-sindacale" (Cicero pro domo sua) è nei confronti di quel povero banditore che, senza percepire alcuno straordinario, dovrà ribattere una parte dell'asta....
.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
La morale è che quando il francobolli non si comprano con la testa...si pagano col cuore.
Il pensiero "corporativo-sindacale" (Cicero pro domo sua) è nei confronti di quel povero banditore che, senza percepire alcuno straordinario, dovrà ribattere una parte dell'asta....


Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
- Paolo Bagaglia
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Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
Veramente bello il racconto e anche la "seconda puntata"!




Cordiali saluti, Paolo Bagaglia
Ricerco annullamenti di "CASTIGLIONE DEL LAGO" dal 1861 (1.2) al 1900 e storia postale del luogo dal 1818.
Strisce, grandi blocchi o fogli della 4a emiss. di Sardegna. Collezione ASI e Regno.
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Il 100 lire della democratica.
TOSCANA, STUDIO SULLA GENESI ED EVOLUZIONE DEI DIFETTI DEL CLICHÉ BASE.
Iscritto a F&F dal 12 Feb 2004 con 2446 messaggi all'attivo.
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Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
Bravo Antonello
simpatica la storia
Giampaolo.



gardu55@hotmail.com
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia


A quando il tuo primo best seller a carattere filatelico


P.S.
Complimenti anche ad Andrea e Fabio per l'inventiva nel modificare il finale








Stefano
-------------
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SOSTENITORE
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia



Bei racconti. Proprio belli.




Dario
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
wow complimenti
Antonio T ... iscritto dal 1° giugno 2005

provo ad essere filatelista con l' Italia, la tematica S. Antonio da Padova
ed i buoni coupon internazionali
su ebay e delcampe sono atg80

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Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
una breve nota a margine della versione di Andrea. Ma la Volpe, vista la cattiva parata, non avrebbe potuto rilanciare, anch'egli col cartellino "non suo"?



Walter Greco
IV di Sardegna (soprattutto il 20c. e soprattutto se annullati nei mesi di Settembre)
Le poste federali calabresi (sito aggiornato)
http://www.waltergreco.com/emissionicalabresi/
Fiero Sostenitore 2009/2012
Iscritto al Forum dal 14 settembre 2005
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- Antonello Cerruti
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Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
Ellas ha scritto:una breve nota a margine della versione di Andrea. Ma la Volpe, vista la cattiva parata, non avrebbe potuto rilanciare, anch'egli col cartellino "non suo"?![]()
Si tratta di racconti di pura fantasia.
Per rispondere ad Ellas e passando, invece, dalla fantasia alla realtà, mentre pochi si possono ricordare - in un'asta di migliaia di lotti - chi ha alzato realmente la paletta per aggiudicarsi un piccolo lotto, è tecnicamente impossibile il reale verificarsi di quanto raccontato nell'appendice di Andrea.
Almeno per due motivi.
Il primo è che tutti si ricorderanno chi alzava realmente la paletta per aggiudicarsi un lotto del valore di centinaia di migliai di euro.
Il secondo è che se un agente può rinunciare alle commissioni su un lotto di 2000 euro e non farà quindi troppe questioni, non lascerà mai ad altri - se realmente aggiudicato a lui - un lotto (e le relative commissioni) di un valore come quello ipotizzato da Andrea.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
- Antonello Cerruti
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- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
Alle note postate sopra, vorrei aggiungere un ulteriore osservazione che mi viene in mente, dopo trentacinque anni che agito il martelletto.
Sui lotti sino ad un certo importo, normalmente, non ci sono problemi; così come non ce ne sono per gli acquirenti personalmente conosciuti e ritenuti "congrui" rispetto all'importo degli acquisti che stanno effettuando.
Quando, però, un cliente non conosciuto effettua offerte importanti (o, anche se conosciuto, "eccede") personalmente scambio uno sguardo con il responsabile dell'organizzazione e, tacitamente o meno, chiedo il suo benestare.
Ci possono anche essere dei clienti "limitati" negli acquisti e, di questi, normalmente, il banditore viene avvisato prima.
In tali casi, è la casa d'asta che - con discrezione - provvede a ricordare al cliente il limite di acquisto consentito.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Sui lotti sino ad un certo importo, normalmente, non ci sono problemi; così come non ce ne sono per gli acquirenti personalmente conosciuti e ritenuti "congrui" rispetto all'importo degli acquisti che stanno effettuando.
Quando, però, un cliente non conosciuto effettua offerte importanti (o, anche se conosciuto, "eccede") personalmente scambio uno sguardo con il responsabile dell'organizzazione e, tacitamente o meno, chiedo il suo benestare.
Ci possono anche essere dei clienti "limitati" negli acquisti e, di questi, normalmente, il banditore viene avvisato prima.
In tali casi, è la casa d'asta che - con discrezione - provvede a ricordare al cliente il limite di acquisto consentito.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: Secondo raccontino filatelico di pura fantasia
Antonello Cerruti ha scritto:Ellas ha scritto:una breve nota a margine della versione di Andrea. Ma la Volpe, vista la cattiva parata, non avrebbe potuto rilanciare, anch'egli col cartellino "non suo"?![]()
Si tratta di racconti di pura fantasia.
Per rispondere ad Ellas e passando, invece, dalla fantasia alla realtà, mentre pochi si possono ricordare - in un'asta di migliaia di lotti - chi ha alzato realmente la paletta per aggiudicarsi un piccolo lotto, è tecnicamente impossibile il reale verificarsi di quanto raccontato nell'appendice di Andrea.
Almeno per due motivi.
Il primo è che tutti si ricorderanno chi alzava realmente la paletta per aggiudicarsi un lotto del valore di centinaia di migliai di euro.
Il secondo è che se un agente può rinunciare alle commissioni su un lotto di 2000 euro e non farà quindi troppe questioni, non lascerà mai ad altri - se realmente aggiudicato a lui - un lotto (e le relative commissioni) di un valore come quello ipotizzato da Andrea.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Certo, Antonello, era su di un piano di pura fantasia che ci muovevamo. D'altronde, nel caso ipotizzato in cui si verificavano rilanci "volpini", la posta in palio non sarebbe stata il lotto filatelico ma le... coronarie.
Ovviamente ci aspettiamo ulteriori racconti, sempre piacevoli; come gli aneddoti di un collezionista di lungo corso, da troppo tempo latitanti; e non credo per carenza di materia prima.


Walter Greco
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