
Quel francobollo io non lo compro
Quel francobollo io non lo compro

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Re: Quel francobollo io non lo compro
Bah, ... quanto pressapochismo, quante sciocchezze, quanta approssimazione nella ricostruzione delle cose, da parte di un giornalista che alla fine - notoriamente - è un semplice "ultrà delle sue idee preconcette", che scrive per un gironale - altrattanto notoriamente - composto da "ultrà" sprovvisti di qualsiasi capacità di discernimento...




- Antonello Cerruti
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Re: Quel francobollo io non lo compro
A supporto dell'idea di Vamas, credo possiamo tutti confermare che nessuno è obbligato ad avere una collezione completa dei francobolli della Repubblica.
Ad esempio, c'è chi non acquisterà il francobollo del 20° scudetto dell'Inter... oppure che non ha mai apprezzato quelli dedicati alla Juventus, ecc.
Il mondo è bello anche perchè è vario ed diversamente intelligente e tollerante.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Ad esempio, c'è chi non acquisterà il francobollo del 20° scudetto dell'Inter... oppure che non ha mai apprezzato quelli dedicati alla Juventus, ecc.
Il mondo è bello anche perchè è vario ed diversamente intelligente e tollerante.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: Quel francobollo io non lo compro
La frase - impropriamente attribuita a Ennio Flaino - "in Italia i fascisti si dividono in due categore: i fascisti e gli anti-fascisti" alla fine fotografa la "tolleranza" dell'intero popolo (e nella mia percezione - sinceramente - gli antifasciti che vedono fascisti ovunque sono di gran lunga più violenti e pericolosi).
Che poi, no, di cosa stiamo parlando? Di una fetta di intelletualoidi che non si rassegna al fatto che la maggioranza del paese ha scelto in una direzione che loro non condividono. Ehilà, cicci, si chiama democrazia! La maggioranza decide. Solo che questo va bene finché la maggioranza è con gli intelletualodi, altrimenti è solo un popolo bue, senza memoria storica, e la democrazia è in pericolo, e siamo passati "da M. a M." (wow, battutona! E volevi pure 1800 euro per dirlo in diretta nazionale...) e bla-bla-bla...
E dai su! Ma che, davvero davvero? Fatevene una ragione, e campate sereni...

Che poi, no, di cosa stiamo parlando? Di una fetta di intelletualoidi che non si rassegna al fatto che la maggioranza del paese ha scelto in una direzione che loro non condividono. Ehilà, cicci, si chiama democrazia! La maggioranza decide. Solo che questo va bene finché la maggioranza è con gli intelletualodi, altrimenti è solo un popolo bue, senza memoria storica, e la democrazia è in pericolo, e siamo passati "da M. a M." (wow, battutona! E volevi pure 1800 euro per dirlo in diretta nazionale...) e bla-bla-bla...
E dai su! Ma che, davvero davvero? Fatevene una ragione, e campate sereni...



- albi_patti
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Re: Quel francobollo io non lo compro
Tutto giusto.Antonello Cerruti ha scritto: 26 aprile 2024, 12:16 A supporto dell'idea di Vamas, credo possiamo tutti confermare che nessuno è obbligato ad avere una collezione completa dei francobolli della Repubblica.
Ad esempio, c'è chi non acquisterà il francobollo del 20° scudetto dell'Inter... oppure che non ha mai apprezzato quelli dedicati alla Juventus, ecc.
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Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Però siamo tutti d'accordo che l'articolo non ha nulla a che fare con la filatelia.
Non conosco le idee di Giovanni Gentile, né di Benedetto Croce e neanche di Massimo Giannini e alla fine, da filatelico, m'interessa quasi nulla.
E se Giannini non vuole comprare quel francobollo mi verrebbe da chiedergli:
sei un filatelico??? hai comprato il francobollo di Giovanni Gentile del 1994??? lo sai che Poste Italiane vendono anche francobolli dedicati alla sagra della bruschetta???
Quindi il discorso è prettamente politico e non ha nulla ha che fare con la filatelia.

