Vi espongo la mia ricostruzione.
Porto interno 12 decimes per distanza oltre 900 km, secondo la legge del 15 marzo 1827
Porto marittimo 5 decimes per distanza da 51 a 100 leghe marine, secondo la legge 30 maggio 1838 (ossia da 283 a 555 chilometri) - calcolate in linea d'aria, escludendo il periplo della Corsica.
Totale 17 decimes, e fin qui ci siamo.
Un errore nell’impiegato nel calcolare la distanza marittima? 7 decimes sarebbero corrisposti a una distanza tra 151 e 200 leghe marine..
Bisognerebbe esaminare le normative dal 1838 al 1843 per verificare eventuali ritocchi delle tariffe marittime, che periodicamente c'erano.
Le indicazioni al recto sono apposte in arrivo a Civitavecchia e sono puramente contabili.
Le lettere arrivate via mare non venivano tassate in pontificio secondo la normativa usuale (cioè la tariffa Galeffi che indica 2 bajocchi nella prima Distanza), ma secondo una forma più mite, 1 o massimo 2 baiocchi per distanze extra.
Quindi considerando il cambio "1 franco=19 baiocchi", i 19 decimes pagati dal mittente corrispondono a 36 baj, che sommati a 1 bajocco per il porto interno pontificio danno 37: la tariffa comprensiva di tutti i porti. Bollo “Via di mare” apposto in arrivo, e bollo “tassa rettificata” in 37 baiocchi per la contabilità di convenzione.
Cifra “10” relativa alla conversione arrotondata di 5 decimes in baiocchi, per indicare la tariffa della lettera per il solo porto marittimo, relativo all'oggetto della convenzione del 1838.
