Antonello Cerruti ha scritto:fildoc ha scritto:Il 18 gennaio 1851 è una delle poche giornate congrue per il timbro che per posizione insiema al datario è congruo
pertanto presumo il documento autentico nel suo insieme
(certamente sarebbe meglio avere il documento in mano come suggerisce Antonello!).
trovo inaccettabili le parti in rosso del certificato....
In cosa trovi conferma che sia una lettera proprio di quell'anno?
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Sperando di non annoiarvi troppo....
Quando, il 31 maggio del 1850, con notifica luogotenenziale in esecuzione della sovrana risoluzione del 25 settembre 1849 dell' Impero Austriaco venne emessa disposizione che “ dovranno dal 1 giugno 1850 in avanti andare in vigore le seguenti disposizioni relative alle tasse di porto-lettere e competenze accessorie, non chè all'applicazione dei bolli da lettere “, interessante fu la lettura del paragrafo 21 che introduceva un'altra novità dopo quella legata all'avvento dei francobolli e che consisteva nel loro annullamento, prevedendo che gli uffici postali imprimono in parte sui bolli attaccati agli oggetti impostati presso i medesimi il solito timbro postale dell'impostazione.
Dove “ il solito timbro postale “ ci fa capire che non furono predisposti appositi timbri annullatori per togliere validità ai francobolli ma vennero usati i medesimi tipari che prima dell'introduzione dei francobolli stessi venivano apposti al recto della corrispondenza e che servivano semplicemente a dimostrare la località di partenza con relativa data di impostazione e a rendere certa la presa iin carico da parte dell'amministrazione postale.
Le istruzioni per l'annullamento dei nuovi valori date agli impiegati postali prevedevano che il solito timbro venisse apposto in maniera tale che una parte cadesse sul francobollo e l'altra sulla lettera. Come detto, questi timbri annullatori erano i medesimi già impiegati durante il periodo prefilatelico , ovvero in uso al 31 maggio 1850, ma questa soluzione non soddisfaceva completamente l'amministrazione postale austriaca: alcuni erano di foggia molto piccola che bastava a coprire la sola superficie del francobollo, altri risultavano male impressi e di difficile distinzione, tenendo presente che sia sui valori della prima quanto su quelli della seconda emissione erano presenti francobolli di colore nero.
Da ciò si evince che per le poste austriache quello dell'annullamento dei francobolli era oggetto di approfondito studio, tanto che fu incaricato il dr. Giovanni Herz _ funzionario dell'amministrazione di Vienna _ di occuparsi dei vari aspetti del servizio postale, compreso quello dell'annullamento.
La conclusione fu quella, esposta in una dettagliata relazione dal dr. Herz, di adottare un solo timbro annullatore con indicazione di luogo e data da apporsi sull'intera superficie del francobollo, scartando così di fatto l'ipotesi iniziale che prevedeva due bolli annullatori (uno che coprisse l'intera superficie del francobollo per impedire frodi e riutilizzi e uno da apporsi sulla lettera con indicazione di data e luogo di spedizione), ma che di fatto avrebbe rallentato le operazioni postali.
In base a questo, sebbene l'amministrazione postale austriaca non avesse adottato il sistema del doppio timbro, tra la fine del 1850 e la metà del 1851 nel Lombardo Veneto furono effettuati alcuni esperimenti in quel senso, anche se in merito nulla si rileva dalle disposizioni ufficiali che venivano puntualmente pubblicate nel “ Manuale del Regno Lombardo Veneto “.
Quattordici furono gli uffici che usarono pertanto i cosiddetti “ annullamenti muti “ sul francobollo, accompagnati dal timbro con luogo e data sulla lettera: Bergamo, Chiavenna, Edolo, Lecco, Mantova (tre tipi), Milano, Monza, Morbegno (5 tipi), San Daniele, Varenna (2 tipi), Varese (2 tipi), Venezia, Verona e Viadana. Sono tutti rari o rarissimi, eccezion fatta per quelli di Venezia, Milano e Verona, relativamente comuni seppur di pregio.
La considerazione che un uso regolare sia stato effettuato nei capoluoghi regionali del Veneto e della Lombardia, nonché a Verona, sede della Direzione Superiore delle Poste, dà la certezza che non si trattò di iniziative occasionali e tollerate ma di una prova meditata, al fine di ricavarne concreti elementi di valutazione.
L'esperimento dovette confermare le conclusioni degli studi preliminari del dr. Herz, contrarie all'impiego dei due timbri, è non è fuori luogo constatare che la cessazione dei muti nei tre più importanti uffici del Regno avvenne quasi contemporaneamente: a Verona il 26 gennaio 1851, a Venezia il 27 gennaio 1851 (si conosce però una occasionale riapparizione il 3 luglio successivo) ed a Milano il 28 gennaio 1851.