Mi sorge una curiosità: io, come tanti altri, ho un negozio Delcampe. Inserisco i lotti in vendita ogni tanto nel tempo libero quindi, a mio parere, senza carattere di continuità e di professionalità.
Il sito, però come ben sapete, permette ai lotti invenduti alla scadenza di essere rimessi in vendita automaticamente.
Secondo voi, dato che questo sistema automatico permette di fatto di proporre gli oggetti in vendita anche per lunghi ed ininterrotti periodi, trasforma un'attività hobbistica occasionale in un'attività continuativa professionale?
Stefano1981 ha scritto: 20 aprile 2017, 17:04
Mi sorge una curiosità: io, come tanti altri, ho un negozio Delcampe. Inserisco i lotti in vendita ogni tanto nel tempo libero quindi, a mio parere, senza carattere di continuità e di professionalità.
Il sito, però come ben sapete, permette ai lotti invenduti alla scadenza di essere rimessi in vendita automaticamente.
Secondo voi, dato che questo sistema automatico permette di fatto di proporre gli oggetti in vendita anche per lunghi ed ininterrotti periodi, trasforma un'attività hobbistica occasionale in un'attività continuativa professionale?
BELLA DOMANDA !
ma nessuno potrà mai darti un parere certo, secondo me.
bisognerebbe stare nella testa del funzionario quando dovesse (speriamo mai) esaminare una pratica con queste caratteristiche di vendita ripetuta a tempo indeterminato.
Se fossi il CEO di ebay o Delcampe proporrei di tassare i venditori mensilmente e dare questa tassazione allo stato.
Mi spiego meglio con degli esempi:
-tizio ha venduto nel mese per meno di 50 €.......pagherà 5 € a ebay e nulla allo stato
-tizio ha venduto nel mese per 120 €.....pagherà 12,00 € a ebay e 6 € allo stato.
-tizio ha venduto nel mese per 1500 €....pagherà 150 € a ebay e 150 € allo stato
-tizio ha venduto nel mese per 10000 € ...pagherà 1000 € a ebay e 2000 € allo stato.
Il tutto molto semplice e con incassi sicuri per lo stato. Gli ispettori dell'ADE potranno dedicarsi a scovare altri tipi di evasori.
Chiaramente i venditori di falsi o merce rubata vanno puniti comunque severamente.
Il mio è sicuramente un discorso ingenuo di chi non ha conoscenze di finanza e economia ma mi sembrava giusto farlo anche a costo di apparire infantile.
Caelinus ha scritto: 20 aprile 2017, 17:44
Se fossi il CEO di ebay o Delcampe proporrei di tassare i venditori mensilmente e dare questa tassazione allo stato.
Mi spiego meglio con degli esempi:
-tizio ha venduto nel mese per meno di 50 €.......pagherà 5 € a ebay e nulla allo stato
-tizio ha venduto nel mese per 120 €.....pagherà 12,00 € a ebay e 6 € allo stato.
-tizio ha venduto nel mese per 1500 €....pagherà 150 € a ebay e 150 € allo stato
-tizio ha venduto nel mese per 10000 € ...pagherà 1000 € a ebay e 2000 € allo stato.
Il tutto molto semplice e con incassi sicuri per lo stato. Gli ispettori dell'ADE potranno dedicarsi a scovare altri tipi di evasori.
Chiaramente i venditori di falsi o merce rubata vanno puniti comunque severamente.
Il mio è sicuramente un discorso ingenuo di chi non ha conoscenze di finanza e economia ma mi sembrava giusto farlo anche a costo di apparire infantile.
Quindi funzionare come un sostituto d'imposta al 20% come per tutti i professionisti ?
Ma allora bisogna essere un professionista (filatelico) per poterne usufruire/subire.
Con lo spauracchio di multe astronomiche e senza regolamentazione i piccoli venditori spariranno dalle piattaforme on line.
In cascata ne risentiranno anche le case d'asta.
Ci sarà un ulteriore contrazione del mercato filatelico.
Carissimo Lino,
la tua è la proposta ed il ragionamento di una persona sensata ed è un ragionamento perfettamente logico.
Ma in Italia purtroppo la logica non è una virtù. Il tuo ragionamento
era anche il mio e mi sembrava la soluzione più semplice. Virgilio dice che è impossibile.
Le cose diventano possibili solo se i più ci trovano un vantaggio.
Evidentemente fa comodo lasciare le cose così per potre fessare i piccoli e lasciar godere i grossi.
