9 settembre 1974 / 9 settembre 2014 - Alessandro Arseni: 40 anni di filatelia
- Alessandro Arseni
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9 settembre 1974 / 9 settembre 2014 - Alessandro Arseni: 40 anni di filatelia
Cari amici,
40 anni fa entravo, per il mio primo giorno di lavoro, nello Studio filatelico di Luigi Sirotti. Risposi ad una inserzione del Corriere della Sera che diceva: "Cercasi giovane pratico francobolli". Non mi sembrava vero che qualcuno offrisse un lavoro che riguardava la mia vecchia passione filatelica e mi presentai a Sirotti. Mi fece qualche domanda tipo "quanto vale un Grochi Rosa, che cosa è un Volo di Ritorno", e così via.
Non risposi a nessuna delle domande, perché la mia collezione di francobolli era ben misera ed era formata solo da serie di San Marino in quartine degli anni '60 che venivano mandate, a titolo gratuito, a mio padre che disegnava francobolli. Il mio sogno da ragazzino era quello di possedere "l'Elicottero" del 1961, ma non avevo mai i soldi per acquistarlo.
Alla fine mi assunse e lavorai per lui per cinque anni di fila, otto ore al giorno. Imparai le caratteristiche tecniche dell'oggetto francobollo, i differenti tipi di gomma, le dentellature, tirature, disponibilità sul mercato e così via. Imparai a trattare con i clienti, a capire i loro desideri e mi accorsi che dovevo sempre sapere qualcosa più di loro, e non era facile perché ogni collezionista, nel proprio ambito, ne sapeva sempre più di qualsiasi altro commerciante o esperto.
Al lavoro quotidiano, aggiunsi tre o quattro ore a casa per studiare a fondo i cataloghi, i libri, le riviste specializzate. Se sapevo che il giorno dopo veniva un cliente per trattare Lombardo Veneto, passavo ore ad "infarinarmi" di LV e così con altri settori. Certo non riuscivo ad eguagliare le conoscenze dei più esperti, ma almeno non facevo brutta figura.
Conobbi Leopoldo Rivolta, Alberto Diena, Alfredo Fiecchi, e un gran numero di Grandi della filatelia del tempo.
Ben presto, però, Sirotti mi incaricò di occuparmi della sua rivista mensile "Panorama Filatelico" e delle sue edizioni di libri. Non esisteva ancora il PC e per comporre i caratteri si usava una IBM elettronica a testina rotante. Al posto dello scanner usavo una gigantesca reprocamera con quattro luci al quarzo che permetteva di ottenere i "fotolito", pellicole trasparenti che andavano montate su grandi "lucidi" dai quali si ottenevano le lastre per la stampa. Il primo catalogo che riporta il mio nome come redattore è quello riprodotto. La copertina era stata ideata e realizzata da mio padre Ercole, in seguito utilizzata per oltre trent'anni nelle successive edizioni dei cataloghi specializzati.
Nel corso dei cinque anni da Sirotti, mi occupai di circa 40 numeri di "Panorama Filatelico", otto libri editi dallo Studio, oltre a "lavorare" con i francobolli e ad andare a tutte le manifestazioni filateliche che si svolgevano nei fine settimana.
Fine I Parte
40 anni fa entravo, per il mio primo giorno di lavoro, nello Studio filatelico di Luigi Sirotti. Risposi ad una inserzione del Corriere della Sera che diceva: "Cercasi giovane pratico francobolli". Non mi sembrava vero che qualcuno offrisse un lavoro che riguardava la mia vecchia passione filatelica e mi presentai a Sirotti. Mi fece qualche domanda tipo "quanto vale un Grochi Rosa, che cosa è un Volo di Ritorno", e così via.
Non risposi a nessuna delle domande, perché la mia collezione di francobolli era ben misera ed era formata solo da serie di San Marino in quartine degli anni '60 che venivano mandate, a titolo gratuito, a mio padre che disegnava francobolli. Il mio sogno da ragazzino era quello di possedere "l'Elicottero" del 1961, ma non avevo mai i soldi per acquistarlo.
Alla fine mi assunse e lavorai per lui per cinque anni di fila, otto ore al giorno. Imparai le caratteristiche tecniche dell'oggetto francobollo, i differenti tipi di gomma, le dentellature, tirature, disponibilità sul mercato e così via. Imparai a trattare con i clienti, a capire i loro desideri e mi accorsi che dovevo sempre sapere qualcosa più di loro, e non era facile perché ogni collezionista, nel proprio ambito, ne sapeva sempre più di qualsiasi altro commerciante o esperto.
Al lavoro quotidiano, aggiunsi tre o quattro ore a casa per studiare a fondo i cataloghi, i libri, le riviste specializzate. Se sapevo che il giorno dopo veniva un cliente per trattare Lombardo Veneto, passavo ore ad "infarinarmi" di LV e così con altri settori. Certo non riuscivo ad eguagliare le conoscenze dei più esperti, ma almeno non facevo brutta figura.
Conobbi Leopoldo Rivolta, Alberto Diena, Alfredo Fiecchi, e un gran numero di Grandi della filatelia del tempo.
Ben presto, però, Sirotti mi incaricò di occuparmi della sua rivista mensile "Panorama Filatelico" e delle sue edizioni di libri. Non esisteva ancora il PC e per comporre i caratteri si usava una IBM elettronica a testina rotante. Al posto dello scanner usavo una gigantesca reprocamera con quattro luci al quarzo che permetteva di ottenere i "fotolito", pellicole trasparenti che andavano montate su grandi "lucidi" dai quali si ottenevano le lastre per la stampa. Il primo catalogo che riporta il mio nome come redattore è quello riprodotto. La copertina era stata ideata e realizzata da mio padre Ercole, in seguito utilizzata per oltre trent'anni nelle successive edizioni dei cataloghi specializzati.
Nel corso dei cinque anni da Sirotti, mi occupai di circa 40 numeri di "Panorama Filatelico", otto libri editi dallo Studio, oltre a "lavorare" con i francobolli e ad andare a tutte le manifestazioni filateliche che si svolgevano nei fine settimana.
Fine I Parte
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- Antonello Cerruti
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Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
Tantissimi auguri.
Antonello Cerruti



Antonello Cerruti
Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia

innanzitutto tanti tanti auguri e complimenti



poi quello che dici conferma quanto ho sempre detto che " i buoni maestri ", specie rara ai giorni nostri,
sono importanti e che non ci si può improvvisare nè evitare il duro studio sui testi.

sergio
Sergio De Benedictis
STAFF
Socio C.I.F.T. - A.I.C.A.M - A.N.C.A.I. - U.S.F.I. - I.S.S.P.
Visita la mia rubrica sul Postalista :Il bastone di Asclepio
Guarda le mie vendite su Delcampe: nickname "debene".
I miei interessi :
Tematica medica; Antichi Stati; Storia Postale di Bari; Precancel U.S.A., Affrancature Meccaniche; Letteratura Filatelica; Erinnofili;Collezione A.S.F.E.
STAFF
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I miei interessi :
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Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia


È sempre un piacere leggere storie come questa.
Ci siamo sentiti qualche volta.
Auguri.


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Marino
Sostenitore dal 2010
Beato colui che pianta alberi alla cui ombra non potrà mai sedersi
Colleziono "Numeri 1" dal 1840 al 1860
Colleziono anche prime emissioni di ASI e Cavallini di Sardegna 1819-1820
Marino
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- gianni tramaglino
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Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
Auguri Alessandro....specialmente quando si fa un "mestiere" che si "fonde" e si "confonde" con la passione ...gianni
Vi piacciono i cruciverba: diventate fan di Gente Enigmistica in Facebook.
http://www.facebook.com/home.php?#/page ... 614?ref=nf
http://www.giocando.com

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- Alessandro Arseni
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Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
1979
Un giorno, nello Studio di Sirotti, entrò Agostino Zanetti, un grande commerciante e uomo di enorme esperienza che godeva di grande rispetto nell'ambiente filatelico. Amico di Sirotti, mi fece la seguente proposta: "Caro Arseni, con un gruppo di amici e soci, Giangiacomo Orlandini, Ernesto Muggia, Luigi Sirotti e io, stiamo per aprire una casa d'aste a Milano. Ci serve una persona come te che possa fare da Direttore, descrivere il materiale, fare i cataloghi, servire i fornitori, ecc. Ti andrebbe? Noi ci occupiamo di portare il materiale". La casa d'aste era quella che sarebbe diventata la AP.
Risposi di no, e forse commisi il primo grande errore professionale della mia vita.
Avevo 26 anni, mi sentivo pieno di energie e pronto a riversare tutto ciò che avevo imparato in cinque anni di duro lavoro e di sacrifici. In quel tempo esisteva solo l'Italphil a Roma o sporadiche sessioni d'asta organizzate da qualche commerciante. Secondo me, c'era ampio spazio per creare una casa d'aste mia, con idee nuove e con tantissimo entusiasmo. Ormai amavo totalmente la Filatelia e la conoscenza che dava a chi la praticava con passione. I sacrifici non pesavano assolutamente, avevo trovato il lavoro più bello del mondo.
Mi licenziai da Sirotti l'8 settembre 1979, esattamente cinque anni dopo, e mi misi al lavoro per conto mio. Nei tre mesi successivi trovai un ufficio grande abbastanza (anche troppo) per accogliere i clienti, mi procurai i mobili e le attrezzature necessarie e il 1° gennaio 1980 iniziai l'avventura in Via Salvini 3, con la casa d'aste Arphil s.r.l. di cui ero l'amministratore.
Fine II parte
Un giorno, nello Studio di Sirotti, entrò Agostino Zanetti, un grande commerciante e uomo di enorme esperienza che godeva di grande rispetto nell'ambiente filatelico. Amico di Sirotti, mi fece la seguente proposta: "Caro Arseni, con un gruppo di amici e soci, Giangiacomo Orlandini, Ernesto Muggia, Luigi Sirotti e io, stiamo per aprire una casa d'aste a Milano. Ci serve una persona come te che possa fare da Direttore, descrivere il materiale, fare i cataloghi, servire i fornitori, ecc. Ti andrebbe? Noi ci occupiamo di portare il materiale". La casa d'aste era quella che sarebbe diventata la AP.
Risposi di no, e forse commisi il primo grande errore professionale della mia vita.
Avevo 26 anni, mi sentivo pieno di energie e pronto a riversare tutto ciò che avevo imparato in cinque anni di duro lavoro e di sacrifici. In quel tempo esisteva solo l'Italphil a Roma o sporadiche sessioni d'asta organizzate da qualche commerciante. Secondo me, c'era ampio spazio per creare una casa d'aste mia, con idee nuove e con tantissimo entusiasmo. Ormai amavo totalmente la Filatelia e la conoscenza che dava a chi la praticava con passione. I sacrifici non pesavano assolutamente, avevo trovato il lavoro più bello del mondo.
Mi licenziai da Sirotti l'8 settembre 1979, esattamente cinque anni dopo, e mi misi al lavoro per conto mio. Nei tre mesi successivi trovai un ufficio grande abbastanza (anche troppo) per accogliere i clienti, mi procurai i mobili e le attrezzature necessarie e il 1° gennaio 1980 iniziai l'avventura in Via Salvini 3, con la casa d'aste Arphil s.r.l. di cui ero l'amministratore.
Fine II parte
- cirneco giuseppe
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Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
Tantissimi auguri Alessandro, anche per i prossimi 40 anni al servizio della Filatelia!




..... pino .....
su ebay http://shop.ebay.it/merchant/gcirnec?_rdc=1
________________________________________________
NEMICO, DICHIARATO E CONVINTO, DEL GRONCHI LILLA
E' saggio sognare ma da stolti illudersi.
cerco e colleziono saggi e prove dagli ASI ad oggi solo Italia
http://www.antichistati.it


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NEMICO, DICHIARATO E CONVINTO, DEL GRONCHI LILLA
E' saggio sognare ma da stolti illudersi.
cerco e colleziono saggi e prove dagli ASI ad oggi solo Italia
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- Antonello Cerruti
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Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
Caro Alessandro, non esistono persone che non abbiano mai commesso errori.
Esistono uomini che lo sanno riconoscere ed ominicchi che non lo ammetteranno mai.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Esistono uomini che lo sanno riconoscere ed ominicchi che non lo ammetteranno mai.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
Tanti auguri Alessandro
Roberto





Roberto
Le mie collezioni:
Italia regno e repubblica sino al 2000.
Trieste A
Svezia
un po di tutto e riprendo il Vaticano da Papa Francesco
Italia regno e repubblica sino al 2000.
Trieste A
Svezia
un po di tutto e riprendo il Vaticano da Papa Francesco
Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
Ciao Alessandro,
aspettiamo i prossimi episodi !

aspettiamo i prossimi episodi !

- Alessandro Arseni
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Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
1980 - 1984, gli anni dell'entusiasmo
L'ufficio era situato in uno dei migliori quartieri di Milano, a Porta Venezia. La sua superficie era di 220 mq, aveva tre grandi stanze e una sala per le aste dove potevano stare una cinquantina di persone sedute.
Non avevo clienti, ma solo poche conoscenze fatte quando lavoravo da Sirotti, e quindi studiai una grande campagna pubblicitaria per attirare la clientela necessaria con l'obiettivo di ottenere gli indirizzi dei filatelici per poi inviare il catalogo.
La cosa sorprendente fu che inserendo una cartolina prestampata, da compilare con l'indirizzo del collezionista, sul mensile "Cronaca Filatelica" e indirizzata alla Arphil, ottenni la bellezza di 6.500 richieste. SEIMILACINQUECENTO. Oggi una inserzione di una casa d'aste filatelica sulla migliore rivista probabilmente otterrebbe la stessa cifra senza due zeri e ridotta della metà.
Il mercato filatelico, agli inizi degli anni '80, era un mercato ricco di prospettive. Il denaro costava il 24% (lo ricordo benissimo perché pagai enormi interessi sullo scoperto di cc) e il francobollo era visto anche come bene di investimento.
Dopo qualche mese passato ad organizzare l'attività, entrò a far parte della Arphil, Gianni Carraro.
Gianni aveva caratteristiche speciali, riusciva a comunicare meglio di me con i clienti, aveva un potere di convinzione assolutamente raro, era (e lo è tutt'ora), al contrario di me, paziente e disponibile ad ascoltare per ore un collezionista per poi farlo uscire dall'ufficio contento e soddisfatto di qualsiasi acquisto. Anche se quello che aveva acquistato non gli sarebbe mai servito alla sua collezione.
Finalmente avevo trovato la persona giusta che mi avrebbe lasciato tempo a disposizione per dedicarmi alla mia attività preferita che era quella di creare cataloghi d'asta, occuparmi della pubblicità e lavorare "nei servizi" collaterali alla filatelia.
La prima asta pubblica della Arphil avvenne il 13 dicembre 1980. I prezzi base, rispetto ai cataloghi dell'epoca, erano molto alti e in alcuni casi risultavano quasi al 50% del valore di catalogo. L'asta fu molto seguita (vedi rara foto di quel giorno) anche se non ebbe un grande risultato economico, ma nelle seguenti sessioni del 1981, 82 e 83, ogni catalogo raddoppiava la base d'asta totale e, dopo tre anni, da zero il fatturato giunse a 1,5 miliardi. Secondo l'opinione di tutti, la Arphil era la terza casa d'aste in Italia dopo l'Italphil e la AP.
Ma le cose non andavano per niente bene.
Fine III parte
L'ufficio era situato in uno dei migliori quartieri di Milano, a Porta Venezia. La sua superficie era di 220 mq, aveva tre grandi stanze e una sala per le aste dove potevano stare una cinquantina di persone sedute.
Non avevo clienti, ma solo poche conoscenze fatte quando lavoravo da Sirotti, e quindi studiai una grande campagna pubblicitaria per attirare la clientela necessaria con l'obiettivo di ottenere gli indirizzi dei filatelici per poi inviare il catalogo.
La cosa sorprendente fu che inserendo una cartolina prestampata, da compilare con l'indirizzo del collezionista, sul mensile "Cronaca Filatelica" e indirizzata alla Arphil, ottenni la bellezza di 6.500 richieste. SEIMILACINQUECENTO. Oggi una inserzione di una casa d'aste filatelica sulla migliore rivista probabilmente otterrebbe la stessa cifra senza due zeri e ridotta della metà.
Il mercato filatelico, agli inizi degli anni '80, era un mercato ricco di prospettive. Il denaro costava il 24% (lo ricordo benissimo perché pagai enormi interessi sullo scoperto di cc) e il francobollo era visto anche come bene di investimento.
Dopo qualche mese passato ad organizzare l'attività, entrò a far parte della Arphil, Gianni Carraro.
Gianni aveva caratteristiche speciali, riusciva a comunicare meglio di me con i clienti, aveva un potere di convinzione assolutamente raro, era (e lo è tutt'ora), al contrario di me, paziente e disponibile ad ascoltare per ore un collezionista per poi farlo uscire dall'ufficio contento e soddisfatto di qualsiasi acquisto. Anche se quello che aveva acquistato non gli sarebbe mai servito alla sua collezione.
Finalmente avevo trovato la persona giusta che mi avrebbe lasciato tempo a disposizione per dedicarmi alla mia attività preferita che era quella di creare cataloghi d'asta, occuparmi della pubblicità e lavorare "nei servizi" collaterali alla filatelia.
La prima asta pubblica della Arphil avvenne il 13 dicembre 1980. I prezzi base, rispetto ai cataloghi dell'epoca, erano molto alti e in alcuni casi risultavano quasi al 50% del valore di catalogo. L'asta fu molto seguita (vedi rara foto di quel giorno) anche se non ebbe un grande risultato economico, ma nelle seguenti sessioni del 1981, 82 e 83, ogni catalogo raddoppiava la base d'asta totale e, dopo tre anni, da zero il fatturato giunse a 1,5 miliardi. Secondo l'opinione di tutti, la Arphil era la terza casa d'aste in Italia dopo l'Italphil e la AP.
Ma le cose non andavano per niente bene.
Fine III parte
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- Antonello Cerruti
- Messaggi: 7015
- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
Alessandro Arseni ha scritto:1980 - 1984, gli anni dell'entusiasmo
L'ufficio era situato in uno dei migliori quartieri di Milano, a Porta Venezia. La sua superficie era di 220 mq, aveva tre grandi stanze e una sala per le aste dove potevano stare una cinquantina di persone sedute.
Non avevo clienti, ma solo poche conoscenze fatte quando lavoravo da Sirotti, e quindi studiai una grande campagna pubblicitaria per attirare la clientela necessaria con l'obiettivo di ottenere gli indirizzi dei filatelici per poi inviare il catalogo.
La cosa sorprendente fu che inserendo una cartolina prestampata, da compilare con l'indirizzo del collezionista, sul mensile "Cronaca Filatelica" e indirizzata alla Arphil, ottenni la bellezza di 6.500 richieste. SEIMILACINQUECENTO. Oggi una inserzione di una casa d'aste filatelica sulla migliore rivista probabilmente otterrebbe la stessa cifra senza due zeri e ridotta della metà.
Il mercato filatelico, agli inizi degli anni '80, era un mercato ricco di prospettive. Il denaro costava il 24% (lo ricordo benissimo perché pagai enormi interessi sullo scoperto di cc) e il francobollo era visto anche come bene di investimento.
Dopo qualche mese passato ad organizzare l'attività, entrò a far parte della Arphil, Gianni Carraro.
Gianni aveva caratteristiche speciali, riusciva a comunicare meglio di me con i clienti, aveva un potere di convinzione assolutamente raro, era (e lo è tutt'ora), al contrario di me, paziente e disponibile ad ascoltare per ore un collezionista per poi farlo uscire dall'ufficio contento e soddisfatto di qualsiasi acquisto. Anche se quello che aveva acquistato non gli sarebbe mai servito alla sua collezione.
Finalmente avevo trovato la persona giusta che mi avrebbe lasciato tempo a disposizione per dedicarmi alla mia attività preferita che era quella di creare cataloghi d'asta, occuparmi della pubblicità e lavorare "nei servizi" collaterali alla filatelia.
La prima asta pubblica della Arphil avvenne il 13 dicembre 1980. I prezzi base, rispetto ai cataloghi dell'epoca, erano molto alti e in alcuni casi risultavano quasi al 50% del valore di catalogo. L'asta fu molto seguita (vedi rara foto di quel giorno) anche se non ebbe un grande risultato economico, ma nelle seguenti sessioni del 1981, 82 e 83, ogni catalogo raddoppiava la base d'asta totale e, dopo tre anni, da zero il fatturato giunse a 1,5 miliardi. Secondo l'opinione di tutti, la Arphil era la terza casa d'aste in Italia dopo l'Italphil e la AP.
Ma le cose non andavano per niente bene.
Fine III parte
Ricordo quella campagna pubblicitaria: era bellissima e geniale. Lo slogan era più o meno cosi:
"Il TUO avvocato; il TUO notaio; il TUO ..... ; il TUO consulente filatelico: l'ARPHIL".
Sbaglio?
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
- Fagios
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- Iscritto il: 13 luglio 2007, 8:46
- Località: Savignano sul Rubicone (FC)
- Contatta:
Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
Tantissimi auguri e congratulazioni anche da parte mia!!






