giannicarraro ha scritto:Buongiorno Signor Piccione,
i progetti, i saggi, le prove ecc. vengono disegnati e stampati molto prima dell'emissione e senza nessun tipo di decreto, una volta approntati vengono sottoposti a una apposita commissione che sceglie il disegno (o il progetto) che a loro giudizio risponda a determinate caratteristiche e, dopo di questo, vi è tutta la normale trafila (decreto di emissione ecc.)
Questo conferma che l'oggetto in questione non c'entra niente con un francobollo.
Tutti possiamo disegnare e stampare qualcosa con l'idea di sottoporlo all'apposita commissione, ma che valore avranno i nostri disegnini?
Il cartoncino di cui Lei parla è molto interessante per il fatto che i francobolli ivi rappresentati sono poi stati effettivamente emessi.
Nel caso di cui parliamo, invece, non c'è stato (che si sappia) nemmeno l'esame della commissione. Non c'è un decreto, non c'è un ordine, non c'è un committente e non c'è un esecutore. Non c'è nemmeno una tariffa. Abbiamo dei diegnini su carta filigranata che somigliano a tante cose, che hanno caratteristiche contrastanti, ma che dei francobolli non hanno niente.
E la tesi del "progetto" non sta in piedi. E' solo il frutto di una elucubrazione postuma non basata sui fatti.
Al di là di ogni analisi microscopica su carta, inchiostro, filigrana, etc. etc. a fare di un pezzettino di carta un francobollo è l'autorità statale. In questo caso manca del tutto. Con buona pace di tutti e fermo restando che ognuno è libero di collezionare qualunque cosa.
luciano garagnani ha scritto: Il Poligrafico scrive in quel documento che non risponderà sull'argomento se non su richiesta dell'Autorità Giudiziaria.
E' necessario allora presentare ad un Tribunale la richiesta di un provvedimento, firmato da un giudice, che chiede al Poligrafico di rispondere in via ufficiale a proposito dell'autenticità dei 900 L.
Io non sono Avvocato, non sò quanto possa costare una pratica di questo tipo. Ma nel Forum ci sono degli Avvocati che potranno fornirci delle indicazioni, sulla procedura da seguire ed il costo.
Ciao Luciano.
Non è questione di costi, è questione di motivi.
Perché il giudice formuli una richiesta del genere c'è bisogno di una questione per dirimere la quale sia necessario accertare la provenienza del coso.
In base alle leggi attuali, il coso non è un falso, perché non riproduce un francobollo e "italia 900" lo posso scrivere anch'io dappertutto senza che nessuno sia autorizzato a chiedermene conto.
Cosa, quindi, potrebbe indurre un giudice ad interrogare il Poligrafico? Secondo me nulla. Che poi è il motivo per cui hanno risposto così. Già, perché è quantomeno strano dire "io rispondo solo al giudice". E perché mai? Si tratta forse di una questione su cui c'è il segreto di Stato? Credo proprio di no. Hanno risposto così perché è un modo per non rispondere, lasciando la possibilità a chi ha venduto e sta vendendo quei cosi a fior di soldoni di continuare a farlo.
Molto meglio, sotto questo aspetto, la prima risposta citata da Manelli.
Che poi, torno a dire, mettiamo che la risposta fosse "Sì, uno dei grafici del Poligrafico aveva un'idea su un francobollo da realizzare e la stampò su quella carta, usando quegli inchiostri, etc. etc." questo renderebbe il coso assimilabile ad un francobollo? Secondo me no. Resta sempre il fatto che nessuno gliel'aveva chiesta, che nessuno l'ha esaminata, che nessuno l'aveva mai vista, che non se ne parla da nessuna parte. Rimarrebbe, anche in presenza di una risposta come quella che ho citato, una stampa di un disegnino.
