Dr. Emil Hàcha, terzo presidente della Cecoslovacchia

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale dell'area appartenuta alla ex Cecoslovacchia
Rispondi
Avatar utente
Giuseppe Ghetti
Messaggi: 423
Iscritto il: 13 luglio 2007, 7:40
Località: Modena

Dr. Emil Hàcha, terzo presidente della Cecoslovacchia

Messaggio da Giuseppe Ghetti »

Queste righe sono comparse sul numero di Novembre 2008 de "La Voce del CIFR". Ho pensato che possanso essere di un qualche interesse per gli amici del Forum.
---
Tutti i Presidenti della Repubblica cecoslovacca, quelli del periodo precedente ma anche di quello successivo alla seconda guerra mondiale, apparvero su francobolli. Tutti eccetto uno, il terzo: il dottor Emil Hácha. La sua presidenza fu la più breve e senza dubbio la più travagliata nella storia del Paese.
Il dottor Hácha non era un esponente politico. Nato a Trhové Sviny, cittadina della Boemia meridionale, nel 1872, laureatosi in Diritto all’Università Carolina di Praga, intraprese la carriera nella magistratura amministrativa già al tempo in cui Praga dipendeva da Vienna e, dopo l’indipendenza della Cecoslovacchia (28 Ottobre 1918), continuò a prestare l’opera di giudice in questo ambito, aumentando di grado fino ad essere nominato Presidente della suprema Corte amministrativa dello Stato. Si applicò anche al diritto internazionale, divenendone un’autorità nota anche al di fuori del suo Paese, e svolse l’incarico di giudice al tribunale internazionale dell’Aja.
Per quanto riguarda la vita privata, era appassionato di letteratura inglese, ed assieme al fratello curò la traduzione in Ceco del romanzo “Tre uomini in barca” dell’umorista Jerome K. Jerome.
Fin qui abbiamo il quadro di un uomo che compie una brillante carriera nel settore meno “politico” dell’apparato statale, un uomo interessato poi, nei momenti liberi, alla letteratura amena ed, aggiungo ora, attaccatissimo alla famiglia.
Perché dunque i politici cecoslovacchi ricorsero a lui nel momento peggiore dall’inizio della vita dello Stato?
Un cenno ai fatti. Dopo l’infame arbitrato di Monaco (29 Settembre 1938) e quello successivo e conseguente di Vienna (2 Novembre 1938), la Cecoslovacchia aveva perso un terzo del territorio nazionale e circa un terzo della popolazione a favore di Germania, Ungheria e, in misura minore, di Polonia. I territori ceduti alla Germania erano di valore economico rilevantissimo ed in essi si trovavano tutti gli apprestamenti militari difensivi nella prospettiva di un conflitto col potente vicino.
Ma alla mutilazione territoriale, alla perdita di risorse vitali, seguì una profondissima crisi istituzionale: le minoranze nazionali pretesero la trasformazione del Paese in uno Stato federale e la ottennero dal governo e dal Parlamento. Da Stato democratico, fortemente centralizzato, la Cecoslovacchia, mutilata ed impoverita, divenne una federazione di Boemo-Moravi, Slovacchi e Ruteni, ognuno con proprio Parlamento e Governo.
Edvard Beneš, Presidente della Repubblica e cofondatore dello Stato, non si sentì di avallare con la sua permanenza in carica la situazione nella quale egli giustamente vedeva la premessa per l’annientamento della Patria, e si dimise il 5 Ottobre 1938.
1.JPG

Questo antico patriota, amico e compagno di Tomáš Garrigue Masaryk, potè con amarezza toccare con mano come la solidarietà delle democrazie occidentali, nel tentativo di domare la belva hitleriana accogliendone le pretese, si fosse risolta in acquiescenza alla prepotenza, ed i patti di alleanza si fossero trasformati in carta straccia. Beneš sceglierà ben presto la via dell’esilio. La Cecoslovacchia esisteva ancora, ma era moribonda come Stato unitario, anzi, come nazione indipendente.
2.JPG

AL verso del documento compare un francobollo cecoslovacco annullato con un timbro figurato col quale si festeggia il ritorno all'Ungheria della città slovacca di Komárno (in Ungherese Komárom):
3.JPG

Per quasi due mesi i politici cecoslovacchi, tramortiti dallo smarrimento e dal panico, cercarono un successore all’altissima carica, mentre esercitava la funzione di Presidente supplente il generale Jan Syrový, capo del Governo, come prevedeva la Costituzione. La scelta cadde su Emil Hácha, per essere egli estraneo all’ambito politico, tanto al di sopra delle parti come, di conseguenza, delle responsabilità e delle recriminazioni.
Egli, uomo del quale erano note le doti di onestà, diligenza e competenza giuridica, accettò, come dirà in seguito,per obbligo civile, consapevole di dovere svolgere un “lavoro” per il quale nessuno lo avrebbe ringraziato e molti lo avrebbero criticato se non infamato.
Hácha si lasciò convincere al grande passo forse anche per una condizione d’animo di indifferenza seguita alla morte dell’amatissima moglie Marie ed al divorzio della figlia Milada. Il 30 Novembre 1938 il Parlamento cecoslovacco lo elesse Capo di Stato. Ci sono unicamente due testimonianze filateliche (non certo postali) dell’evento: una cartolina ed una serie di francobolli sovrastampati privatamente.
4.JPG

5.JPG

Hitler, però, annettendosi i Sudeti, aveva portato a compimento solo la prima parte del suo piano riguardante la Cecoslovacchia: la seconda, che prevedeva la cancellazione del Paese dalle carte geografiche, scattò nel Marzo 1939. L’interesse germanico per il controllo della parte occidentale della Cecoslovacchia si spiega con la volontà di eliminare la spina nel fianco ancora rappresentata da un Paese democratico e filo-occidentale in previsione della guerra imminente, ma anche col bottino che essa rappresentava in quanto ad industrie di armamenti (molto note ed efficientissime quelle della Moravia).
Il dittatore tedesco convocò il capo del governo autonomo slovacco, monsignor Jozef Tiso, e lo pose di fronte a questa alternativa: o dichiarare l’indipendenza della Slovacchia o subire la spartizione della regione tra Polonia ed Ungheria.
Ovviamente Tiso aderì alla prima prospettiva ed il 14 Marzo 1939 il Parlamento di Bratislava proclamò l’indipendenza del Paese. A questo punto il Führer richiese, a Berlino, la presenza di Hácha e potè sostenere, in un drammaticissimo colloquio, che, senza la Slovacchia, la Cecoslovacchia cessava di esistere ragione per la quale la Germania si prendeva la responsabilità di amministrare quanto di essa restava. Non fu una trattativa, ad Hácha Hitler impose di avallare l’ingresso in Boemia-Moravia delle truppe tedesche, ordinando a quelle cecoslovacche di non opporre alcuna resistenza: in caso contrario Praga sarebbe stata rasa al suolo dalla Luftwaffe.
5a.JPG

La Francia e la Gran Bretagna avevano garantito i confini della Cecoslovacchia così come erano risultati dopo gli arbitrati di fine 1938, ma fecero propria la tesi di Hitler: i trattati in favore di uno Stato che non esisteva più erano da considerarsi ormai vuoti di significato: e questo fu l’ultimo tradimento e l’ultima acquiescenza ad Hitler.
Nacque così il Protettorato di Boemia e Moravia nell’ambito del Reich(15 Marzo 1939), e a questo punto iniziò l’ultima ed atroce esperienza del terzo Presidente.
Ad Hácha fu risparmiata l’infamia di comparire sui francobolli del Protettorato, magari associato alle scritte, in tedesco, “Protektorat Böhmen und Mähren - Grossdeutsche Reich”. Le vignette di quelle squallide carte valori o hanno soggetti neutri o rivelano brutalmente il volto del padrone.
6.JPG

