Il significato di "ristampa"

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Roberto 1968
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Il significato di "ristampa"

Messaggio da Roberto 1968 »

Buongiorno a tutti,
il termine ristampa in filatelia cosa significa esattamente? E' una produzione aggiuntiva compiuta dall'ente emittente con le stesse caratteristiche dell'originale o da organismi diversi ?Viene effettuata per usi collezionistici-commemorativi o per esigenze di mercato?
Grazie per le risposte
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cirneco giuseppe
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Re: RISTAMPA

Messaggio da cirneco giuseppe »

Ci sono ristampe "ufficiali" fatte dagli stessi enti che avevano (a suo tempo) emesso l'oggetto poi ristampato.
Ad esempio le ristampe dei francobolli del Lombardo Veneto.

Ci sono le ristampe "private" fatte da un soggetto privato quando, anni dopo, entra in possesso dei clichè originali.

Al momento mi vengono in mente questi due casi.
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paolo celani
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Re: RISTAMPA

Messaggio da paolo celani »

quando si parla di ristampa si intende per uso collezionistico, cioè prodotte per sopperire alla richiesta di collezionisti che non possono permettersi l'acquisto dell'originale. quelle fatte dall'ente emittente (ristampe ufficiali) sono spesso catalogate, un'altro esempio oltre il lombardo veneto è quello dei primi bolli di portogallo e colonie portoghesi. alcune hanno anche una discreta quotazione, ovviamente sempre molto inferiore all'originale.
quelle di produzione privata di norma hanno un valore minimo.
il confine fra falsaccio e ristampa privata è molto labile, a mio parere il discrimine deve risiedere nell'evidenza di differenze con l'originale tali da non trarre in inganno. ad es. per i parastatali con fil. dritta non parlerei di falsi ma di ristampe ad uso collezionistico.
probabilmente qualcuno non sarà daccordo ma non è importante tanto quando mi capitano le butto nel cestino
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somalafis
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Re: RISTAMPA

Messaggio da somalafis »

Io mi atterrei alla definizione di Franco Filanci (in ''Speciale Cronaca Filatelica n.2'' -1997): ''Con tale termine in filatelia si indica normalmente una tiratura effettuata dalla stessa Stamperia a distanza di tempo o dopo il termine di validita', utilizzando tavole originali o comunque ricavate dai conii originali, per accontentare i collezionisti e un tempo anche i musei postali''.
Comunque la storia delle ristampe, piu' o meno catalogate, ha un suo fascino: oltre ai casi gia' citati, ricorderei quelli delle prime emissioni giapponesi e alcune iniziative varate ufficialmente dagli USA (anche se al momento non ho sotto mano la documentazione). Inoltre ricorderei le curiose ristampe ufficiali delle prime emissioni della Repubblica Popolare Cinese (che le poste locali dotarono correttamente di validita' postale, anche se tale possibilita' rimase sostanzialmente teorica anche per problemi monetari).
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Jan80
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Re: RISTAMPA

Messaggio da Jan80 »

Sarà che sono più giovane, ma a me la prima cosa che è saltata in mente è stata la ristampa di alcuni valori dei castelli. La ristampa, resa necessaria dalla fine della scorta già stampata col metodo calcografico, è avvenuta in rotocalco (il metodo di stampa utilizzato anche per gli ultimi castelli emessi) nel 1994.

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MGPstudios
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da MGPstudios »

Sono in possesso di alcuni discreti pezzi dello Stato Pontificio (Antichi Stati); due periti li hanno indicati come "ristampa". Per non esagerare con le domande agli stessi, ho tralasciato di chiedere cosa intendessero. Mi sapreste dire voi? Grazie.
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fildoc
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da fildoc »

per il pontificio non mi risulta che vi siano ristampe ufficiali
quindi le ristampe, in questo caso, sono semplicemente dei falsi per imbrogliare i collezionisti o (se proposte a prezzo irrisorio) come tappabuchi di niun valore per completare le caselline dei collezionisti, che usano gli album come per le raccolte delle figurine...
Nel pontificio esistono invece dei falsi per servire (ovvero falsi d'epoca per frodare lo stato pontificio), realizzati a Bologna che possono essere interessanti in una collezione avanzata.
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cirneco giuseppe
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da cirneco giuseppe »

