il valore dei nostri francobolli
Re: il valore dei nostri francobolli
Non ho mai pensato minimamente di far business con i francobolli. Mia moglie mi dice sempre di vendere e io non ne ho mai venduto uno, se negli anni mi sono liberato di francobolli l'ho fatto per scambio o per regalarli.
Sono i miei preziosi giocattoli, li trovo perfetti per giocarci a qualsiasi eta'.
Sostanzialmente si tratta di antiquariato.
Mi affascina un francobollo che ha 150 anni, il fatto di fare parte di uno dei tanti traghettatori che lo porterà -possibilmente- a vivere all'infinito. Non penso al suo valore economico, al valore che avrà o che ha avuto. Quando li faccio vedere ai miei amici e conoscenti la domanda ricorrente e' "quanto vale?". E' normale, non facendo parte di questo mondo vivono l' immaginario collettivo che detta da sempre che un francobollo ha il suo valore. Quando rispondo che non lo so mi guardano strano come per dire "e allora dove sta il bello?"... e io sorrido.
Certo, se poi so che un francobollo ha la sua rarità/unicita' meglio ma non vado a pensare al suo valore economico.
Vorrei essere sicuro che qualche mio nipote non disperda le mie collezioni ma e' un desiderio che non posso permettermi... e che nessuno può permettersi.
Traghettiamoli e non facciamoci troppe domande.
bye
g
Sono i miei preziosi giocattoli, li trovo perfetti per giocarci a qualsiasi eta'.
Sostanzialmente si tratta di antiquariato.
Mi affascina un francobollo che ha 150 anni, il fatto di fare parte di uno dei tanti traghettatori che lo porterà -possibilmente- a vivere all'infinito. Non penso al suo valore economico, al valore che avrà o che ha avuto. Quando li faccio vedere ai miei amici e conoscenti la domanda ricorrente e' "quanto vale?". E' normale, non facendo parte di questo mondo vivono l' immaginario collettivo che detta da sempre che un francobollo ha il suo valore. Quando rispondo che non lo so mi guardano strano come per dire "e allora dove sta il bello?"... e io sorrido.
Certo, se poi so che un francobollo ha la sua rarità/unicita' meglio ma non vado a pensare al suo valore economico.
Vorrei essere sicuro che qualche mio nipote non disperda le mie collezioni ma e' un desiderio che non posso permettermi... e che nessuno può permettersi.
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MOMENTANEAMENTE POCO PRESENTE NEL FORUM PER MOTIVI PERSONALI. EVENTUALMENTE SCRIVETEMI UNA EMAIL.
Giancarlo
Le mie collezioni:
- Indocina Francese, nuovi.
- Colonie Portoghesi, nuovo e usato.
- 1967 Tutto il mondo, nuovi, fdc.
- Lombardo Veneto (Uffici di Vicenza)
- 1923-1943 Regno, nuovi.
Giancarlo
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- eugenioterzo
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Re: il valore dei nostri francobolli
Divertirsi è certamente una buona cosa, sopratutto quando diventi anziano, oggi molti vanno su inernet e comprano, verificano, valutano, hanno la possibilià di confrontare e si fanno esperienza.
E chiaro che ci sono i venditori fasulli che mettono in vendita monete e francobolli che non valgono niente a migliaia di euro, ma ci sono anche persone oneste che fanno prezzi onesti del materiale accumulato per anni.
I collezionisti, ha ragione Cerruti ci sono e si stanno specializzando, e sopratutto diversificano molto.
Quello che manca realmente è un catalogo reale con prezzi di vendita e di acquisto, che possa garantire il collezionista su quello che compra.
Il commerciante a mio modesto avviso dovrebbe essere in condizioni di dare al suo cliente l'opportunità di vendere il suo materiale ad un gisto prezzo dopo averlo cercato e curato per anni, senza fare lucrosi guadagni ma semplicemente senza almeno rimetterci.
Solo così la filatelia riparte, e sono certo che succederà, sarà il mercato stesso che spingerà a questa svolta.
Il catalogo oggi ha solo una funzione di identificazione dei pezzi, e varie informazioni, ma non certamente quello dei prezzi, che senso ha valitare 1000 se poi ci ricavi si e no il 5 o il 10 %.
I miei francobolli nuovi dal 1967 in poi li stò usando tutti per spedire, almeno non ci rimetto tutto, venderli sotto il facciale per adesso sarebbe da stupidi.
