
Giorgio,
i bolli della Baranya (capoluogo Pecs) risalgono al periodo immediatamente successivo alla Prima Guerra Mondiale, quando il conflitto era appena terminato e si doveva "decidere" cosa fare dell'Ungheria.
Prima essa era parte dell'Impero austro ungarico (pur con le sue "autonomie"), e i suoi confini erano decisamente più estesi di quelli attuali. Dopo la sconfitta nella guerra, la monarchia cadde, e fu proclamata prima una Repubblica, e poi una Repubblica Sovietica guidata da Bela Kun, che ebbe però vita abbastanza breve: da marzo ad agosto del 1919.
L'esistenza di questa Repubblica non giovò affatto all'Ungheria: nonostante il conflitto fosse in effetti terminato, si aprì infatti una nuova "mini-guerra", in cui Serbia, Romania e Cecoslovacchia combatterono il neonato regime, con la conseguenza di peggiorare la già precaria situazione della nazione, sia internamente (dove c'erano comunque forze che si opponevano al governo comunista) che nei confronti dei "vincitori" della Prima Guerra Mondiale, che dovevano ancora deciderne le sorti.
Quindi, in attesa di "spartirsi" i territori occupati, i "vicini", con l'aiuto decisivo anche dei francesi che nel frattempo erano "sbarcati" nell'area, occuparono un altro po' di zone, anche con la "scusa" di combattere il nuovo regime (chiaramente le Repubbliche di stampo sovietico non erano molto... "popolari"

in Europa...).
Questo è il motivo per il quale si trovano un bel po' di bolli ungheresi soprastampati per occupazioni varie nel 1919, quando la Prima Guerra Mondiale era già finita.
Insomma: i vincitori della Prima Guerra erano ovviamente Francia, Regno Unito ed Italia; gli alleati, in questo caso, Serbia (che divenne poi Serbia/Croazia/Slovenia e poi Jugoslavia), Romania e Cecoslovacchia, quasi tutti con rivendicazioni "postume" rispetto alla guerra vera e propria.
Alla fine i confini definitivi, che tenevano conto sia delle occupazioni avvenute nella Prima guerra che di quelle successive, furono stabiliti nel 1920 a Versailles, nel palazzo del "Grand Trianon" (da cui il nome del trattato); l'Ungheria perse di colpo più di 2/3

del suo territorio: la Transilvania andò completamente alla Romania (vedi i bolli di occupazione rumena di Temesvar, o Timisoara, sempre del 1919; una parte della Transilvania era già stata occupata nel corso della Grande Guerra, il resto nel 1919), Croazia, Slavonia e Vojvodina alla Serbia (e così l'Ungheria perse l'unico accesso al mare che possedeva), la Slovacchia e la Rutenia alla Cecoslovacchia. Il Banato (vedi bolli soprastampati "Banat-Bacska") fu spartito tra Jugoslavia (parte occidentale) e Romania. Altre zone rimasero occupate per un po' e poi restituite, come appunto la Baranya (Pecs e dintorni) e la città di Arad (vedi bolli di occupazione francese). Altre regioni, infine, "decisero" da che parte stare tramite referendum: il Burgenland andò all'Austria, Sopron optò per restare ungherese. Infine, anche lo status di Fiume (occupazione prima anglofrancese, poi italiana "irregolare" e successiva annessione all'Italia) deriva da questa situazione.
... scusa la lunghezza, ma mi sa di avere anche omesso qualcosa...