Hitler lo impose come capo dell’amministrazione civile del Protettorato, con rango formale di Capo di Stato, ma privo di ogni potere reale. Hácha non poteva neanche nominare il suo governo civile, composto da Cechi; ogni potere era in mano al Reichsprotektor (comandante militare nel territorio), nominato dal Führer. Ai tedeschi il potere, ai Cechi l’esecuzione degli ordini del padrone.
Per Hácha fu una via crucis durata sei anni, durante la quale cercò di limitare i danni dell’occupazione e la germanizzazione forzata del Paese. Ebbe contatti ed incoraggiamenti segreti da Edvard Beneš, che aveva costituito un governo cecoslovacco in esilio a Londra. Stabilì rapporti con la Resistenza interna tramite l’opera attiva di amici e colleghi alcuni dei quali ne scontarono le conseguenze: ad esempio il capo del suo secondo Governo, Alois Eliáš, fu fucilato dai Tedeschi per la sua azione antinazista. Il più delle volte l’anziano giurista fallì nei suoi scopi, tuttavia le condizioni di vita quotidiana della popolazione civile, nel Protettorato, furono sempre, sostanzialmente, migliori di quelle di molti Paesi occupati dai Nazisti. Le condizioni di salute del Presidente erano andate peggiorando ed erano divenute gravissime quando, l’8 Maggio 1945, finì la guerra in Europa e Praga fu liberata. Il 13 Maggio, per ordine del Governo provvisorio della ricostituita Cecoslovacchia, Emil Hácha fu arrestato per collaborazione col nemico e alto tradimento. Date le sue condizioni fisiche egli fu ricoverato presso un l’infermeria della prigione di Pankrác, a Praga.
Il 27 dello stesso mese, il dottor Emil Hácha, terzo presidente della Repubblica cecoslovacca moriva.
Le esequie si svolsero nel cimitero di Vynohrad tre giorni dopo. Il Ministero degli Interni vietò, allora, che sulla lapide fosse inciso il nome del Presidente. Oggi si può leggere sulla tomba il suo nome, assieme alla qualifica di Presidente della Repubblica. Gli riposa accanto la moglie Marie, e mi piace pensare a questo ricongiungimento. Gli storici cechi di oggi ne stanno rivalutando la figura.
Sia come Presidente della Cecoslovacchia che come Presidente del Protettorato quest’uomo, inesperto di politica e di intrighi, ma animato da forte ed onesto spirito di sevizio, ebbe margini di azione strettissimi. Cercò di salvare il salvabile e di limiare le sofferenze del suo popolo, in momenti tragici, “impossibili” quanti altri mai. Uomini come questo non strappano applausi, consenso; sanno già all’inizio della loro opera che pochissimi comprenderanno, nessuno aiuterà e moltissimi grideranno il loro disprezzo.
Eppure assolvono ugualmente a quello che essi considerano il loro dovere.
Ciao: Ciao:
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Giuseppe Ghetti - Via Sgarzeria 30 - 41121 Modena - Francobolli di Cecoslovacchia ed area.
Cerco sempre francobolli di Austria e Ungheria usati in Cecoslovacchia prima del 1918, nei quali la località d'uso sia chiaramente individuabile.
Immagine
thiswas
Messaggi: 900
Iscritto il: 22 agosto 2007, 19:58
Località: Napoli

Re: Il terzo presidente

Messaggio da thiswas »

Un po' di insonnia mi permette di avere il tempo di leggere interventi splendidi come questo.
Grazie mille Giuseppe!
Ciao: Ciao:

Revised by Lucky Boldrini - November 2009
------------------------
S T A F F

Immagine
Ciao Italo.

Callan las cuerdas. La música sabía lo que yo siento. (Mute le corde. La musica sapeva quello che sento). J.L.Borges

Socio SOSIG n°11 - - - Colleziono Repubblica Nuova (fino al 2008) e nuovi a tema sport emessi dai paesi europei
Rispondi

Torna a “Repubblica Ceca e Slovacchia”

SOSTIENI IL FORUM