Del resto il recente caso della parrucchiera multata perchè si acconciava la sua pettinatura nel
proprio negozio e non si rilasciava ricevuta è emblematico di questa Italia!
Guarda le mie vendite su Delcampe: nickname "debene".
I miei interessi :
Tematica medica; Antichi Stati; Storia Postale di Bari; Precancel U.S.A., Affrancature Meccaniche; Letteratura Filatelica; Erinnofili;Collezione A.S.F.E.
Caelinus ha scritto: 20 aprile 2017, 18:11
Con lo spauracchio di multe astronomiche e senza regolamentazione i piccoli venditori spariranno dalle piattaforme on line.
In cascata ne risentiranno anche le case d'asta.
Ci sarà un ulteriore contrazione del mercato filatelico.
è la politica di sviluppo dichiarata da ebay negli ultimi 5/6 anni
trasformarsi cioè in una piattaforma per professionisti
a loro conviene avere 10.000 megastore da amministrare/gestire invece che 20.000.000 di microbi....
Caelinus ha scritto: 20 aprile 2017, 18:11
Con lo spauracchio di multe astronomiche e senza regolamentazione i piccoli venditori spariranno dalle piattaforme on line.
In cascata ne risentiranno anche le case d'asta.
Ci sarà un ulteriore contrazione del mercato filatelico.
è la politica di sviluppo dichiarata da ebay negli ultimi 5/6 anni
trasformarsi cioè in una piattaforma per professionisti
a loro conviene avere 10.000 megastore da amministrare/gestire invece che 20.000.000 di microbi....
Ma molti piccoli comprano per collezionare e per poi rivendere a loro volta quando decideranno di cambiare tematica o hobby.
Se i piccoli non comprano, i grandi a chi vendono??
Ultima modifica di Caelinus il 20 aprile 2017, 18:46, modificato 1 volta in totale.
Sul punto la Ctr chiarisce che la linea di confine tra le due figure è costituita dalla presenza o meno dei requisiti di “commercialità” in capo al soggetto. Più precisamente, occorre verificare se la vendita e l’acquisto dei beni suddetti si realizzi in modo professionale e abituale. Ai fini fiscali, in altre parole, il soggetto persegue un lucro soggettivo, e quindi produce reddito d’impresa, se ed in quanto eserciti regolarmente e sistematicamente la propria attività d’impresa, attraverso atti economici ordinati al raggiungimento di uno scopo (articoli 55 Tuir e 2195 Codice civile).
La sentenza del tribunale di Firenze contempla un aspetto della questione del quale non si è discusso sinora e che va preso in considerazione ai fini della valutazione dell'"attività" svolta:
A questo proposito, la Ctr ha confermato la sentenza di primo grado, formulando il principio di diritto per cui, sul piano fiscale, ai fini della qualificazione di un soggetto come imprenditore occorre dare rilievo al cosiddetto “lucro soggettivo”, cioè alla finalità perseguita dal soggetto nell’esercizio della sua attività. Così occorre distinguere se le operazioni di acquisto e vendita delle bottiglie sono state poste in essere con una finalità speculativa (quella del mercante d’arte) o meno, come accade se il soggetto si è limitato ad acquistare i beni suddetti per tenerseli oppure per destinare il ricavato della vendita degli stessi all’acquisto di altre bottiglie, in spirito collezionistico. Solo nel primo caso, infatti, il contribuente può considerarsi un imprenditore ai fini fiscali ex articolo 55 Tuir. Sul punto la Ctr chiarisce che la linea di confine tra le due figure è costituita dalla presenza o meno dei requisiti di “commercialità” in capo al soggetto. Più precisamente, occorre verificare se la vendita e l’acquisto dei beni suddetti si realizzi in modo professionale e abituale. Ai fini fiscali, in altre parole, il soggetto persegue un lucro soggettivo, e quindi produce reddito d’impresa, se ed in quanto eserciti regolarmente e sistematicamente la propria attività d’impresa, attraverso atti economici ordinati al raggiungimento di uno scopo (articoli 55 Tuir e 2195 Codice civile).
In parole povere, mancherebbe il criterio d'impreditorialità qualora l'attività venisse svolta "a circuito chiuso", non a scopo reddituale, ma confinato alla stessa sfera collezionistica (reinvestendo gli utili in altri acquisti collezionistici).
