

Jose'
Antonello tu parli di "valore" dell'annullo...io volevo sapere perché un R2 viene considerato tale....cioè avranno un'idea di quanti ne sono conosciuti....per esempio io ho Chiavazza (VC) considerato R1...perché???...secondo loro quanti ne sono conosciuti???....4-5...o 20-30....etc etc grazieAntonello Cerruti ha scritto:La differenza - oggi - tra valori di mercato e quotazioni di catalogo sta tutta nell'equivoco che il Sassone valuta in base all'esistente ma il mercato conta .... gli interessati.
Se di un annullo esistono quattro impronte e cinque collezionisti, il bollo è raro.
Se esistono solo tre interessati, il bollo diventa comune...perchè il quarto gira di asta in asta alla ricerca del collezionista che non esiste.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
grazie...Gianco ha scritto:All'incirca, si può azzardare:
R3: UNICO NOTO (o, al massimo, 2 noti)
R2: 2 noti o, più probabilmente, 3 o 4
R1: 5-7
13 Punti: 8-12 noti
12 Punti: 13-17 noti
11 Punti: 18-23 noti
10 Punti: 24-30 (o poco più).
Noti ed esistenti sono, ovviamente, due cose diverse. Esistenti e genuini, altra cosa ancora.
In tutte le statistiche entrano documenti falsi o manomessi.
Mi sembrano molto pochi come quantità indicate, Secondo me c'e da aggiungere un fattore *5 se non di piu.Gianco ha scritto:All'incirca, si può azzardare:
R3: UNICO NOTO (o, al massimo, 2 noti)
R2: 2 noti o, più probabilmente, 3 o 4
R1: 5-7
13 Punti: 8-12 noti
12 Punti: 13-17 noti
11 Punti: 18-23 noti
10 Punti: 24-30 (o poco più).
Noti ed esistenti sono, ovviamente, due cose diverse. Esistenti e genuini, altra cosa ancora.
In tutte le statistiche entrano documenti falsi o manomessi.
Sono d'accordo con te....poi e' assurdo dire che i punteggi rispecchiano il grado di richiesta.....poi questa richiesta come viene calcolata???.....+ giusto dire..."conosciamo 20-50-100 impronte di quell'annullo e lo consideriamo cosi'"....andy66 ha scritto:A mio modo di vedere, dare un punteggio per poi rispecchiare l'appetibilità commerciale di un fb o un annullo è sbagliato e fuorviante. Allora a questo punto gli si dia veramente un valore in euro! Che se senso ha dare un punteggio di rarità se poi quell'oggetto non è poi così raro ma ha comunque richiesta commerciale? Trovo che i due parametri di valutazione, rarità e valore commerciale, debbano restare ben distinti, l'uno valutato in euro e l'altro in punti a seconda della reperibilità. Dopo ognuno farà liberamente le proprie considerazioni a riguardo confrontando i due valori.
Scusatemi ma io sono un tipo molto pragmatico e guardo le cose secondo logica.
sul primo punto m trovi d'accordo...forse è anche un lavoro immane "studiare" migliaia di annulli ASI...però chi sa se hanno mai incominciato???...paolo ha scritto:mi sa tanto che occorre fare due precisazioni:
1 - mettere in chiaro, cioè nero su bianco, papale papale, su un catalogo la reale rarità di un oggetto (cosa oggettiva) anziché la sua valutazione (cosa soggettiva) è la morte immediata dei cataloghi e della politica editoriale vigente, nonché equivarrebbe a costringere l'estensore a studiare bene ciò che afferma... quindi non lo saprai mai
2 - detto quanto sopra e prendendo in esame un catalogo qualsiasi, esiste un'altra fondamentale variabile dipendente (dall'estensore) che non sarà mai possibile conoscere, e cioè quella detta comunemente del "ce l'ho, mi manca" che, in parole povere, porterà un po' più in alto i prezzi del materiale che l'estensore deve vendere e porterà un po' più in basso i prezzi del materiael che lui deve comperare...