Fu però preparata una serie “originale”, che non fu mai messa in corso perché l’esercito fu disciolto prima che essa fosse pronta; per questo motivo (il suo mancato utilizzo per fini postali) tale serie non è altrettanto considerata dai cataloghi: chi la lista (il Michel, come non emessa), chi ne fa un accenno (lo Scott), chi la ignora (Yvert)…
Questa serie, stampata a Berlino, aveva la dicitura (in cirillico) “Russkaja Pocta”, e raffigurava l’aquila bicipite imperiale russa. Giusto per confronto, ecco lo stemma:
4_stemma.jpg
Stemma della Russia Imperiale
La serie comprende 8 valori, sia dentellati che non:
5 k bruno
10 k blu
15 k arancio
20 k violetto
30 k giallo
50 k blu
60 k verde
75 k verde
Una serie, nella versione non dentellata:
5_Serie Tipo II.jpg
La cosa “particolare” è che, pur trattandosi di una serie non emessa, essa fu probabilmente falsificata: esistono infatti 3 diverse versioni di ogni francobollo, con differenze costanti facilmente riconoscibili. Vediamo quali sono le tre diverse versioni, prescindendo dalle tonalità di colore, che sono estremamente varie e variabili anche all’interno dello stesso tipo. L’analisi è spesso complicata dall’inchiostrazione dei francobolli (anch’essa piuttosto variabile); partiamo con il valore da 5 copechi:
6_5 k.jpg
La differenza che appare più evidente, tra il primo e gli altri due, è la presenza (o assenza, nel caso del primo) di una cornice attorno al valore “5”. Più difficile la ricerca delle altre differenze, soprattutto tra il secondo ed il terzo; vediamone comunque alcune lampanti, con la nota preliminare che quelle che citerò sono differenze costanti, ovvero tali su TUTTI i valori della serie:
- I trattini verticali sui due lati dell’aquila: sono 10 nel primo francobollo, 9 (anche se il conto è complicato dall’eccessiva inchiostrazione) sul secondo, 11 a destra e 12 a sinistra nel terzo. Nel primo, spesso il 4° e l’8° trattino sono leggermente più “grandi” degli altri.
- La “K” della parola “Kop”: ha stanghette diritte nel primo, e nella parola “KOP” di destra la stanghetta obliqua superiore è più lunga di quella inferiore; negli altri due, le stanghette inferiori, sia a destra che a sinistra, sono leggermente ricurve, quella superiore è sempre più o meno lunga come quella inferiore.
- Le “perline” sotto alla parola “KOP”: sono 7 nel primo, 6 negli altri due.
- La cornice sopra alla parola “KOP”: è visibile e tratteggiata nel primo, non visibile negli altri due.
- La linea di cornice sopra il valore facciale: è diritta nel primo, ondulata negli altri due.
- Il disegno sullo scudo centrale: nel primo, con un po’ di fantasia, è riconoscibile San Giorgio che, sul suo cavallo impennato, trafigge il drago (anche se nello stemma della Russia imperiale il cavallo era rivolto verso sinistra, mentre qui lo si vede impennato verso destra); non si vede nulla nel secondo, nel terzo si vedono dei trattini senza significato.
- Il collare attorno allo scudo centrale: è visibile ma un po’ confuso nel primo, poco visibile in questo esemplare nel secondo, si staglia nettamente nel terzo.
- La corona centrale è più grande nel primo, un po’ più piccola nel secondo, decisamente più piccola nel terzo.
- La prima “foglia” dal basso nel fregio in alto a sinistra della scritta “Russkaja Pocta”: è ben distinguibile nel primo esemplare, poco nel secondo, sembra un pettine nel terzo.
- Una differenza che non salta all’occhio è invece la dimensione della vignetta: è 18,5x23,5 mm nel primo, 18,5x23 e qualcosa nel secondo, 19x24 e qualcosa nel terzo (dall’immagine si vede chiaramente quanto meno che l’altezza della terza vignetta è decisamente superiore a quella della seconda).
Naturalmente sono chiaramente visibili anche le differenze tra le cifre “5”, oltre che altri piccoli dettagli qua e là.
Giusto per vedere anche le differenze tra il secondo ed il terzo (e per “controllare” che le differenze sopra esposte ci siano effettivamente anche negli altri valori), vediamo la “tripletta” da 60 k:
7_60 k.jpg
Stesse differenze citate sopra, solo che in questo caso il primo francobollo è più “confuso”, mentre il secondo è un po’ più nitido. Sono qui più visibili alcune differenze tra il terzo ed il secondo. Ovviamente le cifre del “60” (più arrotondate nel secondo, più “schiacciate” nel terzo), ma anche, relativamente alle differenze già citate:
- Il disegno sullo scudo centrale: nel primo è ancora riconoscibile San Giorgio che, sul suo cavallo impennato, trafigge il drago; nel secondo si vede un disegno di cui si distingue chiaramente solo un trattino verticale a destra, nel terzo si vedono gli stessi trattini senza significato visti prima
- Il collare attorno allo scudo centrale: nel primo è reso indistinguibile dall’inchiostratura, nel secondo appaiono nitidamente le separazioni tra i vari elementi, nel terzo è ancora visibile come un unico ovale bianco.
- La prima “foglia” dal basso nel fregio in alto a sinistra della scritta “Russkaja Pocta”: è ancora ben distinguibile nel primo esemplare, un po’ meno nel secondo anche se non è il “pettine” ancora una volta distinguibile nel terzo.
Aggiungiamo qualcos’altro, che qui si distingue meglio rispetto al “terzetto” visto prima:
- La foglia di quercia in primo piano a sinistra: nel primo esemplare si nota (anche se è più evidente nell’immagine del 5 k) la prima nervatura, corrispondente alla prima “curva” della foglia; lo stesso nel secondo, mentre nel terzo la prima nervatura non c’è mai.
Differenze ce ne sono altre (le ali dell’aquila, i fregi,…) ma quelle citate bastano a riconoscere tre serie completamente differenti. C’è inoltre da dire che sia per il primo che per il secondo tipo esistono esemplari dentellati (passo 11) e non dentellati, mentre del terzo tipo ho trovato finora solo esemplari non dentellati.
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