Ciao Alessandro (
desmodavid) ed un saluto a tutti.
Ti ringrazio per l’intervento

che calza in pieno con quanto sta accadendo per questi resti di stampa, cui il valore commerciale varia notevolmente da catalogo a catalogo, creando qualche perplessità.
La necessità che hai avuto da venditore di rivolgerti a persona di fiducia, non è minore di colui che ne valuta l’acquisto.
Infatti, non a caso in apertura ho postato tre esempi.
Non ho alcun dubbio sulla tua lealtà, per questo avevo chiesto un intervento di
Paolo Cardillo che aveva corredato ogni pezzo di suo certificato.
Quotazioni così elevate in breve tempo, perchè giustificate dalla improvvisa enorme domanda dei collezionisti rispetto la scarsità di materiale da poter offrire o perché si vuole creare una nuova tendenza, stimolata da altri?
Ringrazio anche
Antonello per il sempre puntuale intervento.
Antonello Cerruti ha scritto:...
Tutt'altro discorso riguarda la quotazione che ad essi attribuiscono i diversi cataloghi.
Anche qui la verità è rappresentata solo dai reali prezzi che i collezionisti sono disposti a riconoscere loro, scansando sia le speculazioni che assegnano a questi esemplari quotazioni iperboliche, sia quelle che tenderebbero a renderli porcherie degne del camino.
Antonello, non tutti i collezionisti vivono la filatelia nello stesso modo ed indirizzano il proprio interesse nei diversi ambiti. Credo che una quotazione elevata riportata su di un catalogo possa comunque attirare ed incentivare chiunque all’acquisto, soprattutto quando si imbatte in una vendita di molto inferiore alle quotazioni riportate nel catalogo consultato.
C’è poi chi nella filatelia trova stimoli nello scavare a fondo, ma converrai che normalmente la ricerca di un pezzo per fini di studio non ha nulla a che fare con il valore di mercato.
Personalmente ho un particolare interesse nei resti di stampa, ma trovo assolutamente assurda una quotazione di € 3.000,00 per un resto di stampa senza effigie.
Cito ad esempio il seguente 5 grana.
6proposto col compralo subito ad € 299,00.JPG
NAPOLI67a_zpsz75tkwor.jpg
Nel certificato è riportato che ha carta sottile non gommata e di gradazione nel colore adottato. Ebbene, il pezzo corrisponde alla pos. 1 della V tavola del 5 grana. Come già indicato in altre occasioni, i francobolli di questa Tavola non vennero mai distribuiti perché restituiti tutti a Torino. Quelli ultimati che troviamo in commercio allo stato di nuovo, normalmente realizzano vendite che non raggiungono i due zeri.
Pertanto, non trovo razionale che in assenza di una convincente motivazione un francobollo ultimato (che ha subito i passaggi di stampa, gomma e rilievo) della stessa tavola e posizione possa valere molto meno di un normalissimo resto di stampa, perchè nella stampa di quest'ultimo non troviamo nulla di diverso dall'ultimato. Semmai troviamo meno: la gomma ed il rilievo o anche il tipo di carta.
Antonello Cerruti ha scritto:...
Il mondo filatelico li ha sempre ritenuti dei "resti di stamperia" che poi è una definizione esattamente equivalente a quella di "non ultimati"....
Chissà lo stupore di quei tanti che nel corso degli anni hanno provveduto a far apporre testine in rilievo false, tentando di spacciarli come ultimati per cercare di rimediare qualche soldo, diversamente allora non pretendibile.
Ancora, non afferro il perchè gli editori non si siano accorti prima del così elevato valore commerciale che avevano questi resti.
Antonello Cerruti ha scritto:...Qui mi piace confermare che l'origine di questi senza testa non nasconde alcuna "trappola" perchè la loro genuinità è confermata dall'esistenza di coppie "con e senza testa" che testimoniano come il processo di ultimazione di un certo numero di fogli si sia, per motivi non documentati, interrotta generando delle vere rarità, almeno considerando l'esiguità dei numeri degli esemplari pervenuti sino a noi.
Peraltro, queste irregolarità nell'allestimento dei fogli dei valori con testine a secco si verificarono non solo in tutti i valori della quarta emissione del Regno di Sardegna (Sassone nn. 13Da/17Da e poi n. 14Ea) ed in molti delle Province Napoletane (Sassone nn. 17l/22f e poi nn. 17ala/24e) ma anche in quelli del Regno d'Italia (Sassone nn. 1r/4r e poi nn. 11m e 11n).
Scusami, ma francamente non ho capito questo tuo passaggio. Che siano scarti di stampa o prove di allineamento delle testine, di allineamento dei blocchi, di colore, etc.. sono semplicemente operazioni che normalmente venivano effettuate per la realizzazione di una stampa ottimale; procedure con modalità diverse effettuate oggi come allora.
Antonello Cerruti ha scritto:...
Esilarante è quanti scritto in taluni cataloghi che ammettono l'esistenza delle coppie formate da francobolli con e senza testa e poi negano la "paternità" dei francobolli senza testa anche se probabilmente provenienti da queste coppie e relegandoli a resti di stamperia, come se un taglio di forbice possa modificarne la natura del tutto originale.
Lo studio per le ricostruzioni delle Tavole di queste emissioni diverrebbe estremamente difficile o in determinati impossibile qualora si dovesse tentare con fogli di ultimati o grossi blocchi, a causa dei costi e della difficoltà di reperimento. Agevolano lo studio proprio i resti di stampa, ma non presi singolarmente o in coppia. In questo modo - a colpi di forbici (aggiungerei d’oro, visto le valutazioni dei cataloghi) - si rischia di disperdere quanto rimane utile per lo studio.
Sotto l'aspetto commerciale, prediligo il francobollo ultimato, quindi trattandosi di resto di stampa che sia senza o con effige, rimane comunque tale, ovviamente con una maggiore valutazione con testina, ma inferiore di quella per l'ultimato. Ciò è solo una personalissima opinione e so benissimo che non vuol dire assolutamente nulla.
Non oso nemmeno immaginare che qualcuno possa pensare di proporre in vendita, sia singoli che in coppia, resti di stampa di tavole con blocchi anomali, poichè in tal caso oltre a non avere alcun significato, avranno contribuito a fare più danni.

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