marco castelli ha scritto:Ciao Aurelio,
scuusami il ritardo nel rispondere, la tua citazione è interessante e non la conoscevo...,
puoi dirmi da dove proviene ?
Io in realtà mi riferivo al brano citato da Enzo Diena nel suo articolo apparso sul "Il Collezionista"
del Febbraio 1963 in occasione del centenario dell'emissione.
Come pui vedere il " Bullettino postale n° 1" del Genn. 1863, pubblicazione ufficiale delle poste del Regno,
parla senza equivoci del fatto che l'approntamento del 15c Litografico tipo Sardegna,era troppo lento
a causa del fatto che l'impressione a secco dell'effigie del Re "
non può farsi collettivamente a molti francobolli ma ad uno solo per volta..."
Salutoni e a presto,
Marco
Ciao Marco,
leggo solo ora e ti rispondo.
La citazione l'ho presa pari pari dal Zanaria-Serra, dove si ripete sostanzialmente il contenuto dell'articoletto da te pubblicato, ma con diverse parole..
La mia convinzione che il 15 cent tipo Sardegna sia stampato con il 2.o metodo, ma anche a coppie di effigi, discende da alcune considerazioni (che però sono indizi e non certezze!!):
- non è mai presente il riquadro tipico intorno alla cornice che caratterizza il 1.o metodo
- non ho mai osservato, per il 15 cent, situazioni di disallineamento come il foglio del 5 cent che hai mostrato
- ho invece osservato la presenza di incrinature e doppie stampe "periodiche" (vedi allegato) che sono sintomi della impressione della testina a coppie.
- il francobollo da 15 cent è stato realizzato nei primi 2 mesi del ’63, a differenza degli altri tipi sardi ancora in validità (il 5 cent era il più gettonato).
Ho quindi ragionato nel seguente modo (segue piccola e noiosa storia dell’impressione delle effigi

):
Inizialmente si imprimevano le effigi con il cosiddetto 1.o metodo, che era però molto difficoltoso, in quanto si doveva costantemente tenere a registro sia la parte femmina che la parte maschio della composizione, affinché l’effige risultante potesse essere accettabile.
Successivamente si decise di utilizzare un sistema, il 2.o, che, pur sembrando apparentemente più laborioso, evidentemente, in termini di tempo globale, era più vantaggioso, sia perché non si dovevano effettuare continue registrazioni della composizione che, essendosi realizzate più macchinette per questa modalità di impressione (sicuramente almeno due!), c’erano più operatori al lavoro (si ottimizzavano i tempi morti del personale di tipografia). Probabilmente i punzoni erano i medesimi già utilizzati con il 1.o sistema (quindi ne aveva a disposizione almeno 50).
Il 2.o metodo si effettuava per coppie di testine: lo si intuisce dall’osservazione, nei grandi blocchi, della posizione delle piccole e grandi incrinature e delle impressioni multiple ( le incrinature sono sempre in corrispondenza della medesima colonna, ripetendosi sulla riga ogni due colonne).
Questo metodo nel 1863 era già pienamente affermato rispetto al precedente (stando a quello che si osserva sugli altri francobolli di Sardegna).
Ad un certo punto i punzoni incrinati si ruppero, lasciando “vedova”

l’altra testina di alcuni di quei marchingegni di stampa. Ciò avvenne nella seconda metà del ’63, quando ormai non c’erano più speranze per un rinnovo contrattuale per il Matraire. Non si ritenne quindi opportuno riparare le macchinette difettose e si procedette utilizzandole comunque ma imprimendo le testine una ad una. In questo modo si spiegherebbe come nelle ultime tirature della IV di Sardegna si possono verificare anche situazioni come quella mostrata da Marco e Ulisse.
Voi come la pensate???

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