
settimana prossima dal 25 al 29 PELORO 2007 nuova esposizione del Circolo Filatelico Peloritano
a Venetico Superiore, paesino della zona tirrenica in provincia di Messina...
se vi va.... io sarò li "chissà come mai...."

Paolo Miroddi ha scritto:Ciao, Antonio !
E' già disponibile un programma della mostra di dicembre a Messina ?
saluti
Paolo
Giovanni Piccione ha scritto:Conto di venire a dare un'occhiata sabato mattina.
MESSINA. Ore 5,21 di lunedì 28 dicembre 1908. Da poche ore si sono spenti i riflettori sulla rappresentazione domenicale dell’”Aida” al Teatro Vittorio Emanuele. La città dorme. Silenzio. La terra trema. Il mare si gonfia e investe la linea costiera. E’ il terremoto, violentissimo. E’ il maremoto, devastante. Trentasette secondi che segneranno una linea di demarcazione netta nella storia di Messina. La città è rasa al suolo mentre scoppiano violenti incendi. Circa centomila sono le vittime registrate complessivamente sulle due sponde dello Stretto. Sangue. Pianti. Dolore. Macerie. Morti ovunque.
Sono passati cento anni dal tragico evento. La città è risorta da quelle rovine bagnate dalle lacrime e dal sudore della ricostruzione.
Per ricordare la “città che fu” e chi perse la vita in quella tragica alba invernale, nel centenario del sisma, il “Circolo Filatelico Peloritano” organizzerà alla Camera di commercio, dal 18 al 21 dicembre, la “Messina com’era”, mostra di cartoline d’epoca che saranno affiancate da collezioni di filatelia tematica e “open class” del “Gruppo Scienza e Tecnica” del “Cift” (“Centro Italiano Filatelia Tematica”). Un evento di grande rilevanza culturale, questo, voluto dall’Associazione presieduta da Giuseppe Fonseca che, nell’occasione, celebrerà il 30° della sua fondazione. Le raccolte di cartoline, tutte originali, rappresenteranno, in particolare, tre momenti della storia della Città dello Stretto: Messina prima del terremoto, la catastrofe e la ricostruzione. Attraverso le prime sarà possibile ammirare molti edifici e monumenti che oggi, purtroppo, non esistono più. E’ il caso, ad esempio, della Palazzata, superba costruzione che si estendeva per oltre un chilometro parallelamente alla banchina portuale. E poi il Corso Vittorio Emanuele con i suoi carretti carichi di mercanzie e con le botti contenenti essenze agrumarie allineate e pronte per essere esportate. Quindi la fontana del Nettuno che sorgeva di fronte al Palazzo del Municipio, il Duomo in stile normanno con le carrozze trainate da cavalli ferme sulla piazza. La via Primo Settembre con le caratteristiche “Quattro fontane”, la chiesa dell’Annunziata, quella di San Gregorio con il campanile a spirale, quella di S. Maria La Scala. E ancora il Monte di Pietà, lo Chalet e il “Giardino a mare”, gli antichi ferryboat, i treni a vapore fermi alla stazione. Il vecchio tram. Quella Messina, insomma, che non c’è più. Rimangono le cartoline, con i loro “saluti” spensierati sul retro. “Messaggi” diversi, drammatici, invece, quelli riportati sul frontespizio o dietro le cartoline raffiguranti le macerie con i primi soccorsi ai superstiti: tra i primi a rendersi operativi, i marinai russi sbarcati dall’incrociatore “Makharoff” (nuovo di zecca e con a bordo anche personale civile del cantiere che lo aveva costruito) entrato in porto nonostante i numerosi relitti in mare. A Messina, sede della Prima squadriglia torpediniere della Regia Marina, si trovavano ancorate nel porto le navi “Serpente”, “Scorpione”, “Spica”, “Saffo” e l'incrociatore “Piemonte"; gli uomini delle ultime due navi sbarcarono subito, per prestare assistenza ai feriti. Numerose le foto che ritraggono i loro aiuti, così come quelle in cui figura il Re Vittorio Emanuele III, giunto successivamente a Messina. Singolarissime, infine, le vedute che ci riportano ai primi accampamenti, quindi alla ricostruzione, con numerose strutture in legno (baracche per civili abitazioni, uffici, il Duomo), accompagnate da frasi di speranza. Proprio per ripercorrere questa fase della “rinascita” della città (anche attraverso le direttive del piano predisposte da Luigi Borzì, ingegnere capo dell’Ufficio tecnico comunale), venerdì 19 dicembre, a partire dalle ore 18, sarà possibile partecipare, negli stessi locali della mostra, ad una conferenza della prof.ssa Maria Giuffrè, della Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo, sul tema: “Antonio Zanca a Messina”.
Tre gli annulli postali che saranno utilizzati in occasione dell’esposizione: il primo raffigurerà il prospetto della Camera di Commercio, il cui palazzo fu edificato dal 1880 al 1888 nell’area della chiesa e convento di San Camillo dei Crociferi. Gli altri due bolli postali riprodurranno i resti del Duomo e la mitica figura di Colapesce, giovane pescatore che, secondo una leggenda, tuffatosi in mare, decise di restare sott’acqua per sorreggere una delle tre colonne, ormai corrosa, sulle quali poggiava la Sicilia. Nella sede della manifestazione sarà possibile affrancare e far timbrare cartoline speciali con il nuovo francobollo emesso il 3 novembre 2008 proprio per il Centenario del terremoto del 1908. A ricordo della “Messina com’era”, il Comitato organizzatore ha realizzato un numero unico contenente interessanti articoli sul terremoto di Messina elaborati da studiosi e appassionati di storia della Città dello Stretto
CESARE GIORGIANNI dal quotidiano LA SICILIA in edicola oggi
Giovanni Piccione ha scritto:Confermo la mia visita per sabato mattina.