IV emissione di Sardegna: resti di stamperia destinati al taccheggio
Moderatore: spcstamps
Re: taccheggio
L'uso del taccheggio è ben attestato nella stampa dei classici di Francia, un esempio lo avevo inserito nella sezione Francia ed è stato riesumato poco sopra.
Ne aggiungo altri:
su tela per la realizzazione di prove di stampa
per la stampa dei francobolli
Per la Grecia (Grandi Teste di Hermes) non abbiamo "ritagli", ma ne è stato dedotto l'impiego in base all'uso francese e agli "errori" riscontrati sui fogli di prova.
Qui sotto allego un foglio della collezione di Ulysse Bellas, attento studioso di queste emissioni, che propone una ricostruzione di tale uso:
Amedeo
Ne aggiungo altri:
su tela per la realizzazione di prove di stampa
per la stampa dei francobolli
Per la Grecia (Grandi Teste di Hermes) non abbiamo "ritagli", ma ne è stato dedotto l'impiego in base all'uso francese e agli "errori" riscontrati sui fogli di prova.
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Re: taccheggio
Luigi, non capisco se tu non credi in assoluto all'uso del taccheggio, o all'uso del taccheggio nella stamperia Matraire o semplicemente all'autenticità degli esemplari di Sardegna in circolazione sul mercato.Ludwig ha scritto:Ragazzi, attenti a come interpretate quanto sin ora riportato sul taccheggio ed il materiale in circolazione, sono solo bufale......
Anche se riportato sul Rattone e/o cataloghi non fatene una dottrina.
Per comprendere bene il meccanismo sarebbe utile fare uno stage in una tipografia, ormai, artigianale e con macchinari tipografici in cui si potrà comprendere quanto incide lo spessore del taccheggio!!!
I ritagli dei francobolli non sono altro che leggende metro...filateliche
Molti dei coussinet d'impression francesi hanno a quanto mi risulta una provenienza ufficiale; alcuni provengono dalle carte e prove di Francia che Hulot portò via con sé quando andò in pensione e che poi furono disperse in una storica asta.
Sull'impiego del taccheggio, non sono uno stampatore né un esperto di questa arte. Anni fa fui invitato a Verona all' OFFICINA CHIMEREA, ben nota ai bibliofili e ai collezionisti delle opere di E. Baj o di V. Adami.
Per chi volesse saperne di più c'è questo: Lì Castiglioni e Corubolo mi mostrarono il loro torchio da stampa (l'Albion monzese di Amos Dell'Orto del 1855) e il loro modus operandi, fatto di prove su prove per ogni singolo foglio, di analisi minuziosa delle stesse con la contafili, di innumerevoli prove di taccheggio, di stampa finale di altissima qualità sia per il testo sia per le illustrazioni. Tutte opere a tiratura non superiore ai 100 esemplari ovviamente: tanta cura sarebbe impensabile per tirature maggiori (visto anche che nella vita fanno tutt'altro mestiere, come ben sanno in Veneto).
Certamente sulla base di quello che ho visto dal vivo e di quello che vedo adottato per i classici di Francia (realizzati con prove tirate su carta di vario spessore a seconda del tipo di rinforzo da realizzare o della sfumatura nelle ombreggiature che si voleva raggiungere), i taccheggi di Sardegna (se originali) sono un prodotto molto primitivo.