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Estratto mancolista repubblica usati:
1946 Avvento della Repubblica 2£ filigrana SA carta bianca;
1954 Marco Polo 25£ e 60£;
1954 Amerigo Vespucci 25£ e 60£;
Re: Quel francobollo io non lo compro
Esatto, Alberto. si tratta di una riflessione politica e non filatelica.
condivisibile o meno. personalmente, io condivido una necessaria attenzione alla "glorificazione", con un francobollo o qualunque altro sistema di propaganda: vogliamo negare che i francobolli siano stati e siano anche questo strumento, largamente?
a qualcuno dà fastidio Gentile, ad altri Pirandello (ben più fascista di Gentile)... a me interessa ben poco, colleziono i classici
. certo, mi fa un certo effetto vedere il il faccione rifatto di un Berlusconi su un francobollo
ma sostanzialmente mi piacciono gli articoli di giornale che fanno discutere, e magari rimandano all'oggetto del mio hobby. questo lo è

condivisibile o meno. personalmente, io condivido una necessaria attenzione alla "glorificazione", con un francobollo o qualunque altro sistema di propaganda: vogliamo negare che i francobolli siano stati e siano anche questo strumento, largamente?
a qualcuno dà fastidio Gentile, ad altri Pirandello (ben più fascista di Gentile)... a me interessa ben poco, colleziono i classici



