Grazie Andy...
non sono del tutto d’accordo.
La questione, a mio modo di vedere, è un poco più complessa.
L’ingresso delle Forze Armate a Trieste il 4 novembre del 1918, il giorno successivo all’Armistizio italo-austro-ungherese di Villa Giusti, fu a tutti gli effetti una presa di
possesso militare di quanto promesso dalle Potenze dell’Intesa con il Patto di Londra del 1915, (con Trento, Sud Tirolo, Istria (senza Fiume) e parte della Dalmazia).
L’amministrazione italiana insediata fu militare come anche la gestione iniziale del servizio postale, come di norma in periodo di occupazione.
Di conseguenza anche la corrispondenza era soggetta a censura, anche se pare in modo non sistematico.
In attesa del Trattato di Pace le norme giuridiche internazionali prevedevano il mantenimento del sistema giuridico del “paese occupato”, così avvenne anche per le questioni di Posta.
Le tariffe postali erano e rimasero quelle austriache.
La lira italiana e le tariffe postali nazionali vennero introdotte solo dal 20 aprile 1919.
Nel
1918 i
francobolli italiani non erano di certo in distribuzione in loco.
Potevano esserne disponibili solo piccole scorte portate dai militari, ad uso personale.
Nel
novembre magari dovrebbero essere stati più comuni gli usi dei fr. austriaci con o senza sovrastampa
Ho visto solo un paio di corrispondenze (nel
1918) da militari in stanza a Trieste, francate con fr. italiani per l’interno del Regno,
ma impostate a Venezia.....
ma magari mi sbaglio.