Eugenio
E chiaro che ci sono i venditori fasulli che mettono in vendita monete e francobolli che non valgono niente a migliaia di euro, ma ci sono anche persone oneste che fanno prezzi onesti del materiale accumulato per anni.
I collezionisti, ha ragione Cerruti ci sono e si stanno specializzando, e sopratutto diversificano molto.
Quello che manca realmente è un catalogo reale con prezzi di vendita e di acquisto, che possa garantire il collezionista su quello che compra.
Il commerciante a mio modesto avviso dovrebbe essere in condizioni di dare al suo cliente l'opportunità di vendere il suo materiale ad un gisto prezzo dopo averlo cercato e curato per anni, senza fare lucrosi guadagni ma semplicemente senza almeno rimetterci.
Solo così la filatelia riparte, e sono certo che succederà, sarà il mercato stesso che spingerà a questa svolta.
Il catalogo oggi ha solo una funzione di identificazione dei pezzi, e varie informazioni, ma non certamente quello dei prezzi, che senso ha valitare 1000 se poi ci ricavi si e no il 5 o il 10 %.
I miei francobolli nuovi dal 1967 in poi li stò usando tutti per spedire, almeno non ci rimetto tutto, venderli sotto il facciale per adesso sarebbe da stupidi.
Eugenio
Re: il valore dei nostri francobolli
sottoscrivo ogni parola.francesco luraschi ha scritto: 15 novembre 2023, 20:55 La filatelia è un hobby e come tutti gli hobby costa. Lo stesso vale per chi ama la pesca, la moto o i vini, quando subentra la competizione non basta più la canna più economica, la moto 250 cc o la bottiglia di vino da 50 euro.
Il problema è, come si è scritto già prima, che i giovani non sono interessati. Voi pensate che anche se si regalasse un Gronchi rosa, un Cavallino o anche la I emissione di LV un giovane verrebbe attratto dal nostro hobby? Al 90% una volta scoperto il valore commerciale si tenterebbe la vendita.
Purtroppo per noi la fila che c'era a Italia85 è a Lucca Comics.![]()
Ma non è poi un problema della sola filatelia bensì di tutto l'antiquariato di fascia medio-bassa e, forse, non solo. Una volta i nostri genitori apprezzavano il "bello", fosse un servizio di piatti, un complemento di arredo. Oggi devi pagare per farli portare via e poi li trovi invenduti ai mercatini.
E anche chi può non è detto che si rivolga all'artigiano, spesso ci si accontenta della grossa distribuzione. Questo a sottolineare che non è un problema prettamente economico.
E' cambiato il mondo ed è un peccato, siamo quelli delle "figurine" e della carta da macero, ma se leggete l'ultimo numero de L'Arte del francobollo c'è qualcuno che già diversi decenni fa aveva previsto questo declino. Eppure quante storie raccontano i francobolli e le lettere.
Discorso diverso sono gli studi a livello accademico sulla storia postale in ottica di branca della storia della comunicazione in cui i saggi sono molteplici e vedono impegnati molti giovani ricercatori. Ma si tratta di ricerca a livello archivistico per pubblicare saggi, non è certo per comperare X pezzi da mettere in collezione.
O magari qualche pezzo sì, se di particolare interesse personale (la storia della propria famiglia, il paesello) e meglio se costano poco.
Ma bloccare del capitale per comperare pezzi filatelici/postali la vedo dura come strategia a breve termine. Poi "mai dire sempre mai dire mai" ...
Io qualche pezzo lo compero ancora, ben sapendo di essere come lo "zio Gino che compera al massimo e vende al minimo". Però finché si tratta di lettere e non di azioni un po' mi diverto ancora.
Francesco
-
Rosario
Rosario
Re: il valore dei nostri francobolli
giancaos ha scritto: 15 novembre 2023, 21:05 Non ho mai pensato minimamente di far business con i francobolli. Mia moglie mi dice sempre di vendere e io non ne ho mai venduto uno, se negli anni mi sono liberato di francobolli l'ho fatto per scambio o per regalarli.
Sono i miei preziosi giocattoli, li trovo perfetti per giocarci a qualsiasi eta'.
Sostanzialmente si tratta di antiquariato.
