Fu l'unico caso conosciuto di "pacco umano", perché dopo questo avvenimento fu precisato il divieto nel regolamento postale.
Il 3 marzo del 1997 la rivista Linn's Stamp News pubblicò un articolo che trovate riprodotto nelle due immagini qui sotto:
Anni fa fabiov pubblicò l'articolo sul nostro vecchio Forum, e Paolo Celani si occupò della traduzione dall'inglese.
Buona lettura!

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Molti collezionisti hanno sentito parlare della storia della casa spedita per posta, mattone per mattone, in un angolo sperduto dell’Alaska per il fatto che i costi postali erano molto meno del costo per una spedizione con mezzi convenzionali.
L’ultimo numero dell’Oregon Country Postal History Society, va oltre quella storia con un resoconto verificato di una bambina – letteralmente - spedita a casa della nonna più di 83 anni fa.
La storia, di Michael O. Tunnell, appare nell’Idaho Yesterdays della scorsa estate, pubblicato da Idaho State Historical Society, dal quale, in parte, è stato riadattato e ripubblicato. Tunnell ha fatto un serio sforzo nel ricercare “la storia di una coppia dell’Idaho che non poteva permettersi di mandare la giovane figlia a visitare la nonna. Come risolsero il problema? Per posta!”
I pacchi postali erano una novità nel 1914, ma anche allora il regolamento proibiva la spedizione di esseri viventi con eccezione di api regina e cuccioli.
Il limite delle spedizioni era di 50 libbre, e la piccola May Pierstorff pare ne pesasse 48.
Venne classificata come cucciola e con 53 cents di affrancatura – molto meno del prezzo del biglietto ferroviario – venne caricata sulla carrozza postale la mattina presto e consegnata alla nonna la sera stessa.
May Pierstorff è mostrata nella foto all’età di 5 anni, più o meno al tempo in cui fu spedita stando al giornale. La ricerca di Tunnell verificò i fatti fondamentali della storia della spedizione di May Pierstorff, che avvenne il 12/02/1914 da Grangeville nell'Idaho, a Lewiston, che è situata nell’Idaho del nord vicino alla frontiera con l’Oregon. Sfortunatamente, Tunnell iniziò la sua ricerca con dieci anni di ritardo per poter sentire l’attore principale: infatti May Pierstorff passò fra i più nel 1987.
Comunque scoprì un resoconto dattiloscritto di due pagine scritto da Leonard Mochel, un impiegato postale/ferroviario che accompagnò May nel viaggio. Come annotato da Tunnell, Mochel infonde vitalità ai personaggi di questo piccolo dramma storico, e di conseguenza all’intera storia.
Sembra che l’articolo lasciatoci da Mochel, che era anche cugino di May, non faccia menzione di ristrettezze economiche come motivo della scelta dei parenti di May di spedirla per posta.
Mochel, invece, suggerisce che la madre di May sapesse che non vi sarebbero stati rischi e che la bimba non si sarebbe spaventata in compagnia del cugino che lavorava sulla carrozza del treno.
Il viaggio però si dimostrò più duro di quanto la madre avesse immaginato. Mochel dice che la bambina divenne eccitata e sofferente per il viaggio. Andò alla porta per un po’ di aria e fu allora che il Capotreno, Harry Morris, la trovò e protestò di avere un passeggero senza biglietto.
Secondo Tunnell, però, quando Mochel spiegò la situazione e mostrò a Morris l’affrancatura, questi rise e disse che ora aveva visto di tutto e che questa sarebbe stata un’autentica notizia per i giornali.
Morris aveva ragione. Coloriti articoli dell’insolito viaggio di May da Grangeville a Lewiston apparvero in diversi giornali locali.
Come conseguenza, poco dopo Mochel fu rimproverato dai suoi superiori per demeriti e per violazione delle regole di divieto di passeggeri sulle carrozze postali.
La questione venne risolta quando i Pierstorff accettarono di pagare metà del biglietto di May…. Il Dipartimento delle Poste chiarì infine che non era consentito spedire bambini.
Sembra che il viaggio di May Pierstorff sia stato il primo ed ultimo del genere.
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Luca
P.S.
Dal vecchio Forum di F&F.
Contributi di fabiov e Paolo Celani.