Per ristampa s'intendono le nuove stampe eseguite con i clichè originali ma in epoche successive all'uso ufficiale.
Le differenze sono sempre evidenti.
Quasi sempre la carta è diversa, i colori sono simili ma non uguali.
Ma, sopratutto, è diversa la stampa. Nel senso che i clichè sono ormai usurati e quindi la stampa non è più precisa come negli originali.
Spesso i clichè sono passati di mano, dal proprietario iniziale ai mercatini ai nuovi acquirenti che non dispongono delle necessarie capacità organizzative
e quindi oggetti in origine stampati con il sistema rilievotipografico vengono stampati solo in tipografia.
Le uniche ristampe ufficiali, che ricordo, negli Antichi Stati sono quelle del Lombardo Veneto eseguite per i collezionisti dalla stamperia di Stato.
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spcstamps
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da spcstamps »

cirneco giuseppe ha scritto: 5 settembre 2018, 10:55
Le uniche ristampe ufficiali, che ricordo, negli Antichi Stati sono quelle del Lombardo Veneto eseguite per i collezionisti dalla stamperia di Stato.
... e le ristampe Matraire, emesse nel 1863 e autorizzate dal Ministero della Posta, della II e III emissione del Regno di Sardegna effettuate le prime solo con i vecchi punzoni usurati, le seconde con i vecchi punzoni ma su una nuova composizione litografica relativa al fondo colorato.

Poi ci sono una serie di ristampe "private" ma "autorizzate" come le ristampe Bottacco di Napoli emesse nel 1898 su conii realizzati su modello di quelli originali in colore lillaceo, quelle del Governo Provvisorio Modena con clichet di valore modificato su conio originale rappresentante lo scudo di Savoia e i tre cartigli superiore e verticali, quelle di Romagne.

Non ne ricordo altre "ufficiali" o "autorizzate" relative agli Antichi Stati Italiani.

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giampi
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da giampi »

MGPstudios ha scritto: Sono in possesso di alcuni discreti pezzi dello Stato Pontificio (Antichi Stati); due periti li hanno indicati come "ristampa". Per non esagerare con le domande agli stessi, ho tralasciato di chiedere cosa intendessero. Mi sapreste dire voi? Grazie.
fildoc ha scritto: per il pontificio non mi risulta che vi siano ristampe ufficiali
quindi le ristampe, in questo caso, sono semplicemente dei falsi per imbrogliare i collezionisti o (se proposte a prezzo irrisorio
Non e' certo che l'intento fosse la frode perche' tutte le ristampe derivate dalle tavole Bonasi (e sono la maggioranza) presentano un marcatore inequivocabile, che ne evidenzia la non originalità', e cioè' le linee divisorie orizzontali interrotte da quelle verticali. Un po' come la cifra più' piccola nelle ristampe del GP di Modena
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cirneco giuseppe
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da cirneco giuseppe »

spcstamps ha scritto: 5 settembre 2018, 11:47
cirneco giuseppe ha scritto: 5 settembre 2018, 10:55
Le uniche ristampe ufficiali, che ricordo, negli Antichi Stati sono quelle del Lombardo Veneto eseguite per i collezionisti dalla stamperia di Stato.
... e le ristampe Matraire, emesse nel 1863 e autorizzate dal Ministero della Posta, della II e III emissione del Regno di Sardegna effettuate le prime solo con i vecchi punzoni usurati, le seconde con i vecchi punzoni ma su una nuova composizione litografica relativa al fondo colorato.

Poi ci sono una serie di ristampe "private" ma "autorizzate" come le ristampe Bottacco di Napoli emesse nel 1898 su conii realizzati su modello di quelli originali in colore lillaceo, quelle del Governo Provvisorio Modena con clichet di valore modificato su conio originale rappresentante lo scudo di Savoia e i tre cartigli superiore e verticali, quelle di Romagne.