Mi affascina un francobollo che ha 150 anni, il fatto di fare parte di uno dei tanti traghettatori che lo porterà -possibilmente- a vivere all'infinito. Non penso al suo valore economico, al valore che avrà o che ha avuto. Quando li faccio vedere ai miei amici e conoscenti la domanda ricorrente e' "quanto vale?". E' normale, non facendo parte di questo mondo vivono l' immaginario collettivo che detta da sempre che un francobollo ha il suo valore. Quando rispondo che non lo so mi guardano strano come per dire "e allora dove sta il bello?"... e io sorrido.
Certo, se poi so che un francobollo ha la sua rarità/unicita' meglio ma non vado a pensare al suo valore economico.
Vorrei essere sicuro che qualche mio nipote non disperda le mie collezioni ma e' un desiderio che non posso permettermi... e che nessuno può permettersi.
Traghettiamoli e non facciamoci troppe domande.
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“Traghettiamoli e non facciamoci troppe domande.”
Il senso più alto della filatelia viene sempre espresso dalle persone, che vivendola a cavallo degli anni, hanno un approccio romantico come questo…
Mi associo completamente
Emiliano
-
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- Iscritto il: 4 ottobre 2023, 21:09
Re: il valore dei nostri francobolli
mi inserisco nella discussione per dire la mia.
Sono ritornato a collezionare francobolli dopo 37 anni. Ne avevo 12 ora ne ho 49.
Insegno telecomunicazioni alle superiori e posso dire che la gioventù di oggi è completamente diversa da quella degli anni 70 80.
Non conosco nessun mio studente che ha una collezione di francobolli. Però di carte pokemon sì
Io colleziono e non vendo. Non mi importa quanto spendo, tanto so che non venderò mai.
Per me collezionare vuol dire cultura, e per me la cultura vuol dire essere libero.
Ho l'enciclopedia Treccani originale quasi completa (se dico quanto l'ho pagata mi prendono per matto).
Basta leggere le voci Italia o Roma oppure Dante per capire l'immenso valore dell'opera.
Ho l'enciclopedia Utet completa, ho il DEUMM Utet. Ho diversi libri di pregio su Mozart, Beethoven, Bach e altri autori.
Ho decine di libri di storia in particolare una 10ina su Alessandro Magno.
Avrò circa una 50ina di libri di scacchi. Cavoli c'è la sfida mondiale del 72 tra Fischer e Spasskij.
I francobolli. Quante cose ho imparato dalla loro descrizione.
Tantissimi libri di letteratura italiana. Bellissimi il libro Cuore e Don Chisciotte o Salgari.
Tantissimi libri di fisica e astrofisica. Ora ho capito come funzionano la relatività generale di Einstein e i buchi neri.
Stanno tutti lì, in biblioteca, anche se valgono 0. Non venderò nulla. Perché non voglio vendere le emozioni ed i ricordi che ho provato nel "perdere tempo" in queste cose
Sono ritornato a collezionare francobolli dopo 37 anni. Ne avevo 12 ora ne ho 49.
Insegno telecomunicazioni alle superiori e posso dire che la gioventù di oggi è completamente diversa da quella degli anni 70 80.
Non conosco nessun mio studente che ha una collezione di francobolli. Però di carte pokemon sì
Io colleziono e non vendo. Non mi importa quanto spendo, tanto so che non venderò mai.
Per me collezionare vuol dire cultura, e per me la cultura vuol dire essere libero.
Ho l'enciclopedia Treccani originale quasi completa (se dico quanto l'ho pagata mi prendono per matto).
Basta leggere le voci Italia o Roma oppure Dante per capire l'immenso valore dell'opera.
Ho l'enciclopedia Utet completa, ho il DEUMM Utet. Ho diversi libri di pregio su Mozart, Beethoven, Bach e altri autori.
Ho decine di libri di storia in particolare una 10ina su Alessandro Magno.
Avrò circa una 50ina di libri di scacchi. Cavoli c'è la sfida mondiale del 72 tra Fischer e Spasskij.
I francobolli. Quante cose ho imparato dalla loro descrizione.
Tantissimi libri di letteratura italiana. Bellissimi il libro Cuore e Don Chisciotte o Salgari.
Tantissimi libri di fisica e astrofisica. Ora ho capito come funzionano la relatività generale di Einstein e i buchi neri.
Stanno tutti lì, in biblioteca, anche se valgono 0. Non venderò nulla. Perché non voglio vendere le emozioni ed i ricordi che ho provato nel "perdere tempo" in queste cose
Ultima modifica di Cannibal Corpse il 16 novembre 2023, 22:26, modificato 5 volte in totale.