Benjamin
Lombardo Veneto (filatelia, annulli e storia postale), Toscana filatelia e storia postale dell'antica provincia di Arezzo, colori della IVa di Sardegna, ed a livello filatelico tutti gli ASI
Lettonia,Lituania ed Estonia
Classici di Francia, Gran Bretagna e Russia
Israele, annulli turchi, Levante, mandato britannico, interim e dal 1948 a oggi
"Non temete nuotare contro il torrente, è d'un anima sordida pensare come il volgo, perché il volgo è in maggioranza."
Tergesteo ha scritto: 20 aprile 2017, 18:50 In parole povere, mancherebbe il criterio d'impreditorialità qualora l'attività venisse svolta "a circuito chiuso", non a scopo reddituale, ma confinato alla stessa sfera collezionistica (reinvestendo gli utili in altri acquisti collezionistici).
Benjamin
quanto indicato è valido per chi compra e vende contemporaneamente con misura
quando però uno vende esclusivamente o quasi (vedasi collezione dismessa o ereditata) diventa un approccio a senso unico non controbilanciato da acquisti e qui si configura l'imprenditorialità.
rodi ha scritto: 20 aprile 2017, 16:07
Ma perché di casa ne vendi una (ed evidentemente non c'è professionalità riguardo l'iva, mentre per le imposte dirette c'è una norma specifica che chiarisce in quale caso c'è imponibilità), se invece di compravendite di appartamenti ne fai 10 l'anno ti trovi nella stessa situazione (a meno che non siano tutti ereditati, ma per gli immobili c'è la conservatoria dove sono tracciati tutti i movimenti.
Qui sbagli, di case ne puoi vendere anche mille, non hai niente da pagare se le hai acquistate da almeno cinque anni:
La cessione di fabbricati di qualsiasi genere (abitazioni, uffici, negozi, capannoni artigianali o industriali) produce una plusvalenza tassata in capo al venditore solo quando questi sono stati acquistati (o costruiti) da meno di cinque anni, perché la rivendita entro breve termine dall'acquisto è considerata speculativa. La cessione di fabbricati ereditati non produce mai plusvalenza.
Ci vorrebbe una legge analoga anche per i francobolli...
Come tutte le proposte di buon senso, quella di Caelinus mi sembra destinata a restare nel cassetto, almeno nel nostro Belpaese.
Peraltro, a differenza di come l'ha intesa Virgilio (con una sorta di "cedolare secca alla leghista" del 20% ), Caelinus ha avuto lo spunto per ipotizzarla, in conformità a quanto prevede la nostra Costituzione, progressiva, ovverosia -e giustamente- percentualmente crescente al crescere dell'importo e del (presunto) guadagno.
Pur non essendo immune da qualche critica, l'idea in sé avrebbe una serie infinita di pregi: la semplicità di applicazione (mero algoritmo da applicare sulle vendite periodiche); la certezza delle entrate; la relativa "tollerabilità" (pochi si lamentano di pagare un 10% a ebay e fior di commissioni a paypal, perché dovrebbero lamentarsi di lasciare sul terreno un 5-10% di tasse?); la possibilità di evitare tutte le complicazioni burocratiche legate alla partita IVA, ecc.
Troppo bello e facile per essere fatto !!!
La sentenza che avete riportato dice esattamente ciò che ho detto dal mio primo intervento.
STAFF
Roberto
Colleziono storia postale della Repubblica Popolare Cinese, francobolli nuovi di Indocina e paesi derivati (Laos, Cambogia e Vietnam), Israele e con minor entusiasmo Regno.
Raccolgo commemorativi di Repubblica, preferibilmente isolati, su busta commerciale .
Ivano Abbatantuono ha scritto: 21 aprile 2017, 9:05
Come tutte le proposte di buon senso, quella di Caelinus mi sembra destinata a restare nel cassetto, almeno nel nostro Belpaese.
Peraltro, a differenza di come l'ha intesa Virgilio (con una sorta di "cedolare secca alla leghista" del 20% ), Caelinus ha avuto lo spunto per ipotizzarla, in conformità a quanto prevede la nostra Costituzione, progressiva, ovverosia -e giustamente- percentualmente crescente al crescere dell'importo e del (presunto) guadagno.
Pur non essendo immune da qualche critica, l'idea in sé avrebbe una serie infinita di pregi: la semplicità di applicazione (mero algoritmo da applicare sulle vendite periodiche); la certezza delle entrate; la relativa "tollerabilità" (pochi si lamentano di pagare un 10% a ebay e fior di commissioni a paypal, perché dovrebbero lamentarsi di lasciare sul terreno un 5-10% di tasse?); la possibilità di evitare tutte le complicazioni burocratiche legate alla partita IVA, ecc.