Non ne ricordo altre "ufficiali" o "autorizzate" relative agli Antichi Stati Italiani.

Ciao: Ciao: Ciao:
Sei sicuro di Modena? non mi risultano ristampe uguali ai francobolli ufficiali.
Per i Romagne esistono ristampe dell'Usigli nel marzo del 1896 e di Moens nell'ottobre dello stesso anno ma non furono certamente ufficiali, anzi ...
Queste sono le Usigli
ristampe usigli.jpg
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fildoc
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da fildoc »

fildoc ha scritto:
per il pontificio non mi risulta che vi siano ristampe ufficiali
quindi le ristampe, in questo caso, sono semplicemente dei falsi per imbrogliare i collezionisti o (se proposte a prezzo irrisorio
Non e' certo che l'intento fosse la frode perche' tutte le ristampe derivate dalle tavole Bonasi (e sono la maggioranza) presentano un marcatore inequivocabile, che ne evidenzia la non originalità', e cioè' le linee divisorie orizzontali interrotte da quelle verticali.

Troppo poco come elemento di sicurezza per considerarle non truffaldine!
Solo il loro prezzo irrisorio di vendita indica che di truffa non si tratta
Se ne vedono invece spesso proposte come nuovi originali!
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fildoc
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da fildoc »

Per i Romagne esistono ristampe dell'Usigli nel marzo del 1896 e di Moens nell'ottobre dello stesso anno ma non furono certamente ufficiali, anzi ...
Queste sono le Usigli
:not: :not: :not:

ecco la pagina originale del Carlo Usigli:
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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cirneco giuseppe
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da cirneco giuseppe »

fildoc ha scritto: 5 settembre 2018, 16:38
Per i Romagne esistono ristampe dell'Usigli nel marzo del 1896 e di Moens nell'ottobre dello stesso anno ma non furono certamente ufficiali, anzi ...
Queste sono le Usigli
:not: :not: :not:

ecco la pagina originale del Carlo Usigli:
NO, assolutamente no!
Quelle che hai postato sono tentativi dell'Usigli di creare dei SAGGI.

Mi spiego
L'Usigli entrò in possesso di questi clichè in due riprese, la prima verso la fine del 1870 quando l'Officina Carte Valori fu trasferita da Torino a Roma e la seconda qualche anno dopo.
Le ristampe (che ho mostrato) furono eseguite con i clichè originali ormai consumati e non solo.
Erano da lungo tempo inutilizzati e quindi ossidati. Per poterli utilizzare fu necessario pulirli in maniera energica e questo ne accrebbe la consunzione.
Il prodotto che venne fuori dalla ristampa fu, come si vede nell'immagine, mediocre e di qualità molto bassa, tanto che non incontrò il favore dei collezionisti per cui erano stati eseguiti.

Visto il fallimento di questo tentativo, l'Usigli decise di farne un secondo.
I clichè vennero montati su una tavola di 3 x 3 elementi ed ogni clichè venne contornato da linee di riquadro.
Per rafforzare l'idea dei Saggi, su alcune composizioni inserì la scritta SAGGIO sotto ogni elemento così come da figura.
ristampe usigli2.jpg
E' evidente che anche in questo caso la definizione di stampa restò mediocre e l'operazione non ebbe il successo sperato.
Ancora oggi si trovano "buontemponi" che spacciano queste schifezze come saggi.
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da fildoc »

io non so da dove hai tratto queste immagini...
ma come vedi il mio è un foglio originale
la tinta è leggermente verdina....

purtroppo non ho molte pagine...

le tue immagini da dove provengono?
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da somalafis »

cirneco giuseppe ha scritto: 5 settembre 2018, 17:19 ...L'Usigli entrò in possesso di questi clichè in due riprese, la prima verso la fine del 1870 quando l'Officina Carte Valori fu trasferita da Torino a Roma...
Non capisco questo riferimento... Il trasferimento da Torino a Roma dell'officina carte valori governativa e' del 1928. Forse intendevi indicare genericamente che dopo le varie annessioni e la liberazione di Roma nel 1870 giacenze di francobolli degli antichi stati e stereotipi originali finirono talvolta in mani private. In effetti da pubblicazioni filateliche risulta che l'Usigli riusci' ad accaparrarsi stereotipi originali delle Romagne da cui trasse delle ''ristampe'' (o contraffazioni); gli stessi stereotipi - secondo studi e articoli comparsi sempre su riviste filateliche - sarebbero poi stati ceduti nel 1888 a Giulio Cesare Bonasi, che a sua volta nel 1892 li avrebbe ceduti al belga Moens.
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da cirneco giuseppe »

somalafis ha scritto: 5 settembre 2018, 18:23
cirneco giuseppe ha scritto: 5 settembre 2018, 17:19 ...L'Usigli entrò in possesso di questi clichè in due riprese, la prima verso la fine del 1870 quando l'Officina Carte Valori fu trasferita da Torino a Roma...
Non capisco questo riferimento... Il trasferimento da Torino a Roma dell'officina carte valori governativa e' del 1928. Forse intendevi indicare genericamente che dopo le varie annessioni e la liberazione di Roma nel 1870 giacenze di francobolli degli antichi stati e stereotipi originali finirono talvolta in mani private. In effetti da pubblicazioni filateliche risulta che l'Usigli riusci' ad accaparrarsi stereotipi originali delle Romagne da cui trasse delle ''ristampe'' (o contraffazioni); gli stessi stereotipi - secondo studi e articoli comparsi sempre su riviste filateliche - sarebbero poi stati ceduti nel 1888 a Giulio Cesare Bonasi, che a sua volta nel 1892 li avrebbe ceduti al belga Moens.
Infatti ho scritto una sciocchezza e poi non ho riletto. Capita quando si scrive di getto e poi non si controlla :OOO:
Il trasferimento da Torino a Roma non c'entra nulla.
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da somalafis »

Per carita'… non voleva essere un rimprovero. Era solo per evitare che qualche informazione ''errata'' possa magari ''fissarsi''.
Tornando alla questione vera, 'sti poveri stereotipi delle Romagne ne hanno passate di cotte e di crude. Alle origini stesse del nostro hobby, quindi, c'e' stata sovente una notevole disinvoltura tipografico-commerciale. E noi oggi ci lamentiamo dei furbetti contemporanei.
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Re: Il significato di "ristampa"

Messaggio da cirneco giuseppe »

fildoc ha scritto: 5 settembre 2018, 17:54 io non so da dove hai tratto queste immagini...
ma come vedi il mio è un foglio originale
la tinta è leggermente verdina....

purtroppo non ho molte pagine...

le tue immagini da dove provengono?
Anche le mie immagini mostrano fogli originali dell'Usigli :-)
Le tinte dei fogli eseguiti dall'Usigli sono diverse,
stampa in nero su carta in pasta gialla, rosa, rosso, fulvo, verde e malva.
Stampa su carta bianca con inchiostro giallo, grigio oliva, rosa ed azzurrastra.
Per concludere ciò che scrive (giustamente) Somaliafis,
il Moens tentò (anche lui) di riprodurre i francobolli ma gli stereopiti ormai consumati erano quasi inservibili,
allora li affidò al suo incisore Valdervondelm affinchè li migliorasse.
Vandervoldelm, correggendo e migliorandoli li rifece praticamente nuovi ma sensibilmente differenti dagli originali.
Quando il Moens, nel 1896, mise sul mercato queste sue produzioni fu duramente criticato e descritto come falsario proprio perchè questi oggetti nulla avevano dei francobolli originali.
Ma, se qualcuno ha ancora dubbi sulla produzione Usigli, basta confrontare le immagini postate e noterete (molto facilmente) come sono evidenti i difetti dei clichè;
difetti assolutamente uguali su francobolli dello stesso valore.

Ad esempio 8 bai
ristampe usigli3.jpg
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Re: Il significato di "ristampa"

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