Ciao,
Premetto che il contenuto, sia che si tratti di carta moneta, Boni o certificati di credito come i Consolidati Romani, dal punto di vista strettamente storico postale, non fa differenza, quello che conta è l’indicazione del valore da cui si desumeva quanto il mittente doveva percentualmente pagare per il servizio postale e di anche la relativa tariffa postale.
Sicuramente carta moneta e Boni erano quelli più utilizzati sia con valori in scudi che successivamente in Lire.
Personalmente è la prima volta che mi trovo questa dicitura riferita ai Consolidati Romani manoscritta; ne ho anche parlato anche con altri collezionisti ricevendone, al momento, la medesima risposta di non conoscenza di questo tipo di valore spedito per posta.
La possibilità poi che vi potesse essere il Consolidato all’interno, oppure carta moneta o Boni è ovviamente pressoché impossibile visto che si parla di “vil pecunia”.
Ma anche se si fosse ritrovato fortunosamente all’interno il Consolidato, per avere la certezza che fosse coevo e non aggiunto al fine di aumentarne il valore complessivo, avrebbero dovuto esserci anche una lettera accompagnatoria a dimostrazione che il Consolidato fosse stato realmente all’interno della lettera.

Luca
Sostenitore dal 2 aprile 2015
Collezionista Storia Postale Stato Pontificio
Associato AISP
Associato ed Articolista rivista “Il Foglio”
Abbonato ed Articolista rivista “Bollettino Prefilatelico e Storico Postale”
Articolista rivista online “Il Postalista”