Ciao,

Marco.
Le mie vendite su delcampe e su ebay
La mia pagina personale
______________________________________________________________________
Colleziono: Cecoslovacchia, Rep. Ceca, Slovacchia (nuovi e usati) e le tematiche:
"Arma dei Carabinieri", "Giovanni Paolo II e i giovani" e "Nostra Signora di Lourdes".
iscritto al vecchio forum dall' 11 giugno 2005


Marco.
Le mie vendite su delcampe e su ebay
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Colleziono: Cecoslovacchia, Rep. Ceca, Slovacchia (nuovi e usati) e le tematiche:
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- sergio de villagomez
- Messaggi: 1588
- Iscritto il: 13 luglio 2007, 6:10
- Località: Milano
Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
Tanti auguri Alessandro e complimenti per questo 40ennale!



STAFF
Oh! Qui io fisserò il mio sempiterno riposo, e scoterò, da questa carne stanca del mondo, il giogo delle avverse stelle (W. Shakespeare - Giulietta e Romeo)
Oh! Qui io fisserò il mio sempiterno riposo, e scoterò, da questa carne stanca del mondo, il giogo delle avverse stelle (W. Shakespeare - Giulietta e Romeo)
Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
Congratulazioni Alessandro, e AUGURI per i prossimi 40!!





S T A F F
Enrico Carsetti
---
Sul (vecchio) Forum dal 6 dicembre 2003
Amo tutto ciò che è filatelia e (soprattutto) storia postale, ma ora sto collezionando:
- Cuba 1899-1917, storia postale
- Italia 1943-44, storia postale delle Marche in RSI
- Argentina 1897, cartoline postali Libertad cabeza chica con vedute
"Chi condivide con gli altri le proprie passioni viene trasportato in una vita incantata di felicità interiore che gli egoisti non conosceranno mai" (R. Bach)
Enrico Carsetti
---
Sul (vecchio) Forum dal 6 dicembre 2003
Amo tutto ciò che è filatelia e (soprattutto) storia postale, ma ora sto collezionando:
- Cuba 1899-1917, storia postale
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"Chi condivide con gli altri le proprie passioni viene trasportato in una vita incantata di felicità interiore che gli egoisti non conosceranno mai" (R. Bach)
- Ketty Castellana
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- Iscritto il: 31 ottobre 2012, 0:42
Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
Complimenti Alessandro e auguri!
Molto bello leggere la tua esperienza personale, sempre cose gradite a noi filatelici incalliti.

Molto bello leggere la tua esperienza personale, sempre cose gradite a noi filatelici incalliti.