Amedeo
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Amedeo
Re: taccheggio
attalos ha scritto:-------
Luigi, non capisco se tu non credi in assoluto all'uso del taccheggio, o all'uso del taccheggio nella stamperia Matraire o semplicemente all'autenticità degli esemplari di Sardegna in circolazione sul mercato.
Molti dei coussinet d'impression francesi hanno a quanto mi risulta una provenienza ufficiale; alcuni provengono dalle carte e prove di Francia che Hulot portò via con sé quando andò in pensione e che poi furono disperse in una storica asta.
Amedeo
Ci credo eccome, ed è un passaggio prestampa indispensabile eseguito ancora dai pochi artisti rimasti che operano con macchine tipografiche.
Ma non viene certo realizzato con lo stesso materiale da stampare, che raramente è inferiore ad un decimo di millimetro.
Se tutta la meccanica delle macchine di stampa -torchio compreso- è impostata sulla pressione di un decimo, se alla fine ci incollavano due, tre, quattro strati di carta, ne usciva fuori un ...pastrocchio.
Comunque sia, a riguardo dei fantomatici ritagli ed in particolar modo l'ovale nei francobolli della IV, se non c'è niente da riprodurre sulla carta e quindi niente da ridurre o rinforzare, perchè mai devono ritagliare l'ovale???
Oppure, per quel che riguarda i riquadri con le diciture ai quattro lati, se il negativo è ben leggibile, cosa dovevano rinforzare???
Per ultimo: un impianto di taccheggio, piccolo o grande che sia, già dopo poche centinaia di stampe è qualcosa di simile ad uno stampato braille o una grattugia....... a voi le conclusioni.
Mi viene in mente che quest'ultima nota, sull'effetto "braille " o "grattugia", è importante per i cultori della IV per quel che riguarda usura dei cliscè ed in particolar modo della cornice delle perline, ma ne parleremo un'alta volta......
Luigi Guido
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Su F&F dal 9-9-2005
http://www.delcampe.net/negozi/giellefil
www.ebay.it/gielle-fil
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Re: taccheggio
Per il taccheggio che ho visto dal vivo ricordo che la carta impiegata era sottilissima, praticamente carta velina o qualcosa di simile. Ma ricordo anche che in alcuni punti c'erano delle sovrapposizioni: porzioni di foglio sagomate di dimensioni digradanti.
E' passato molto tempo da allora e mi piacerebbe ripetere l'esperienza, per cui se c'è qualcuno in Milano o provincia che voglia fare delle prove... mi faccia un fischio.
Quanto ai taccheggi di Sardegna la mia curiosità/perplessità nasceva da motivazioni analoghe alle tue, soprattutto in relazione ai ritagli dell'ovale.
Capirei la necessità di enfatizzare la sola cornice a discapito dell'ovale (da cui il ritaglio rettangolare): la stampa dell'ovale e delle decorazioni angolari ne risulterebbe piacevolmente alleggerita.
Ma non riesco proprio a capire l'utilità del ritaglio ovale.
Infine la questione dell'effetto "braille" o "grattugia" di cui parli mi incuriosisce, per cui resto in attesa delle prossime puntate.
Amedeo
E' passato molto tempo da allora e mi piacerebbe ripetere l'esperienza, per cui se c'è qualcuno in Milano o provincia che voglia fare delle prove... mi faccia un fischio.
Quanto ai taccheggi di Sardegna la mia curiosità/perplessità nasceva da motivazioni analoghe alle tue, soprattutto in relazione ai ritagli dell'ovale.
Capirei la necessità di enfatizzare la sola cornice a discapito dell'ovale (da cui il ritaglio rettangolare): la stampa dell'ovale e delle decorazioni angolari ne risulterebbe piacevolmente alleggerita.
Ma non riesco proprio a capire l'utilità del ritaglio ovale.
Infine la questione dell'effetto "braille" o "grattugia" di cui parli mi incuriosisce, per cui resto in attesa delle prossime puntate.

Amedeo

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Re: taccheggio
attalos ha scritto:
Ne aggiungo altri:
su tela per la realizzazione di prove di stampa
per la stampa dei francobolli
Per la Grecia (Grandi Teste di Hermes) non abbiamo "ritagli", ma ne è stato dedotto l'impiego in base all'uso francese e agli "errori" riscontrati sui fogli di prova.
Qui sotto allego un foglio della collezione di Ulysse Bellas, attento studioso di queste emissioni, che propone una ricostruzione di tale uso:
Amedeo
Grazie per queste illustrazioni, Amedeo !

- Matraire1855
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Re: L'Odontometro n* 12 - 2013 articolo sul taccheggio
attalos ha scritto:Ti sono davvero grato per l'articolo e per le immagini aggiuntive. Ricordo che proprio tu, in una discussione dello scorso anno, avevi segnalato l'articolo. Mi interessava comparare l'uso del taccheggio "nostrano" con quello adottato per le prime emissioni francesi e greche.
Chiedo scusa all'editore de "L'Odontometro", qualora ci legga, per la mia richiesta "piratesca": avevo visitato il sito dell'associazione e della rivista per comprare il fascicolo anche se mi interessava un solo articolo; ma - salvo una mia svista - non ho trovato informazioni sulla possibilità di acquisto degli arretrati.
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Amedeo
ho contattato l'editore Dr. Manelli, presidende dell'AIFS - Associazione Italiana Filatelia Specializzata il quale mi ha confermato che tutte le pubblicazioni presenti sul loro sito sono ordinabili da chiunque e cedute al puro costo di stampa e spese postali. Basta mandare una mail.
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https://www.comprovendolibri.it/?uid=vignatidanilo
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Re: taccheggio

questo foglio con taccheggio, hai solo l'immagine o lo hai visto dal vivo?
La stampa è ad uno o più colori?
Dalla sola immagine posso dire che è sicuramente un foglio per il taccheggio vero e proprio.
Normalmente la carta a tale scopo è diversa da quella che servirà poi per la tiratura, indifferentemente dalla qualità e grammatura.
La carta base per taccheggio è satinata o calandrata, sembra un patinato ma non lo è perchè non gessata.
La grammatura non supera i 30 gm2, mediamente corrisponde allo spessore di 0,03 mm.
Queste sono le caratteristiche per il foglio base, per la sovrapposizione di strati per aumentare lo spessore e adeguare l'area interessata alla pressione desiderata si utilizzava carta velina, anch'essa molto satinata/calandrata solo su un lato, con spessore da 0,01 a max 0,015 ed è quella che si vede brevemente nel filmato.
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Luigi Guido
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Re: L'Odontometro n* 12 - 2013 articolo sul taccheggio
Grazie!
Revised by Lucky Boldrini - June 2016
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Amedeo
Re: taccheggio
Ludwig ha scritto:Ciao: Amedeo,
questo foglio con taccheggio, hai solo l'immagine o lo hai visto dal vivo?
La stampa è ad uno o più colori?
Per vederlo dal vivo sarei dovuto andare a Parigi, ma non valeva la pena per un lotto solo.
Se ti può essere utile ho queste immagini più grandi di un lotto simile (non so se derivi dallo smembramento del medesimo foglio).
E questi erano nella storica collezione di Ulysse Bellas (e devo ringraziare Laurent per avermene segnalato a suo tempo la vendita



Ne sono noti diversi anche su tela, non solo su carta.
La stampa, se la tua domanda è riferita al prodotto finale, è monocolore.
Amedeo
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Amedeo
Re: taccheggio
Abbiamo qui un campo di ricerca interessantissimo ma di non facile esplorazione : i documenti tecnici non ci sono tutti pervenuti e i pezzi che testimoniano del "dietro le quinte" della fabbricazione dei francobolli sono stati a lungo trascurati…


Re: taccheggio
ciao Amedeo
ho "fermato" alcuni fotogrammi di un filmato su youtube.
la stampa è quella di un libro
viene effettuata la stampa di un foglio senza inchiostro per verificare quanto il carattere imprime la superficie del foglio
... e qui mi era venuta da subito la considerazione ...... è la spiegazione di quella che noi chiamiamo "sovra stampa albina" ?? ... cioè si provava senza inchiostro la pressione e la centratura della sovrastampa?? per esempio per i valori del 1874 con la scritta ESTERO ...
poi puoi vedere che tipo di "strisciolina" di carta sia utilizzata in questo filmato

ho "fermato" alcuni fotogrammi di un filmato su youtube.
la stampa è quella di un libro
viene effettuata la stampa di un foglio senza inchiostro per verificare quanto il carattere imprime la superficie del foglio
... e qui mi era venuta da subito la considerazione ...... è la spiegazione di quella che noi chiamiamo "sovra stampa albina" ?? ... cioè si provava senza inchiostro la pressione e la centratura della sovrastampa?? per esempio per i valori del 1874 con la scritta ESTERO ...
poi puoi vedere che tipo di "strisciolina" di carta sia utilizzata in questo filmato


