
Il bollo "T. DI R. NAPOLI"
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- valerio66vt
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Re: I colori del 2 grana




Bellissima




Valerio
- cirneco giuseppe
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Re: I colori del 2 grana
Mario!
Che meraviglia
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Re: I colori del 2 grana



Bellissima




Stefano
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S T A F F
Colleziono nuovi ** del Regno d'Italia, Trieste A e B con varietà, Occupazione Jugoslava di Trieste, Istria e Litorale Sloveno e IV di Sardegna
SOSTENITORE
Re: I colori del 2 grana
Gentile Maestro Mario,
appena ho notato la tua lettera sono rimasto attonito per la grande bellezza
.
Essa non è solo preziosa per la rara gradazione di colore dell’affrancatura o per lo svolazzo e cerchio di TRANI, in quanto se si considerasse solo ciò, se ne sminuirebbe il nondimeno valore storico-postale che essa assume, per le seguenti considerazioni.
Permettimi, alcune riflessioni, frutto della mia consolidata "scemenza":

- La data 16 novembre 1860 (di partenza da Trani) indica che siamo nel periodo di Luogotenenza di Luigi Cralo Farini (9 nov.-16 dicembre 1860);
- Anche dopo la caduta del governo borbonico il servizio postale continuò secondo i regolamenti borbonici, sino al 28.02.1861;
- Dopo il 7 settembre 1860, a causa della partenza di Francesco II ed il concentramento delle truppe presso il Volturno, venne sospeso il servizio “via di terra” verso l’esterno delle ormai Province Napoletane (nel volume II – “Storia Postale” di Luigi Sirotti, ed Sassone 1999, riporta: ”I dispacci terrestri fra l’ufficio borbonico di Fondi e quello pontificio di Terracina, vennero sospesi dopo breve tempo e presumibilmente da prima della fine del mese di settembre fino verso la fine di novembre…..”.
- Per le lettere spedite “via di terra”, transitanti per lo Stato Pontificio, era obbligatoria l’affrancatura fino al confine del Regno delle Due Sicilie. Per le lettere semplici – di un foglio – gr. 5 per i Paesi italiani e di grana 7 per i Paesi al di là dell’ Italia.
Osservando la tua lettera, il mittente indica:”Napoli, Genova per Trieste”. Su essa non sono presenti i bolli “via di mare” anche se la menzionata indicazione “Genova” lascerebbe ritenere che l’inoltro da Napoli doveva avvenire con natanti, ma la presenza del lineare “Diritto Pontificio” ne attesta il suo inoltro per la “via di terra” . Comunque, la tua lettera dà inequivoche certezze, quelle di far “scomparire” dal menzionato testo del Grande “Sirotti”, la parola “presumibilmente” , in quanto ne attesta l’inoltro delle lettere “via terra” prima della fine del novembre 1860. Mi farebbe piacere conoscere la data dell’arrivo a Trieste.
A questo punto,
Maestro Mario, potresti cortesemente spiegarci il significato delle altre annotazioni scritte su esse per diritti di transito e quant’altro?
Inoltre, cortesemente ti chiedo un tuo personale parere su quel bollo circolare “T. DI R. NAPOLI” rosso che all’interno la cifra 4 scritta ad inchiostro nero?
napoletano
pasfil



appena ho notato la tua lettera sono rimasto attonito per la grande bellezza


Essa non è solo preziosa per la rara gradazione di colore dell’affrancatura o per lo svolazzo e cerchio di TRANI, in quanto se si considerasse solo ciò, se ne sminuirebbe il nondimeno valore storico-postale che essa assume, per le seguenti considerazioni.
Permettimi, alcune riflessioni, frutto della mia consolidata "scemenza":