Re: Quel francobollo io non lo compro
Prescindendo totalmente per una volta da considerazioni di carattere politico vorrei soffermarmi per un attimo sulla glorificata "Riforma della Scuola".
Un scuola, quella uscita dalla riforma gentiliana, classista: un liceo classico "formativo" rivolto ai figli delle classi sociali elevate dove si dovevano preparare le nuove generazioni di dirigenti, un liceo dove non si imparava nulla di utile in nome di una visione elitaria di una cultura che risiede esclusivamente nel classicismo e nella letteratura (ma solo quella italiana!). Un liceo un po' di serie B, quello scientifico, rivolto ai "tecnici" ma a cui si nega un'alta valenza culturale e infine una selva di scuole professionali ed istituti tecnici dove i figli dei meno abbienti potevano "imparare un mestiere" (il problema di dotarli di una cultura non si poneva neanche).
Una riforma della scuola che definisce surretiziamente una dissimmetria di valore tra le opere dell'ingegno e dello spirito umano che tristemente sopravvive in Italia ancor oggi è che è causa di un pesante ritardo scientifico del nostro paese nei confronti dei nostri analoghi. Se la Francia ha 12 medaglie Fields, la Gran Bretagna 7 e l'Italia 2, se la Francia ha 34 Nobel in materie scientifiche, la Germania 79, la Gran Bretagna 75 e noi 13 la responsabilità è un po' anche della scuola di Gentile.
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Detto ciò io il francobollo di Gentile non lo compro ma solo perché non colleziono più novita italiane dal 2002 in poi.
D'altra parte ho quello da 750 lire già citato sopra come ho i francobolli della propaganda fascista, diversi di quelli della Germania nazista come molti che celebrano gli eroi dell'Unione Sovietica.
Un scuola, quella uscita dalla riforma gentiliana, classista: un liceo classico "formativo" rivolto ai figli delle classi sociali elevate dove si dovevano preparare le nuove generazioni di dirigenti, un liceo dove non si imparava nulla di utile in nome di una visione elitaria di una cultura che risiede esclusivamente nel classicismo e nella letteratura (ma solo quella italiana!). Un liceo un po' di serie B, quello scientifico, rivolto ai "tecnici" ma a cui si nega un'alta valenza culturale e infine una selva di scuole professionali ed istituti tecnici dove i figli dei meno abbienti potevano "imparare un mestiere" (il problema di dotarli di una cultura non si poneva neanche).
Una riforma della scuola che definisce surretiziamente una dissimmetria di valore tra le opere dell'ingegno e dello spirito umano che tristemente sopravvive in Italia ancor oggi è che è causa di un pesante ritardo scientifico del nostro paese nei confronti dei nostri analoghi. Se la Francia ha 12 medaglie Fields, la Gran Bretagna 7 e l'Italia 2, se la Francia ha 34 Nobel in materie scientifiche, la Germania 79, la Gran Bretagna 75 e noi 13 la responsabilità è un po' anche della scuola di Gentile.
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Detto ciò io il francobollo di Gentile non lo compro ma solo perché non colleziono più novita italiane dal 2002 in poi.
D'altra parte ho quello da 750 lire già citato sopra come ho i francobolli della propaganda fascista, diversi di quelli della Germania nazista come molti che celebrano gli eroi dell'Unione Sovietica.
Andrea
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Sono interessato alla Storia Postale e ai Classici di tutto il mondo.
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Re: Quel francobollo io non lo compro
Scusa mi dice quali sono le sciocchezze dell articolo e il pressappochismo che ha notato?aleph ha scritto: 26 aprile 2024, 12:03 Bah, ... quanto pressapochismo, quante sciocchezze, quanta approssimazione nella ricostruzione delle cose, da parte di un giornalista che alla fine - notoriamente - è un semplice "ultrà delle sue idee preconcette", che scrive per un gironale - altrattanto notoriamente - composto da "ultrà" sprovvisti di qualsiasi capacità di discernimento...![]()
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Quello che ha scritto è tutto vero … è un pezzo di storia del nostro più brutto e terribile passato fascista.
Con la scusa che il nazzismo è peggio del fascismo molti di noi Italiani si sono lavati la faccia.
Quando nazzismo e fascismo sono la stessa moneta ,terribile che ha devastato l Europa.
Igor
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Re: Quel francobollo io non lo compro
Non concordo, credo che il decadimento scolastico portato dalle riforme post 1968, abbia fatto ben piú danni, non solo portanto la scuola ad un livello inferiore, ma anche creando una generazione di laureati poi diventati insegnanti totalmente inedeguata e spesso corrotta, questa si, da clientelismo e gestita dai cosidetti "baroni".Andrea61 ha scritto: 26 aprile 2024, 14:16 Prescindendo totalmente per una volta da considerazioni di carattere politico vorrei soffermarmi per un attimo sulla glorificata "Riforma della Scuola".
