1933 - I trittici del "volo di ritorno"
- miticofranca
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1933 - I trittici del "volo di ritorno"
su ebay c'è un'asta per il trittico del volo di ritorno, non credevo ne esistesse uno di esemplari
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Re: volo di ritorno
miticofranca ha scritto:su ebay c'è un'asta per il trittico del volo di ritorno, non credevo ne esistesse uno di esemplari
Non capisco cosa vuoi dire con quello che ho evidenziato: mi spieghi?
Michele
- miticofranca
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Re: volo di ritorno
Pensavo che non esistessero in circolazione esemplari del volo di ritorno , credevo fossero stati tutti inceneriti perchè mai utilizzati
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Re: volo di ritorno
Mi sembra di ricordare che tutta la tiratura fosse stata venduta dalle poste "per fini collezionistici" ed acquistata da un grande "collezionista" (tutti gli esemplari che ho visto - uno anche dal vivo - portano la sua firma).
Roberto
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- Antonello Cerruti
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Re: volo di ritorno
Ne esistono cinquecento esemplari.
Un migliaio, invece, sono quelli certificati.....
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Un migliaio, invece, sono quelli certificati.....


Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
- Antonello Cerruti
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Re: volo di ritorno
Per saperne di più su questo francobollo, è sufficiente andare a leggere le pagine ad esso dedicate su http://www.italianstamps.it/ nel capitolo dedicate ai francobolli della posta aerea del Regno.
Per i più pigri, incollo qui alcune note su questo francobollo che sono lì pubblicate.
Venticinque fogli del valore da L. 5,25 + 44,75 ricevettero, sulla sezione di destra, la soprastampa “VOLO DI RITORNO / NEW YORK-ROMA”, ma non poterono essere utilizzati per affrancare gli aerogrammi dagli Stati Uniti d’America in quanto l’autorizzazione del Postmaster General americano giunse quando la formazione aerea era già in volo
La tiratura di soli 500 esemplari (25 per ogni sigla) rende questo francobollo una grande rarità della collezione dei francobolli del regno d’Italia; segnaliamo le “pale”, le quartine e il foglio intero che, probabilmente, è unico.
La “nascita” di questo francobollo è piuttosto singolare e molto interessante.
Il successo della vendita dei trittici normali, in Italia, fu molto limitato, soprattutto a causa dell’elevato valore facciale.
Alle 75 lire necessarie per l’acquisto dei due trittici corrispondevano 375 quotidiani, che costavano 20 centesimi ciascuno, oppure quindici pasti in un buon ristorante; facendo il rapporto con i costi odierni, tutti possono rendersi conto del costo effettivo di un aerogramma o di una serie nuova dei trittici.
Per ovviare a questo mancato introito, su cui il Ministero contava per far fronte - almeno in parte - alle spese generali della Crociera, qualcuno pensò di offrire questi oggetti filatelici anche sul mercato U.S.A., insieme a vari oggetti-ricordo della Trasvolata. Tra l’altro materiale offerto, questo speciale punto di vendita offrì anche i 7,70, ad un prezzo inferiore a quello stabilito dal Ministero per le vendite in Italia.
Ad un primo momento di euforia, determinato dal successo dell’impresa aviatoria, seguì un raffreddamento dell’interesse. Per cercare di commercializzare un altro quantitativo di trittici (teniamo sempre presente che ne erano stati stampati 200.000, mentre quelli adoperati sulle missive spedite non superò i 3.000), a qualcuno venne in mente di adoperarli anche per affrancare gli aerogrammi del volo di ritorno, imprimendo su di essi una soprastampa che li caratterizzasse, differenziandoli dagli altri, e li abilitasse a questa nuova utilizzazione.
L’iniziativa ricevette l’autorizzazione del Console d’Italia a New York, con lettera del 15 luglio 1933, e venticinque fogli del trittico da 5,25 + 44,75 lire ricevettero la soprastampa VOLO DI RITORNO NEW YORK - ROMA, apposta (probabilmente) da una tipografia locale.
Ma l’avallo del consolato italiano non era sufficiente a rendere questi trittici validi per affrancare la corrispondenza in partenza dal territorio americano. L’apposita autorizzazione del General Postmaster giunse dopo la partenza degli aerei; troppo tardi perché i trittici potessero essere utilizzati.
All’autore dell’iniziativa restano pertanto in mano 500 trittici da 50 lire ciascuno (per un valore facciale complessivo di ben 25.000 lire) con una soprastampa che è priva di un decreto o almeno di un’autorizzazione valida e riconosciuta.