- La data 16 novembre 1860 (di partenza da Trani) indica che siamo nel periodo di Luogotenenza di Luigi Cralo Farini (9 nov.-16 dicembre 1860);
- Anche dopo la caduta del governo borbonico il servizio postale continuò secondo i regolamenti borbonici, sino al 28.02.1861;
- Dopo il 7 settembre 1860, a causa della partenza di Francesco II ed il concentramento delle truppe presso il Volturno, venne sospeso il servizio “via di terra” verso l’esterno delle ormai Province Napoletane (nel volume II – “Storia Postale” di Luigi Sirotti, ed Sassone 1999, riporta: ”I dispacci terrestri fra l’ufficio borbonico di Fondi e quello pontificio di Terracina, vennero sospesi dopo breve tempo e presumibilmente da prima della fine del mese di settembre fino verso la fine di novembre…..”.
- Per le lettere spedite “via di terra”, transitanti per lo Stato Pontificio, era obbligatoria l’affrancatura fino al confine del Regno delle Due Sicilie. Per le lettere semplici – di un foglio – gr. 5 per i Paesi italiani e di grana 7 per i Paesi al di là dell’ Italia.
Osservando la tua lettera, il mittente indica:”Napoli, Genova per Trieste”. Su essa non sono presenti i bolli “via di mare” anche se la menzionata indicazione “Genova” lascerebbe ritenere che l’inoltro da Napoli doveva avvenire con natanti, ma la presenza del lineare “Diritto Pontificio” ne attesta il suo inoltro per la “via di terra” . Comunque, la tua lettera dà inequivoche certezze, quelle di far “scomparire” dal menzionato testo del Grande “Sirotti”, la parola “presumibilmente” , in quanto ne attesta l’inoltro delle lettere “via terra” prima della fine del novembre 1860. Mi farebbe piacere conoscere la data dell’arrivo a Trieste.
A questo punto,


Inoltre, cortesemente ti chiedo un tuo personale parere su quel bollo circolare “T. DI R. NAPOLI” rosso che all’interno la cifra 4 scritta ad inchiostro nero?







pasfil
- cirneco giuseppe
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Re: I colori del 2 grana
Pasfil,




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Re: I colori del 2 grana

La lettera fu spedita franca fino al confine pontificio con 5 grana. In entrata a Napoli essa venne tassata perché mancante del bollo per l'interno del Regno e sulla soprascritta si appose il bollo circolare " T. di R. NAPOLI" e manoscritta la cifra 4 corrispondente al doppio della tassa mancante. Il bollo circolare con la scritta T. di R. NAPOLI e la cifra manoscritta si trova su lettere dirette all'estero o in transito e non sufficientemente affrancate. Le lettere dovrebbero significare tasse di riscossione da restituire alle Poste di Napoli.
Lo Stato Pontificio evidenziò i suoi diritti in baj ( non leggibile) cui l'Italia aggiunse i suoi diritti di transito per un totale di 5,5 decimi corrispondenti a 22 kreuzer ( cifra in sanguigna).
I diritti austriaci, per località poste oltre 150 km dal confine italiano, erano 15 kreuzer ( cifra in sanguigna) ed il destinatario pagò all'arrivo 37 kreuzer corrispondenti a 22 + 15 manoscritti al recto in sanguigna.
Cordialmente Mario
Re: I colori del 2 grana
Grazie Maestro Mario,
ho ridato uno sguardo al volume del Sirotti, da me prima cennato, e ti confermo che a pag. 130, a proposito di "rapporti postali con lo Stato Pontificio", c'è scritto: ".......Con particolare attenzione va invece considerato il periodo che va dall'agosto al novembre 1860. E' il periodo dell'avanzata delle divisioni gariballdine...", "...e dell'assedio di Gaeta, durante il quale, la corrispondenza venne scambiata esclusivamente via di mare. L'ultima lettera da noi conosciuta senza l'indicazione della via di mare è del 15 agosto 1860, la prima successiva è del 27 novembre".
Pertanto, la tua ne fa anticipare la data.
Circa, la tariffa pagata, purtroppo la mancata adesione alla Lega postale austro-italica, che tra l'altro aboliva anche i diritti di transito, nonchè il susseguirsi degli eventi che hanno segnato la storia, ne hanno reso più difficile l'individuazione delle tasse, diritti e delle tariffe assoggettate. Questo rende la storia napoletana ancora più interessante.
Grazie anche per il parere sul bollo "T. DI. R. NAPOLI", poco descritto nella magnifica opera del Diena e che altri studiosi ne hanno indicato l'utilizzo legato alle lettere insufficentemente affrancate dirette fuori dal Regno.
pasfil
ho ridato uno sguardo al volume del Sirotti, da me prima cennato, e ti confermo che a pag. 130, a proposito di "rapporti postali con lo Stato Pontificio", c'è scritto: ".......Con particolare attenzione va invece considerato il periodo che va dall'agosto al novembre 1860. E' il periodo dell'avanzata delle divisioni gariballdine...", "...e dell'assedio di Gaeta, durante il quale, la corrispondenza venne scambiata esclusivamente via di mare. L'ultima lettera da noi conosciuta senza l'indicazione della via di mare è del 15 agosto 1860, la prima successiva è del 27 novembre".
Pertanto, la tua ne fa anticipare la data.
Circa, la tariffa pagata, purtroppo la mancata adesione alla Lega postale austro-italica, che tra l'altro aboliva anche i diritti di transito, nonchè il susseguirsi degli eventi che hanno segnato la storia, ne hanno reso più difficile l'individuazione delle tasse, diritti e delle tariffe assoggettate. Questo rende la storia napoletana ancora più interessante.
Grazie anche per il parere sul bollo "T. DI. R. NAPOLI", poco descritto nella magnifica opera del Diena e che altri studiosi ne hanno indicato l'utilizzo legato alle lettere insufficentemente affrancate dirette fuori dal Regno.



