Premetto che ciascuno può collezionare ciò che vuole. Ci mancherebbe.
Se lo fa sapendo cosa colleziona (francobolli, pseudo-francobolli, etichette), in ogni sfacettatura che questi oggetti hanno (valore storico, venale, collezionistico, affettivo), tanto meglio.
E credo che fino a qui più o meno siamo tutti sulla stessa linea.
Le differenze nascono se entriamo nel merito della validità che possono avere certe emissioni "sbarazzine".
Evidentememte abbiamo punto di vista diversi. Ma anche questo ci può stare.
Sono state citate, in ordine sparso, emissioni diversissime fra loro. GMA, Prove di RSI, Barge, Base Atlantica, ecc....
Ora, ognuno ha un suo approccio, per capire che senso dare alle cose.
Il mio è vicinissimo a quello di Ciao/Enrico:
"A mio parere tutto ciò che non é documentato non é certificabile e non é nemmeno catalogabile.
E' ovviamente collezionabile, ma non siamo nel campo della filatelia."Perchè, appunto, parliamo di filatelia e non,
a mio parere, di collezionismo nel senso più ampio.
Se non è possibile documentare almeno minimamente un'emissione, come facciamo a definirla "filatelica"?
Forse il punto è che nella vita, raramente esistono solo totalmente buoni e totalmente cattivi, solo neri e solo bianchi, ci sono infinite sfumature di grigi, da scurissimo a chiarissimo. Ma se non poniamo una linea di demarcazione (e quella mia e di Enrico penso sia chiara), temo non si vada da nessuna parte.
Alcuni esempi, che vi prego di prenedere con la dovuta "elasticità".
Le emissioni della Base Atlantica hanno una loro storia, esitono anche documenti che, seppur discussi, sono regolarmente viaggiati. Anche le emissioni del G.M.A. sono servite per affrancare, sebbene oggetti spesso filatelici, ma hanno avuto una "storia". Sulle prove in RSI, che non colleziono e quindi di cui so poco, posso però immaginare che si tratti di oggetti nati realmente all'epoca, stampati da chi non doveva ma poteva farlo, con punzoni forse "originali" e nelle stesse tipografie che realizzavano anche le soprastampe "buone al di sopra di ogni sospetto". Qui già siamo nel campo delle "costruzioni", forse, infatti io me ne sto alla larga. Anche per le emissioni CLN, ve ne sono di buone, meno buone ed inventate. Qui pure, non si può fare di tutta l'erba un fascio, ritengo. Io mi limito a quelle della Valle Bormida, per le quali, filateliche fin che si vuole, esistono documeti regolarmente viaggiati all'epoca. Le altre? Lascio a ciascuno la libertà di considerare buoni o meno decreti di Comitati, Sindaci e prefetti. Anche qui, però, in alcuni casi una certa stroria certe emissioni la hanno, e quindi posso avere una certa apertura.
Dove smetto di essere possibilista, è di fronte ad emissioni come l'A.M.S.
Perchè mi basta rendermi conto che, a tutt'oggi, non solo non ho mai visto un solo documento originale viaggiato con un solo francobollo con tale soprastampa, ma cosa assai più sintomatica, non si è ancora in grado di capire che significato abbia la sigla A.M.S. Che un perito come Sorani si sbilanci a certificarla, dandole tra l'altro un suo personale senso, mi fa intristire. Che nel certificato abbia poi inserito anche fra parentesi il nome del catalogo Sassone, ma senza poi darne un numero, che senso ha? Se non esiste una catalogazione Sassone, almeno, per cortesia, non citare il Sassone. O vuoi dare all'emissione una "parvenza" di legittimità, tanto basta citare il catalogo pur senza numero?
No, ed è questo il motivo del mio sdegno.
Un perito non deve compiere azioni così ambigue. Io, Enrico, Gampers, Francesco, penso sappiamo cosa facciamo. Ma quanti altri meno informati potrebbero lasciarsi abbagliare da un certificato e pensare: beh, se lo "garantisce" Sorani, sarà senz'altro buono!
Questo è l'aspetto che mi ha fatto intristire ed anzi imbestialire.
Per carità, ho l'umiltà di fare anche marcia indietro e chiedere scusa a tutti, se l'emissione A.M.S. dovesse diventare "ufficiale", ma fino a quel momento non riesco a considerarla nulla più che un'invenzione (forse

) dell'epoca. E se questo basta per farla rendere filatelica e certificabile (ma in base a cosa un perito può avere "
moralmente" il coraggio di garantire l'originalità di una soprastampa privata che più privata non si può???), allora ripeto, provocatoriamente:
Se mio padre, all'epoca, perchè ad esempio valente tipografo, avesse soprastampato un foglio da 100 esemplari del 50 centesimi imperiale con la sigla S.S.A., e un notaio sempre all'epoca potesse garantire che tale soprastampa venne apposta a Milano il 26 aprile 1945, avremmo un francobollo con soprastampa originale dell'epoca.
O no??
La mia non è una crociata contro Sorani, che stimo e rispetto come uno dei maggiori esperti nel suo campo.
Ma stavolta, scusate, non lo capisco nè condivido la sua azione.
Che ritengo pericolosa, per la filatelia.Se mai qualcuno, abbagliato dal certificato, dovesse essere indotto a spendere che ne so, 150 euro per una serie del genere, sorretto dal conforto di un certificato (sennò, mi spiegate che senso avrebbe un certificato che pure ha il suo costo, 50 Euro di spese per una emissione che è "di fantasia" ???), come si sentirebbe una volta scoperto realmente cosa ha comprato?
Lo so, sono stato lunghissimo, stavolta.
Ma era per una questione di principio.
Grazie a chi avrà avuto la pazienza di leggermi fino in fondo!!!!!!
A tutti, proprio a tutti, un caro saluto
Roberto