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Maurizio
"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
- acquarius1
- Messaggi: 659
- Iscritto il: 30 maggio 2016, 12:08
Re: taccheggio
Amedeo,
SEI UNA MINIERA DI INFORMAZIONI!!!!!!

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principali collezioni:
Trinacrie di Sicilia 1848
Annulli di località termali su Antichi Stati Europei
Salsomaggiore 1860 - 1968
Trinacrie di Sicilia 1848
Annulli di località termali su Antichi Stati Europei
Salsomaggiore 1860 - 1968
Re: IV emissione di Sardegna: resti di stamperia destinati al taccheggio
Bellissimo Topic.
Non ho ben capito se secondo Luigi il taccheggio sulla quarta di Sardegna esiste o meno. Perche' io ho avuto anni fa alcuni esemplari taccheggiati di questa emissione, pagati pochissimi euro, che feci anche vedere ad amici del Forum, e per quanto ricordo si era d'accordo che fossero genuini. Si trattava del taccheggio della sola effige.
Non ne ho mai capito l'utilita' pratica su produzioni in larga scala come quelle del Matraire, mentre trovo assai piu' facile capirne la necessita' per aggiustare rilievi di singole filigrane, o pagine di un libro.
Non ho ben capito se secondo Luigi il taccheggio sulla quarta di Sardegna esiste o meno. Perche' io ho avuto anni fa alcuni esemplari taccheggiati di questa emissione, pagati pochissimi euro, che feci anche vedere ad amici del Forum, e per quanto ricordo si era d'accordo che fossero genuini. Si trattava del taccheggio della sola effige.
Non ne ho mai capito l'utilita' pratica su produzioni in larga scala come quelle del Matraire, mentre trovo assai piu' facile capirne la necessita' per aggiustare rilievi di singole filigrane, o pagine di un libro.
Re: IV emissione di Sardegna: resti di stamperia destinati al taccheggio
Immagino che tu ti riferisca ai blocchi che avevi pubblicato all'inizio di questo topic.philip70 ha scritto: 20 giugno 2017, 10:26 Bellissimo Topic.
Non ho ben capito se secondo Luigi il taccheggio sulla quarta di Sardegna esiste o meno. Perche' io ho avuto anni fa alcuni esemplari taccheggiati di questa emissione, pagati pochissimi euro, che feci anche vedere ad amici del Forum, e per quanto ricordo si era d'accordo che fossero genuini. Si trattava del taccheggio della sola effige.
Che noi lo si capisca è un fattore secondario, fatto sta che lo hanno impiegato. Pensa alle prime emissioni di Francia che hanno avuto tirature di gran lunga superiori e per le quali un taccheggio certosino è stato impiegato con metodo.philip70 ha scritto: 20 giugno 2017, 10:26 Non ne ho mai capito l'utilita' pratica su produzioni in larga scala come quelle del Matraire, mentre trovo assai piu' facile capirne la necessita' per aggiustare rilievi di singole filigrane, o pagine di un libro.
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Amedeo
Re: IV emissione di Sardegna: resti di stamperia destinati al taccheggio
Si tratta di quelli che sulle aste francesi vengono definiti ''coussinets d'impression'', come questi da un'asta CERES ??attalos ha scritto: 20 giugno 2017, 13:34 ... Pensa alle prime emissioni di Francia che hanno avuto tirature di gran lunga superiori e per le quali un taccheggio certosino è stato impiegato con metodo.
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Riccardo Bodo
SOSTENITORE
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Re: IV emissione di Sardegna: resti di stamperia destinati al taccheggio
Sì, sono i "coussinets d'impression" dei quali esiste una discreta varietà di tipi: su tela, su carta, accoppiando ritagli di diversi spessori, con i ritagli della cornice e dell'effige a cui si vuole dare maggiore risalto nella stampa, con i ritagli in alcuni punti strategici per diminuire la pressione di stampa, oppure senza ritagli ma con il semplice rinforzo di carta velina in alcuni punti che è il tipo di taccheggio con il quale forse noi abbiamo maggiore familiarità.somalafis ha scritto: 20 giugno 2017, 16:00 Si tratta di quelli che sulle aste francesi vengono definiti ''coussinets d'impression'', come questi da un'asta CERES ?
Le prime due foto sono lo "smontaggio" virtuale della quartina dell'asta Ceres.
Sui taccheggi di Sardegna a parte le informazioni "di prassi" fornite dal Rattone, non mi sembra che ci siano studi approfonditi e soprattutto una classificazione del materiale.
Vi sono esemplari, come quelli che mostrano il ritaglio del solo ovale, che mi lasciano perplesso, perché non ne comprendo la funzione: ci sarà pure stato qualcuno che sui ritagli "ci ha marciato", ma prima di dismettere tutto (o parte di esso) come bufale preferirei che si ragionasse su basi documentarie più ampie.
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Re: IV emissione di Sardegna: resti di stamperia destinati al taccheggio
Al congresso di Bologna di Filatelia Specializzata organizzato dall'AFIS questa primavera, c'è stata una relazione proprio sui taccheggi di Sardegna.attalos ha scritto: 20 giugno 2017, 20:11somalafis ha scritto: 20 giugno 2017, 16:00 Si tratta di quelli che sulle aste francesi vengono definiti ''coussinets d'impression'', come questi da un'asta CERES ?
Sui taccheggi di Sardegna a parte le informazioni "di prassi" fornite dal Rattone, non mi sembra che ci siano studi approfonditi e soprattutto una classificazione del materiale.
Sembra che verranno pubblicati gli atti di questo congresso
Cerchi un volume di filatelia? Prova a cercarlo qui:
https://www.comprovendolibri.it/?uid=vignatidanilo
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Re: IV emissione di Sardegna: resti di stamperia destinati al taccheggio
Avevo letto a suo tempo il programma degli interventi, attenderò gli atti. Grazie per l'informazione!