pasfil
- gianni tramaglino
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Re: I colori del 2 grana
borbone0 ha scritto:Ciao: a Voi tutti. Pasfil mi ha chisto di spiegare le annotazioni scritte. Cerco di dare le mie spiegazioni.
La lettera fu spedita franca fino al confine pontificio con 5 grana. In entrata a Napoli essa venne tassata perché mancante del bollo per l'interno del Regno e sulla soprascritta si appose il bollo circolare " T. di R. NAPOLI" e manoscritta la cifra 4 corrispondente al doppio della tassa mancante. Il bollo circolare con la scritta T. di R. NAPOLI e la cifra manoscritta si trova su lettere dirette all'estero o in transito e non sufficientemente affrancate. Le lettere dovrebbero significare tasse di riscossione da restituire alle Poste di Napoli.
Lo Stato Pontificio evidenziò i suoi diritti in baj ( non leggibile) cui l'Italia aggiunse i suoi diritti di transito per un totale di 5,5 decimi corrispondenti a 22 kreuzer ( cifra in sanguigna).
I diritti austriaci, per località poste oltre 150 km dal confine italiano, erano 15 kreuzer ( cifra in sanguigna) ed il destinatario pagò all'arrivo 37 kreuzer corrispondenti a 22 + 15 manoscritti al recto in sanguigna.
Cordialmente Mario
Caro Mario e cari amici napoletani , la busta che hai voluto cosi' gentilmente mostrare ha sicuramente diversi aspetti che insieme danno un valore di straordinaria rarità !In primis la presenza dei 7a ,veramente spettacolari, inoltre il particolare periodo storico ,cosi' ben evidenziato dall'amico Pietro-Pasfil e la complessissima tariffazione sulla lettera .... vero e durissimo banco di prova per chi intenda,seriamente, studiare il regno di Napoli !Naturalmente, e limitatamente ai miei recentissimi studi ,vorrei evidenziare e chiedere quanto in avanti vado ad esporre,scusandomi anticipatamente delle tante corbellerie che unirò in mezzo a possibili verità! La lettera parte da Trani per Trieste ,il mittente indicò Napoli,Genova.... non sapeva quindi che invece avrebbe fatto un tragitto via terra , la lettera diretta a Trieste , transitante per lo stato Pontificio, avrebbe dovuto essere affrancata per 7 grana e nel T.di R. fu segnato giustamente 4. A proposito del T.di R. l'amico Pietro dice rivolgendosi a Mario " Grazie anche per il parere sul bollo "T. DI. R. NAPOLI", poco descritto nella magnifica opera del Diena e che altri studiosi ne hanno indicato l'utilizzo legato alle lettere insufficentemente affrancate dirette fuori dal Regno " : giustissimo quanto dice Pietro, il grande Maestro Diena non ne conosceva appieno il significato , il Dello Buono ne allarga il significato e Mario ce lo spiega sopra. Ma l'unica trattazione (a me risultante) è stata fatta dallo studioso P. Venturini nel Vaccari magazine del 1995 che però si sofferma e tanto spiega sul bollo in questione limitatamente a lettere con destino finale Roma...... ma per il resto afferma di incontrare molte difficoltà anche per le lettere in partenza da Napoli ,transitanti per lo Stato pontificio con la stampigliatura in nero "Diritto Pontificio" e con la relativa tassa :Lo studioso ,afferma , che ci sono opinioni discordandi e pareri diversi e rimanda a altro articolo,che però ,mi sembrà,ad oggi non ha avuto luce! Peccato che nella lettera non vi vedano i diritti in baj per il transito pontificio. La mia ""lettura" si ferma qui...l'Amico Mario poi ci spiega magistralmente il percorso ...solo una domanda finale ,già rivolta da Pietro , mi farebbe piacere conoscere la data dell’arrivo a Trieste. Grazie a chiunque, al "nostro" Maestro in primis naturalmente, ad esperti dello Stato Pontificio che ci volessero meglio "istruire" sul "transito pontificio" e a chiunque abbia voglia di intervenire su questa stupenda lettera ,degna di cotanto studio e interesse!A voi tutti il mio felice continuare!gianni tramaglino
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- Antonello Cerruti
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Re: I colori del 2 grana
Permettetemi un ricordo all'ing. Piero Venturini di cui Gianni ha ricordato la passione per i francobolli di Napoli.
L'ho conosciuto all'inizio degli anni '70 e ne ho sempre apprezzato il grande amore per la storia e la filatelia legata al Regno di Napoli.
E' morto, già anziano, pochi anni fa e negli ultimi periodi della sua lunga vita abbiamo passato molti pomeriggi insieme.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti

L'ho conosciuto all'inizio degli anni '70 e ne ho sempre apprezzato il grande amore per la storia e la filatelia legata al Regno di Napoli.
E' morto, già anziano, pochi anni fa e negli ultimi periodi della sua lunga vita abbiamo passato molti pomeriggi insieme.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: I colori del 2 grana
Gianni, la lettera che ho postato l'ho scannerizzata soltanto al recto perché non pensavo gosse importante per Voi la data di arrivo. L'ho riposta,poi, in Banca dove conservo la mia collezione. Appena mi sarà possibile la riprenderò e Vi posterò il verso. Questi i motivi per cui non ho risposto a Pietro. Cordialmente Mario
- gianni tramaglino
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Re: I colori del 2 grana
borbone0 ha scritto:Gianni, la lettera che ho postato l'ho scannerizzata soltanto al recto perché non pensavo gosse importante per Voi la data di arrivo. L'ho riposta,poi, in Banca dove conservo la mia collezione. Appena mi sarà possibile la riprenderò e Vi posterò il verso. Questi i motivi per cui non ho risposto a Pietro. Cordialmente Mario
Grazie all'Amico Mario : colgo l'occasione per esprimerTi -penso anche da parte di tutti i "napoletani" - i migliori auguri di felicissimo compleanno !!!
Ritornando alla tua splendida lettera ,vorrei aggiungere quanto segue...scusandomi sempre in anticipo di quanto potrei mal dire!!!!!!!
Se la lettera avesse avuto destinazione finale Roma con P.D. il diritto di affrancatura sarebbe stata di 15 grana , ma le lettere, regolarmente affrancate di un foglio . avevano i giusti francobolli fino al confine .....quindi la "nostra" lettera sarebbe stata tassata di 8 bajocchi , come la maggior parte delle lettere indirizzate allo Stato Pontificio. Ma la "tapina" ...era mancante di 2 grana, avendo destino Trieste e giustamente la tassa di rivalsa segna 4. Se- e sottolineo se- il mio ragionamento reggesse ,noi dovremmo leggere da qualche parte "10" bajocchi , se ipotizziamo che il diritto pontificio sia equiparabile alla tassa pontificia. Ma l'Amico Mario ci scrive "Lo Stato Pontificio evidenziò i suoi diritti in baj ( non leggibile)".....io allora mi domando e domando al Maestro: i diritti in baj non sono leggibili in quanto cancellati o altro ?
Presumo che ...arrivati in Italia ,la lettera doveva contenere , da qualche parte,la cifra in baj, in altro caso come avrebbero potuto segnare i funzionari preposti quanto ci insegna Mario " l'Italia aggiunse i suoi diritti di transito per un totale di 5,5 decimi corrispondenti a 22 kreuzer ( cifra in sanguigna)" .
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- gianni tramaglino
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- Iscritto il: 1 novembre 2007, 16:28
Re: I colori del 2 grana
sergio de villagomez ha scritto:Leggendo un articolo di Vito Mancini edito sulla pubblicazione di Romafil 2008, si parla di questo bollo rosso "T. di R. Napoli" relativamente ad una lettera da Napoli a Roma affrancata da un 5 grana, con il suddetto bollo recante la cifra manoscritta 5 nonchè il 20 segnato come tassazione in bajocchi. Ricordando quanto ritenuto dall'insigne collezionista Venturini, questo "T. di R." dovrebbe significare tassa di ritorno o di recupero o di rivalsa. Però manca sulla lettera l'annotazione obbligatoria affrancatura insufficiente che era prescritta dall'articolo 9 del "Regolamento per l'applicazione ed esecuzione del servizio postale" del 28 settembre 1857 per le lettere la cui affrancatura era forzosa: perchè manca questa annotazione? Come abbiamo visto, manca anche nella lettera postata da Mario.gianni tramaglino ha scritto:borbone0 ha scritto:La lettera fu spedita franca fino al confine pontificio con 5 grana. In entrata a Napoli essa venne tassata perché mancante del bollo per l'interno del Regno e sulla soprascritta si appose il bollo circolare " T. di R. NAPOLI" e manoscritta la cifra 4 corrispondente al doppio della tassa mancante. Il bollo circolare con la scritta T. di R. NAPOLI e la cifra manoscritta si trova su lettere dirette all'estero o in transito e non sufficientemente affrancate. Le lettere dovrebbero significare tasse di riscossione da restituire alle Poste di Napoli.
