Questa è una giusta ed importante argomentazione!Quando,ad esempio, e' stato stilato per la prima volta il Sassone con la classificazione: 28, solferino; 28a violetto; 28c lilla grigio etc a quali riferimenti ci si e' affidati? Dove sono i riferimenti consultabili. Non esiste una nomenclatura condivisa che attribuisca ad un nome una sigla Pantone o RAL oppure dei valori stabiliti in RGB. Per lo stesso colore possono essere utilizzati nomi differenti: Ad esempio che cose' il solferino, qualcuno lo ha mai sentito e ci si e' imbattuto prima di interessarsi all III emissione del Pontificio. Per per me e per chiunque Solferino e' la famosa battaglia nelle Guerre di Indipendenza. Ad esempio il rubino per alcuni e' un rosso ma se poi vediamo realmente i francobolli come spesso vengono classificati corrisponderebbe all'amaranto del Bolaffi cioè un un rosso violetto scuro.
Da una parte, ci vorrebbero dei confronti consultabili, custoditi da un'"accademia" della filatelia, mentre i confronti sono quelli che si costruiscono periti e collezionisti in maniera autoreferenziale oppure per tramandata tradizione.
Ora, dove il Sassone si dimostra particolarmente carente è quando, invece di aver compiuto degli studi con i propri esperti, adottando una terminologia e dei criteri uniformi per tutti i francobolli dell'area italiana, si è accontentato di plagiare il catalogo Huber-Wessely austriaco per i colori del Lombardo Veneto e di "semplificare" la tradizione Lajoliana-Rattoniana per la quarta di Sardegna, creando una grande confusione proprio perché i lessici dei diversi studi sono molto diversi (pensiamo a cosa significhi per loro ocra, bistro, oltremare, cobalto o vermiglio)!
Per me si fa sempre più sentire l'esigenza di un catalogo moderno, concepito sulla falsa riga del Maury francese, dove vengano riveduti tutti icolori degli ASI e vengano integrate quotazioni precise di storia postale con ampie informazioni sulle tariffe ed una parte marcofila annessa.


Benjamin