Un scuola, quella uscita dalla riforma gentiliana, classista: un liceo classico "formativo" rivolto ai figli delle classi sociali elevate dove si dovevano preparare le nuove generazioni di dirigenti, un liceo dove non si imparava nulla di utile in nome di una visione elitaria di una cultura che risiede esclusivamente nel classicismo e nella letteratura (ma solo quella italiana!). Un liceo un po' di serie B, quello scientifico, rivolto ai "tecnici" ma a cui si nega un'alta valenza culturale e infine una selva di scuole professionali ed istituti tecnici dove i figli dei meno abbienti potevano "imparare un mestiere" (il problema di dotarli di una cultura non si poneva neanche).
Una riforma della scuola che definisce surretiziamente una dissimmetria di valore tra le opere dell'ingegno e dello spirito umano che tristemente sopravvive in Italia ancor oggi è che è causa di un pesante ritardo scientifico del nostro paese nei confronti dei nostri analoghi. Se la Francia ha 12 medaglie Fields, la Gran Bretagna 7 e l'Italia 2, se la Francia ha 34 Nobel in materie scientifiche, la Germania 79, la Gran Bretagna 75 e noi 13 la responsabilità è un po' anche della scuola di Gentile.
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Detto ciò io il francobollo di Gentile non lo compro ma solo perché non colleziono più novita italiane dal 2002 in poi.
D'altra parte ho quello da 750 lire già citato sopra come ho i francobolli della propaganda fascista, diversi di quelli della Germania nazista come molti che celebrano gli eroi dell'Unione Sovietica.
Vogliamo poi aggiungere la riforma Moratti?
Ci siamo dimenticati di Fermi, Segre, Majorana e dell eccellenza dei Fisici Italiani negli anni 30?
Non parlo del Fascismo e della sua ideologia, ma i politici e statisti dell Italia di oggi, ma anche degli ultimi 30 anni almeno, non reggono il confronto con molti dei loro predecessori del ventennio.
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Re: Quel francobollo io non lo compro
Condivido la posizione di ''vamas''
Ultima modifica di somalafis il 26 aprile 2024, 15:21, modificato 1 volta in totale.
Riccardo Bodo
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Re: Quel francobollo io non lo compro
Mi scusi Daniele, non vorrei aver capito male: possiamo discutere degli scienziati, ma chi intende come politici e statisti del ventennio migliori di quelli di oggi? i politici di allora erano gente come Grandi, Ciano, Bottai, Balbo e gerarchi vari, perlopiù assassini e picchiatori complici e spesso peggiori dei nazisti, autori del "Manifesto della razza"... o siamo tornati agli "italiani brava gente"?Daniele ha scritto: 26 aprile 2024, 14:56Non concordo, credo che il decadimento scolastico portato dalle riforme post 1968, abbia fatto ben piú danni, non solo portanto la scuola ad un livello inferiore, ma anche creando una generazione di laureati poi diventati insegnanti totalmente inedeguata e spesso corrotta, questa si, da clientelismo e gestita dai cosidetti "baroni".Andrea61 ha scritto: 26 aprile 2024, 14:16 Prescindendo totalmente per una volta da considerazioni di carattere politico vorrei soffermarmi per un attimo sulla glorificata "Riforma della Scuola".
Un scuola, quella uscita dalla riforma gentiliana, classista: un liceo classico "formativo" rivolto ai figli delle classi sociali elevate dove si dovevano preparare le nuove generazioni di dirigenti, un liceo dove non si imparava nulla di utile in nome di una visione elitaria di una cultura che risiede esclusivamente nel classicismo e nella letteratura (ma solo quella italiana!). Un liceo un po' di serie B, quello scientifico, rivolto ai "tecnici" ma a cui si nega un'alta valenza culturale e infine una selva di scuole professionali ed istituti tecnici dove i figli dei meno abbienti potevano "imparare un mestiere" (il problema di dotarli di una cultura non si poneva neanche).
Una riforma della scuola che definisce surretiziamente una dissimmetria di valore tra le opere dell'ingegno e dello spirito umano che tristemente sopravvive in Italia ancor oggi è che è causa di un pesante ritardo scientifico del nostro paese nei confronti dei nostri analoghi. Se la Francia ha 12 medaglie Fields, la Gran Bretagna 7 e l'Italia 2, se la Francia ha 34 Nobel in materie scientifiche, la Germania 79, la Gran Bretagna 75 e noi 13 la responsabilità è un po' anche della scuola di Gentile.
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Detto ciò io il francobollo di Gentile non lo compro ma solo perché non colleziono più novita italiane dal 2002 in poi.
D'altra parte ho quello da 750 lire già citato sopra come ho i francobolli della propaganda fascista, diversi di quelli della Germania nazista come molti che celebrano gli eroi dell'Unione Sovietica.
Vogliamo poi aggiungere la riforma Moratti?
Ci siamo dimenticati di Fermi, Segre, Majorana e dell eccellenza dei Fisici Italiani negli anni 30?
Non parlo del Fascismo e della sua ideologia, ma i politici e statisti dell Italia di oggi, ma anche degli ultimi 30 anni almeno, non reggono il confronto con molti dei loro predecessori del ventennio.
credo che anche i peggiori tra i politici di oggi, di qualunque schieramento, non raggiungerebbero quelle vette.
e mi perdoni se ho frainteso

