Antonello Cerruti ha scritto:Dal catalogo Partenophil:
"
lotto 132 - Napoli - Croce di Savoia su fascetta completa da Napoli per Cosenza. SPL. Cert. Diena, Raybaudi. 4000"
Nessuno dei tre periti - dei quali appaiono le firme vicine al francobollo - potrebbe aver sbagliato.
[Salvo diversa indicazione che potrebbe essere presente sul certificato].
E neppure il venditore, tranne laddove lo spostamento del francobollo risultasse molto evidente e ben visibile.
Vi spiego come imposterei questa difesa "d'ufficio" e tenterei la carta dell'assoluzione perchè il fatto non sussiste o, quanto meno, per insufficienza di prove.
Il francobollo è originale e la fascetta altrettanto; questi sono dati acquisiti.
Hanno solo firmato una fascetta originale con un francobollo originale.
Che la stessa aderisca ad un giornale antecedente alla data di emissione del francobollo è questione non pertinente e comunque ininfluente perchè nulla può provare che il destinatario non abbia chiesto un numero arretrato e quindi - in questo caso - sarebbe perfettamente congrua la discrepanza fra data di edizione del giornale e data di emissione del francobollo.
Quindi sia ad Enzo Diena che a Serena Vignati non può essere - logicamente - addebitato alcun errore.
Passiamo ora ad esaminare la questione relativa alla firma di Emilio Diena.
La sigla del Maestro è posizionata fuori dalla fascetta e vicina la francobollo.
Quindi interessa la porzione di giornale e quanto vi era al momento applicato
al momento della firma.
Noi esaminiamo solo oggi quel frammento ma nessuno ci dice che al monento della firma ci fosse un'altra fascetta ed un altro francobollo (ad esempio un 1/2 grano del Regno), pezzo di valore non alto e questo giustificherebbe la presenza di una semplice sigletta.
Qualcuno potrebbe ribattere che le tesi a difesa di Enzo Diena e di Serena Vignati sono inconciliabili con quella a difesa del Maestro Emilio Diena.
Ebbene io dico che ciascun perito ha avuto modo e compito di esaminare il pezzo nel suo tempo e secondo la sua cultura filatelica e dunque ciascuno ha potuto prendere visionene solo della sua realtà immanente, senza la possibilità di conoscere quanto sarebbe avvenuto dopo o successe prima.
Questi fatti possono succedere in presenza dei temibili "annulli non passanti", incidenti che possono realmente nascondere terribili nefandezze.
Infine, è da scusare il venditore che si è lasciato abbagliare da ben tre firme, di cui almeno una recente.
In sostanza ribadisco, caro Pasfil e cari e pazienti lettori, che talora anche i crimini peggiori possono non avere un colpevole e quindi chiedo l'assoluzione per tutti i protagonisti di questa vicenda.
Certo che , comunque, un pezzo così ......
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Ciao
Antonello ed un saluto a tutti.
Assolutamente nessun processo o atto d’accusa ho voluto muovere con il mio post, avendo l’esclusivo fine, come al mio solito e dei tanti di questo forum, di ribadire il diritto di tutela del portafogli, del rispetto e della dignità che il mercato deve riconoscere al destinatario finale del prodotto, quindi del collezionista, altrimenti è la fine per tutti.
Comunque, anche dalla Tua abile arringa difensiva ravviso spunti che interpretati sotto diversa veste potrebbero rivelarsi a sfavore dell’assistito, concorrendo così a formare la prova dell’accusa a suo carico.
Con quelle poche righe ho ritenuto doveroso informare il collezionista (potenziale cliente) e la parte venditrice (Partenophil e Filisothelia) che quel pezzo,
non dimentichiamoci descritto come splendido (SPL) al costo di euro 4.000,00, in realtà presenta una evidente manomissione. E se me ne sono accorto io, non comprendo il perché non se ne siano potuti o dovuti accorgere il perito ed il venditore, soggetti giuridicamente professionali.
Il ricorso al perito, quindi del certificato, serve a fugare ogni dubbio, altrimenti che senso ha
Ne approfitto per chiedere cortesemente ad
Antonello che tipo di certificato avrebbe redatto su quel pezzo, proprio tenendo conto di quanto da Egli stesso sostenuto
Inoltre, ne approfitto per chieder
Gli e mi rivolgo anche a chiunque altro voglia intervenire, delle delucidazioni o pareri sui seguenti aspetti:
1) Vi è capitato di vedere o sapere dell’esistenza di altre certificazioni positive di Crocette utilizzate nel mese di novembre 1860

Io no!
2) Vi è capitato di vedere o sapere dell’esistenza di altre certificazioni positive di Crocette apposte su spedizioni tardive di 12 giorni

Io no!
3) Vi è capitato di vedere o sapere dell’esistenza di altre certificazioni positive di Crocette apposte su spedizioni tardive e con annullo non passante

Io no!
4) Mi risulta (riscontrabile su immagini di riviste, cataloghi e testi) che il Grandissimo Emilio Diena e non solo Lui firmava esemplari con Crocette, perché importanti, apponendo l’iniziale del nome ed il cognome per esteso (E. Diena). Allora perché il caso in esame dovrebbe costituire una eccezione

Io, anche per questo ne ribadisco l’ipotesi dell’errore peritale da parte del secondo perito, del terzo e dei futuri a venire!
5) Perché del ritenuto uso tardivo (per alcuni), sommato alla posizione della Croce e dell’annullato, quindi dell’evidente e palese sospetta condizione, non vi è data menzione chiarificatrice nel successivo certificato Diena
6) Rispetto il certificato Diena, come mai quella crocetta si è potuta staccare da sola, ripulire e riapplicare da sola, per altro in modo diverso dalla precedente collocazione
7) Si può considerare come splendida “SPL” un pezzo ossidato e poi ripulito in maniera evidente senza farne menzione nella vendita
Ho chiesto cortesemente immagine dei certificati (Diena e Raybaudi) al fine di poter capire quando l’ultima manomissione che ho segnalato e riportato in immagine si è verificata.
Mi fermo qui perché già faccio fatica a leggermi e sicuramente apparirò petulante.
E’ chiaro, ognuno rimane libero di spendere i propri soldini come meglio crede e pensarla come vuole.
pasfil