A questo punto, per l’ideatore dell’operazione, l’alternativa è tra l’acquisto in proprio dei 500 pezzi, sborsando le 25.000 lire, oppure - soluzione assai più economica - reinserire i trittici soprastampati fra quelli normali e restituire il tutto, come se niente fosse, al Ministero dell’Aeronautica
Poiché questo pacco, con i 500 trittici soprastampati VOLO DI RITORNO, venne ritrovato tra quelli contenenti i trittici normali quando il Ministero vendette il blocco delle rimanenze invendute, sappiamo quale fu la decisione presa dall’intraprendente ideatore dell’iniziativa. Le cronache dell’epoca ci dicono che il consulente filatelico dell’epoca, presso il Ministero era il commendator Vittorio Lo Bianco e, quindi, dobbiamo ritenere che forse sia stato lui, o qualcuno del suo staff, a consigliare tutta l’operazione.
Il commerciante che nel 1938 acquistò, per una cifra - si dice - di 700.000 lire le rimanenze filateliche del Ministero dell’Aeronautica cercò naturalmente, con tutta la sua grande abilità, di valorizzare il materiale acquistato, tra cui anche i 500 pezzi con questa soprastampa di cui nessuno conosceva o ricordava l’esistenza.
I vari cataloghi italiani adottarono, negli anni, criteri differenti, a volte inserendo ed altre volte escludendo il trittico soprastampato VOLO DI RITORNO.
Questo trittico - peraltro venduto, anche se inconsapevolmente e diversi anni dopo, proprio dal ministero - ha raggiunto quotazioni molto elevate ed è entrato a pieno titolo nella collezione dei francobolli del regno d’Italia.
Nelle varie aste, in Italia ed all’estero, i trittici VOLO DI RITORNO vengono sempre contesi con molto accanimento, soprattutto se offerti in ottimale stato di conservazione.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Per i più pigri, incollo qui alcune note su questo francobollo che sono lì pubblicate.
Venticinque fogli del valore da L. 5,25 + 44,75 ricevettero, sulla sezione di destra, la soprastampa “VOLO DI RITORNO / NEW YORK-ROMA”, ma non poterono essere utilizzati per affrancare gli aerogrammi dagli Stati Uniti d’America in quanto l’autorizzazione del Postmaster General americano giunse quando la formazione aerea era già in volo
La tiratura di soli 500 esemplari (25 per ogni sigla) rende questo francobollo una grande rarità della collezione dei francobolli del regno d’Italia; segnaliamo le “pale”, le quartine e il foglio intero che, probabilmente, è unico.
La “nascita” di questo francobollo è piuttosto singolare e molto interessante.
Il successo della vendita dei trittici normali, in Italia, fu molto limitato, soprattutto a causa dell’elevato valore facciale.
Alle 75 lire necessarie per l’acquisto dei due trittici corrispondevano 375 quotidiani, che costavano 20 centesimi ciascuno, oppure quindici pasti in un buon ristorante; facendo il rapporto con i costi odierni, tutti possono rendersi conto del costo effettivo di un aerogramma o di una serie nuova dei trittici.
Per ovviare a questo mancato introito, su cui il Ministero contava per far fronte - almeno in parte - alle spese generali della Crociera, qualcuno pensò di offrire questi oggetti filatelici anche sul mercato U.S.A., insieme a vari oggetti-ricordo della Trasvolata. Tra l’altro materiale offerto, questo speciale punto di vendita offrì anche i 7,70, ad un prezzo inferiore a quello stabilito dal Ministero per le vendite in Italia.
Ad un primo momento di euforia, determinato dal successo dell’impresa aviatoria, seguì un raffreddamento dell’interesse. Per cercare di commercializzare un altro quantitativo di trittici (teniamo sempre presente che ne erano stati stampati 200.000, mentre quelli adoperati sulle missive spedite non superò i 3.000), a qualcuno venne in mente di adoperarli anche per affrancare gli aerogrammi del volo di ritorno, imprimendo su di essi una soprastampa che li caratterizzasse, differenziandoli dagli altri, e li abilitasse a questa nuova utilizzazione.
L’iniziativa ricevette l’autorizzazione del Console d’Italia a New York, con lettera del 15 luglio 1933, e venticinque fogli del trittico da 5,25 + 44,75 lire ricevettero la soprastampa VOLO DI RITORNO NEW YORK - ROMA, apposta (probabilmente) da una tipografia locale.