Circolo Storico Filatelico Torinese dal 1913
L'educazione è il pane dell'anima
L'educazione è il pane dell'anima
- Alessandro Arseni
- Messaggi: 120
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Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
1983 - Disgressione
Se guardo, con distacco, il lavoro nato e cresciuto nei primi quattro anni di attività, non posso che essere orgoglioso e soddisfatto. Posso affermare, senza falsa modestia, di aver collaborato alla crescita e alla propaganda della filatelia in tutti i modi possibili, con i miei cataloghi d'asta, con articoli su riviste economiche, con l'ideare attività di supporto alla filatelia, quasi sempre rimettendoci di tasca mia. In effetti ebbi un ritorno dato dalla popolarità della Arphil e dai risultati che crescevano progressivamente. Le spese crescevano di pari passo e iniziai a trascurare la vera essenza dell'attività filatelica che è fatta di pazienza, comprensione verso i bisogni della clientela alla quale davo sempre meno retta, lasciando a Gianni queste incombenze, e mi rifugiai in studi di marketing e di sviluppo aziendale, pensando che mi mancavano le basi e gli studi per condurre una attività che era "esplosa" dal niente e ora mi creava solo preoccupazioni.
Quando nacque il franchising, studiai questa nuova forma di distribuzione sui libri americani, perché ancora non esisteva niente del genere in Italia. Trovai che il franchising poteva essere una eccezionale forma di distribuzione e che poteva benissimo adattarsi anche in campo filatelico. Ma come? Con il conto vendita, che era la formula abituale per inserire in asta il materiale e di cui ero pratico.
Il franchising, ormai pratica abituale di vendita e distribuzione, nel 1982 era ai primi passi negli USA e prevedeva, come tutti ormai sanno, un contratto di una grande firma con alcuni piccoli negozianti muniti di un discreto punto vendita, dove la firma forniva, dietro corrispettivo, le insegne, i marchi distintivi e i prodotti. Nei testi americani, però, risultava che nelle grandi forme di distribuzione come il mercato dell'auto, ristorazione, alberghi e così via, funzionava alla perfezione, ma per quanto riguardava la moda o altri settori merceologici, dopo poco più di un anno, il negoziante che aveva aderito alla formula del franchising, chiudeva.
Se qualcuno voleva sviluppare il proprio negozietto di vendita di vestiti e diventare "Benetton", per esempio, doveva sobbarcarsi le spese per rifare il negozio, le insegne e acquistare i prodotti dalla casa madre. Aumentava le vendite ma alla fine, non ce la faceva a sostenere tutte queste spese.
L'8 novembre 1983, insieme ad un gruppetto di manager, industriali e affaristi, di fronte ad un pubblico di 400 bocconiani, studenti di economia e finanza, alla Fiera di Milano, mi trovai a far da relatore sull'idea che, in fin dei conti, le magliette e le scarpe, o altri articoli, potevano benissimo essere forniti "in conto vendita" all'affiliato, permettendogli un ricambio periodico della merce e sollevando una parte delle spese a chi si impegnava in una nuova attività. Gli altri relatori, insieme a me, erano Elio Fiorucci, Letizia Moratti e altri tre o quattro Amministratori delegati di grandi aziende. Di questa conferenza esiste un video negli archivi della Bocconi e della Fiera di Milano e conservo tutt'ora il programma con il mio nome insieme agli altri più illustri.
La settimana successiva alla conferenza, passai tutti i giorni in appuntamenti con consulenti e analisti finanziari che mi telefonavano per propormi di sviluppare questa idea e lavorare insieme a loro.
Risposi ancora di no, perché una attività l'avevo già. E questo fu il secondo, grandissimo, errore professionale della mia vita.
Avevo inventato il franchising in conto vendita, che da trent'anni si pratica ormai come formula standard, e non me ne fregava niente.
Fine IV parte
Se guardo, con distacco, il lavoro nato e cresciuto nei primi quattro anni di attività, non posso che essere orgoglioso e soddisfatto. Posso affermare, senza falsa modestia, di aver collaborato alla crescita e alla propaganda della filatelia in tutti i modi possibili, con i miei cataloghi d'asta, con articoli su riviste economiche, con l'ideare attività di supporto alla filatelia, quasi sempre rimettendoci di tasca mia. In effetti ebbi un ritorno dato dalla popolarità della Arphil e dai risultati che crescevano progressivamente. Le spese crescevano di pari passo e iniziai a trascurare la vera essenza dell'attività filatelica che è fatta di pazienza, comprensione verso i bisogni della clientela alla quale davo sempre meno retta, lasciando a Gianni queste incombenze, e mi rifugiai in studi di marketing e di sviluppo aziendale, pensando che mi mancavano le basi e gli studi per condurre una attività che era "esplosa" dal niente e ora mi creava solo preoccupazioni.
Quando nacque il franchising, studiai questa nuova forma di distribuzione sui libri americani, perché ancora non esisteva niente del genere in Italia. Trovai che il franchising poteva essere una eccezionale forma di distribuzione e che poteva benissimo adattarsi anche in campo filatelico. Ma come? Con il conto vendita, che era la formula abituale per inserire in asta il materiale e di cui ero pratico.
Il franchising, ormai pratica abituale di vendita e distribuzione, nel 1982 era ai primi passi negli USA e prevedeva, come tutti ormai sanno, un contratto di una grande firma con alcuni piccoli negozianti muniti di un discreto punto vendita, dove la firma forniva, dietro corrispettivo, le insegne, i marchi distintivi e i prodotti. Nei testi americani, però, risultava che nelle grandi forme di distribuzione come il mercato dell'auto, ristorazione, alberghi e così via, funzionava alla perfezione, ma per quanto riguardava la moda o altri settori merceologici, dopo poco più di un anno, il negoziante che aveva aderito alla formula del franchising, chiudeva.
Se qualcuno voleva sviluppare il proprio negozietto di vendita di vestiti e diventare "Benetton", per esempio, doveva sobbarcarsi le spese per rifare il negozio, le insegne e acquistare i prodotti dalla casa madre. Aumentava le vendite ma alla fine, non ce la faceva a sostenere tutte queste spese.
L'8 novembre 1983, insieme ad un gruppetto di manager, industriali e affaristi, di fronte ad un pubblico di 400 bocconiani, studenti di economia e finanza, alla Fiera di Milano, mi trovai a far da relatore sull'idea che, in fin dei conti, le magliette e le scarpe, o altri articoli, potevano benissimo essere forniti "in conto vendita" all'affiliato, permettendogli un ricambio periodico della merce e sollevando una parte delle spese a chi si impegnava in una nuova attività. Gli altri relatori, insieme a me, erano Elio Fiorucci, Letizia Moratti e altri tre o quattro Amministratori delegati di grandi aziende. Di questa conferenza esiste un video negli archivi della Bocconi e della Fiera di Milano e conservo tutt'ora il programma con il mio nome insieme agli altri più illustri.
La settimana successiva alla conferenza, passai tutti i giorni in appuntamenti con consulenti e analisti finanziari che mi telefonavano per propormi di sviluppare questa idea e lavorare insieme a loro.
Risposi ancora di no, perché una attività l'avevo già. E questo fu il secondo, grandissimo, errore professionale della mia vita.
Avevo inventato il franchising in conto vendita, che da trent'anni si pratica ormai come formula standard, e non me ne fregava niente.
Fine IV parte
Ultima modifica di Alessandro Arseni il 9 settembre 2014, 20:47, modificato 2 volte in totale.
Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
complimenti per questi 40 anni e per le esperienze belle e brutte che hai condiviso
Antonio T ... iscritto dal 1° giugno 2005