Amedeo
Re: IV emissione di Sardegna: resti di stamperia destinati al taccheggio
Io mi riferivo proprio a questi. Non riesco a capire perche' un lavoro del genere.attalos ha scritto: 20 giugno 2017, 20:11Sì, sono i "coussinets d'impression" dei quali esiste una discreta varietà di tipi: su tela, su carta, accoppiando ritagli di diversi spessori, con i ritagli della cornice e dell'effige a cui si vuole dare maggiore risalto nella stampa, con i ritagli in alcuni punti strategici per diminuire la pressione di stampa, oppure senza ritagli ma con il semplice rinforzo di carta velina in alcuni punti che è il tipo di taccheggio con il quale forse noi abbiamo maggiore familiarità.somalafis ha scritto: 20 giugno 2017, 16:00 Si tratta di quelli che sulle aste francesi vengono definiti ''coussinets d'impression'', come questi da un'asta CERES ?
Le prime due foto sono lo "smontaggio" virtuale della quartina dell'asta Ceres.
Sui taccheggi di Sardegna a parte le informazioni "di prassi" fornite dal Rattone, non mi sembra che ci siano studi approfonditi e soprattutto una classificazione del materiale.
Vi sono esemplari, come quelli che mostrano il ritaglio del solo ovale, che mi lasciano perplesso, perché non ne comprendo la funzione: ci sarà pure stato qualcuno che sui ritagli "ci ha marciato", ma prima di dismettere tutto (o parte di esso) come bufale preferirei che si ragionasse su basi documentarie più ampie.