Questa lettera è incasinata; l'ho vista in vendita in questi giorni anche se non mi ci sono soffermato molto.
Il venditore ha esposto anche la foto del verso e, se non ricordo male, dal bollo presente si legge chiaramente l'anno 1863, che è incongruente rispetto al 1867 che sembra essere apposto - inspiegabilmente - sui francobolli al recto.
Partiamo da un presupposto: sia che fosse 1863, sia che fosse entro il Settembre 1867 (ma in questo caso non con quei francobolli), la tariffa esatta era di 65 cmi, valida dalla 2^ Sezione Italiana (cui apparteneva Milano) alla 3^ Sezione Austriaca (cui apparteneva Vienna). Ho anch'io in collezione una tricolore DLR del 1866 con stessa partenza e destinazione, affrancata per 65 cmi.
In questo caso però, vista la presenza del lineare "debito italiano cent. 27", la tariffa apposta in partenza non poteva essere esatta (cioè pari a 65 cmi), altrimenti, come in tutti gli altri analoghi casi, non ci sarebbero né il debito italiano né eventualmente l'equivalente credito italiano, che stabilivano appunto quale cifra aggiuntiva o in diminuzione fosse da attribuire all'una o all'altra amministrazione postale, in funzione di un conteggio stabilito nel trattato postale tra le due Nazioni.
Detto questo, e tralasciando il fatto che ci siano dei pezzetti di bordo di foglio estranei, che sembrano stare lì solo per "fare ammuina", come si dice a Napoli, lasciatemi controllare il trattato postale per stabilire a quale importo corrispondeva il debito per l'Italia di 27 cmi, che ci farà capire almeno quale sia stato il valore dei francobolli che avrebbero dovuto affrancare questa lettera, cosa non proprio banalissima da stabilire, il resto a considerazioni successive.
Enrico Flaminio
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Colleziono usi postali e fiscali dell'emissione De la Rue
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