provo ad essere filatelista con l' Italia, la tematica S. Antonio da Padova
ed i buoni coupon internazionali
su ebay e delcampe sono atg80

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- giannicarraro
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Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia
ciao Sandro,
rileggendo queste storie mi viene la........pelle d'oca, quanti momenti belli (e anche meno belli) abbiamo passato, io che venivo da tutt'altro ambiente, dalla Seiko ricordi?, dove non vendevo orologi ma facevo il .........corruttore e mi occupavo di import/export. Per me il salto da un lavoro sicuro e mettermi in filatelia (la mia grande passione sin da bambino) con un (pazzo scatenato come te !!!.
Ancora oggi mentalmente ti ringrazio tutti i giorni, il mio successo (filatelico) lo devo anche a te perché
è con te che ho iniziato. Un abbraccio, Gianni.
rileggendo queste storie mi viene la........pelle d'oca, quanti momenti belli (e anche meno belli) abbiamo passato, io che venivo da tutt'altro ambiente, dalla Seiko ricordi?, dove non vendevo orologi ma facevo il .........corruttore e mi occupavo di import/export. Per me il salto da un lavoro sicuro e mettermi in filatelia (la mia grande passione sin da bambino) con un (pazzo scatenato come te !!!.
Ancora oggi mentalmente ti ringrazio tutti i giorni, il mio successo (filatelico) lo devo anche a te perché
è con te che ho iniziato. Un abbraccio, Gianni.
- Ketty Castellana
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Re: 9 settembre 1974 - 40 anni di filatelia



Se non la raccontate voi nessuno saprà mai! E queste cose è bello che rimangano perchè non succedono più.


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