Ho preso questa letterina perchè non avevo la combinazione.
A casa, esaminandola ho scoperto che è stata spedita alla riapertura della Convenzione del 15.05.1862 (è datata 17.05.62) - sul retro ci sono il C1 di Bologna (18.05) e il 2C di PonteLagoscuro (18.05). Arrivo a Lugo 19.05 (o 18, non è chiarissimo).
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filippo_2005 https://raccoltaasiregnoaldoefilippo.blogspot.com/ il blog della raccolta iniziata da mio padre e proseguita da me
colleziono antichi stati e regno su lettera, fino alla floreale compresa.
Mi interessano anche Timbri e Annulli di Russi fino al 1900.
La tariffa dal 15.5.1862 e' quella dalla prima distanza austriaca alla seconda sezione italiana, cioè 16 soldi.
La lettera,ben firmata, ha il pregio di essere un terzo giorno dopo il ripristino della convenzione
Luca
Sostenitore dal 2 aprile 2015
Collezionista Storia Postale Stato Pontificio
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Articolista rivista online “Il Postalista”
Le bruno-ere sono sempre bicolori di pregio e questa al terzo giorno d'uso della ripresa della convenzione ha anche questo merito.
Poi potrebbe (ho detto potrebbe......) anche essere la prima data conosciuta della riapertura della frontiera fra S.M.Maddalena e Pontelagoscuro!
+-x: Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
Grazie per i pareri...Luca e Massimiliano.....cosa mi dite invece del bollo P.P.?
E' plausibile quello che scrive Bottacchi?
Perchè non il solito PD? E come mai invece si trova il P.P. in due lettere a convenzione appena riaperta?
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Le fattezze del P.P non sono sicuramente "emiliano-romagnole" (fonte Gallenga).
Sono di matrice veneto/austriache (il classico P.D. ha il medesimo "font").
Ho lettere da Padova,Venezia e Trieste con il P.D. suddetto, della Lombardia non so....
Luca
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Non avrei una spiegazione certa dell'uso del bollo P.P.
La lettera della mia raccolta simile per tariffa ed affrancatura reca il consueto P.D.
img123020.jpg
Invece ho una lettera molto più tarda in tariffa da 13 soldi per lo stato pontificio col P.P.
Mi chiedo se non fosse una peculiare usanza padovano usare questo bollo per la corrispondenza destinata all'estero (ne ho visto l'uso a Milano, sempre per l'estero).
img123021.jpg
Benjamin
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Lombardo Veneto (filatelia, annulli e storia postale), Toscana filatelia e storia postale dell'antica provincia di Arezzo, colori della IVa di Sardegna, ed a livello filatelico tutti gli ASI
Lettonia,Lituania ed Estonia
Classici di Francia, Gran Bretagna e Russia
Israele, annulli turchi, Levante, mandato britannico, interim e dal 1948 a oggi
"Non temete nuotare contro il torrente, è d'un anima sordida pensare come il volgo, perché il volgo è in maggioranza."
Le lettere milanesi del periodo LV dirette verso la Sardegna e la Francia portano solitamente il bollo PD previsto nella convenzione (Port jusqu'à Destination) del 1844 che poi venne esteso anche ad altre destinazioni.
Il bollo P.P. (Port Payé), ha una storia lunghissima e risale almeno al 1805, lo si trova su lettere in cui il porto è pagato nella tratta di convenzione e non fino a destino (per esempio Napoli o la Spagna).
Questo, come scrive Andrea, sembra un errore. Ma solitamente su quali destinazioni veniva apposto? Tra l'altro questi bolli venivano apposti negli uffici di scambio e Padova potrebbe essere uno di questi.
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Secondo me il P.P. veniva posto quando non erano sicuri della tariffa da applicare e lasciavano posto ad una tassa da pagare per il destinatario... e il P.D. quando erano sicuri o non volevano lasciare nulla a carico del destinatario, ma poi a volte sbagliavano lo stesso!
eccone due mie vicine con i due trattamenti
(il P.P. è comunque molto meno comune del PD:
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In questi due esempi i bolli P.P. e P.D. appaiono regolari dato che nel caso del P.P. la lettera venne tassata (porto pagato solo per l'interno). Io comunque avrei messo il bollo N.A.= NON ADDEBITABILE al posto del P.P nel caso non fossi a conoscenza delle tariffe austro-italiane di quel periodo, giusto per fare capire che le competenze asburgiche erano comunque assolte.
A me rimane oscura la genesi del bollo P.P. napoleonico che sparisce nel 1838-1840 sostituito dal FRANCA e riappare più avanti.
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La lettera in questione è normale che sia stata tassata. Il bollo N.A. indicava che le competenze austriache erano soddisfatte a prescindere da quelle previste dalla convenzione austro-italiana del 1862 che no lo erano. Infatti non c'è alcun debito/credito tra le due amministrazioni.
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francesco luraschi ha scritto:Il bollo N.A. indicava che le competenze austriache erano soddisfatte ....
Esatto.
Il bollo N.A. era usato dall'ufficio postale austriaco quando l'affrancatura, benché inferiore del dovuto per la consegna franca a destinazione copriva esattamente le spettanze austriache. Pubblico sotto un altro esempio del Maggio 1867:
670506 Au 15kr tax.jpeg
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Andrea
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Sono interessato alla Storia Postale e ai Classici di tutto il mondo.
ma i timbri P.P. dove venivano messi e, soprattutto, se sono austriaci in seguito a quale convenzione/provvedimento vennero introdotti? Che se ne facevano a Padova del bollo P.P.?
Il bollo AUSTRIA sulla lettera per Madrid è sicuramente milanese.
Francesco
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la mia N.A. l'ho messa perchè Francesco aveva detto: Io comunque avrei messo il bollo N.A.= NON ADDEBITABILE al posto del P.P nel caso non fossi a conoscenza delle tariffe austro-italiane di quel periodo
Il regolamento diceva che con il PD l'impiegato dichiarava il porto fino a destino
se non vi era il PD e vi erano delle contestazioni lui stesso avrebbe dovuto a sue spese eseguire il rimborso!
Diversamente con il PP indicava che l'importo pagato corrispondeva ad un porto parziale.
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