Ma l’avallo del consolato italiano non era sufficiente a rendere questi trittici validi per affrancare la corrispondenza in partenza dal territorio americano. L’apposita autorizzazione del General Postmaster giunse dopo la partenza degli aerei; troppo tardi perché i trittici potessero essere utilizzati.
All’autore dell’iniziativa restano pertanto in mano 500 trittici da 50 lire ciascuno (per un valore facciale complessivo di ben 25.000 lire) con una soprastampa che è priva di un decreto o almeno di un’autorizzazione valida e riconosciuta.
A questo punto, per l’ideatore dell’operazione, l’alternativa è tra l’acquisto in proprio dei 500 pezzi, sborsando le 25.000 lire, oppure - soluzione assai più economica - reinserire i trittici soprastampati fra quelli normali e restituire il tutto, come se niente fosse, al Ministero dell’Aeronautica
Poiché questo pacco, con i 500 trittici soprastampati VOLO DI RITORNO, venne ritrovato tra quelli contenenti i trittici normali quando il Ministero vendette il blocco delle rimanenze invendute, sappiamo quale fu la decisione presa dall’intraprendente ideatore dell’iniziativa. Le cronache dell’epoca ci dicono che il consulente filatelico dell’epoca, presso il Ministero era il commendator Vittorio Lo Bianco e, quindi, dobbiamo ritenere che forse sia stato lui, o qualcuno del suo staff, a consigliare tutta l’operazione.
Il commerciante che nel 1938 acquistò, per una cifra - si dice - di 700.000 lire le rimanenze filateliche del Ministero dell’Aeronautica cercò naturalmente, con tutta la sua grande abilità, di valorizzare il materiale acquistato, tra cui anche i 500 pezzi con questa soprastampa di cui nessuno conosceva o ricordava l’esistenza.
I vari cataloghi italiani adottarono, negli anni, criteri differenti, a volte inserendo ed altre volte escludendo il trittico soprastampato VOLO DI RITORNO.
Questo trittico - peraltro venduto, anche se inconsapevolmente e diversi anni dopo, proprio dal ministero - ha raggiunto quotazioni molto elevate ed è entrato a pieno titolo nella collezione dei francobolli del regno d’Italia.
Nelle varie aste, in Italia ed all’estero, i trittici VOLO DI RITORNO vengono sempre contesi con molto accanimento, soprattutto se offerti in ottimale stato di conservazione.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: volo di ritorno
Personaggio molto attivo: dopo i "volo di ritorno" si è inventato i francobolli del Corpo Polacco in Italia.Antonello Cerruti ha scritto: Le cronache dell’epoca ci dicono che il consulente filatelico dell’epoca, presso il Ministero era il commendator Vittorio Lo Bianco
Michele
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Re: volo di ritorno
così per curiosità questo signore che li ha comprati inizia per B e finisce per i?
Per Antonello, uno che compra un volo di ritorno e spende 20mila euro (ipotesi) ha il 50% di possibilità che non sia un reale volo di ritorno...un falso? un ... che cosa?
illuminaci
Per Antonello, uno che compra un volo di ritorno e spende 20mila euro (ipotesi) ha il 50% di possibilità che non sia un reale volo di ritorno...un falso? un ... che cosa?
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- Antonello Cerruti
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Re: volo di ritorno
Ciao.
Che i "Volo dfi Ritorno" li abbia trovati tutti Giulio Bolaffi nell'acquistare il pacco dei trittici dalle poste non è certo un segreto.
Che l'acquisto di un "Volo di Ritorno" senza la perizia Bolaffi sia, invece, la certezza di correre un bel rischio è una certezza.
Perchè, a suo tempo, tutti questi francobolli vennero certificati e muniti delle firma del dott. Giulio Bolaffi.
Chi afferma il contrario....ha i suoi buoni motivi per farlo.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Revised by Lucky Boldrini - November 2012
Che i "Volo dfi Ritorno" li abbia trovati tutti Giulio Bolaffi nell'acquistare il pacco dei trittici dalle poste non è certo un segreto.
Che l'acquisto di un "Volo di Ritorno" senza la perizia Bolaffi sia, invece, la certezza di correre un bel rischio è una certezza.
Perchè, a suo tempo, tutti questi francobolli vennero certificati e muniti delle firma del dott. Giulio Bolaffi.
Chi afferma il contrario....ha i suoi buoni motivi per farlo.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Revised by Lucky Boldrini - November 2012