Ci sono nella storia postale repubblicana delle tariffe postali effimere, durate poco tempo: contando sulla vostra indulgenza, vorrei ricordare uno di questi casi, inconsueto anche perche’ il ministero delle poste fu costretto a rimangiarsi la sua decisione.
La vicenda comincia con la pubblicazione di un ennesimo tariffario postale (decreto ministeriale del 21-6-1990) che entra in vigore l’1-7-1990: tra le voci aumentate c’e’ quella del diritto di
recapito autorizzato che viene indicato a
375 lire. Ok, si puo’ pensare, che problema c’e’? Le esistenti marche da 300 lire possono essere integrate con francobolli ordinari…
In realta’ il grosso della posta assoggettata a tale diritto (ed in particolare quella trasportata direttamente da banche ed enti vari) e’ affrancato a macchina. Purtroppo, da tempo le macchine affrancatrici non prevedono piu’ la possibilita’ di modificare l’ultima cifra a destra, quella delle lire, dove c’e’
uno zero fisso, perche’ e’ un pezzo che non ci sono tariffe postali non arrotondate alle 10 lire (almeno per quanto riguarda il tipo di corrispondenza affrancato a macchina). Quindi gli utenti (ad esempio una banca che provvede a distribuire localmente i suoi invii ai clienti visto che allora non c’erano internet, la posta elettronica e l’internet banking e tutto si svolgeva in forma cartacea) dovrebbero stampigliare un’impronta a macchina di 370 lire a poi incollare in sovrappiu' un francobollo ‘’castelli’’ da 5 lire… Vai a trovare decine e decine di fogli di francobolli da 5 lire, per non parlare della perdita di tempo. Le proteste ovviamente sono immediate e insistenti.
Si corre percio’ ai ripari con un provvedimento correttivo firmato gia’ il 9 agosto 1990. Ma la burocrazia ha i suoi tempi e solo sulla Gazzetta Ufficiale n.215 del 14 settembre 1990 viene pubblicato il decreto. Si tratta di un decreto del ministero delle poste intitolato ‘’Ristrutturazione tariffaria dei ‘reclami’’. In effetti il provvedimento si occupa anche – in relazione tra l’altro a disposizioni UPU – dei ‘’reclami’’ (richieste di informazioni sull’esito di pagamento o di consegna di titoli, pacchi, raccomandate ecc). Ma sotto questo pudico titolo c'e' anche una vistosa retromarcia ministeriale. infatti, il provvedimento interviene anche sul contenuto del decreto tariffario del 21 giugno 1990 dove alla voce 3.18 ‘’il diritto dovuto all’amministrazione delle poste e telecomunicazioni per le concessioni di servizi di accettazione e di recapito delle corrispondenze - si legge nelle premesse del nuovo decreto - e’ stato
ERRONEAMENTE riportato nell’importo di lire 375 invece che di lire 370 e pertanto tale errato importo si rivela tecnicamente non compatibile con le macchine affrancatrici predisposte ad accettare importi arrotondati alle 10 lire’’. E cosi’ il diritto di recapito autorizzato, dal giorno successivo, 15 settembre 1990, viene ‘’corretto’’ in
370 lire. Il 24-9-1990 verra’ anche emessa un’apposita marca di recapito autorizzato da 370 lire.
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L’effimera tariffa (ufficialmente ‘’sbagliata’’) da 375 lire ha dunque avuto vita assai breve: in tutto due mesi e mezzo (76 giorni).
Qualcuno ha materiale da mostrare con questa tariffa? Comincio io con una busta in recapito autorizzato perfettamente affrancata con 375 lire.
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