su queste lettere genericamente chiamate "disinfettate. Ben sappiamo come in tempi fortunatamente ormai lontani ( che speriamo non ritornino visto le odierne campagne antivaccino ) in caso di epidemie la posta che proveniva da luoghi in cui il morbo imperversava veniva sottoposta a particolari trattamenti di disinfezione.
Con questa lettera siamo nel 1854 e una epidemia di “colera asiatico” imperversava sulla nostra penisola.
In particolare furono prese misure per fermarla istituendo dei cordoni sanitari lungo i confini tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Parma e Mantova. Furono aperti uffici sanitari al fine di applicare servizi di quarantena e rilasciare permessi di transito.
Un ufficio per la disinfezione fu creato a Reggio e il 16 settembre 1854 fu emanato un regolamento sanitario qui riprodotto
che stabiliva “ la profumazione di lettere e pacchi provenienti da località estere infette”. Sempre nello stesso decreto veniva precisata la preparazione di suddette polveri.
Sulle lettere venivano prodotti dei tagli e poi venivano poste in apposite “graticole” di metallo e sottoposte all’azione dei fumi per diversi minuti.
Accanto all’ufficio furono predisposti anche due Lazzaretti per le persone ritenute contagiate dal morbo.
Durante l’inverno il contagio regredì ma in primavera si ripresentò e a Reggio abbiamo il primo caso registrato il 13 luglio 1855, esattamente 10 giorni prima l’invio di questa nostra lettera, in cui il parroco del luogo chiede lumi al podestà su come comportarsi con un tal Domenico Bordini colpito dal male.
Le cronache riportano che questo tipo di colera aveva un decorso rapidissimo ( era infatti denominato colera fulminante ) e la morte arrivava rapida dopo poche ore dalla rilevazione dei primi sintomi.
Durante questo periodo di emergenza l’ufficio applicava, contrariamente a quanto siamo soliti vedere su altra corrispondenza disinfettata che presenta invece timbrature stampigliate, delle speciali etichette a testimonianza dell’avvenuta disinfezione come quella applicata sulla lettera in oggetto.
Povere lettere così maltrattate visto che oggi sappiamo benissimo che tale pratica era praticamente inutile visto che il morbo certamente non si diffondeva attraverso la posta!

sergio