- valerio66vt
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Re: il valore dei nostri francobolli
Ciao,
la penso esattamente come te su questo aspetto.
Il collezionare oggetti è un attività guidata solo dalla passione e se c'è commistione con intenti d'investimento o di risparmio, il risultato è una percezione distorta.
Altro discorso è fare della filatelia una professione, o comunque un'attività commerciale, con tutto ciò che comporta: in tal caso si cambia completamente ottica.
L'importante è sapere esattamente cosa si sta facendo, per rimanere in pace con sé stessi.
Roberto
la penso esattamente come te su questo aspetto.
Il collezionare oggetti è un attività guidata solo dalla passione e se c'è commistione con intenti d'investimento o di risparmio, il risultato è una percezione distorta.
Altro discorso è fare della filatelia una professione, o comunque un'attività commerciale, con tutto ciò che comporta: in tal caso si cambia completamente ottica.
L'importante è sapere esattamente cosa si sta facendo, per rimanere in pace con sé stessi.
Roberto
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- Antonello Cerruti
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- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: il valore dei nostri francobolli
La commistione c'è sempre.
Non ho mai conosciuto un commerciante che non avesse una sua collezione o comunque una sua preferenza per certi francobolli che comprava ma non vendeva mai.
Viceversa, anche il più puro dei collezionisti tende ad informarsi - almeno di tanto in tanto - delle quotazioni dei cataloghi, anche quando afferma di farlo per curiosità...
Il francobollo è anche un bene economico o, se preferite, una forma di risparmio che ha, tra l'altro, il pregio di essere completamente sconosciuta in ogni successione ereditaria.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Non ho mai conosciuto un commerciante che non avesse una sua collezione o comunque una sua preferenza per certi francobolli che comprava ma non vendeva mai.
Viceversa, anche il più puro dei collezionisti tende ad informarsi - almeno di tanto in tanto - delle quotazioni dei cataloghi, anche quando afferma di farlo per curiosità...
Il francobollo è anche un bene economico o, se preferite, una forma di risparmio che ha, tra l'altro, il pregio di essere completamente sconosciuta in ogni successione ereditaria.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: il valore dei nostri francobolli
Ciao Antonello,
ti do ragione sul fatto che, consciamente o meno, tutti commettiamo l'errore di contaminare il collezionismo "puro" con le considerazioni "finanziarie", però a rigor di logica non posso che considerarlo un errore: se vogliamo è il nostro peccato originale, quello che tante volte ci porta a sentirci delusi dalla filatelia. D'altronde siamo esseri umani e in quanto tali siamo imperfetti.
Se posso permettermi un parallelo con un concetto economico, il collezionista razionale, che non è certo quello medio, non dovrebbe mai restare deluso dalla filatelia: infatti ciò avviene quando ci creiamo false aspettative, come quella di rientrare un giorno del denaro speso per acquistare i nostri oggetti del desiderio.
Ma ha senso parlare di "collezionista razionale", dato che il collezionare è frutto di un desiderio irrazionale???
roberto
ti do ragione sul fatto che, consciamente o meno, tutti commettiamo l'errore di contaminare il collezionismo "puro" con le considerazioni "finanziarie", però a rigor di logica non posso che considerarlo un errore: se vogliamo è il nostro peccato originale, quello che tante volte ci porta a sentirci delusi dalla filatelia. D'altronde siamo esseri umani e in quanto tali siamo imperfetti.
Se posso permettermi un parallelo con un concetto economico, il collezionista razionale, che non è certo quello medio, non dovrebbe mai restare deluso dalla filatelia: infatti ciò avviene quando ci creiamo false aspettative, come quella di rientrare un giorno del denaro speso per acquistare i nostri oggetti del desiderio.
Ma ha senso parlare di "collezionista razionale", dato che il collezionare è frutto di un desiderio irrazionale???
roberto
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- Antonello Cerruti
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- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: il valore dei nostri francobolli
Caro Roberto, tutti queste considerazioni si riassumono in un paradosso.
Chi acquista francobolli per investire, nove volte su dieci realizza un pessimo affare.
Viceversa, chi a compra i francobolli per la propria soddisfazione di collezionare, molto spesso - a conti fatti - si divertirà e non rimarrà deluso.