Re: Quel francobollo io non lo compro
Il decadimento scolastico post-68 c'è stato un po' dappertutto, non solo da noi.Daniele ha scritto: 26 aprile 2024, 14:56 Non concordo, credo che il decadimento scolastico portato dalle riforme post 1968, abbia fatto ben piú danni, ...
[...]
Ci siamo dimenticati di Fermi, Segre, Majorana e dell eccellenza dei Fisici Italiani negli anni 30?
Che in Italia--nonostante tutto!--ci siano state e ci siano delle eccellenze scientifiche è un fatto direi quasi inevitabile. Ma si tratta di fenomeni localizzati sia localmente che temporalmente. Manca del tutto una politica volta alla coltivazione sistematica di talenti in campo scientifico e alla creazione di scuole di eccellenza che durino più di una generazione.
Il solo fatto che per obiettare alle mie osservazioni si ricorra ad un esempio di 90 anni fa è significativo.
Un sintomo (secondo me grave) è che molto spesso i nostri ricercatori e scienziati d'eccellenza trovano posto in istituti ed università straniere ma ben raramente ricercatori e scienziati d'eccellenza eleggono istituti ed università italiane come loro sede.
Non imputo questo stato di cose al governo attuale, ovviamente, ma la sottovalutazione della scienza come attività culturale e come fonte di arricchimento del Paese è trasversale a tutte le forze politiche e permea la nostra società. Sarà una stupidaggine, ma solo da noi persone anche altrimenti di successo nel loro campo lavorativo si fanno quasi un vanto di non capire nulla di matematica, mentre non capita di sentire alcuno vantarsi di non sapere il latino o di non conoscere certi testi canonici di letteratura. Se si chiedesse in giro se è più ignorante uno che non sa spiegare il concetto di derivata o uno che non sa di cosa parla la Divina Commedia quale sarebbe la risposta? Eppure il primo permea la nostra vita quotidiana molto più della seconda, ed entrambe fanno parte dei programmi liceali.
Andrea
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Re: Quel francobollo io non lo compro



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Re: Quel francobollo io non lo compro
senza alcun rancore, Aleph, solo come bonaria discussione, le dirò che c'è una bella differenza tra essere stato fascista, come gran parte degli italiani, ed essere stato un criminale fascista, quindi con responsabilità di governo e via dicendo. come fu per esempio Almirante, uno dei politici che figurano nel pantheon dell'attuale destra.aleph ha scritto: 26 aprile 2024, 15:33 Bolaffi_fascista.png
Bolaffi fascista! Non comprerò mai più un francobollo dalla Ditta torinese, mai più, mai più... fascisti, fascisti... non compro più... però magari mi infilo un profumo in tasca, e "sbadamente e innocentemente" esco senza pagare, così coi soldi risparmiati mi ci pago la mia esperta di armocromia, visto che, a quanto pare, alla domanda "siamo padroni di una banca?" mi hanno risposto di no, ma tanto sono pur sempre un comunista col rolex, e ora scrivo un bell'articolo radical-chic per "La Repubblica"...![]()
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per quanto riguarda il povero Fassino, ha ragione lei: rubacchiare un profumo è una vergogna. a rubare dei miliardi, come invece ha fatto Berlusconi, ti fanno presidente del Consiglio

- albi_patti
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Re: Quel francobollo io non lo compro
vamas ha scritto: 26 aprile 2024, 13:30 Esatto, Alberto. si tratta di una riflessione politica e non filatelica.
Ne ero certo.
condivisibile o meno. personalmente, io condivido una necessaria attenzione alla "glorificazione", con un francobollo o qualunque altro sistema di propaganda: vogliamo negare che i francobolli siano stati e siano anche questo strumento, largamente?
No, non lo nego affatto, anzi. Però ho qualche remora sulla "necessaria attenzione alla glorificazione". Una volta può darsi, ma nel 2024 basterebbe inviare un bozzetto del mio faccione perché il Ministero delle Imprese e del Made in Italy dia l'ok all'emissione di un francobollo (magari pure un foglietto)
a qualcuno dà fastidio Gentile, ad altri Pirandello (ben più fascista di Gentile)... a me interessa ben poco, colleziono i classici. certo, mi fa un certo effetto vedere il il faccione rifatto di un Berlusconi su un francobollo
ma sostanzialmente mi piacciono gli articoli di giornale che fanno discutere, e magari rimandano all'oggetto del mio hobby. questo lo è
Non ho ben capito su cosa intendi per "classici" ma, a mio parere, se ad esempio uno volesse collezionare uomini politici, secondo me, non dovrebbe stare a sindacare l'effettiva levatura o lo schieramento di un politico. Anzi, proprio perché l'hai citato tu, un Berlusconi dovrebbe esserci in quella collezione, se non altro perché è stato più volte Presidente del Consiglio dei Ministri. Poi si può anche restringere una collezione se tu ritieni che un politico non sia degno di farne parte. Per questo nel mio precedente intervento ho citato Antonello che condivido ciò che ha scritto![]()
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1954 Marco Polo 25£ e 60£;
1954 Amerigo Vespucci 25£ e 60£;
Re: Quel francobollo io non lo compro
sono sostanzialmente d'accordo su ciò che dici, anche su Berlusconi. non può mancare in una collezione sugli uomini politici.albi_patti ha scritto: 26 aprile 2024, 18:21vamas ha scritto: 26 aprile 2024, 13:30 Esatto, Alberto. si tratta di una riflessione politica e non filatelica.
Ne ero certo.
condivisibile o meno. personalmente, io condivido una necessaria attenzione alla "glorificazione", con un francobollo o qualunque altro sistema di propaganda: vogliamo negare che i francobolli siano stati e siano anche questo strumento, largamente?
No, non lo nego affatto, anzi. Però ho qualche remora sulla "necessaria attenzione alla glorificazione". Una volta può darsi, ma nel 2024 basterebbe inviare un bozzetto del mio faccione perché il Ministero delle Imprese e del Made in Italy dia l'ok all'emissione di un francobollo (magari pure un foglietto)
a qualcuno dà fastidio Gentile, ad altri Pirandello (ben più fascista di Gentile)... a me interessa ben poco, colleziono i classici. certo, mi fa un certo effetto vedere il il faccione rifatto di un Berlusconi su un francobollo
ma sostanzialmente mi piacciono gli articoli di giornale che fanno discutere, e magari rimandano all'oggetto del mio hobby. questo lo è
Non ho ben capito su cosa intendi per "classici" ma, a mio parere, se ad esempio uno volesse collezionare uomini politici, secondo me, non dovrebbe stare a sindacare l'effettiva levatura o lo schieramento di un politico. Anzi, proprio perché l'hai citato tu, un Berlusconi dovrebbe esserci in quella collezione, se non altro perché è stato più volte Presidente del Consiglio dei Ministri. Poi si può anche restringere una collezione se tu ritieni che un politico non sia degno di farne parte. Per questo nel mio precedente intervento ho citato Antonello che condivido ciò che ha scritto![]()
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ciò che mi chiedevo, un po' oziosamente ma per sollevare una riflessione è: è corretto giudicare i francobolli (o gli interi o ciò che è) anche in base a delle categorie politiche di opportunità?
non ho una risposta, propendo per un NO. si colleziona andando oltre la propaganda. per esempio, io amo i classici (dunque la filatelia dagli esordi al 1940 circa, i primi 100 anni), ma allo stesso tempo sono costretto ad andare oltre i contenuti, altrimenti dovrei saltare fascismo, nazismo e persino i Savoia, a mio parere la vera disgrazia dell'Italia...

però penso che sia opportuno giudicare, e anche contestare, delle scelte attuali che si considerano sbagliate. per esempio, mal sopporterei delle emissioni tese a "riabilitare" passati storici abbastanza recenti di cui ci si dovrebbe vergognare. e il fascismo è senza dubbio uno di questi.



ps) anch'io condivido ciò che Antonello ha detto con la solita arguzia... anche se lo sport è ben altra cosa
- Antonello Cerruti
- Messaggi: 6997
- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: Quel francobollo io non lo compro
Solo una precisazione.
Giulio Bolaffi comandò un reparto inquadrato nelle forze della resistenza.
Magari informarsi prima scrivere potrebbe essere una cosa utile per evitare figuracce.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Giulio Bolaffi comandò un reparto inquadrato nelle forze della resistenza.
Magari informarsi prima scrivere potrebbe essere una cosa utile per evitare figuracce.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
- francesco luraschi
- Messaggi: 2787
- Iscritto il: 14 luglio 2007, 18:08
- Località: Como
Re: Quel francobollo io non lo compro
Ho il sospetto che se l'anno prossimo si decidesse di emettere un francobollo per ricordare il centenario della nascita di Giovanni Spadolini (è stato pure Presidente supplente della Repubblica, figura chiave delle istituzioni repubblicane) nessuno avrebbe molto da dire.
Eppure ...
https://it.linkedin.com/pulse/giovanni- ... cardo-radi
Comunque gli italiani si dividono in tre categorie, non due: fascisti, forse per sentito dire dato che ormai chi lo ha vissuto per davvero non c'è più; antifascisti, anche a prescindere, perché il termine è sempre di moda e lo si può usare in qualunque situazione che non è mai fuori luogo; anti-antifascisti i quali magari pensano che se i primi hanno una visione romantica, non applicabile al XXI secolo (le corporazioni, dai ..., l'autarchia, e ridai ...) i secondi cerchino visibilità e magari un posto in politica.
Chissà come risponderebbe un francese alla domanda: "Ma lei è napoleonico o antinapoleonico?"
Francesco
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Chissà come risponderebbe un francese alla domanda: "Ma lei è napoleonico o antinapoleonico?"


