mi permetto di aggiungere una piccola nota storico-postale:
Questa categoria di bolli inchiostrabili venne introdotta nei primi mesi del 1731 dopo la pubblicazione del nuovo regolamento postale (24 novembre 1730)voluto da Carlo VI . Didatti dal 1729 la posta tornava ad essere una privativa statale dopo essere stata per secoli gestita da privati, i Tasso prima i Doria poi, in regime di “regalia” cioe’concessione sovrana. I suddetti privati, in cambio di una quota annuale, gestivano la rete postale tassavano le lettere, attribuivano franchigie o esenzioni a varie categorie e godevano di privilegi per se’ e la propria famiglia. L’organismo che regolava, o avrebbe dovuto regolare la posta, era detto Corriere Maggiore e contava circa 20 dipendenti. Non fu facile liquidare i privati e la causa ando’avanti per anni. Il motivo che porto’al rientro nell’ambito erariale la gestione della posta fu principalmente economico dato che tra esenti, abusivi, e traffico che sottratto alla regolare tassazione i conti non erano mai in ordine. Un esempio: a Milano ogni comunita’di lavoratori forestieri aveva una locanda come punto di riferimento e molte di queste locande avevano esposto una propria “bussola”, cioe’cassetta d’impostazione a cui attingevano i corrieri in partenza per i paesi di origine. L”osteria del Cappello” era punto di riferimento per i corrieri diretti verso Novara ed il Lago Maggiore mentre la “Locanda della Corona” serviva il comasco e la Valtellina.
Non va comunque trascurato neppure l’elemento segretezza e sicurezza dello Stato quando si cercano i motivi per cui la gestione venne sottratta ai privati.
Pur rientrando sotto il controllo regio non si riusci’comunque mai ad annullare il traffico epistolare extrapostale, soprattutto quello a medio-corto raggio che rimaneva saldamente in mano a viandanti, pellegrini, gente che lavorava nei mercati ambulanti ecc.
Tornando all’aspetto marcofilo: i primi bolli inchiostrabili furono quelli in cartella con il simbolo MM . Furono utilizzati sia in partenza che arrivo nei primi mesi del 1731, quindi divennero bolli di transito fino al 1770 quando vennero sostituiti prima da 3 nuovi bolli provvisori poi dal definitivo MILAN F in cartella. Avevano pero’un difetto: pur contrassegnando le lettere che passavano dal Corriere Maggiore non davano al destinatario alcun segnale per quanto riguardava la velocita’di consegna della missiva e lo mettevano alla merce’del postino che lucrava sulla velocita’o meno della consegna. Era quindi facile che molte lettere risultassero invendute, cioe’rifiutate dal destinatario al quale oltretutto toccava il piu’delle volte di pagare la tassa che era minimo di 3 soldi. Si ovvio’introducendo i bolli cosiddetti ebdomadari “a croce” cioe’recanti il numero progressivo della settimana in modo da evitare ritardi e speculazioni nella consegna e dare una motivo in piu’al destinatario per accettare le lettere. Venne fatta una prova durante la 31°settimana del 1731(esiste una lettera datata 29 luglio 1731): fu un successo dato che tutte le lettere furono vendute! Questi bolli quindi furono definitivamente introdotti: furono utilizzati fino al 1749 sostituiti poi dagli ottagonali ebdomadari. Dal 1762 bolli simili furono adottati dall’ufficio pedoni.
I bolli in cartella MM si trovano raramente utilizzati in transito abbinati agli ebdomadari “a croce” e ottagonali

francesco
Revised by Lucky Boldrini - March 2009