Pensa che soddisfazione: la stessa che proverebbe chi, dopo aver visto lo spettacolo, riuscisse anche anche a rivendere il biglietto oramai usato.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Chi acquista francobolli per investire, nove volte su dieci realizza un pessimo affare.
Viceversa, chi a compra i francobolli per la propria soddisfazione di collezionare, molto spesso - a conti fatti - si divertirà e non rimarrà deluso.
Pensa che soddisfazione: la stessa che proverebbe chi, dopo aver visto lo spettacolo, riuscisse anche anche a rivendere il biglietto oramai usato.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: il valore dei nostri francobolli
Esatto Antonello: è un esempio che hai utilizzato spesso e che, secondo me, rappresenta perfettamente la situazione.
In effetti, a pensarci bene, esiste anche un mercato di biglietti usati relativi ad eventi sportivi o concerti, quindi mai dire mai...
roberto
In effetti, a pensarci bene, esiste anche un mercato di biglietti usati relativi ad eventi sportivi o concerti, quindi mai dire mai...
roberto
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Re: il valore dei nostri francobolli
mmmmh... compro cataloghi stra-usati, il piu' giovane e' del 2012 in questo momento. Li compro per classificare i francobolli, per fare quello che tu dici dovrei iniziare a comperare cataloghi meno vecchi e onestamente non ci penso proprio. Tuttavia capisco che per comperare e non essere "fregati" un minimo di cultura di valore su cio' che compri devi averla, ebbene qui vado interpellando la mia memoria che determina quante volte mi e' capitata l'occasione di prendere quel pezzo, il portafoglio del periodo e l'emotività del momento.Antonello Cerruti ha scritto: 17 novembre 2023, 9:10 Viceversa, anche il più puro dei collezionisti tende ad informarsi - almeno di tanto in tanto - delle quotazioni dei cataloghi, anche quando afferma di farlo per curiosità...
PS1
Oltretutto penso che le valutazione dei cataloghi sono altamente farlocche, il valore di un francobollo e' scritto su ebay, Delcampe e sui cataloghi d'asta (completi della lista invenduti).
PS2
Premetto che non ho collezioni di estremo valore, quindi leggete quello che scrivo tenendo conto questo.

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Giancarlo
Le mie collezioni:
- Indocina Francese, nuovi.
- Colonie Portoghesi, nuovo e usato.
- 1967 Tutto il mondo, nuovi, fdc.
- Lombardo Veneto (Uffici di Vicenza)
- 1923-1943 Regno, nuovi.
Giancarlo
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Re: il valore dei nostri francobolli
Permettimi di dissentire fortemente, perchè se basi la tua valutazione su quello che viene descritto o vedi solo a video su ebay, Delcampe e sui cataloghi d'asta, senza conoscere la reale qualità e stato di conservazione del materiale (perchè non hai abbastanza esperienza nel settore, non hai mai avuto la possibilità di confrontare migliaia di pezzi o semplicemente perchè ti accontenti di comprare a distanza basandoti sulla descrizione fatta da uno sconosciuto) allora è naturale che i prezzi di vendita siano quelli che ci ritroviamo ora.giancaos ha scritto: 17 novembre 2023, 9:35 PS1
Oltretutto penso che le valutazione dei cataloghi sono altamente farlocche, il valore di un francobollo e' scritto su ebay, Delcampe e sui cataloghi d'asta (completi della lista invenduti).
Perchè tra le cifre mirabolanti e irreali dei cataloghi e la miseria del 5-10-15% delle aste o vendite online c'è un mondo intero di bellissimi francobolli/lettere/saggi/prove che possono tranquillamente essere pagati il 25-30-35% di catalogo semplicemente perchè li valgono.
E di questo te ne accorgi quando metti a confronto i pezzi.



Stefano
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Colleziono nuovi ** del Regno d'Italia, Trieste A e B con varietà, Occupazione Jugoslava di Trieste, Istria e Litorale Sloveno e IV di Sardegna
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Re: il valore dei nostri francobolli
Stefano ha ragione ma quanti sono oramai quelli che la pensano così?
La qualità corrente è migliore di quella che si vede in rete ma è comunque lontana anni luce dalle quotazioni dei cataloghi, anche quelli meno irrealistici.
Ci sono comunque le assurdità.