I nostri articoli:
https://www.academia.edu/10877153/_News ... _1850-1866_
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Francesco
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Re: Quel francobollo io non lo compro
Francesco, con tutto il rispetto, queste sono le stesse argomentazioni della destra (vedi l'intervista di oggi a Sangiuliano) quando vuole "svalutare" l'antifascismo accusando di passatismo chi ne pronunci il nome. quasi che il passato, pur relativamente remoto, non sia più in grado di influenzare il presente (andatelo a dire agli ebrei di oggi in tutto il mondo).francesco luraschi ha scritto: 26 aprile 2024, 19:36 Ho il sospetto che se l'anno prossimo si decidesse di emettere un francobollo per ricordare il centenario della nascita di Giovanni Spadolini (è stato pure Presidente supplente della Repubblica, figura chiave delle istituzioni repubblicane) nessuno avrebbe molto da dire.
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Comunque gli italiani si dividono in tre categorie, non due: fascisti, forse per sentito dire dato che ormai chi lo ha vissuto per davvero non c'è più; antifascisti, anche a prescindere, perché il termine è sempre di moda e lo si può usare in qualunque situazione che non è mai fuori luogo; anti-antifascisti i quali magari pensano che se i primi hanno una visione romantica, non applicabile al XXI secolo (le corporazioni, dai ..., l'autarchia, e ridai ...) i secondi cerchino visibilità e magari un posto in politica.
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Francesco
è ovvio che non si parla dei fasci di combattimento, delle sedi sindacali incendiate (anzi, queste sì, ops), delle spedizioni punitive con manganello e olio di ricino, di parlamentari assassinati. si parla, oggi, di fare i conti con la storia. in Germania, dopo la fine della guerra c'è stata la de-nazistificazione. in Italia non c'è stata la de-fascistizzazione. anzi. il contrario. grazie all'amnistia voluta da Togliatti, molte migliaia di fascisti si sono potuti riconvertire (specie nella polizia e nella magistratura), riorganizzare, riprodursi elettoralmente con un partito, l'Msi, che non ha mai abiurato il passato. ora si chiede all'attuale Governo, erede di quelle persone, di rinnegare il passato fascista, definendosi antifascista come previsto non da un segretario di partito o dalla sinistra, ma dalla Costituzione italiana. ebbene, questo passo non è stato fatto, se non da alcune ottime persone come Crosetto.

- cirneco giuseppe
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Re: Quel francobollo io non lo compro
perfettamente in sintonia con quanto scrive vamasvamas ha scritto: 26 aprile 2024, 15:51
senza alcun rancore, Aleph, solo come bonaria discussione, le dirò che c'è una bella differenza tra essere stato fascista, come gran parte degli italiani, ed essere stato un criminale fascista, quindi con responsabilità di governo e via dicendo. come fu per esempio Almirante, uno dei politici che figurano nel pantheon dell'attuale destra.
per quanto riguarda il povero Fassino, ha ragione lei: rubacchiare un profumo è una vergogna. a rubare dei miliardi, come invece ha fatto Berlusconi, ti fanno presidente del Consiglio
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NEMICO, DICHIARATO E CONVINTO, DEL GRONCHI LILLA
E' saggio sognare ma da stolti illudersi.
cerco e colleziono saggi e prove dagli ASI ad oggi solo Italia
http://www.antichistati.it


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