continuo a trascrivere le lettere più interessanti che mi sono capitate e questa proviene da un colpo di cu., ehm, fortuna

Ci troviamo nel novembre del 1860 ed un signore scrive, nello stesso piego, sia ad una nobildonna nonchè al fratello ferito nella battaglia di Caiazzo tra garibaldini e napoletani e catturato da questi ultimi.
Ecco i testi (ho sottolineato i pezzi più importanti):
"Carissimo fratello,
è inutile dirti che ricevemmo con immenso piacere le tue notizie, le quali ci giunsero ieri, quantunque il tuo colonnello fin dalla settimana scorsa avesse scritto a nostro papà e prima anche avessimo avuto notizie certa della vostra prigionia. Quello che ci angustiava era il non sapere con precisione a qual braccio fossi ferito: ed ora pure restiamo col desiderio di conoscere in che sia consistita la ferita. Le famiglie Ducati, Pilati, Cavalieri il dottore, Burò e Nari stan ben, e sono sufficientemente tranquille sullo stato dei loro figliuoli, del secondo dei quali, cioè da Gaetanino si ebbero notizie positive anche prima che giungesse la lettera Cattabeni. Questi non ha per anco riscontrato alla lettera che gli si diresse e in cui gli si richiedeva il modo di farvi pervenire un po' di denaro.
Solo la famiglia del nostro cugino è angustissima perché di lui non si ha notizia alcuna ed anzi quelle che hanno sparso i reduci sono tristissime.
Abbraccia tutti i tuoi compagni per conto delle loro famiglie, e di tutti gli amici, i quali sono vivamente interessati per voi, e cercano tutti di dare e ricevere le vostre nuove.
Pierino, dietro esame, è passato sergente. Ora è a Firenzuola.
Speriamo che come a Capua seguitaste ad essere ben trattati, e ne saremmo certi se vedremo vostre lettere.
Nostra mamma fa miracoli. Dalle prime notizie in poi è bastantemente quieta. Forse perché le prime notizie furono terribili. Ci fu chi le disse, forse per darle prova che le parlava con schiettezza, che eri stato ferito alla mano destra, e che l'avevan dovuto tagliare. Anche le nostre sorelle non son tante costernate, e se non partecipassero del dolore delle nostre cugine e zia, sarebbero anche più sollevate. Il tuo colonnello ha promesso di ricondurti a noi esso stesso allorché fossi libero.
In attesa si che di cuore tutti ti inviamo mille baci
li 11 novembre 1860
il tuo Gaetano"
"Gentilissima Signora Chiarina,
nel desiderio di darle notizie migliori di quelle, che ha già avute, dilazionava di scrivere : ma giacché ella ora sa quanto noi, le trascrivo alcuni paragrafi della lettera che ricordava Luigino nella sua, e che pervenne a mio papà “vostro figlio si trovava ufficiale nel mio battaglione: e fu questo che si distinse più di ogni altro per il coraggio che dimostrò nel 19 e 21 settembre. In ricompensa di quanto ha fatto fu nominato capitano. Se io vivo lo debbo alla generosità del figlio vostro. L'ultima carica che fu data alla baionetta avevo al mio fianco il vostro bravo figlio, quando un colpo di mitraglia ci colpì tutti due. Vostro figlio non mi volle abbandonare, e quantunque esso pure ferito al braccio sinistro mi trasportò fin alla prossima barricata. Nella stessa sera ci condussero all'ospedale militare di Capua dove ci trattarono molto bene. La settimana scorsa io fui cambiato con un ufficiale regio, e lasciai Vostro figlio in buonissima salute e la sua ferita era quasi cicatrizzata”.
Può immaginare in quanta afflizione si trovò mia mamma, e le mie sorelle alle prime notizie, molto confuse e anche peggiori delle successive.
Già lo sa Luigino è ora sottotenente prigioniero di guerra al forte di Gaeta.
Ricevetti fin dal mese scorso una graditissima di Fabrizio, e ritornai ai di lui fratelli il parere firmato di altri due ingegneri, cioè da quanti si trovano colà. Se avessi avuto anche un po' di tempo mi farei procurare la piante delle saline, ed avrei mandato il lucido per Camillo.
Ma propriamente finora sono affollatissimo. Se però egli avesse qualche relazione colla direzione delle finanze dei conti, potrebbe avere non solo il lucido che desidera ma una descrizione di quanto concerne quello stabilimento. Fu la pianta e la detta descrizione, inviata circa due anni fa, dagli ingegneri governativi, qualche tempo dopo che le saline furono consegnate a Dol.
Un tenerissimo abbraccio a Fabrizio a Camillo e molti baci a Memo.
Come sentii con moltissimo dispiacere le notizie della famiglia. A Memo auguro un'Enrichetta piuttosto che un Enrico: ma converrà prenda quel che gli verrà fatto. E il mio signor Professore e la mia signora Serafina e la signora Giulia che cosa dicono? Di me certamente che sono un trascurato.... ma poi son buoni e se me li riverisce cordialissimamente essi mi perdonano. Simone ha fatto un lungo viaggio ed ora è di ritorno. Se restasse vacante il posto di custode del porto, io cercherei di entrarvi per avere a che fare con persone della professione la quale mi proporrebbe per suo aiuto anche nelle altre facende del suo riparto, e con non diminuendo nell'interesse acquisterei nelle cognizioni e mi metterei a pensare di passare un po' più oltre. L'ingegnere delle valli è passato nel corpo degli ingegneri ed a questo posto che aspira l'attuale custode del porto e che la fiducia di essere ammesso. Io già ho fatto qualche passo. Ma senza che si affretti quel passaggio, io sono incagliato.
Mia signora Chiarina mi dia spesso le loro nuove e quelle del mio professore e della di lui famiglia, e dei comuni amici e conoscenti. L'Erminia, a cui era partito il marito, e che fu venuta a prendere dalla madre, è ora tornata colla spesa. Suo fratello ha 120 nepoletane al mese. Minottini è sempre qui, lo dica al professore, ed è appunto presso di lui che io desidererei di essere, ed egli ne sarebbe contento perché l'attuale custode non essendo soddisfatto della propria posizione, non ha molta premura negli affari che la riguardavano.
Saluti alla signora Luisa, a Nena, a Peppe a Cesare e Gaetano e a papà nel mentre ch'io ringraziandola delle notizie che mi ha fatto avere a nome anche di tutto il resto della famiglia, godo di ripetermi con sincerità.
Comacchio 11 novembre 1860
Suo servitore Gaetano Fabbrini"
Visto che ci sono