Le quotazioni degli usati originali del Regno (ma veramente originali, non quelli firmati per compiacere il cliente) sono basse in rapporto al numero dei pezzi esistenti ma tali devono restare perchè scontano il valore dei pezzi che si vedono in giro firmati e che vengono offerti a prezzi bassi perchè i venditori sanno che quegli annulli sono.. ben più recenti.
Oltre tutto, non salgono perchè anche i cataloghisti/mercanti/venditori quotano quello che hanno in magazzino, non i pezzi sicuramente originali.
Esempi come questo ce ne sarebbero tanti...
Gli esemplari nuovi della tiratura di Torino spacciati come DLR, i dentellati rari del Regno, i segnatasse delle due tirature scambiati a piacimento, ecc...
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
La qualità corrente è migliore di quella che si vede in rete ma è comunque lontana anni luce dalle quotazioni dei cataloghi, anche quelli meno irrealistici.
Ci sono comunque le assurdità.
Le quotazioni degli usati originali del Regno (ma veramente originali, non quelli firmati per compiacere il cliente) sono basse in rapporto al numero dei pezzi esistenti ma tali devono restare perchè scontano il valore dei pezzi che si vedono in giro firmati e che vengono offerti a prezzi bassi perchè i venditori sanno che quegli annulli sono.. ben più recenti.
Oltre tutto, non salgono perchè anche i cataloghisti/mercanti/venditori quotano quello che hanno in magazzino, non i pezzi sicuramente originali.
Esempi come questo ce ne sarebbero tanti...
Gli esemplari nuovi della tiratura di Torino spacciati come DLR, i dentellati rari del Regno, i segnatasse delle due tirature scambiati a piacimento, ecc...
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: il valore dei nostri francobolli
Non comprendo ma ci terrei a comprendere perche' vi stimo per la vostra esperienza.
Se proprio ci tenessi a dare un valore economico ad un francobollo che ho sulla mia collezione la prima cosa che faccio e' andare a vedere se ne esiste uno simile/uguale (per tipo, per conservazione etc...) su ebay (prendo come esempio ebay). Se riescono a venderlo a 1000 quello e' la somma che realizzerei piu' o meno e quello di conseguenza e' il suo mero valore.
I vari Sassoni sono spesso lontani e non e' vero che la realizzazione orbita sul 10% di quello che dichiarano. Prendi ad esempio i francobolli Cinesi degli anni 60/70. I cataloghi ufficiali in quel caso sottostimano le realizzazioni che si possono fare in realta'.
bye
g
Se proprio ci tenessi a dare un valore economico ad un francobollo che ho sulla mia collezione la prima cosa che faccio e' andare a vedere se ne esiste uno simile/uguale (per tipo, per conservazione etc...) su ebay (prendo come esempio ebay). Se riescono a venderlo a 1000 quello e' la somma che realizzerei piu' o meno e quello di conseguenza e' il suo mero valore.
I vari Sassoni sono spesso lontani e non e' vero che la realizzazione orbita sul 10% di quello che dichiarano. Prendi ad esempio i francobolli Cinesi degli anni 60/70. I cataloghi ufficiali in quel caso sottostimano le realizzazioni che si possono fare in realta'.
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Re: il valore dei nostri francobolli
Ciao Giancarlo,
il punto critico è proprio identificare "quello simile al tuo".
Stefano è bravissimo ad identificare ed ha in collezione esemplari di qualità eccezionale che non sono affatto "simili" ad altri esemplari degli stessi francobolli che, ad esempio, ho in collezione io.
E' corretto che il francobollo di Stefano costi tre-quattro-dieci volte il mio, dato che è molto più difficile trovarlo sul mercato di quella qualità.
Se però non c'è un criterio chiaro e condiviso di classificazione e di valutazione economica della qualità, non ci sono basi per discutere in maniera proficua.
roberto
il punto critico è proprio identificare "quello simile al tuo".
Stefano è bravissimo ad identificare ed ha in collezione esemplari di qualità eccezionale che non sono affatto "simili" ad altri esemplari degli stessi francobolli che, ad esempio, ho in collezione io.
E' corretto che il francobollo di Stefano costi tre-quattro-dieci volte il mio, dato che è molto più difficile trovarlo sul mercato di quella qualità.
Se però non c'è un criterio chiaro e condiviso di classificazione e di valutazione economica della qualità, non ci sono basi per discutere in maniera proficua.
roberto
S T A F F
Re: il valore dei nostri francobolli
Capisco, grazie Roberto. E' una criticita' che sottovaluto.robymi ha scritto: 17 novembre 2023, 12:00 Ciao Giancarlo,
il punto critico è proprio identificare "quello simile al tuo".
