luciano garagnani ha scritto:Ciao ha scritto:Personalmente, scusami, ma non condivido affatto!
Apporre un'etichetta espresso su una busta anni dopo il suo annullamento, con lo scopo di migliorarne la "godibilità" estetica e la "verosomiglianza" filatelica attribuendole un servizio (recapito espresso) di cui in realtà non ha mai goduto per giustificare la spedizione in tariffa é un'operazione che falsa l'originalità della busta (a mio parere, ovviamente).
Non sto assolutamente dicendo che la busta non sia originale, ma certamente nel gennaio 1944 non aveva l'etichetta espresso.
Sebbene l'etichetta sia coeva e "avrebbe potuto" essere apposta all'epoca, resta il fatto che venne apposta da persona diversa dal mittente/addetto postale che ne curò l'inoltro e l'operazione avvenne anni dopo solo per "abbellimento estetico".
Io sono dell'idea che un documento non debba mai essere alterato o "migliorato" in questo modo.
Accetto solamente la cancellazione delle scritte a matita.

Ribadisco alcuni punti del mio pensiero.
Se la busta è filatelica vuol dire che è stata costruita. L'applicazione dell'etichetta in fondo fa parte della "costruzione"; era stata dimenticata.
Se, come mi dici, quella busta non è stata spedita, ma è stata solo annullata il 10 gennaio 1944 dell'ufficio postale, poco importa se l'etichetta è stata messa prima o dopo. In ogni caso non ha viaggiato.
La cosa importante, secondo me, è che quegli annulli siano EFFETTIVAMENTE stati apposti il 10 gennaio 1944 e non, ad esempio, il 10 gennaio 1946, dopo avere chiesto all'ufficio postale di correggere il datario. In questo caso non si tratterebbe più di un documento filatelico ma di un falso.

Forse mi sono spiegato male: la busta venne costruita da Gatto, che era ispettore delle Poste a Brescia nel 1944.
Non essendo riuscito ad avere alcun francobollo da Lire 1,75, ne comprò uno da un collega che aveva incettato il foglio, che glielo vendette per la "modica" cifra di Lire 1.000 per il singolo francobollo, più Lire 1.750 per rimborsargli il danno di aver rovinato il foglio.
Fatto questo, con l'unico francobollo costato una fortuna venne confezionata la busta, senza etichetta di espresso, che venne affidata ad un postino che la fece annullare (quindi la busta viaggiò affidata alla custodia di un postino di fiducia - non si sa se raggiunse mai la destinazione o se, fatta tappa nell'ufficio di arrivo, tornò immediatamente al mittente, che la mise in collezione).
La busta sicuramente non viaggiò con i canali postali consueti, ma viaggiò affidata ad un uomo dell'amministrazione postale, quindi viaggiò.
Fu costruita, non conteneva alcuna corrispondenza epistolare, ma venne annullata.
Stop.
Dopo anni venne aggiunta l'etichetta di espresso, che non aveva niente a che fare con le modalità con cui era viaggiata quella busta ma che coincideva con la tariffa di Lire 1,75 e quindi faceva risultare in "pseudo-tariffa" la busta, che all'origine non lo era affatto per la modalità con cui viaggiò.
In conclusione:
- busta originale ma frutto di costruzione fatta da un ispettore delle Poste;
- viaggiata non tramite i canali postali regolamentari;
- affrancatura di Lire 1,75 costata in realtà Lire 2.750;
- etichetta espresso aggiunta anni dopo, per far figurare in tariffa espresso una busta per l'interno che in realtà non lo era affatto.
A mio personalissimo giudizio: busta autentica (non c'é niente di falso) ma non originale (quando viaggiò, pur se in modo non regolamentare, non si presentava come si presenta oggi).
Questo non per puntiglio, ma per doverosa chiarezza nei confronti del proprietario della busta.
Per chi colleziona "francobolli su busta" questa é una gemma della R.S.I., per chi colleziona storia postale R.S.I. lo é un po' meno.