

,senza più impegni di lavoro, trovai naturale imbarcarmi in una nuova avventura filatelica.
Da tempo avevo pressoché ultimato la Repubblica usata (peccato di gioventù

Superato poi quel periodo di stanca che , prima o poi, ogni collezionista affronta, c'erano davvero tutte le premesse, per dedicarmi a nuove aree di interesse.
Per un po osservai la IV di Sardegna ma la trovai, da subito, controversa e per certi versi astrusa,
causa l'accanimento sulle sfumature estreme dei colori; neanche percepibili dall'occhio umano (almeno il mio), che poco dopo rinunciai.
Non me ne vogliano gli studiosi di questa interessante materia che pure non ho smesso di seguire con interesse nelle loro appassionate discussioni e nei cataloghi d'asta.
Ancora prima, avevo seguito con interesse anche il Lombardo-Vento; mi piacevano alcuni degli aspetti trattati. Mi colpì, favorevolmente, la preparazione di coloro che
intervenivano sul forum di discussione; in particolare un certo Giandri ed il suo modo di porsi all'interlocutore di turno,
con pacatezza e senza far pesare la sua "scienza" che pure c'era, e poi di Fildoc (che ancora seguo nei suoi interventi),
insomma un salotto tranquillo dove spendere bene qualcuna delle ore libere della giornata.
Ci mancò davvero poco!, poi mi frenò la vastità della materia, le troppe implicazioni con i colori, con gli annulli che risvegliarono
la mia conclamata allergia alla storia postale (almeno come oggi codificata)
e così feci un passetto indietro senza immaginare che sarei caduto successivamente, dalla padella alla brace!!!!!
Sfumato il Lombardo-Veneto, rispolverai una vecchia idea che si era affacciata già all'epoca del Regno, quella di approfondire la conoscenza del periodo della Rsi,
sicuramente di difficile approccio e con scarsa letteratura disponibile, specialmente guardando ai G.N.R.
Avrei incontrato difficoltà; molto da studiare, da spulciare

Il tempo in fondo, non mi mancava ( i soldini ..pochi purtroppo..come ad altri) e mi intrigava un periodo che conoscevo da
appassionato di storia contemporanea ma di cui mi mancava totalmente la visione filatelica.
Non mi ha spinto alcuna operazione nostalgia; parliamo di un periodo storico a me anagraficamente estraneo; si è trattato di uno slancio, motivato soltanto
dal gusto per lo studio e la ricerca di francobolli soprastampati in un periodo drammaticamente straordinario del nostro Paese.
L'ho intuii come il naturale completamento della mia esperienza filatelica.
E così, senza quasi rendermene conto, mi ritrovai immerso, senza più speranze, in un mondo criptico, labirintico tra montagne di falsi-falsi, di veri postumi,
di originali "ma non troppo", "si però" di ristampe , di specchietti per allodole e collezionisti sprovveduti, di pareri contrastanti
di diatribe accese etc etc....insomma tutto sommato un bell'ambientino tranquillo!


E le certezze?, i punti fermi? ........... pochi davvero!!!!! ed in parte, pure opinabili!!.
Ok, viste le premesse, devo anche ammettere, che non è stata tutta farina del mio sacco.
Nel bel mezzo di questo campo minato specie nei momenti difficili, di quasi sconforto,
sono stato spesso "tratto d'impaccio" ed affiancato da veri esperti del settore; alcuni di loro,divenuti poi negli anni, carissimi amici

e senza i quali non avrei avuto chance di riuscita e soprattutto la costanza nel proseguire indenne.
Il percorso, ad oggi, è ancora fortunatamente in salita e tortuoso (c'è sempre qualcosa da cogliere e da imparare) e non mi riferisco soltanto al francobollo in quanto tale,
ma alle storie, agli aneddoti, ai ricordi di chi c'era, ai "segreti" che si celano dietro e non ancora risolti e che rendono quasi unico ed affascinante il settore.
La complessità della materia mi ha obbligato a darmi un metodo e delle priorità altrimenti avrei rischiato di perdermi.