Stefano è bravissimo ad identificare ed ha in collezione esemplari di qualità eccezionale che non sono affatto "simili" ad altri esemplari degli stessi francobolli che, ad esempio, ho in collezione io.
E' corretto che il francobollo di Stefano costi tre-quattro-dieci volte il mio, dato che è molto più difficile trovarlo sul mercato di quella qualità.
Se però non c'è un criterio chiaro e condiviso di classificazione e di valutazione economica della qualità, non ci sono basi per discutere in maniera proficua.
roberto

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Re: il valore dei nostri francobolli
Ci sono molti interventi condivisibili in questo post.
Molti si concentrano sui cataloghi che in realtà non sono così determinanti nello stabilire il prezzo di mercato di un francobollo.
Se ci riferiamo al Sassone specializzato ASI, nessuno (commercianti compresi) applica una percentuale uniforme (a parità di qualità), alcuni pezzi vengono venduti al 5% della quotazione mentre altri sono difficilmente reperibili sotto al 20-30% (ripeto, a pari qualità).
Il Sassone reca quotazioni a calare mentre l'Unificato sarebbe il listino ufficiale dei commercianti italiani.
Il Vaccari come molti dei cataloghi degli albori nasce come listino prezzi. In effetti l'Yvert&Tellier o lo Stanley Gibbons erano listini delle rispettive ditte.
All'epoca nascevano i primi studi che man mano cominciarono a dare degli indici di rarità ma non dei prezzi. Questi poi possono essere affiancati da un criterio di appetibilità di mercato. Ma comunque non sono mai stati dei listini.
Il problema della stragrande maggioranza dei cataloghi italiani sta nel mischiare cultura e commercio, spesso sacrificando la prima a beneficio della seconda!
Sarà sempre e comunque il mercato pesantemente condizionato dall'evoluzione del costume e delle disponibilità economiche delle nuove generazioni a determinare il valore dei nostri francobolli (anche affettivo)!
Benjamin
Rev LB Nov 2024
Molti si concentrano sui cataloghi che in realtà non sono così determinanti nello stabilire il prezzo di mercato di un francobollo.
Se ci riferiamo al Sassone specializzato ASI, nessuno (commercianti compresi) applica una percentuale uniforme (a parità di qualità), alcuni pezzi vengono venduti al 5% della quotazione mentre altri sono difficilmente reperibili sotto al 20-30% (ripeto, a pari qualità).
Il Sassone reca quotazioni a calare mentre l'Unificato sarebbe il listino ufficiale dei commercianti italiani.
Il Vaccari come molti dei cataloghi degli albori nasce come listino prezzi. In effetti l'Yvert&Tellier o lo Stanley Gibbons erano listini delle rispettive ditte.
All'epoca nascevano i primi studi che man mano cominciarono a dare degli indici di rarità ma non dei prezzi. Questi poi possono essere affiancati da un criterio di appetibilità di mercato. Ma comunque non sono mai stati dei listini.
Il problema della stragrande maggioranza dei cataloghi italiani sta nel mischiare cultura e commercio, spesso sacrificando la prima a beneficio della seconda!
Sarà sempre e comunque il mercato pesantemente condizionato dall'evoluzione del costume e delle disponibilità economiche delle nuove generazioni a determinare il valore dei nostri francobolli (anche affettivo)!


Benjamin
Rev LB Nov 2024
Lombardo Veneto (filatelia, annulli e storia postale), Toscana filatelia e storia postale dell'antica provincia di Arezzo, colori della IVa di Sardegna, ed a livello filatelico tutti gli ASI
Lettonia,Lituania ed Estonia
Classici di Francia, Gran Bretagna e Russia
Israele, annulli turchi, Levante, mandato britannico, interim e dal 1948 a oggi
"Non temete nuotare contro il torrente, è d'un anima sordida pensare come il volgo, perché il volgo è in maggioranza."
Giordano Bruno
Lettonia,Lituania ed Estonia
Classici di Francia, Gran Bretagna e Russia
Israele, annulli turchi, Levante, mandato britannico, interim e dal 1948 a oggi
"Non temete nuotare contro il torrente, è d'un anima sordida pensare come il volgo, perché il volgo è in maggioranza."
Giordano Bruno