In qualsiasi stagione dell'anno, con la pioggia o col sereno, il dott. Camillo Pescatori scappava al mare ed io restavo "a dirigere" la casa d'asta di cui ero direttore e socio (di infima minoranza).
Talora, proprio in quei pomeriggi che dovevano essere di quasi relax, succedevano cose memorabili.
Una volta venne da Napoli un giovane avvocato con una quantità di francobolli spaventosa....ma questa è una storia che vi racconterò in un'altra occasione.
Quel venerdì pomeriggio di una data che non ricordo (era la fine degli anni '70) una delle impiegate mi disse che c'erano i sigg.ri......., due ottimi clienti che avrebbero desiderato il dottor Pescatori ma - in sua assenza - volevano parlare con me.
Non posso descriverli meglio perchè sono collezionisti molto conosciuti ed ancora "sulla breccia".
Dopo i soliti convenevoli, mi dissero che avevano trovato in un archivio una bella lettera che volevano mettere in asta.
Sapevano del mio amore per i francobolli del Regno di Napoli e quindi volevano mostrarla a me, prima che a chiunque altro.
Con molta circospezione, tirano fuori una busta "corazzata", poi un busta gialla e poi, dentro un'ulteriore protezione di plastica, una lettera affrancata con francobolli di Napoli.
Prima di mostramela, mentre io avrei voluto strappargliela dalle mani e vederla subito, mi intrannero sulle circostanze del ritrovamento, in mezzo ad un mucchio di ciarpame senza valore, ecc., ecc.
Poi comparve davanti a me, proprio sul mio tavolo, proprio fra le mie mani, una delle più belle lettere che io abbia mai visto.
Era una lettera da Napoli a Bari affrancata per un doppio porto di soli quattro grana...
Ma quel benedetto doppio porto era assolto con otto-pezzi-otto del 1/2 grano di seconda tavola del carminio più intenso e ben conservato che io abbia mai visto.

Mi spiegarono, ma non ce ne era bisogno, che quella lettera era fresca d'archivio e che - probabilmente - non aveva mai visto la luce dai giorni della spedizione postale.
La carta della lettera era compatta ed integra, i francobolli tutti perfettamente marginati, gli annulli nitidi e ben impressi.....
Insomma era un vero splendore.
Contrattammo... una decina di secondi il prezzo di partenza dell'asta, tutti ben consapevoli che quello era un dettaglio senza alcun interesse.
Quando raggiunsi Camillo Pescatori e gliela descrissi, mostrandogliene solo una fotocopia, mi prese per matto, notando il mio entusiasmo.
Poi facemmo fare le perizie, le foto, la descrissi e la inserii nella prima di copertina della successiva asta.
Quando uscì il catalogo, feci registrare la prima offerta: la mia.
Era per quella lettera meravigliosa e .... per tutto quel giorno e l'intera notte successiva
la mia offerta non venne superata.
Quindi - per tutto quel giorno e quella notte - la lettera rimase "potenzialmente" mia.
Non avevo ancora trent'anni, avevo una moglie e due bambine,tante spese e pochi soldi, ma l'avrei comprata volentieri.
Poi, con la posta del giorno dopo, arrivarono immediatamente altre offerte e la mia venne presto superata e dimenticata.
All'asta, dopo una bella lotta e fra tanti applausi, il dott. Giulio Bolaffi "si dimenticò" - come faceva spesso - alzato il suo cartellino sino all'aggiudicazione ed aggiunse quella lettera ai suoi "gioielli".
Era fantastica; eppure fu mia per un'intera notte.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti