I problemi della Filatelia sono, in parte, i problemi della società italiana; in parte problemi specifici del settore.
La Filatelia (mi riferisco soprattutto a quella d'alto livello, che è rappresentata al massimo grado dalla storia postale degli Antichi Stati) è una forma di collezionismo antiquariale, un interesse colto per benestanti.
Ora, è noto che i benestanti in Italia vanno diminuendo, a causa della più lunga crisi economica dei tempi moderni (cui s'aggiunge quella tutta italiana d'un paese indebitato e corrotto); cioè, i ricchi diventano più ricchi, ma il numero dei benestanti diminuisce; inoltre i denari sono quasi esclusivamente nelle mani degli anziani.
Questo crea un problema per l'oggi, che temo si acuirà nel futuro. Troppa l'offerta (man mano che i vecchi collezionisti dismettono -oppure passano a miglior sorte, lasciando il cerino agli eredi) e poca la domanda. Risultato: i pezzi o non si vendono (il mercato italiano non è in grado d'assorbirli) o si svendono.
Per questo motivo io temo di dover concludere che la Filatelia, anche d'alto profilo, non solo non sia un buon investimento, ma nemmeno un valido bene rifugio. E', sì, un bene rifugio, ma poco efficace, perchè il mecato è "sottile", quasi evanescente e va svaporando. Senza contare che nei decenni passati i pezzi venivano strapagati e molte rarità non erano tali, man mano che si aprono i cassetti ed escono montagne di lettere.
Poi c'è lo spread: se io acquisto in un'asta un pezzo ad 820 €, lo pago 1.000 (commissioni 22%). Per riprendere i miei 1.000 € dovrò venderlo a 1.283 in una prossima asta (1.283-22%); ma chi lo acquista dovrà pagarlo 1.565 (1283+22%). Perchè qualcuno dovrebbe pagare 1.565 ciò che io ho pagato 1.000? Magari fra 10 anni accadrà, ma io avrò perso 10 anni di valuta.
Il punto è che uno "spread" del 44% è intollerabile, almeno per il collezionista, ma è imposto dal sistema Italia.
Per cui il collezionista ne esce solo se vende ad un privato, oppure se si affida ad aste estere.
E proprio l'estero e soprattutto Stati Uniti o Asia possono essere una via d'uscita, possibile solo per la Filatelia d'alto livello.
Ma resta il fatto che i pezzi acquistati dalle case d'asta italiane o dai commercianti italiani si sono strapagati in passato, ma ancora si pagano troppo, a mio parere.
E le lettere non finiscono mai, ne escono ogni giorno!
Conclusioni: la Filatelia deve piacere, ma occorre sapere che è, come tutte le passioni, un'attività in perdita.
Si mette in piedi una collezione, ci si gioca, ma la perdita economica è da mettere in preventivo.
Se si acquista con pazienza e competenza, sarà lieve.
Altrimenti sarà pesante.
Un saluto agli appassionati, specie a quelli di Storia postale degli Antichi Stati.
Chi vuole una rendita deve acquistare titoli di stato a lungo termine