Lo Stato Pontificio evidenziò i suoi diritti in baj ( non leggibile) cui l'Italia aggiunse i suoi diritti di transito per un totale di 5,5 decimi corrispondenti a 22 kreuzer ( cifra in sanguigna).
I diritti austriaci, per località poste oltre 150 km dal confine italiano, erano 15 kreuzer ( cifra in sanguigna) ed il destinatario pagò all'arrivo 37 kreuzer corrispondenti a 22 + 15 manoscritti al recto in sanguigna.
Cordialmente Mario
La lettera parte da Trani per Trieste ,il mittente indicò Napoli, Genova.... non sapeva quindi che invece avrebbe fatto un tragitto via terra , la lettera diretta a Trieste , transitante per lo stato Pontificio, avrebbe dovuto essere affrancata per 7 grana e nel T.di R. fu segnato giustamente 4... il grande Maestro Diena non ne conosceva appieno il significato , il Dello Buono ne allarga il significato. Ma l'unica trattazione (a me risultante) è stata fatta dallo studioso P. Venturini nel Vaccari magazine del 1995 che però si sofferma e tanto spiega sul bollo in questione limitatamente a lettere con destino finale Roma...... ma per il resto afferma di incontrare molte difficoltà anche per le lettere in partenza da Napoli ,transitanti per lo Stato pontificio con la stampigliatura in nero "Diritto Pontificio" e con la relativa tassa :Lo studioso ,afferma , che ci sono opinioni discordandi e pareri diversi e rimanda a altro articolo,che però ,mi sembrà,ad oggi non ha avuto luce! Peccato che nella lettera non vi vedano i diritti in baj per il transito pontificio.
Qualcuno sa altre cose su questo bollo? Oppure ha da mostrare altre lettere in cui è presente?
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Cari amici napoletani...e carissimo Sergio, grazie per il tuo sagace intervento!La lettera di Mario,merita ,a mio parere,ancora di attento studio,per la sua estrema particolarità data la sua destinazione inusitata e i suoi vari passaggi, a mio modestissimo parere non totalmente esaustivizzati. Ma tornando al tuo quesito,mi rifaccio a ciò che scrisse l'ingegner Venturini nel'unico (forse) studio sul T.d.R. . Analizzando i Suoi documenti in possesso o visione egli ci scrive che la stampigliatura "affrancatura insufficiente " veniva SPESSO adoperata....quindi è ovvio per deduzione non sempre. Allego scansione di due documenti .....e attendo i vostri contributi su questo affascinante dibattito!Felice sia il continuare sabatino!gianni tramaglino
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- sergio de villagomez
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Re: I colori del 2 grana
Leggendo un articolo di Vito Mancini edito sulla pubblicazione di Romafil 2008, si parla di questo bollo rosso "T. di R. Napoli" relativamente ad una lettera da Napoli a Roma affrancata da un 5 grana, con il suddetto bollo recante la cifra manoscritta 5 nonchè il 20 segnato come tassazione in bajocchi. Ricordando quanto ritenuto dall'insigne collezionista Venturini, questo "T. di R." dovrebbe significare tassa di ritorno o di recupero o di rivalsa. Però manca sulla lettera l'annotazione obbligatoria affrancatura insufficiente che era prescritta dall'articolo 9 del "Regolamento per l'applicazione ed esecuzione del servizio postale" del 28 settembre 1857 per le lettere la cui affrancatura era forzosa: perchè manca questa annotazione? Come abbiamo visto, manca anche nella lettera postata da Mario.gianni tramaglino ha scritto:borbone0 ha scritto:La lettera fu spedita franca fino al confine pontificio con 5 grana. In entrata a Napoli essa venne tassata perché mancante del bollo per l'interno del Regno e sulla soprascritta si appose il bollo circolare " T. di R. NAPOLI" e manoscritta la cifra 4 corrispondente al doppio della tassa mancante. Il bollo circolare con la scritta T. di R. NAPOLI e la cifra manoscritta si trova su lettere dirette all'estero o in transito e non sufficientemente affrancate. Le lettere dovrebbero significare tasse di riscossione da restituire alle Poste di Napoli.
Lo Stato Pontificio evidenziò i suoi diritti in baj ( non leggibile) cui l'Italia aggiunse i suoi diritti di transito per un totale di 5,5 decimi corrispondenti a 22 kreuzer ( cifra in sanguigna).
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Qualcuno sa altre cose su questo bollo? Oppure ha da mostrare altre lettere in cui è presente?


