Caro Antonello,Antonello Cerruti ha scritto:Ho riflettuto a lungo prima di decidere di intervenire ed ancora di più su come esprimere le mie idee.
La filatelia non può crescere nell'ignoranza o solo nella fideistica espressione (anche dei periti di una volta) "ipse dixit".
Vogliamo che i collezionisti progrediscano nelle conoscenze oppure vogliamo che acquistino solo firme e certificati senza capire cosa questi stiano "garantendo"?
I falsari sono sempre in agguato e leggono con grande attenzione questo sito; ma non possiamo non sapere che hanno già conoscenze quasi sempre al di sopra di quelle della stragrande maggioranza dei collezionisti.
I falsi G.N.R. (almeno tutti quelli noti) non sono di produzione recente. Non credo che sarebbe possibile oggi imitare i caratteri, l'inchiostro, la pressione e tutti i particolari che consentono di distinguere gli originali dai falsi.
Fornire alcune risposte non può che aiutare i collezionisti ad accrescere la loro passione ed il loro desiderio di incrementare la loro raccolta.
Non ritengo che isolarsi in cima alla montagna e lanciare dall'alto dei sassi con i propri vaticini sia utile a nessuno.
E' definitivamente tramontata l'era in cui l'oracolo lasciava nell'ignoranza il popolo elargendo una previsione ogni tanto.
Oggi i collezionisti vogliono conoscere e capire; sono stanchi di comprare francobolli su cui non possono capire nulla solo perchè sono accompagnati da quel certificato peritale o commerciale.
Troppe volte è successo che l'alternarsi dell'opinione dominante abbia definito falsi dei francobolli originali o viceversa; la questione delle soprastampe B.L.P. (e delle relative "ristampe delle soprastampe") ne è un esempio lampante.
Oppure le testine della IV di Sardegna dal profilo incerto....
Oppure le soprastampe di Cefalonia ed Itaca....
Fino a quando la sorte (e l'origine) di un francobollo è legata solo alla forza convincente del suo perito sponsor o a quella economica del commerciante che lo spinge, che certezza possono avere i collezionisti della bontà del loro acquisto?
No!
Non credo proprio che l'ignoranza sia una condizione vincente per la filatelia.
Che senso ha chiedere: "Che ne pensate di questo francobollo, perchè è falso/originale?", se poi non voglio indicare la mia soluzione e spiegarla?
E' come far vedere ad un bimbo una caramella e poi negargliela.
Nei libri ORIGINALI e Falsi, pur conoscendo di un francobollo dieci caratteristiche distintive, ne ho indicate otto.
Questo consente al collezionista di farsi una bella cultura ed evitare tante trappole, senza però permettere al falsario di avere il DNA completo per riprodurre (cosa comunque difficilissima) un francobollo.
Miope, sciocco ed inutile è l'esperto che si porta i suoi segreti nella tomba.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
se nel tuo libro su 10 elementi per identificare il falso ne hai rivelati 8, ne deduco che nei fatti la pensi come me.

Peraltro, gli 8 particolari li hai rivelati in un tuo libro in vendita, non in un forum pubblico.
Se qualcuno mettesse a disposizione gratuitamente un pdf del tuo libro, tu parleresti sempre di diffusione della cultura filatelica o procederesti per violazione della legge sul diritto di autore?

Nel caso del francobollo in questione, sarebbe bastato dire che la vignetta escludeva che quel francobollo fosse originale (come è stato subito detto - nel tuo esempio, questo sarebbe equivalente agli 8 particolari documentati), senza parlare di altro (i tuoi 2 particolari non segnalati).
E' proprio aver parlato di questo "altro" ad aver innescato il problema.



ps
Concentrandosi solo sui 2 elementi che non hai rivelato, visto che gli altri 8 sono stati "bruciati" dalla tua pubblicazione, non vedi una palese contraddizione con quello che vorresti propugnare?
Con il tuo libro hai solo escluso le vecchie falsificazioni, lasciando teoricamente aperto il varco a nuove e più insidiose falsificazioni future che, facendo tesoro delle tue 8 indicazioni, potranno ingannare anche i compratori del tuo libro, visto che le 2 mancanti loro non le conoscono!
E' questo il bene della filatelia, cioè falsificazioni sempre più difficili da identificare?