Ho iniziato ( e mai finito) con lo studio dei G.N.R. di Brescia, trascurando un po i Verona ,per la poca chiarezza che circonda questi ultimi.
Mi sono limitato ad imparare soltanto a come non confonderli con i loro ben più "blasonati" cugini bresciani, in attesa di studi specifici su stampe,
ristampe e tirature, promessi da tempo ma non ancora pubblicati.
Così, tornando ai Bs, di pari passo ai riferimenti storico-filatelici, ho approfondito lo studio dei "Tipi" di soprastampa;
quindi il complesso delle tirature, il perchè della loro realizzazione; per planare infine sulle varietà di composizione, all'interno delle singole tirature.
Ardua resta la distinzione tra tirature, in certi casi impossibile, ma io insisto e poi mi diverto; chissà che prima o poi trovi il sospirato passe-partout!.
(n.d.r. Sorani afferma che non esiste modo e non le certifica, altri dicono di si!!) Personalmente, con grande umiltà ritengo sia possibile,
anche se non sempre e non per tutti i valori; ma questa è un altra storia.
Mi diverto molto ad osservare i pezzi che mi capitano tra le mani o anche solo a monitor nel tentativo di classificarli, attribuirgli una tiratura credibile, spulciare falsoni.
Sempre forte la soddisfazione di scovare falsi "raffinati" , confrontandomi con amici che coltivano la mia stessa passione da più tempo e non mi fanno mai mancare il loro supporto.
Non nego, che lo studio di questo particolare periodo storico mi sta ancora dando stimoli ed emozioni che non ho mai provato in passato,
con Repubblica e Regno, pure gradevoli ed a loro modo interessanti.
Il costo per alimentare il giocattolo? : più o meno lo stesso a cui si va incontro in altri settori importanti, credo; molto dipenda dal grado di raffinatezza e di rarità che si vuol dare
alla raccolta, anzi qualche volta (non sempre) si riesce a spuntare la rarità, a prezzi decisamente più bassi che in altri settori.
Ciò è dovuto al ridotto numero di collezionisti rispetto, ad esempio, agli ASI. Faceva giustamente notare Gampers ,
qualche giorno fa su questo forum che - a rarità - anche un 3 Lire di Toscana impallidirebbe di fronte a non pochi pezzi di G.N.R.
Per ovvi motivi, sono rimasto un po indietro con i provvisori (fascetti) anche se mi riprometto un giorno di questi di iniziarne lo studio in maniera più incisiva e determinata,
Non ho intenzione però di cadere negli eccessi della IV di Sardegna, vista la mia limitata percezione a cogliere tutte le sfumature di colore.
Comunque il ritardo accumulato non mi preoccupa perchè so di poter contare su amici e su di uno in particolare (john), in grado di illuminarmi a dovere!.
Ed eccomi al punto delle note dolenti, cruccio e gioia di ogni collezionista : parlare del proprio rapporto con i tanto bistrattati certificati peritali.
Come dimenticare le posizioni espresse da tanti forumisti, assertori convinti (anche per molti aspetti a ragione) del principio in base al quale,
il ricorrere ossessivamente al certificato, comportasse il rischio di trasformarci da collezionisti di francobolli in collezionisti di expertise;
senza peraltro che questa pratica ci ponesse al riparo dai raggiri di venditori disonesti e/o da periti distratti.
Postulato ineccepibile, aggiungerei di mio che la superficialità e la svogliatezza con le quali si affrontano certi filoni collezionistici "complessi" ,
compreso il mercato che vi ruota intorno , ci rende, spesso, vittime naturali e predestinate dei mascalzoni.
Mi torna in mente la serie "simil-gnr" e certificato segnalati da Topollastro e provo ad immaginare la faccia di un ipotetico compratore.
Eppure, in apparente contraddizione, le mie raccolte, eccetto Repubblica, sono ahimè!!, letteralmente sommerse da certificati, di ogni tipo.
Ne ho di storici e meno storici , a volte doppi non voluti ,firmati da periti blasonati e meno, spesso già in dote ai francoboli acquisiti.
Chiedo perciò benevolenza a coloro che sono contrari a priori ai collezionisti di certificati, personalmente non mi sento assolutamente tale,
eppure ne conto complessivamente ben 108, così ripartiti:
Repubblica n° 4;
Regno n° 24;
Rsi n° 72;
Colonie e falsi Repubblica N° 8.
Molti altri pezzi privi di certificato, presentano comunque la sigla di un perito e così credo di avere ben pochi francobolli "vergini" al verso!.
