

per quel che ne so io, l'impressione delle effigi (parlo del I tipo, come dovrebbe essere quella del tuo francobollo) veniva fatta utilizzando una composizione di 50 lastrine, assemblate analogamente agli stereotipi della stampa tipografica.
L'allineamento del foglio di 50 all'interno della macchinetta per l'impressione a secco era quasi certamente fatto attraverso delle guide laterali, quindi l'unica libertà che aveva questo foglio era in verticale (e probabilmente anche minimi scostamenti in senso laterale). Infatti le testine multiple, come tu hai osservato, sono discoste sempre in quel senso.
Entrando ancor di più nel campo delle ipotesi, io immagino una macchina (tipo pressa, per intenderci) nella quale veniva infilato il foglio già gommato che era arginato ai lati, nella dimensione orizzontale, da guide, mentre nel senso verticale ci si regolava con dei punti di riferimento (ad esempio i filetti di inquadratura o con l'esperienza degli operatori). Si procedeva con una battuta e si controllava il risultato: se questo non era soddisfacente si procedeva ad una seconda battuta, ma singolarmente, solo per il caso in cui si riteneva l'effige poco impressa: infatti, nei fogli completi, le doppie battute che originano testine multiple non sono su tutto il foglio ma solo su alcune posizioni. Sto parlando, ovviamente, dell'effige impressa con il I tipo.
Il tuo francobollo presenta una prima effige poco impressa e molto decentrata, a cui corrisponde una prima stampa parassitaria; probabilmente questa è seguita ad un'altra per la quale la testina non era riuscita neanche a imprimersi, anch'essa molto discosta; infine la battuta finale, quella della testina corretta che, a veder bene, presenta anch'essa una lieve stampa parassitaria che si va quasi a soprapporre alla cornice tipografica.
In definitiva, l'operatore doveva essere sicuramente l'apprendista di bottega, altrimenti proprio non me la spiego.