STAFF
Oh! Qui io fisserò il mio sempiterno riposo, e scoterò, da questa carne stanca del mondo, il giogo delle avverse stelle (W. Shakespeare - Giulietta e Romeo)
Oh! Qui io fisserò il mio sempiterno riposo, e scoterò, da questa carne stanca del mondo, il giogo delle avverse stelle (W. Shakespeare - Giulietta e Romeo)
Re: I colori del 2 grana
Ciao Gianni e ben tornato (finalmente) all'amico Sergio,
secondo me il quesito potrà essere sciolto per il seguente motivo:
come avevo già scritto, l'Amministrazione postale del Regno delle Due Sicilie non aderì alla convenzione della Lega postale Autro-Italica che tra le tante cose stabilina l'abolizione dei diritti di transito per le corrispondenze anche nello Stato aderente.
Pertanto, la mancata adesione incideva pesantemente sulle tariffe per lettere inviate dai territori borbonici.
Nel periodo di inoltro della lettera di Mario non era obbligatorio affrancare la corrispondenza per l'intera trariffa (fino alla consegna), ma era obbligatorio affrancarla fino al confine dello Stato Pontificio, quindi grana 7 (e non gr. 5).
Dal settembre al novembre 1860 erano sospesi o incerti gli scambi epistolari per "le vie di terra" tra il Regno borbonico e quello Papale a causa degli eventi determinati dall'arrivo di Garibaldi e la caduta del giovane Francesco, quindi la corrispondenza per gli altri Stati proseguiva per le "vie di Mare" con natanti anche di diverse Bandiere.
Ritornando alla lettera del Maestro, essa non veniva inoltrata franca sino a destino, in quanto sulla stessa non vi sono bolli che ne attestino l'avvenuto pagamento da parte del mittente, così il destinatario doveva pagare il residuo esoso porto. Anzi, in questo caso dovette sorbirsi anche la maggiorazione per la l'affrancatura non sufficiente per la sola spettanza borbonica, la cui somma venne indicata nel bollo "T. DI. R. NAPOLI", quindi (rispondendo all'amico Sergio) in un certo senso quel bollo circolare stava proprio ad indicare la "insufficienza di francatura" per il solo dovuto borbonico, somma che l'Amministrazione di consegna della lettera doveva restituire a quella "napoletana". Credo perciò che il bollo di insufficienza di francatura, indicato da Sergio, veniva utilizzato per le lettere all’interno del Regno (ne ho diverse lettere con tali annotazioni ed appositi bolli circolari) e (scusatemi aggiungo) quello su due righe (sulle lettere di Gianni) per le lettere dirette all'estero insufficientemente affrancate ma con il porto interno borbonico regolarmente pagato
Però le due lettere postate da Gianni smentisconono questa mia ipotesi, avvaloradone il contemporaneo uso sia di quello circolare che quello su due righe. Anche se per me hanno finalità d'informazione diverse.
.
pasfil
P.S.: Gianni, apri il telo!!
secondo me il quesito potrà essere sciolto per il seguente motivo:
come avevo già scritto, l'Amministrazione postale del Regno delle Due Sicilie non aderì alla convenzione della Lega postale Autro-Italica che tra le tante cose stabilina l'abolizione dei diritti di transito per le corrispondenze anche nello Stato aderente.
Pertanto, la mancata adesione incideva pesantemente sulle tariffe per lettere inviate dai territori borbonici.
Nel periodo di inoltro della lettera di Mario non era obbligatorio affrancare la corrispondenza per l'intera trariffa (fino alla consegna), ma era obbligatorio affrancarla fino al confine dello Stato Pontificio, quindi grana 7 (e non gr. 5).
Dal settembre al novembre 1860 erano sospesi o incerti gli scambi epistolari per "le vie di terra" tra il Regno borbonico e quello Papale a causa degli eventi determinati dall'arrivo di Garibaldi e la caduta del giovane Francesco, quindi la corrispondenza per gli altri Stati proseguiva per le "vie di Mare" con natanti anche di diverse Bandiere.
Ritornando alla lettera del Maestro, essa non veniva inoltrata franca sino a destino, in quanto sulla stessa non vi sono bolli che ne attestino l'avvenuto pagamento da parte del mittente, così il destinatario doveva pagare il residuo esoso porto. Anzi, in questo caso dovette sorbirsi anche la maggiorazione per la l'affrancatura non sufficiente per la sola spettanza borbonica, la cui somma venne indicata nel bollo "T. DI. R. NAPOLI", quindi (rispondendo all'amico Sergio) in un certo senso quel bollo circolare stava proprio ad indicare la "insufficienza di francatura" per il solo dovuto borbonico, somma che l'Amministrazione di consegna della lettera doveva restituire a quella "napoletana". Credo perciò che il bollo di insufficienza di francatura, indicato da Sergio, veniva utilizzato per le lettere all’interno del Regno (ne ho diverse lettere con tali annotazioni ed appositi bolli circolari) e (scusatemi aggiungo) quello su due righe (sulle lettere di Gianni) per le lettere dirette all'estero insufficientemente affrancate ma con il porto interno borbonico regolarmente pagato
Però le due lettere postate da Gianni smentisconono questa mia ipotesi, avvaloradone il contemporaneo uso sia di quello circolare che quello su due righe. Anche se per me hanno finalità d'informazione diverse.
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pasfil
P.S.: Gianni, apri il telo!!
Re: I colori del 2 grana