Troppo bello e facile per essere fatto !!!
Non vorrei dir nulla ma è sufficiente aprire partita iva ed il regime naturale è quello forfetario, in cui non si paga iva e c'è un'imposta sostitutiva del 15% su una percentuale dei ricavi che varia a seconda dell'attività.
Diciamo quindi che il nostro Belpaese ci ha già pensato da un po' ed anche con una formulazione molto più semplice.
STAFF
Roberto
Colleziono storia postale della Repubblica Popolare Cinese, francobolli nuovi di Indocina e paesi derivati (Laos, Cambogia e Vietnam), Israele e con minor entusiasmo Regno.
Raccolgo commemorativi di Repubblica, preferibilmente isolati, su busta commerciale .
rodi ha scritto: 20 aprile 2017, 16:07
Ma perché di casa ne vendi una (ed evidentemente non c'è professionalità riguardo l'iva, mentre per le imposte dirette c'è una norma specifica che chiarisce in quale caso c'è imponibilità), se invece di compravendite di appartamenti ne fai 10 l'anno ti trovi nella stessa situazione (a meno che non siano tutti ereditati, ma per gli immobili c'è la conservatoria dove sono tracciati tutti i movimenti.
Qui sbagli, di case ne puoi vendere anche mille, non hai niente da pagare se le hai acquistate da almeno cinque anni:
La cessione di fabbricati di qualsiasi genere (abitazioni, uffici, negozi, capannoni artigianali o industriali) produce una plusvalenza tassata in capo al venditore solo quando questi sono stati acquistati (o costruiti) da meno di cinque anni, perché la rivendita entro breve termine dall'acquisto è considerata speculativa. La cessione di fabbricati ereditati non produce mai plusvalenza.
Ci vorrebbe una legge analoga anche per i francobolli...
Ma secondo te non lo so?
Se leggi bene il mio intervento dicevo un'altra cosa, se di case ne compravendi mille (a meno che non siano tutte ereditate), anche se sono passati i cinque anni, in realtà sei un imprenditore e quindi soggetto a irpef ed iva.
STAFF
Roberto
Colleziono storia postale della Repubblica Popolare Cinese, francobolli nuovi di Indocina e paesi derivati (Laos, Cambogia e Vietnam), Israele e con minor entusiasmo Regno.
Raccolgo commemorativi di Repubblica, preferibilmente isolati, su busta commerciale .
Ivano Abbatantuono ha scritto: 21 aprile 2017, 9:05
Come tutte le proposte di buon senso, quella di Caelinus mi sembra destinata a restare nel cassetto, almeno nel nostro Belpaese.
Peraltro, a differenza di come l'ha intesa Virgilio (con una sorta di "cedolare secca alla leghista" del 20% ), Caelinus ha avuto lo spunto per ipotizzarla, in conformità a quanto prevede la nostra Costituzione, progressiva, ovverosia -e giustamente- percentualmente crescente al crescere dell'importo e del (presunto) guadagno.
Pur non essendo immune da qualche critica, l'idea in sé avrebbe una serie infinita di pregi: la semplicità di applicazione (mero algoritmo da applicare sulle vendite periodiche); la certezza delle entrate; la relativa "tollerabilità" (pochi si lamentano di pagare un 10% a ebay e fior di commissioni a paypal, perché dovrebbero lamentarsi di lasciare sul terreno un 5-10% di tasse?); la possibilità di evitare tutte le complicazioni burocratiche legate alla partita IVA, ecc.
Troppo bello e facile per essere fatto !!!
Non vorrei dir nulla ma è sufficiente aprire partita iva ed il regime naturale è quello forfetario, in cui non si paga iva e c'è un'imposta sostitutiva del 15% su una percentuale dei ricavi che varia a seconda dell'attività.
Diciamo quindi che il nostro Belpaese ci ha già pensato da un po' ed anche con una formulazione molto più semplice.
Grazie delle info, in materia tributaria sono una capra.
Cmq, insisto, fare una sorta di "cedolare secca" alla fonte sarebbe molto più semplice; uno dei pregi che ho sottolineato è l'evitare qualsiasi complicazione burocratica, ed anche aprire (e GESTIRE, seppure in forma semplificata) una partita IVA lo è.....