E questo è giusto?, è sbagliato ? : a parere mio, dipende più semplicemente dal tipo di collezione che si imposta, dalle circostanze contingenti
ed infine dall'approccio che ognuno riserva al suo modo di collezionare.
Nella mie esperienze giovanili, è nato prima l'innamoramento per i "coriandolini di carta" viaggiati e solo col trascorrere degli anni, si è fatto spazio il desiderio di approfondire.
Ad esempio la mia prima serie importante ovvero i ginnici usati l'acquistai da Bolaffi nel 1977 certificata " Dott. Giulio Bolaffi". Allora non ne giravano molte,
figuriamoci senza parere di autenticità. Pensate che in quel mese lo stesso Bolaffi aveva in vendita, tra Torino, Milano e Roma, una sola serie ed era su cartolina della manifestazione;
la stessa che mi fece trovare nel negozio di via Condotti a Roma, proveniente da Torino e che poi fini nel mio album!.
Certamente non l'avrei mai acquistata senza certificato, cosa che non avrei mai fatto in futuro per un Gronchi rosa od un cavallino ruota ( a rischio panino!).
Sottolineato questo, sulla mia Repubblica usata, non credo ci sia molto da aggiungere; i pezzi invendibili senza certificato ,si contano con le dita di una mano;
ma soprattutto dove le occasioni di studio sono state praticamente zero, per uno come me ,"impermeabile" alla storia postale e men che meno alle specializzazioni.
Impatto diverso, l'ho avuto con il Regno usato e soprattutto in seguito con la Rsi nuova e usata che sia.
Allargando l'orizzonte alle serie chiave del Regno (ignorando le serie "perigliose" lungometraggio commemorative) , allora il discorso cambia diametralmente.
Prendiamo ad esempio, per semplicità, solo alcune di esse come: il congresso filatelico; cinquantenario Manzoni;
crociera Italina America Latina;l'1,75 dent.rara; Zeppelin.
Per queste serie la presenza del certificato non nasce quasi mai dalla richiesta del collezionista ma è fornito dal venditore a corredo del pezzo;
potrebbe anche accadere che per serie assai controverse il collezionista preferisca comunque appoggiarsi al giudizio del suo perito di fiducia prima di un acquisto;
richiedendo un supplemento di expertise e questo accade a volte nelle aste; ed ecco qui un caso di duplicazione dei pareri.
Quando iniziai a collezionare il Regno, internet ed aste online non esistevano, non esisteva neanche questo prezioso forum, materiale di confronto neanche a parlarne,
di "gatti e nà volpe" in giro però, sempre in quantità industriale.
Il settore tirava,tanti collezionisti e commercianti;convegni gremiti; i pezzi genuini introvabili ed allora quando si presentava una occasione di acquisto
l'unica garanzia la si riponeva nel parere degli allora periti di "fama". Fortuna qualche volta d'accordo nel merito.
In questi casi, io il certificato non l'ho stracciato ma riposto in una cartellina.
Oggi usufruendo dei pareri autorevoli che circolano online e facendo tesoro anche dei miei certificati storici, a volte riesco
anche a pescare pareri recenti "discutibili", francobolli dubbiosi etc.
Per quanto riguarda la Rsi, G.N.R. in particolar modo, valgono in parte le considerazioni già fatte per il Regno alle quali aggiungerei
che essendo i miei studi iniziati, in epoca più recente e con le connotazioni sopra descritte, posso contare su strumenti ed opportunità
prima impensabili e che mi pongono in forte vantaggio rispetto al passato.
Posso dire che i tentativi di affrancarmi dai certificati, matura quotidianamente di pari passo ai miei progressi in materia.
Pur non stracciando le certificazioni di cui sono entrato in possesso, le distinguo tra quelle importanti e datate rispetto a quelle più recenti ma soprattutto
riesco spesso ad esprimere giudizi autonomi sui pezzi che circolano e sulle certificazioni che ne vogliono attestare la originalità. Quando ho dubbi, trovo poi
sempre udienza tra gli amici di cui sopra.
Ci sarebbe molto da aggiungere sulle certificazioni "importanti e datate" sul perché le abbia chiamate così
e soprattutto sull'importanza che assumono quando trattiamo di G.N.R.; magari prima o poi capiterà l'occasione.
Ed eccomi giunto al termine del mia chiacchierata.
Scusatemi se mi sono dilungato, ma ci tenevo, dopo tanti anni di iscrizione al forum, a condividere parte delle mie esperienze,
anche se disordinatamente ed a rischio di annoiarvi.


Maurizio