Ciao a tutti,
torno sull'argomento dopo aver cercato qualche informazione in più su questa serie e ragionando su aspetti che già si conoscono.
Prima nota :
questa è l'ultima serie realizzata all'officina carte valori di Torino e viene emessa a più riprese tra il 27 luglio ed il 21 settembre del 1928.
Quindi non è stata realizzata tutta insieme e stampata nel medesimo momento.
Seconda nota :
L'istituto poligrafico di Roma viene inaugurato il 28 ottobre dello stesso anno, per cui ritengo che all'inaugurazione fosse perfettamente attrezzato ed in grado di poter lavorare.
Non escludo che questa serie sia stata preparata in condizioni tecniche non agevoli.
Terza nota :
Questo aspetto potrebbe forse spiegare l'uso dei tre perforatori, di cui due lineari ed un pettine.
Per i valori da 20, 25 e 30 cent. hanno lavorato contemporaneamente con entrambi i perforatori dato che la data l'emissione dei valori Sassone 226-28 e 230-32 è la stessa. Questa cosa mi fa pensare che anche se il catalogo assegna loro numeri diversi in realtà per il poligrafico di Torino fossero uguali.
Può darsi che l'uso dei 2 perforatori contemporaneamente sia servito ad accelerare i tempi dell'emissione al fine di procedere più celermente col trasloco da Torino a Roma.
Quarta nota :
La minor reperibilità dei dentellati 13 e 3/4 potrebbe essere dovuto all'uso finchè possibile del perforatore per la dentellatura 11 ( quello del Giubileo ) anche nell'ottica di non usarlo più in seguito, cosa senz'altro considerata nel contesto del trasloco.
La serie Emanuele Filiberto è la penultima del Regno ad avere la dentellatura 11, l'ultimo valore infatti è il lire 1,75 Parmeggiani circolato a Bologna, Roma ed in qualche altro centro nel 1929.
Quinta nota :
il formato B era quello usato per la serie Volta, il formato C per il 20 lire e l'1,25 lire è come la coppia dei Michetti .... mentre il primo, l'A, non l'ho proprio individuato.
Pensavo fosse uguale alla Pro Milizia ma mi sono sbagliato. L'hanno dovuto fare ex novo ?
Utilizzando solo i formati B ed il C sarebbero stati più comodi, soprattutto per la perforazione.
Perchè fare una serie di francobolli che necessitava di due fasi di lavorazione quando facevano prima con un sistema diverso ?
Perchè hanno usato 3 formati diversi se hanno dovuto lavorare in fretta ?
O a Torino non erano affatto di fretta e tutto questo ragionamento non quadra ?
Attendo le vostre osservazioni.

Cordiali saluti.
Alessandro Zeni
STAFF
Sono interessato alla bibliografia postale ed allo studio degli annulli meccanici del Regno d'Italia.
Ogni collezionista in grado di contestare in modo documentato un certificato peritale, ha una conoscenza tale per cui non ha bisogno di richiederlo.
Una collezione specializzata è tanto più importante quanto più è difficile ripeterla uguale
Se un uomo ha fiducia nei suoi mezzi, la parola impossibile non esiste.