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Re: I colori del 2 grana
Buona domenica Mario,
e a tutti gli amici "napoletani".
Chiari anche i transiti: sul recto Stato Pontificio, poi sul verso Firenze 26.11.1860, la mattina a buon ora Milano 29.11.1860 (almeno sembra ed ormai Regno di Sardegna) e lo stesso giorno giunge a Trieste, ancora territorio Austriaco.
Grazie.
Pietro
e a tutti gli amici "napoletani".



Chiari anche i transiti: sul recto Stato Pontificio, poi sul verso Firenze 26.11.1860, la mattina a buon ora Milano 29.11.1860 (almeno sembra ed ormai Regno di Sardegna) e lo stesso giorno giunge a Trieste, ancora territorio Austriaco.
Grazie.



Pietro
- gianni tramaglino
- Messaggi: 968
- Iscritto il: 1 novembre 2007, 16:28
Re: I colori del 2 grana
....Grazie a Mario per averci mostrato la parte mancante della sua stratosferica lettera....rimane il rammarico per la non leggibilità dei diritti pontifici,ma la ricostruzione tariffaria fornitaci dall " Amico e Maestro Mario e sottilineata con dovizia dal "semprepresente" Pietro Pasfil fanno da cornice a una splendida discussione su una straordinaria lettera! Felice sia il continuare!gianni tramaglino
Revised by Lucky Boldrini - November 2010
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